Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 6 novembre 2014

BARI: I CARABINIERI ARRESTANO 5 PERSONE RESPONSABILI A VARIO TITOLO DI RAPINA AI DANNI DI AUTOTRASPORTATORI E RICETTAZIONE DELLE MERCI RAPINATE.

 
Comando Provinciale Carabinieri Bari
Sala Stampa

 I carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari hanno eseguito cinque provvedimenti restrittivi in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica. Si tratta di un 44enne, un 45enne e un 44enne baresi ritenuti responsabili a vario titolo di concorso in rapina aggravata, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi e ricettazione (finiti in carcere) e di un 33enne e un 25enne di Triggiano ritenuti responsabili di ricettazione (sottoposti ai domiciliari).
La banda non aveva fatto caso al sistema di videosorveglianza di cui era dotato l’ampio deposito, usato da molte altre ditte per stoccare materiali di lecita provenienza. Grazie alle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza infatti i carabinieri sono riusciti a ricostruire al secondo l’arrivo dei malfattori all’interno del deposito dopo le rapine nonché i loro spostamenti all’interno della struttura. Sulla base degli elementi raccolti messi in relazione con le dichiarazioni delle vittime i carabinieri sono riusciti ad attribuire ai tre soggetti baresi la paternità della rapina con sequestro di persona del 28 gennaio nonché responsabilità dei cinque soggetti sulla ricettazione della refurtiva oggetto di tutti e tre i “colpi”.

mercoledì 5 novembre 2014

COMMEMORAZIONE DELL'UNITA' D'ITALIA, 4 NOVEMBRE, SACRARIO DEI CADUTI, BARI.

Dott. Pietro VITALE
Giornalista-Pubblicista e Scrittore
                                                                       ****
Al SACRARIO D'OLTREMARE DI BARI, 4 NOVEMRE 2014 LA FESTA DELLE FF.AA.

Nel piazzale delle cerimonie del Sacrario dei Caduti d'Oltremare di Bari, le Forze Armate il 4 novembre 2014, hanno Celebrato la commemorazione dell'Unità d'Italia.
Alla Cerimonia è intervenuto il Presidente del Senato Pietro Grasso.
Il Presidente Grasso è stato ricevuto dal Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, il senatore Massimo Cassano, in rappresentanza del Governo, dal Prefetto della Provincia di Bari Antonio Nunziante, dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Difesa e dal Comandante delle Scuole dell’Aeronautica Militare/3ª Regione Aerea e del Presidio Militare di Bari, Generale di Squadra Aerea Franco Girardi.

Alla cerimonia erano presenti Autorità civili, religiose e militari, e i Labari della Regione Puglia, del Comune di Bari e della Provincia, e i Labari delle Associazioni Combattenti e d’Arma. A celebrare la Santa Messa è stato Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari e Bitonto.
Si ricorda che il Sacrario di Bari, custodisce i resti di oltre settantansettemila soldati, di varie armi, caduti durante i due conflitti mondiali, di cui oltre cinquantamila ignoti, insieme a quelle dell’Altare della Patria in Roma ed al Sacrario di Redipupuglia
Assieme, tutte le rappresentanze delle Forze Armate Italiane Il 4 novembre è il giorno del ricordo della vittoria italiana nella prima guerra mondiale, lo scopo è quello di non dimenticare il sacrificio dei quasi settecentocinquantamila giovani soldati morti per la nostra Patria nel primo conflitto mondiale.

“Il significato della ricorenza delle FF.AA. è ricordare l'impegno quotidiano, la dedizione nell’assolverlo e la professionalità con la quale lo si fa, è l’eredità di quei soldati che hanno dato la propria vita per la nostra libertà e unità. Oggi, noi, tutte le Forze Militari, siamo chiamati a garantire la pace, la libertà la solidarietà alla gente che abita questa splendida Puglia. Mentre si assolve il dovere e non dimenticate mai il sacrificio dei nostri padri ma, siatene ambasciatori operando senza risparmio di energie come solo voi sapete fare”

lunedì 3 novembre 2014

ALFANO: "CON TRITON, L'ITALIA SPENDERA' ZERO EURO"

Dott. Pietro VITALE
Giornalista-Pubblicista e Scrittore
Direttore del blog international:
                                                                              ***

Lungo il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità.
Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili, ma al contrario vedete di procurare loro ogni gioia che potete.(Proverbio Sioux)
Domanda:

Dott. Laurenzano, il Ministro Alfano, ha assicurato spiengando che Sabato parte Triton, ha detto, nel "frattempo, che con la chiusura di Mare Nostrum, ci sarà una fase di accompagnamento che durerà due mesi e che costerà all'Italia un terzo di quanto costava Mare nostrum". "Con Triton, l'Italia spenderà zero euro", ha assicurato ancora il Ministro, spiegando che l'operazione europea "costerà 3 milioni di euro al mese, forse poco più e sarà finanziata con fondi europei. L'Italia per Mare Nostrum ha speso 9 milioni e oltre, al mese invece più di 110 milioni in quest' anno". Pattugliamento dei confini marittimi dell’Ue per l’emergenza migranti – Migrazione e legalità. Senza contare, nelle spese il pattugliamento dei confini dell'Ue pe l'emergenza....Migrazione e legalità? Ci chiarisca le idee, dott. Laurenzano, con la Sua lungimiranza e competenza. Il pezzo sarà pubblicato ul blog international:www.legestadellacavalleria.blogspot.com

Risposta:

Orbene, Dott. Vitale. Secondo le mie competenze cercherò di essere quanto più esaustivo:
LA NUOVA MISSIONE EUROPEA NEL MEDITERRANEO COSI DETTA:TRITON
A un anno dalla tragedia di Lampedusa dove persero la vita 366 persone, il 1° novembre ha preso il via la nuova missione europea nel Mediterraneo: “Triton”. E’ il risultato dell’accordo tra l’Italia e Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne, con sede in Polonia.
Si è aperto così un nuovo capitolo per fronteggiare sul piano umanitario le conseguenze drammatiche dell’instabilità politica e dei sanguinosi conflitti civili in Africa: i viaggi della speranza sulle carrette del mare di tanti disperati in fuga dalla violenza e dalla fame verso una vita degna di essere vissuta. E’ la (tardiva!) risposta dell’Europa all’operazione italiana “Mare nostrum” che, in dodici mesi, è riuscita a trarre in salvo circa 100 mila persone e ad arrestare più di 500 scafisti.
L’operazione Triton, è stato chiarito a Bruxelles, deludendo le aspettative del governo italiano, non è propriamente un’operazione di soccorso e non sostituirà gli sforzi italiani di Mare Nostrum che ha cessato ogni attività il 31 ottobre. Presidierà le frontiere europee nel Mediterraneo, “area Schengen”, con operatività decisamente ridotta rispetto a “Mare nostrum” la cui azione di intervento e di soccorso si spingeva sino a ridosso delle coste libiche. Nonostante i limiti e le incertezze, “Triton” è un segnale importante, se rapportato alle lentezze e alle carenze della politica europea in materia di immigrazione e asilo. E’ importante che la legislazione comunitaria in materia diventi la cornice di supporto all’operazione. Da questo punto di vista, il rispetto degli Accordi di Dublino, mirati a individuare rapidamente lo Stato membro competente per l’esame della domanda d’asilo, potrebbe rappresentare il primo importante contributo per un’azione efficace. E’ però auspicabile arrivare a una responsabilità condivisa: oggi ci sono sei Paesi che accolgono il 75% dei rifugiati (Germania, Francia, Svezia, Gran Bretagna, Italia e Belgio).
Il decollo dell’operazione non è stato facile, con un budget mensile stimato pari a 2,9 milioni di euro per tutto il 2014, a fronte dei 9,5 milioni spesi dall’Italia con Mare nostrum. Otto i Paesi in campo con fornitura di equipaggiamento tecnico e personale: Finlandia, Germania, Spagna, Portogallo, Islanda, Olanda, Francia e Malta. Obiettivo: risolvere il problema migratorio nel Mediterraneo. Un problema che presenta inquietanti risvolti correlati alla legalità e cioè alla immigrazione irregolare. Il tema della sicurezza è da tempo nell’occhio del ciclone con controlli non sempre efficaci. Dell’immigrato si perde spesso ogni traccia. Cresce nell’opinione pubblica europea l’intolleranza verso flussi migratori privi di una necessaria regolamentazione in entrata, tale da rafforzare la lotta alla clandestinità e ai mercanti di morte che alimentano questo mercato. Secondo Europol, sono in aumento i clandestini che girano indisturbati per il territorio dell’Unione e che, in assenza di condizioni di vita accettabili, finiscono nella rete della malavita con tutti i fenomeni a essa collegati: microcriminalità, sfruttamento e prostituzione, traffico di armi e droga.
Per neutralizzare gli effetti di una immigrazione selvaggia, si attende da anni un intervento legislativo a livello comunitario per assicurare canali più sicuri e legali per l’accesso dei rifugiati alla protezione. Una risposta umanitaria da conciliarsi con la sicurezza internazionale, il quadro economico-occupazionale e i valori storici dell’Unione europea. Arriverà con il semestre dell’UE a guida italiana?

domenica 2 novembre 2014

LA CROCE ARMENA HA COLLABORATO ALLE CROCIATE?

Dott. Pietro VITALE
Giornalista-Pubblicista e Scrittore
Direttore del blog international:
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                                                  L'Ateneo del libero pensiero
“Uno dei pregiudizi più ridicoli degli uomini comuni è quello del tempo perso.
Nessun tempo è in realtà perso. Le ore d'ozio collaborano a formare la nostra personalità come le ore di lavoro, forse meglio”. (Giuseppe Prezzolini, Il Centivio, 1906)

Origini di Gerusalemme e della croce armena”.
La Croce è probabilmente il simbolo più familiare del cristianesimo, ma da nessuna parte è questa iconografia cruciale o cultura radicata, come in Armenia. Gli armeni sono stati spesso chiamati popolo della croce e la loro terra; la terra della croce. Ovunque tu vada, migliaia di croci di pietra, o di cross-pietre armene, pervadono la coscienza montuosa di antica nazione cristiana al mondo, fornendo un raro sguardo l'arte di espressione spirituale armeno. A partire dal 4 ° secolo, la conversione degli armeni, e il ripristino del cristianesimo come religione di stato nel 301 dC, ha emesso una nuova era della coscienza nazionale. Così mettendo la croce al centro dell'iconografia armena. I cui risultati hanno lasciato molti disorientati, nel loro tempo fino ad oggi. Quando crociati avventurato in altopiani d'Armenia sono inevitabilmente venuti in contatto con venerazione croce armena e loro intricati disegni.
Il Regno Armenian di Cilicia fu un forte alleato dei crociati europei, e si vedeva come un baluardo della cristianità in Oriente. I crociati europei presi in prestito know-how, come ad esempio gli elementi di castello-palazzo Armenian, arte e architettura della chiesa. Durante il regno di Costantino I, la prima crociata ha avuto luogo. Un esercito di cristiani dell'Europa occidentale hanno marciato attraverso Armenian Highlands e Cilicia nel loro cammino verso Gerusalemme. Gli Armeni in Cilicia guadagnato potenti alleati tra i crociati franchi, il cui leader, Goffredo di Buglione ha adottato il progetto "Gerusalemme croce" dalla iconografia Armenian del tempo.
Croce di pietra Armenian del 4 ° secolo monastero Geghard.
Aiuto Armenian ai Crociati è stato descritto da Papa Gregorio XIII nel suo Ecclesia Romana:
"Tra le buone azioni che il popolo armeno ha fatto verso la chiesa e il mondo cristiano, si deve in particolare sottolineare che, in quei tempi, quando i principi cristiani ei guerrieri andarono a riconquistare la Terra Santa, nessun popolo o nazione, con la stesso entusiasmo, la gioia e la fede sono venuti in loro aiuto come hanno fatto gli armeni, che ha fornito i Crociati con i cavalli, disposizione e orientamento. Gli armeni assistito questi guerrieri con il loro coraggio e la lealtà assoluta durante le guerre sante. "Il rapporto di amicizia tra gli armeni ei Crociati è stato cementato con matrimoni misti spesso si verificano tra di loro. Prima di diventare re di Gerusalemme e di stabilire lo stato prima crociata (che ha adottato quella croce simbolica), di Godfrey fratello Baldovino di Boulogne fu il primo Duca di Edessa (Armenian Urha, Urfa), che è diventato a causa sua adozione a figlio di Armenian Principe Toros di Urha. Baldwin anche sposato la figlia del principe Toros, facendo di lei la prima regina del Regno di Gerusalemme. Il regno Armenian di Cilicia ebbe le sue origini nel principato fondato c. 1080 dalla dinastia Rubenid, un ramo della famiglia Bagratid più grande, che in diversi momenti aveva tenuto i troni di Armenia e Georgia. La casa reale armena di Bagratuni (georgiano Bagrationi) in seguito affermati come governanti di Iberia (l'odierna Georgia) diffondendo l'utilizzo di Gerusalemme Passaggio in Georgia nel 14 ° secolo. Il monaco medievale Tommaso da Kempis, sul tema della Croce, una volta osservò: "Nella croce è la salvezza; nella croce è la vita; nella croce è la protezione contro i nostri nemici; nella croce è l'infusione di dolcezza celeste; nella croce è forza d'animo; nella croce è gioia dello spirito; nella croce è l'eccellenza della virtù; nella croce è la perfezione della santità ... ". Dal 2010, cross-pietre Armenian, il loro simbolismo e artigianalità sono iscritti nella lista. UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale.