Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 5 marzo 2015

SPERIAMO DI FINIRLA...QUI!!!




 di Alessandro Mezzano
Roberto Helg, presidente della camera di commercio di Palermo e vicepresidente della Gesap la società che gestisce l’aeroporto di Palermo, é cavaliere della repubblica e commendatore ordine al merito  ed ha sempre denunciato la corruzione  come quando alla manifestazione del premio Libero Grassi aveva detto: ''Racket e usura potranno essere sconfitti solo se le vittime denunceranno e collaboreranno con le istituzioni'', oppure ''Bisogna creare attorno a chi ha denunciato un circuito virtuoso di sostegno concreto e di solidarietà'' oppure: ''La Camera è impegnata in attività che promuovono la legalità''.Oggi è stato arrestato dai carabinieri mentre stava intascando una tangente di 100.000 euro estorti per una concessione di un ristorante nell’aeroporto di Palermo..!! Se questa è la caratura delle persone pubbliche che predicano le virtù e praticano la prostituzione morale come le puttane, allora siamo perduti..!! Se poi, come è già accaduto tante volte in passato, dopo un polverone mediatico Roberto Helg se la caverà con una pena ridicola rispetto al reato ed alla sua natura, allora vuole dire che, nonostante le prediche e le roboanti promesse, lo Stato se ne frega della legalità, della giustizia e del diritto e noi siamo nelle mani di un branco di “Quaquaraqua”  non si capisce se più sprovveduti o più amorali..! Povera Italia…”.. di dolori ostello, non Donna di provincie, ma bordello"

mercoledì 4 marzo 2015

UNIVERSITA' PONTIFICIA ARMENA



OMAGGIO DEI FEDELI DELLA CHIESA ARMENA SAN NICOLA DA TOLENTINO DI ROMA A SUA BEATITUDINE NERSES BEDROS XIXCATHOLICOS PATRIARCA DI CILICIA DEGLI ARMENI CATTOLICI

IN OCCASIONE DEL 25° ANNIVERSARIO DELL'ORDINAZIONE EPISCOPALE E 15° ANNIVERSARIO DELL'INTRONIZZAZIONE PATRIARCALE 
 Domenica 1 marzo 2015 alle ore 11.00 la comunità armena di Roma ha avuto la gioia di partecipare alla Divina Liturgia celebrata S.B. Nerses Bedros XIX Catholicos Patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici.Nella terza domenica della quaresima, chiamata domenica del “pròdigo”, la Chiesa Armena invita i propri fedeli a riflettere sulla parabola del figliol prodigo (Lc 15,11-32). Così l’omelia di Sua Beatitudine incentrata sulla parabola del figliol prodigo è stata un invito a tutti i presenti a riflettere sulla figura del figlio minore, che non si caratterizza solo nella sua età minore, ma, - età minore - quale immaturità spirituale, condizione in cui abbagliato da quanto il mondo gli poteva offrire, decide di abbandonare le sicurezze e l’ambiente della Casa Paterna. Sua Beatitudine ha centrato poi la Sua omelia sulla figura del Padre -  la Santa Chiesa, che non ci obbliga a farne parte e restarvi per forza, rispetta la nostra libertà ma resta sempre alla porta ad aspettare il nostro ritorno, e come il Padre buono, saggio e paziente del figlio prodigo ci attende alla porta pronto ad accoglierci, riabbracciarci e festeggiare il nostro ritorno. Sta a noi, ha detto Sua Beatitudine, quindi di capire il vero valore della liberta che il Padre ci ha dato, a sentire il calore del focolare della Sua Casa, di quanto ci può offrire e quanto bene ci può fare, oppure scegliere di ridurre la nostra vita in sperperamento dei beni dell’eredità ricevuta dal Padre nell’impurità, ed arrivare fino alla condizione di sognare di “saziarsi con le carrube che mangiavano i porci” (Lc 15.16).Sua Beatitudine ha esortato quindi i fedeli presenti con le parole della lettera di San Paolo Apostolo dicendo: “non lasciatevi legare dal giogo estraneo degli infedeli” (2Cor 14) perché “noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò, e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente” (2Cor 15-18).Alla conclusione della Santa Messa animata dalla Corale “Nostra Signora di Narek” della Chiesa Armena di San Nicola da Tolentino, composta dai seminaristi del Pontificio Collegio Armeno e dai giovani, la comunità presente ha voluto rendere un omaggio a Sua Beatitudine per il Suo 25° Anniversario di Ordinazione Episcopale e il 15° Anniversario di Intronizzazione Patriarcale.La cerimonia è stata introdotta dalle note della pianista Diana Gabrielyan seguita dal saluto di benvenuto del Rev. Mons. Kevork Noradounguian, Rettore del Pontificio Collegio Armeno.Hanno voluto rendere omaggio a Sua Beatitudine tutte le realtà della rettoria di San Nicola da Tolentino. La signorina Susan Martirosyan ha rivolto l’augurio a Sua Beatitudine a nome dei giovani della comunità seguita dall’esecuzione del brano musicale della violinista Diana Arshakian che ha reso omaggio al Padre Patriarca a nome delle famiglie che sotto la guida dei sacerdoti del collegio stanno seguendo un percorso di formazione cristiana. Anche i bambini della comunità si sono presentati a Sua Beatitudine con i loro auguri in lingua italiana e armena, ringraziando per il bene che li vuole e assicurando la loro preghiera “affinché Gesù aiuti a continuare ad essere un buon Vescovo”, omaggiando così Sua Beatitudine con i disegni da loro realizzati e un canto.

A nome della comunità tutta ha preso parola il Sig. Giorgio Nesmeyan che nel rivolgere l’augurio a Sua Beatitudine ha presentato la comunità dicendo: “Beatitudine, la nostra comunità di Roma non è molto numerosa, perciò ci sentiamo in dovere di puntare sulla qualità di quanto facciamo e siamo. Noi desideriamo e ci impegniamo nel nostro piccolo di essere “sale” e “luce” come ci insegna il nostro Signore, di fronte alle numerose sfide quotidiane che la vita ci pone.  In questa sede, mi permetta Beatitudine, di ringraziarLa a nome di tutti i membri della nostra comunità per l'istituzione quale è il Pontificio Collegio Armeno che dal giorno della sua fondazione svolge un sevizio insostituibile a tutti gli armeni di Roma e di quelli che sono semplicemente di passaggio. Oggi noi possiamo confermare che questa casa è la casa di tutti noi, e per questo ci sentiamo di ringraziaLa per averci assegnato un Padre Rettore e un Padre Vice Rettore come Mons. Kevork e P. Krikor, ringraziamo il Signore per i nostri amati seminaristi che, Dio volendo, saranno il futuro di quest'opera Benedetta. Se oggi siamo qui riuniti intorno a questo Santo Altare, lo dobbiamo alla Benedizione del Signore e l’impegno di ciascuno di noi, dal più piccolo al più anziano.  Questo è, Beatitudine, quello che cerchiamo di fare, e per questo chiediamo la Sua Paterna benedizione”.“Ecco io e il mio piccolo gregge” citando le parole della preghiera dell’ “apertura delle porte” della domenica delle palme, il Padre Rettore ha riassunto la presentazione delle realtà della rettoria che gli è stato affidato cinque anni or sono, invitando Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX a  rivolgere ai presenti il Suo messaggio e la Paterna benedizione. Nel suo discorso pronunziato in lingua italiana, Sua Beatitudine ha espresso la Sua gratitudine per gli auguri rivoltegli, incoraggiando i presenti a proseguire nella sequela di Cristo nella casa del Padre. Facendo sue le parole del Santo Padre Papa Francesco, Sua Beatitudine ha invitato i presenti ad essere evangelizzatori, missione non solo riservata ai consacrati ma ad ogni battezzato. In questa chiamata di essere evangelizzatori, ha focalizzato nel suo messaggio l’importanza del ruolo della famiglia, della famiglia cristiana fondata su Gesù Cristo, esortando i coniugi uniti nel matrimonio davanti al Santo Altare di essere testimoni autentici dell’Amore che dà vita e costituisce una Chiesa Santa, edificando così una società sana nel corpo e nello spirito. Quindi ha ribadito sull’importanza di restare fedeli alle proprie radici cristiane e alla chiamata di essere evangelizzatori - portatori della Buona Novella – nonostante le evidenti e numerose difficoltà e sfide della società globalizzata. Sua Beatitudine ha portato poi a conoscenza dei presenti circa il Sinodo dei Vescovi Armeno-Cattolici, motivo per cui si trova a Roma. Ha condiviso la gioia e la riconoscenza a Dio per il nuovo Dottore della Chiesa Universale San Gregorio di Narek , concludendo il proprio intervento rivolgendo il pensiero al 100° Anniversario del Genocidio Armeno,  ricordando e dando appuntamento a tutti i presenti ad uno dei più grandi eventi che sarà celebrato in memoria dei primi martiri del XX secolo, alla Santa Messa che il 12 aprile p.v. sarà Celebrata nella Basilica Vaticana di San Pietro da Sua Santità Papa Francesco. Sua Beatitudine si è raccomandato con i fedeli di non vivere questa ricorrenza come il mero ricordo di una pagina triste della storia del popolo Armeno, ma come una pagina gloriosa di un popolo che a prezzo della vita ha difeso la propria fede e la propria identità.Al termine dell'intervento di Sua Beatitudine, il coro “Nostra Signora di Narek” ha eseguito l'Inno Patriarcale (Օրհներգ Հայրապետական ), domandando al Signore lunga vita per il proprio Patriarca e perseveranza alla Sede della Casa di Cilicia.Alla cerimonia terminata con la foto di gruppo, ha seguito l’agape conviviale nell’atrio del Pontificio Collegio Armeno dove i presenti hanno avuto modo di salutare di persona il Patriarca e gustare i prodotti tipici campani e umbri, offerti per l’occasione dalle due delegazioni presenti – l’Associazione San Biagio di Casal di Principe e il Centro Studi Hrant Nazarianz – che hanno così voluto rendere omaggio a Sua Beatitudine.  

 di Valentina Karakhanian


martedì 3 marzo 2015

LA SCIARPA AZZURRA, COME E PERCHE'......

Dott. Pietro Vitale
Giornalista e scrittore
Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi
quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze”.
(Bobbio)
L’uso delle sciarpe azzurre, emblema dell’ufficialità, quando si diffuse tra gli Ufficiali dell’Esercito Italiano

Cari amici, che mi leggete. Questa volta Vi parlerò delle origini della Sciarpa Azzurra, emblema degli Ufficiali delle Forze Armate Italiane. La “sciarpa azzurra” insegna distintiva risale il 21 giugno 1366 quando il Conte Verde Amedeo VI di Savoja salpava da Venezia con le sue truppe verso la Terra Santa, con una flotta composta da due grandi galere e numerose altre navi noleggiate a Genova e Marsiglia.

Sull’albero di maestra della sua nave, per l’occasione egli aveva voluto che accanto allo stendardo dei Savoja, di rosso alla croce d’argento, anche un’altra insegna, di zendalo d’azzurro, con caricata in cuore l’immagine di Maria SS.ma e l’intero drappo seminato di stelle d’oro, proprio per onorare la Madre di Dio.

Il Cibrario nella sua monumentale Storia della Monarchia di Savoia così descrive la galera ammiraglia: “La galera capitana su cui veleggiava il Conte Verde era, secondo la magnificenza di quell’età, leggiadramente dipinta e colla poppa coperta di foglie d’oro e d’argento. Sventolando su quella nave molte bandiere, fra le quali primeggiava quella di devozione, di zendale azzurro coll’immagine di Nostra Signora. In un campo seminato di stelle , sempre per onorare la nostra Madre celeste, alcuni Cavalieri della spedizione sabauda cinsero, in tale occasione e per la prima volta, delle sciarpe azzurre.

L’uso delle sciarpe azzurre, da tale data si diffuse tra gli Ufficiali dell’Esercito Savoiardo tanto che tale smalto assunse poi a simbolo araldico dinastico, al posto degli smalti di rosso e d’argento dello scudetto di Savoja antica. Il 10 gennaio 1572, Emanuele Filiberto di Savoja rese obbligatoria per tutti i suoi Ufficiali l’uso della sciarpa azzurra, che da secolare tradizione era stato già adottato, per iniziativa personale di parecchi Ufficiali: “intendendo noi che i nostri soldati portino sciarpe e bende del nostro colore, cioè azzurro, ossia celeste et non di altro a piacer loro, come siamo informati essi fanno”. Il di Gerbaix de Sonnaz, nel suo volume: Bandiere, stendardi e vessilli di casa Savoia dai Conti di Moriana ai Re d’Italia precisa che: “lo stendardo di zendale azzurro dal 1366 fu l’origine, come accenna il Cibrario, del colore azzurro,nelle divise di casa Savoia, e tuttora dà il colore alla fascia di servizio degli Ufficiali di terra e di mare”.

La fascia azzurra che tuttora portano gli Ufficiali di terra, di mare e di cielo ha quindi un’origine antichissima, quale forse nessun’altra insegna può vantare, legata alla speciale devozione a Maria, all’Aiuto dei cristiani; l’azzurro, infatti, per la scienza araldica, è simbolo di giustizia, di lealtà, di purezza, di gentilezza ma, soprattutto, è lo smalto tipico mariano.

Vennero chiesti lumi al re d’Italia Umberto I di Savoja che assegnò subito alle nostre squadre sportive nazionali il colore azzurro, colore sabaudo e mariano…




lunedì 2 marzo 2015

NOTIZIARIO:SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO

Dott. Pietro VITALE (Journalist, medievalista e scrittore)
direttore del blog international:
Ordini Cavallereschi Crucisegnati)

DIMISSIONI DELEGATO VICARIO EMILIA ROMAGNA E NUOVA NOMINA 
 Si comunica a tutti i Delegati
, Delegati Vicari e Vice Delegati in Italia e all’Estero, che, in data 9 febbraio 2015
S.E. il Gran Prefetto ha accettato le dimissioni da Delegato Vicario dell'Emilia Romagna presentate dal Conte Avv. Alessandro Travaglini e, successivamente, in data 12 febbraio 2015, S.E. il Gran Prefetto ha nominato Delegato Vicario dell’Emilia Romagna il Notaio Umberto Zio, Gran Croce di Merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano