Ordini Cavallereschi Crucesignati

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lunedì 23 febbraio 2009

L'EDITORIALE DI SIRIO MARCIANO'

Cari amici del blog international, ho l'onore e il privilegio, pubblicare un pezzo di un grande Lions, nonchè Direttore (da anni, della Rivista Nazionale, The Lions International) Dott Sirio Marcianò. Leggiamolo attentamente...
I lions fanno i lions
Basterebbe poco per dare al lionismo più visibilità e riscontri positivi, ai club organizzazione ed efficienza e ai lions attaccamento all'associazione, voglia di fare, concretezza ed emozioni. Di Sirio Marcianò

Siamo a metà annata lionistica ed è inevitabile chiedersi che cosa ci sia “dietro l'angolo” dei lions. A prima vista, niente di nuovo: molti soci cercano, all'esterno dell'associazione (chissà perché), i destinatari dei loro service, altri soci contattano i relatori per i loro meeting, altri ancora programmano le serate necessarie per raccogliere fondi da destinare ai service del club. Pochi lions pensano di utilizzare la cosa più importante che hanno, e cioè l'organizzazione lionistica, con tutto quello che si porta dietro: compagni di viaggio, centinaia di officer, mezzi finanziari, distribuzione capillare in tutte le nazioni, sfide già vinte e traguardi da raggiungere.
Perché, ti chiedi, ogni anno i club devono fare tanta fatica per realizzare decine di service a favore di altre associazioni, per accaparrarsi i relatori “di grido”, per trovare quattrini a destra e a manca, quando basterebbe che utilizzassero ciò di cui già dispongono.
Per le conferenze, ad esempio, i club potrebbero affidarsi ai relatori lions, i quali avrebbero la possibilità di raccontare a soci e non soci che cosa significa per noi "cittadinanza umanitaria" o cosa ci facciamo noi lions all'ONU, all'Organizzazione Mondiale della Sanità, al Consiglio d'Europa, alla FAO, all'UNICEF, oppure avrebbero la possibilità di dire come avanzano i nostri service nazionali ed internazionali, compresi quelli della nostra LCIF (ce ne sono tanti, tra i quali Sight First, ma ai più sconosciuti), o perché facciamo ogni anno un Forum Europeo, una Conferenza del Mediterraneo, una Giornata per la Pace e una Convention Internazionale. Per i service, i club potrebbero (o dovrebbero?) adottare i nostri, limitando quelli elargiti a pioggia sul territorio. Ne abbiamo per tutti i gusti: locali, regionali, nazionali, internazionali, biennali, permanenti. Il denaro per i club non sarebbe un problema se ci fossero (e ci sono) obiettivi da raggiungere, ma si potrebbe utilizzare anche quello necessario per organizzare incontri sterili e quindi non indispensabili, oppure evitando la frammentazione degli interventi o le richieste più disparate, che spesso finiscono col creare dispersione di mezzi e imbarazzo gestionale. Inoltre, un sostegno economico potrebbe arrivare dagli ospiti che partecipano ai nostri incontri, i quali avrebbero la possibilità, finalmente, di conoscere ed apprezzare le nostre iniziative e, quindi, di diventare nostri sponsor.
Certo, molti di noi e molti nostri ospiti si perderanno la descrizione della Divina Commedia fatta dal professore di turno, o non sapranno che cosa mangiano le cavallette nel deserto, ma sopravviveranno ugualmente e, soprattutto, scopriranno quanto fanno i lions e perché lo fanno.
L'utilizzo dell'organizzazione lionistica ci aprirebbe nuovi spazi, fino ad oggi trascurati, e ci darebbe la possibilità di migliorare e potenziare la nostra associazione. Tutto questo si concretizzerebbe con l'innovazione, che in molti cercano e nessuno trova perché non c'è il tempo per trovarla; con la valorizzazione all'esterno (service d'opinione) del nostro tema di studio nazionale; con l'utilizzo reale dei nostri officer (ne abbiamo a decine in ogni distretto, a cominciare dai delegati di zona e dai presidenti di circoscrizione), i quali approfondirebbero, con l'aiuto dei club, realmente e non con un nome sull'organigramma, i temi scottanti della nostra società; con il potenziamento delle nostre sfide (la cecità, la fame nel mondo, le malattie killer, i bambini di strada, le scuole nei paesi poveri, il Lions Quest, ecc.), le quali si vincono se vengono affrontate da tutti i lions; con un progetto tutto italiano che punti alla soluzione di un problema che assilla il nostro Paese (anziani, stragi del sabato sera, ambiente, ecc.); e, infine, con il miglioramento della nostra immagine, attraverso un buon utilizzo della comunicazione e delle pubbliche relazioni. Durante i nostri meeting ci potremmo anche occupare di motivazioni, di appartenenza, di amicizia e potremmo dare più spazio ai dubbi, alle certezze e alle proposte dei soci per avere, attraverso la loro voce, una visione d'insieme che ci faccia capire qual è e quale dovrebbe essere il lionismo del nostro multidistretto.
Tutto questo darebbe alla nostra associazione visibilità e riscontri positivi, ai club organizzazione ed efficienza, e ai lions partecipazione, affezione, voglia di fare, programmi, concretezza, emozioni. In poche parole, i lions farebbero lionismo, così come avviene da 92 anni, ma aggiornato ai numeri, ai progetti e alle forze che ha in campo oggi e che aumenterebbero in modo esponenziale se tutti noi “lavorassimo” per rendere “riconoscibile” il nostro distintivo. E un distintivo è riconoscibile quando è in grado di offrire alla collettività e al mondo un gruppo di persone compatto, determinato, preparato e che sappia trasformare i sogni in realtà. Buon 2009 amici lions.