Ordini Cavallereschi Crucesignati

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sabato 5 maggio 2012

QUEL CODICE PIENO DI FALSITA' E PREGIUDIZI ANTICATTOLICI

Riportiamo ampi stralci della recensione del libro pubblicata sul numero di marzo/aprile 2005 de “Il Massimalismo”. Nunzio PrimaveraPregiudizi anticattolici e antiche e mai dimostrate accuse contro la Chiesa e il suo vertice romano in tutte le epoche, trovano, ciclicamente, occasioni per rigenerarsi. Ad accenderli, nei tempi più recenti, sono editori compiacenti di giornali e televisioni in tutto il mondo, ma anche holding cinematografiche hollywoodiane disposte a finanziare a suon di miliardi trasposizioni di antiche imposture sul grande schermo con tanto di regista e attori da premio Oscar. Ogni deliberata accusa violenta, opportunamente manipolata o interpretata parzialmente e senza rispetto della storia, si consuma verso obiettivi diversi. Ora è addirittura l’interpretazione delle Scritture adattata ai fini più diversi. Ora è l’Opus Dei insultata e accusata di essere una setta con finalità ignobili e innominabili. Ma raccontiamo brevemente ogla trama del libro. La parte che anche l’autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato di Sion oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini, ma una criptologa che lavora per la polizia di Parigi – Sophie Neveu, la nipote di Saunière – crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l’Opus Dei (sul cui conto si ripetono le più crude “leggende nere” – cento volte smentite, ma dure a morire – desunte dalla letteratura internazionale), ma le cose sono più complicate. Un nuovo Papa progressista ha deciso di rescindere i legami fra la Chiesa e l’Opus Dei che risalgono a Giovanni Paolo II, e il prelato dell’Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso “Maestro”: pagando a questo personaggio una somma immensa, potrà ricattare la Santa Sede impadronendosi delle prove del segreto del Priorato di Sion – cioè della “verità” su Gesù Cristo – e minacciando di rivelarle al mondo. Un ex-criminale ora numerario dell’Opus Dei è “prestato” al Maestro, ed è quest’ultimo che lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il “Maestro” lavora per se stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa. Tra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie – tra cui nasce anche l’inevitabile storia d’amore – finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall’esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l’ultima discendente di Gesù Cristo.LA MADDALENA, COSTANTINO E I MISTERI DEL PRIORATO DI SION. In pratica questa storia abbastanza debole e nemmeno troppo originale raccontata nel Codice, svela che Costantino imperatore (280-337) avrebbe inventato un cristianesimo diverso rispetto a quello autentico, sopprimendo l’elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo d’imperio ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea. Una menzogna davvero debole che non tiene conto che molto prima di Costantino, all’epoca del Canone Muratoriano (che risale circa al 190 d.C.), il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato; quindi ben novant’anni prima che Costantino nascesse e potesse compiere le falsificazioni indicate dal Codice, alle quali poi ne dovrebbero essere seguite altre. Infatti successivamente, Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, avrebbe proseguito l’opera costantiniana riscrivendo completamente parti sostanziali dei vangeli, cambiando o espellendo in alcune parti completamente il ruolo di Maria di Magdala che invece sarebbe stata compartecipe della divinità di Cristo stesso in quanto sua sposa. Il Codice giunge ad asserire che da Maria Maddalena, fuggita in Francia dopo la Resurrezione niente meno che con Giuseppe di Arimatea, sarebbe nata una stirpe regale, quella dei Merovingi, e il Santo Graal altro non sarebbe, in francese arcaico, che il Sang Real, il Sangue Regale di Gesù trasmesso attraverso la Maddalena; anzi addirittura lei stessa sarebbe il Santo Graal.Insomma, per mantenere saldo il potere, in più fasi, questa la storia che viene narrata nel Codice, l’imperatore Costantino al Concilio di Nicea e, quasi tre secoli dopo, Gregorio Magno avrebbero cancellato un Gesù Cristo che aveva affidato la Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile a sua moglie Maria Maddalena e non all’apostolo Pietro. Ma soprattutto sarebbe stato espulso addirittura il concetto di un Cristo che non aveva mai preteso di essere Dio e il tentativo di soppressione fisica della sua discendenza. Il primo scopo sarebbe stato conseguito scegliendo quattro vangeli “innocui” fra le decine che esistevano, e proclamando “eretici” gli altri vangeli “gnostici”, alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena.Insomma sarebbero stati cancellati, tra Costantino e papa Gregorio, un Gesù coniugato con tanto di figli e una Maddalena capo della nuova religione, addirittura nemica di Pietro. Poi la Chiesa avrebbe proseguito nel suo intento criminale anti femminile nei secoli combattendo strenuamente contro la stirpe regale dei Merovingi. Questi, sul trono di Francia in quanto presunti eredi diretti della Maddalena e di Gesù, saranno sterminati dai Carolingi loro nemici, comandati da Pipino il Breve e Carlo Magno, soprattutto fedelissimi al Papa, che li gratificherà della corona imperiale che andrà a Carlo.C’è poi nel racconto del Codice un’organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, che sarebbe stato creato per proteggere il segreto della discendenza di Gesù rappresentata dagli ultimi Merovingi. Al Priorato sono collegati i Templari (per questo perseguitati) e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e – fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) – hanno lasciato indizi della presunta verità segreta nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, avrebbe completato la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe e il rogo per cui cinque milioni di donne sono state eliminate.Il racconto de Il Codice da Vinci non si ferma a una finzione letteraria, che già sarebbe ardita e in se stessa eretica per la fede cattolica, ma ha la pretesa di narrare e di citare fonti storiche che addirittura definisce verificabili. Su questi temi sono usciti allo scoperto in tanti in tutto il mondo, pronti a giurare che si tratta della verità. Vengono tirate fuori concordanze con i vangeli gnostici, tracce in chiese ed edifici nella campagna francese che celerebbero la tomba perduta della Maddalena e verifiche addirittura sul Cenacolo di Leonardo dove Maria di Magdala sarebbe raffigurata proprio alla destra di Cristo (senza tenere conto che esistono schizzi preparatori del Cenacolo di mano dello stesso Leonardo dove è evidente che il personaggio raffigurato alla destra di Gesù è di sesso maschile e rappresenta Giovanni l’apostolo più giovane di tutti).CAPI VERI E PRESUNTI E DOMANDE SENZA RISPOSTEMa a questo punto, anche se volessimo per una sola volta accettare che tutta questa storia non sia una bestemmia (perché, sia chiaro, che si bestemmia trattando questi temi con leggerezza e senza conoscerli approfonditamente), ci sarebbe da porsi alcune legittime domande. Perché mai Papa Gregorio, o chi per lui, che quindici o sedici secoli fa avrebbe messo in piedi tale immensa impostura completando il lavoro iniziato da Costantino, avrebbe dato via libera a un San Pietro, il capo designato da Gesù stesso e primo Papa, fin troppo umano e addirittura traditore per tre volte del suo Maestro, debole e incapace di stare ai piedi della croce con le donne, incredulo alla rivelazione della avvenuta resurrezione? Perché nella presunta mistificazione Papa Gregorio ha definito un modello così vulnerabile e fin troppo umano del primo capo della Chiesa? Perché mai avrebbe lasciato un privilegio tanto importante come l’annuncio della resurrezione a una donna che viene definita come ex prostituta, se accettiamo per vero il presunto intento di montare una religione che intendeva espellere le donne dal proprio governo? Perché, poi, mostrare gli apostoli in fuga durante la crocifissione e increduli della resurrezione, con addirittura un Tommaso che vuole la prova della mano nel costato? Non sarebbe stato più conveniente, per dare forza al papato e credibilità alla guida maschile della Chiesa, per Papa Gregorio disegnare un Pietro ancora più “Roccia” nel momento più difficile e apostoli che non tentennano? Perché, visto che a quanto pare l’impegno principale era quello di mistificare un vangelo su misura lasciarlo così debole riguardo ai “comprimari” e, soprattutto, con personaggi tanto vulnerabili?Invece, l’unica a non tentennare nei momenti più difficili descritta dai vangeli canonici senza mezzi termini è proprio Maria di Magdala che unge Gesù con oli preziosi quando è ancora vivo e che lui stesso sceglie come testimone della propria resurrezione, chiedendole di serbare gli unguenti per la sua sepoltura. È sempre la Maddalena, come una della famiglia, insieme a Maria Vergine e a sua sorella Maria di Cleofe, a piangere ai piedi della croce. Se avessero dovuto mistificare qualcosa, se avessero dovuto defraudarla da un ruolo perché, allora lasciarle presenze e posizioni tanto importanti, addirittura cruciali, nei vangeli canonici?Queste sono domande che chi incensa Il Codice da Vinci si guarda bene dal porsi e il libro alla fine si riduce a un romanzo giallo che finisce con l’essere l’ennesimo pamphlet contro la Chiesa e contro l’Opus Dei. Quest’ultima accusata di essere una sorta di società segreta agli ordini del Papa per mantenere il potere e non fare trapelare il segreto, nemica giurata del Priorato di Sion che invece sarebbe detentore, attraverso i secoli, della verità del Santo Graal e di Maria di Magdala come dea madre.Non si può accettare nemmeno quale giustificazione quella addotta da più parti che i quattro vangeli non negano da alcuna parte che Gesù e Maria di Magdala fossero sposati e si amassero. D’altra parte non si ricorda che ci sia da qualche parte un versetto che neghi che San Pietro fosse un cavallo. Il fatto che manchino affermazioni di questo genere non possono avvalorare tanto una condizione coniugale di Gesù con la Maddalena, quanto quella equina di San Pietro.LE VERITÀ DEI VANGELI GNOSTICI E DI QUELLI APOCRIFIMa, bando alle inezie e ai sofismi, perché è su questo che molta parte della polemica internazionale si basa, oltre che su asserzioni dei vangeli gnostici, scritti intorno al secondo secolo (tra il 120 e il 200) e ritrovati solo intorno al 1946 a Nag Hammadi in Egitto. Chiunque si trovi a leggerli - e chi scrive lo ha fatto nella edizione del 1999 pubblicata in Italia da Adelphi - si trova di fronte a testi difficilmente comprensibili con un linguaggio ermetico, ricco di simboli e di caratteri esoterici.Nei primi anni del cristianesimo nelle numerose comunità pullulavano le eresie con interpretazioni che pretendevano tutte il privilegio dell’autorità e si identificavano in varie sette, gruppi, scuole di apocalittici, ebioniti, gnostici, manichei, marcianiti. Tutte ritenevano di essere detentrici della verità e gli insegnamenti erano tramandati per lo più oralmente. Forte si sentiva, quindi, la necessità di fermare nella memoria la verità e le testimonianze su Gesù. Va ricordato anche che nel 70 la Palestina viene messa a ferro e fuoco dalle legioni romane e questo fatto è cruciale nella formazione delle prime comunità cristiane. Le testimonianze scritte su Gesù pullulavano e alcune di queste avevano il tono della fiaba popolare arcaica o addirittura della leggenda che si mescolava con le tradizioni delle popolazioni presso cui il cristianesimo cominciava a mettere radici. Nei vangeli arabi dell'infanzia, durante il periodo in Egitto, Gesù appare capriccioso e discolo, e "il miracolo" è chiamato in causa di continuo e si mescola, quale ingenuo lustrino, al povero realismo degli scenari. Ma anche questa visione è condizionata dalla cultura araba e non si può pensare di accreditarle un minimo di veridicità. Sono miracoli penosi, senza accento spirituale, ma solo con il peso del potere. Un ragazzo urta Gesù bambino e Gesù lo fa secco, i genitori del morto si lamentano e lui li acceca. Gesù rompe una brocca ma porta ugualmente l'acqua a sua madre dentro il mantello. Il culmine della grottesca meccanicità del miracolo si ha nel racconto sulla morte di Maria. Gli Apostoli accorrono al capezzale con nuvole apposite, tipo jets personali. Giuseppe è un altro personaggio degli apocrifi sempre imbarazzato dal proprio ruolo, quasi avesse coscienza del rischio di apparire come una macchietta. Fanno contrasto con le piccinerie appena descritte, alcune liriche immagini del protovangelo di Giacomo. Maria bambina viene allevata nel Tempio come una colomba che riceve il cibo dalle mani di un angelo, e quando chiede in che modo concepirà e partorirà, si sentirà rispondere: "Ti coprirà come un'ombra la Potenza del Signore". E ancora la descrizione del silenzio cosmico che accompagna, con una magica sospensione dello scorrer del tempo, l'avvento della nascita del Salvatore.LA VITA DI GESÙ, I VANGELI CANONICI E QUMRANMa quali sono i Vangeli veri, le testimonianza più accettabili, le fonti certe e accettate? Nel 300 dopo Cristo, Origene afferma che quattro sono i Vangeli della Chiesa, tutti gli altri sono eretici.Senza dubbio sono attendibili i racconti più diretti, quelli di Matteo e di Giovanni proprio perché dello stesso Gesù erano apostoli e amici, ma anche quello di Marco che aveva un testimone diretto in Pietro che aveva seguito e forse accompagnato a Roma, e quello di Luca che si riferiva direttamente a Paolo del quel era stato compagno in più viaggi. Poi ci sono gli Atti degli Apostoli scritti da Luca, le Lettere di Paolo e le Lettere Cattoliche di Pietro, Giacomo, Giovanni e Giuda.Marco e Luca non si discostano molto da quanto Matteo afferma e infatti i loro tre Vangeli vengono detti sinottici. Il vangelo di Giovanni è la testimonianza toccante e profonda dell’apostolo che Gesù più di tutti amava, che è tra i primi a seguirlo ai piedi della croce e che prende con sé Maria Vergine come fosse la propria madre. E più dei sinottici, il Vangelo di Giovanni cerca di focalizzare la propria attenzione mettendo in luce il senso della vita, delle opere e della predicazione di Gesù.E se non bastassero queste indicazioni a dare attendibilità storica al Nuovo Testamento ci sono i rotoli di Qumran che provengono da una comunità di esseni del primo secolo e cioè proprio i primi anni della predicazione cristiana dopo la resurrezione, quasi tre secoli prima di Costantino e sei rispetto a Gregorio Magno. I frammenti di vangelo ci consegnano elementi chiari, definiti e ben rintracciabili del Nuovo Testamento che testimoniano che la stesura di questi è stata completata ben prima delle presunte mistificazioni e delle purghe antifemministe e molto prima degli gnostici, che sono del secondo secolo. I frammenti di Qumran del vangelo di Marco (6,52-53) risalgono ad anni in cui ancora molti dei testimoni dei fatti avvenuti erano viventi e avrebbero potuto ben contestare o modificare quanto in essi raccontato. E poi ci sono da Qumran anche i due frammenti della prima lettera di San Paolo a Timoteo (3,16 - 4,3) ad avvalorare che già nei primi anni dopo la Resurrezione alcuni dei documenti (vangelo di Marco e lettere di San Paolo) che faranno parte del Nuovo Testamento erano conosciuti tra le comunità cristiane che iniziavano a formarsi. Documenti chiari e datati con certezza dagli scienziati dei quali bisognerebbe tenere conto, insieme al fatto che il testo di Marco e la prima lettera a Timoteo devono per forza risalire a prima del 68 d.C., quando Qumran, con la sua comunità di pii esseni che custodivano i rotoli ritrovati oggi e molti altri testi di carattere religioso, fu occupata e distrutta dai Romani, conservando per noi fino a oggi i preziosi frammenti.E SE INVECE DI GESÙ IL “CODICE” RACONTASSE DI BUDDHA?Ma talvolta è così gratificante per alcuni diffamare la Chiesa, opporsi alla sua millenaria storia di pace e di fratellanza tra tutte le persone di buona volontà che aggiungere l’ennesimo tassello di diffamazione diviene un fatto ovvio, normale e al quale in pochi sono in grado di opporsi efficacemente. Se lo scenario fosse un altro e il romanzo non fosse Il Codice da Vinci, ma avesse per protagonista il principe Siddharta e raccontasse un’altra storia, quella del Buddha, che dopo l’illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni - che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) - era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l’omicidio. Certamente l’atteggiamento verso un romanzo del genere sarebbe ben diverso da quello registrato verso Il Codice da Vinci. Autorità di tutte le religioni denuncerebbero l’odiosa mistificazione anti-buddhista e l’incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione sicuramente sarebbe vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui fosse proposta una versione per il grande schermo, caccerebbero a pedate l’autore, considerando l’intero progetto uno scherzo di cattivo gusto. E Ron Howard, Richard Geere e Tom Hanks sarebbero in prima linea a sottoscrivere appelli per il Dalai Lama offeso, vilipeso e tradito nella sua fede e a raccogliere fondi per finanziare campagne in suo favore.Questa certamente sarebbe la reazione di fronte a uno scenario del genere. E sarebbe la reazione giusta e condivisibile. Ma perché quando è la Chiesa Cattolica al centro della diffamazione le cose cambiano totalmente? Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo mediocrissimo prodotto letterario è solo un’altra prova del fatto che l’anti-cattolicesimo è “l’ultimo pregiudizio accettabile” (è il titolo di un libro di Jenkins: The New Anti-Catholicism. The Last Acceptable Prejudice, Oxford University Press, New York 2003).
SAN JOSEMARÍA
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ARCHIVIO 21 giugno 2008

IL FONDATORE DELL'ORDINE DEL TEMPIO ERA VERAMENTE LUCANO

Il fondatore dell'Ordine del Tempio era veramente lucano? di Vito Ricci Il sigillo dell'Ordine del Tempio
I Templari, argomento sempre di gran fascino e moda, sono oramai arrivati dappertutto, persino sulle pagine di un giornale economico-finanziario. È infatti del 30 agosto un articolo apparso sul prestigioso quotidiano “Il Sole 24ore”, nelle pagine dell’inserto “Il Sole 24ore Sud”. L’articolo in questione ha per titolo “Il fondatore dei Templari? Era un lucano” (clicca qui per scaricare l'articolo in formato PDF) e presenta una scoperta d’archivio da parte dello storico (così viene presentato dall’articolista, devo dedurre che si tratti di un docente universitario di Storia medievale) Mario Moiraghi il quale, nel suo libro “L’italiano che fondò i Templari. Hugo de Paganis, cavaliere di Campania”, Ancora, 2005, disquisisce di una nuova tesi secondo la quale il fondatore dell’ordine del Tempio non sarebbe, come ritenuto dalla storiografia ufficiale, il francese Hugues de Payns (o Payens) cavaliere dello Champagne, ma un italiano, un lucano di Forenza in provincia di Potenza, figlio dei signori di quella città Pagano e Emma de Paganis, nobili salernitani trasferiti in Lucania. L’autore inoltre sostiene anche che l’ordine templare non fu fondato nel 1118, come si è sempre ritenuto da parte dei medievisti, ma qualche anno dopo il 1100 come sarebbe testimoniato da una lettera del 1103 inviata da Hugo de Paganis a suo zio Leonardo Amarelli di Rossano Calabro per comunicargli la morte del proprio figlio Alessandro avvenuta in Terra Santa. Partendo da questo recente articolo ho fatto delle ricerche e su Internet ho trovato un’intervista del 2004 allo “storico” Moiraghi che può essere consultata al seguente indirizzo: www.tonyassante.com/renzoallegri/templari/indice.htm. Ebbene da tale intervista apprendiamo in primo luogo che Moiraghi non è un medievista, un docente universitario di Storia medievale, come sembra essere presentato dall’articolo de “Il Sole 24ore Sud”, ma un architetto, si tratta quindi di un semplice appassionato di Medioevo. Dalla lettera del 1103 scritta da Hugo de Paganis (la volgarizzazione in italiano dal latino fatta redigere dalle famiglia Amarelli può essere consultata a questo indirizzo Internet: www.esoteria.org/documenti/misteri/renneslechateau/templari.htm) Moiraghi deduce che Hugo e suo cugino Alessandro erano membri dei Templari, ordine già operativo alla stesura della lettera. In base a che cosa Moiraghi fa tale deduzione? Al semplice fatto del racconto che Hugo e Alessandro si siano recati dal re di Gerusalemme Baldovino I a porgergli le condoglianze per la morte del fratello Goffredo di Buglione? Dal tenore del testo non emerge in alcun modo l’esistenza di un’organizzazione di cavalieri, questa è una considerazione del Moiraghi, probabilmente rifacendosi alla notizia storicamente appurata dei nove cavalieri che fondarono l’embrione dell’Ordine templare nel 1118. Moiraghi sostiene di aver preso visione della lettera, di averne constatato l’autenticità, di averla fotografata. Inoltre afferma anche di una segnalazione da parte di una professoressa inglese dell’esistenza di un monaco del 1100 chiamato Simone di Saint Bertin che aveva scritto di Hugo de Paganis, fondatore di un ordine cavalleresco per la difesa della Terra Santa. “Si tratterebbe di documenti nuovi e inconfutabili”, asserisce Moiraghi nell’intervista. L’appropriazione da parte dei francesi dell’origine dell’Ordine templare sarebbe dovuta alla falsificazione dei testi del cronista Guglielmo di Tiro procurata dai transalpini a seguito della versione delle cronache dal latino al francese, in questo modo Hugo de Paganis di Guglielmo di Tiro divenne Hugues de Payns cavaliere dello Champagne. Secondo Moiraghi Hugo de Paganis sarebbe sepolto nella chiesa di Giacomo a Ferrara, notizia riportata in un documento del 1621 di Marco Antonio Guerini dove è scritto a chiare lettere che Hugo de Paganis “diede principio all’Ordine dei Templari” (www.templars.it/ugodepaganiL.html). La questione è troppo delicata e con i Templari, l’ho capito con la mia esperienza, occorre andare molto cauti, con i piedi di piombo, prima di fare un’affermazione, anche quando sembra essere avallata da ineccepibili documenti. Vorrei svolgere qualche considerazione su tale questione da semplice appassionato di storia medievale. Mi sono occupato delle vicende dei Templari in Puglia, ricerca pubblicata dal sito “Storiamedievale.net” diretto dal prof. Raffaele Licinio, medievista dell’Università di Bari e direttore del Centro Studi Normanno Svevi. In autunno tali ricerche dovrebbero essere pubblicata in forma cartacea.A parte i dubbi già espressi in merito alla data di fondazione dei Templari antecedente di una quindicina d’anni quella convenzionalmente accettata dalla scienza medievistica, devo sottolineare che la tesi di Moiraghi nel ritenere il fondatore dei Templari italiano non è affatto nuova. Già nel XVII secolo degli studiosi l’avevano esposta. Dal libro di Paolo Lopane “I Templari. Storia e leggenda.”, 2004 a pagina 15 apprendiamo che nel 1610 lo storico Filiberto Campanile sosteneva che Hugo era nato a Nocera dei Pagani in Campania e discendeva da un tale Albertino di Bretagna, mentre nel 1651 Pietro Maria Campi affermava che Hugo fosse nativo di Piacenza. In tempi più a noi vicini a sostenere l’origine italiana è stato Domenico Rotundo, anch’egli semplice appassionato di Storia medievale, nel libro del 1983 “Templari, misteri e cattedrali”. Tale autore sembra indulgere molto all’esoterismo neo-templarista. Oltre alla lettera del 1103 scritta da Hugo allo zio, Rotundo, riprendendo Filiberto Campanile, afferma che un discendente di Hugo, un certo Tommaso dei Pagani, della signoria di Fiorenza in Basilicata, fu signore di Casalvieri in Ciociaria e che suo fratello Giovanni nel 1239 era signore di Atina, Santopadre, e San Giovanni Incarico. Nell’Archivio Capitolare di Veroli Rotundo trovò un documento ove è scritto che i Pagani ciociari (in particolare Giovanni) erano Templari e titolari della chiesa di San Egidio di Ceprano data in affitto ai Templari dal Capitolo di Veroli. Quindi, secondo Rotundo, i discendenti di Hugo erano templari e di conseguenza e a maggior ragione avrebbe dovuto esserlo lo stesso Hugo.Insomma la teoria di Moiraghi non è poi tanto nuova. Devo mettere in evidenza come sia Moiraghi che Rotundo non sono degli storici di professione, non hanno esaminato i documenti alla luce della filologia e delle altre scienze storiche. Mi chiedo come mai i medievisti italiani, i ricercatori universitari intendo, non si siano mai occupati di tale vicenda vista la mole di documenti esistenti in merito, il fascino indubbio della materia e la possibilità di fama e prestigio che deriverebbe da una ricerca che potenzialmente potrebbe sconvolgere la storia della fondazione dell’ordine dei Templari, lasciandola sempre a ricercatori “dilettanti”. Vorrei conoscere in merito l’opinione di uno studioso autorevole come il prof. Franco Cardini che di Templari e Crociate si è occupato nell’attività universitaria. Inoltre l’origine italiana è sempre stata minoritaria e la si ritrova sovente quasi esclusivamente in siti neo-templaristi ed esoterici (www.cavalieritemplari.it/ugodepagani.html).Ad essere rigorosi, in questa delicata vicenda i dubbi sono molto più numerosi delle certezze, e in tal senso e alla cautela sembra protendere Simonetta Cerrini, medievista dell’Università della Sorbona di Parigi, come riportato nell’articolo “Il Sole 24ore Sud”. Probabilmente Hugo de Paganis esistette realmente, fu crociato in Terra Santa, ma, secondo me, non lo si può identificare con il fondatore dei Templari. Un atto del conte di Champagne del 1100 reca la firma di Hugues de Payns e questi sarebbe morto nel 1136 in Terra Santa o a Reims come riportato da un documento dell’epoca nell’anagrafe mortuaria di quella città. E poi i cavalieri che dettero origine al nucleo primigenio dei Templari sembrano essere dal nome tutti francesi, come mai il loro capo era un italiano? Una straordinaria coincidenza tra due cavalieri crociati dal nome simile? Hugo de Paganis sarebbe il nome latinizzato di Hugues de Payns, o Hugues de Payns sarebbe il nome francesizzato del lucano Hugo de Paganis? O sono verosimilmente due persone distinte? La questione resta aperta, ma l’origine italiana appare poco probabile. Sarebbero auspicabili ricerche da parte di storici medievali di mestiere per chiarire definitivamente, ammesso che si possa dire definitivamente, l’origine del fondatore dei Templari.Nell’articolo “Il fondatore dei Templari? Era un lucano” Francesco Lambo, assessore alla Cultura del Comune di Forenza, è inorgoglito da fatto che il suo paese avrebbe dato in base alle ricerche di Moiraghi (presumibilmente aggiungo io) i natali al fondatore dell’Ordine del Tempio e sostiene di volersi impegnare “per avere nel nostro borgo una ‘presenza Templare’ esclusiva, certificata dagli storici, in modo da incrementare pure i flussi turistici”. Bisognerebbe ricordare all’assessore Lambo che a Forenza i Templari ci furono veramente ed è documentato che ebbero la chiesa di S. Martino dei Poveri, sita extra moenia, con case, un forno, un mulino, vigneti e terreni, indipendentemente da Hugo de Paganis.Breve nota a margine e una dovuta precisazione. Accanto all’articolo citato ve n’è un altro dal titolo “La sede operativa era in Puglia” ove si asserisce che la domus templare a Bari era la chiesa di San Clemente. Si tratta di un errore grossolano, come dimostrerò nel mio libro sui Templari in Puglia, ampliamente commesso dagli studiosi che in passato hanno confuso i Templari con un altro ordine, i canonici del Tempio del Signore, “Templum Domini” in latino, solo per la similitudine dei nomi ma completamente distinti.

Vito Ricci. Nasce a Bari-Palese nel 1971; laureato in Scienze statistiche ed economiche con lode, attualmente è impiegato presso presso l'Università di Bari; dal 1998 al febbraio 2005 ha lavorato a Roma in un'azienda municipalizzata. Appassionato di Storia in generale e particolarmente di quella medievale, soprattutto in relazione alla Puglia e alla Terra di Bari. Autore di ricerche sulla storia e i monumenti di Palese pubblicate su periodici locali e su portali Internet, è collaboratore di “Modugno.it”.
Ha pubblicato il volume Una comunità in cammino verso un futuro glorioso. Cento anni della parrocchia 'San Michele Arcangelo' di Palese, a cura di Vincenzo Auciello, Saverio Di Liso e Vito Ricci, settembre 2003. Tra i suoi articoli di interesse storico: Palese: testimonianze perdute della Preistoria, in «Peter Pan», novembre-dicembre 2001; Un'antica terra di ulivi, in «Il Tarlo», marzo 2004; Il Titolo tra Palese e Santo Spirito, in «Città dell’Uomo», aprile 2004; Le Torri della costa barese, in «Città dell’Uomo», maggio 2004; La chiesa rurale dell’Annunziata, pubblicato sui portali: Modugno.it, Bitonto.org, Bitonto.biz; I saraceni e la Puglia del secolo decimo e Quando Bari era un emirato musulmano, pubblicati su “Modugno.it”.
Collabora con il portale StoriaMedievale.net dove cura la sezione Medioevo Templare e si occupa di recensioni di libri.
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LA CITTADINANZA UMANITARIA EUROPEA

La nuova “mission” del lionismo: lo sviluppo inteso come libertà, di ANTONIO LAURENZANO
Ridurre il divario fra Nord e Sud del mondo – Promuovere la comprensione fra i popoli
Entra nel vivo la sfida lanciata dai Lions al Forum europeo di Roma del 2004 con l’approvazione della Carta della cittadinanza umanitaria europea. Il Direttore internazionale Ermanno Bocchini ha tracciato le linee guida dell’azione del Multidistretto 108 Italy per dare attuazione alla nuova “mission” del lionismo internazionale. Una “mission” di grande respiro sociale: operare per ridurre il divario tra Nord e Sud del mondo, rendendo i paesi sottosviluppati in grado di provvedere al loro sostentamento. “Sviluppo inteso come libertà”. Assicurare cioè uguali diritti di cittadinanza a tutti gli uomini.
Un passaggio storico per il lionismo, un “new deal” : dalla solidarietà umanitaria alla “cittadinanza umanitaria”, per la promozione dei diritti umani fondamentali e della libertà di tutti i popoli della terra. Per i Lions europei una nuova strategia: essere dei buoni “cittadini d’Europa” per diventare “cittadini del mondo”, un mondo senza catene e frontiere, senza guerre e senza fame o carestia. Promuovere cioè la comprensione fra i popoli, secondo uno degli scopi propri del lionismo. I continui flussi migratori dai paesi dell’Est, dall’Oriente e dall’Africa richiedono un impegno responsabile per realizzare, attraverso il dialogo interreligioso e interculturale, una nuova frontiera nel segno della fratellanza per una pacifica convivenza, nella legalità e nel rispetto. L’Europa è divenuto nel tempo un mosaico di culture e lingue diverse, espressione di tante identità nazionali da far coesistere all’interno di quella europea. “Il riconoscimento dell’identità europea deve comportare, è stato affermato all’ultimo Forum di Bucarest dello scorso anno, non solo l’integrazione economica, politica e culturale, ma soprattutto il superamento della riduttiva concezione etnica o civica della cittadinanza, realizzandosi in quella più ampia e ricca di ideali quale la cittadinanza umanitaria.” Ciò favorirà il formarsi di una nuova cultura con la quale pensare a una società più giusta, permettendo all’Europa di recuperare il suo antico ruolo di faro di civiltà capace di illuminare il faticoso processo di pace tra i popoli.
E in questo sforzo i Lions, testimoni di un mondo migliore, sono in prima linea per disegnare un nuovo orizzonte di speranza, ricercando ed esaltando nella storia di ogni popolo le comuni radici del Vecchio Continente. “Cittadinanza umanitaria”, ha dichiarato il Direttore internazionale Ermanno Bocchini, ispiratore del progetto, “significa promozione dei diritti umani fondamentali e della libertà di tutti i popoli del mondo, fratelli nella libertà. Nessun cittadino del mondo dovrà più stendere la mano per chiedere per carità ciò che gli spetta di diritto.” Un appello agli uomini di buona volontà. E in tale ottica, ha ricordato Bocchini, The International Association of Lions Clubs ha proposto all’Unione europea di inserire la cittadinanza umanitaria nella sua Costituzione. E altrettanto ha fatto con un messaggio trasmesso alle Nazioni Unite con l’auspicio che gli Stati membri possano riconoscere e tutelare la dimensione umanitaria del mondo.
Obiettivo ambizioso ma esaltante nella consapevolezza che il lionismo può e deve svolgere un’attività di servizio tesa a testimoniare l’impegno civile, sociale e culturale che, in ottant’anni, ha reso universale il messaggio di fratellanza e di solidarietà del suo fondatore: Melvin Jones.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica, sabato 18 aprile, in occasione dell’annuale appuntamento del Lions day, nei 17 Distretti del Multidistretto 108 Italy, con l’intervento dei rappresentanti dei Distretti e dei Club europei gemellati, sarà celebrata la “Giornata internazionale della cittadinanza umanitaria europea”, un meeting dell’amicizia per celebrare, dopo le sanguinose divisioni del passato, l’anima della millenaria civiltà europea: la musica, l’arte, la cultura. E’ prevista la stesura di un “Manifesto morale alla Nazione” che sarà consegnato al Capo dello Stato. “Come Lions, ha osservato Bocchini, con la Carta della cittadinanza umanitaria vogliamo lanciare un forte appello a difesa dei diritti umani in tutto il mondo, partendo dall’Europa.” E’ la nuova alba del lionismo per una cittadinanza europea attiva e solidale al servizio di un processo di pace costruito non più sulle lacerazioni ma sull’affermazione dei valori di libertà e di giustizia sociale. Concorriamo a scrivere, con rinnovato impegno, la storia dell’umanità!





LA PROVINCIA DI BARI, I COMUNICATI STAMPA

La Provincia di Bari promuove tre nuovi avvisi pubblici in materia di formazione professionale per l’inserimento lavorativo di donne, migranti e per la lotta alla dispersione scolastica
Corsi di formazione finalizzati a sostenere l’inserimento lavorativo delle fasce più deboli donne, migranti e per la lotta alla dispersione scolastica. Questi, in sintesi, gli obiettivi dei nuovi tre avvisi pubblici promossi dalla Provincia di Bari per la presentazione di progetti di formazione da parte di Enti accreditati, per quanto riguarda gli Assi “Occupabilità” e “Capitale Umano” del Por Puglia FSE 2007/2013.
Il primo avviso riguarda azioni di orientamento, formazione, accompagnamento ed inserimento lavorativo per migranti disoccupati in possesso di regolare permesso di soggiorno. In questo caso i progetti potranno essere presentati ed attuati oltre che da organismi di formazione, anche da cooperative sociali.
Il secondo avviso pubblico riguarda percorsi integrati finalizzati alla promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro, sia in termini di accesso al lavoro per le donne disoccupate, sia per la facilitazione della permanenza al lavoro delle donne lavoratrici con problematiche di conciliazione lavoro-famiglia, sia in termini di recupero al lavoro di donne in condizioni di disagio sociale.
Il terzo avviso, che riguarda la lotta alla dispersione scolastica, definisce le modalità ed i termini per la presentazione dei progetti che contribuiscano al rafforzamento e alla qualificazione dell’offerta formativa scolastica favorendo la crescita culturale degli studenti e il rafforzamento delle competenze professionali dei docenti. I progetti sono, infatti, rivolti agli studenti e ai docenti degli istituti di istruzione secondaria superiore di secondo grado della Provincia di Bari, allargato anche ai Comuni baresi della Bat.
Per il Presidente della Provincia, Francesco Schittulli: “con la pubblicazione di questi bandi interveniamo sulle fasce più deboli della società al fine di favorire il loro inserimento lavorativo. La formazione professionale, infatti, resta l’unica strada per trovare occupazione e per recuperare risorse importanti della nostra società, quali le donne, i giovani e gli immigrati”.
Dello stesso avviso l’Assessore al Lavoro e alla Formazione Professionale, Mary Rina: “Sono bandi innovativi, soprattutto per la figura degli immigrati e per il fronte della dispersione scolastica, che vede unite le azioni sia dei docenti che degli studenti. Quella dell’occupabilità per gli immigrati e per le donne – continua Rina - è una via che, in futuro, bisognerà continuare a perseguire coordinando gli interventi con le politiche attive del lavoro”. (I tre avvisi pubblici sono consultabili sul sito della Provincia di Bari www.provincia.ba.it al link Albo Pretorio – Avvisi). Bari, 5 agosto 2009, Con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione

ROMBI DI PASSIONE

Associazione Culturale Motociclistica “ ROMBI DI PASSIONE “
www.rombipassione.com
L’idea della creazione del museo nasce dalla fondata convinzione che Bari e la Puglia in generale, con i loro uomini, hanno dato un notevole contributo allo sport motoristico e motociclistico, sia in ambito Regionale che Nazionale.
Si deve partire ricordando i pionieri, uomini del popolo, che nella loro modestia e con la loro capacità hanno dato vita alla divulgazione del sport motociclistico.
Ricordiamo i più blasonati del settore motociclistico come i piloti: Feroni, Tomasicchio, Di Cillo, Ronchei, senza per questo trascurare altri, non meno importanti. Gli stessi successivamente sono diventati commercianti, contribuendo notevolmente allo sviluppo economico della città. Anche altri personaggi si sono cimentati in questo sport, provenienti da altre situazioni lavorative, ricordiamo
Adolfo Peroni, noto commerciante di abbigliamento e Alessandro Altavilla maresciallo dell’Aeronautica.
Da ricordare il primo medico della Federazione Motociclistica, l’indimenticabile Dottore Nicola Oberdan Laforgia.Sin dai primi anni del 1900, fiorente sono state le nascite delle società sportive, diventate poi, con la costituzione della Federazione Motociclistica Italiana “ moto
club “. Molteplici sono state le gare svolte in terra di Puglia anche a livello Nazionale, ricordiamo fra tutti lo Scudo del Sud e la Milano – Taranto, dove aziende Nazionali produttrici di moto come BENELLI, GARELLI, MAS, M.M., GILERA, hanno collaudato motori e piloti dando la possibilità ai nostri piloti di essere conosciuti e apprezzati anche a livello Nazionale. Tutta questa passione per i motori non ha mai cessato di esistere, in quanto la vitalità degli uomini di questa Terra anche negli anni successivi, hanno prodotto talenti sia a livello Nazione che Europeo, continuando sino ai giorni nostri.
Pertanto, l’area espositiva del Museo dovrebbe essere almeno di 1000 m, dove saranno esposte moto di produzione dai primi del 1910 al 1985 ed essere articolata nei vari spazi espositivi, come di seguito elencato;
PER OGNI MOTO ESPOSTA ( dati tecnici, periodo di produzione, proprietario ).
1) STAND DEDICATO AI MOTOCICLI;
2) STAND DEDICATO AGLI SCOOTER;
3) STAND DEDICATO ALLE MOTO E SCOOTER DA CORSA ;
4) STAND DEDICATO ALLE MOTO DA CROSS, REGOLARITA’ E TRIAL;
5) STAND DEDICATO AI MOTOCLUB.
6) BIBLIOTECA (FORNITA DI RIVISTE DAI PRIMI DEL NOVECENTO AI
GIORNI NOSTRI, E LIBRI DI TUTTE LE MARCHE ITALIANE E ESTERE).
7) STAND DEDICATO AI PILOTI BARESI E PUGLIESI.

LA QUESTIONE MERIDIONALE E' ANCHE UNA QUESTIONE NAZIONALE

La Questione Meridionale è anche una questione nazionale.
Lunedì 05/ottobre/2009 all’interno del castello Svevo di Bari Piazza Federico II di Svevia si è tenuto un Seminario sulla annosa Questione Meridionale. All’evento sono intervenuti i membri del Governo ed i Parlamentari de “Il Popolo della Libertà”: Ministri, Onorevoli, Senatori, Confindustria e Sindacati, tranne la Cgil, non invitata. Il Seminario è stato promosso e organizzato dal Popolo delle Libertà, come innanzi detto e Vi elenco i nominativi, in ordine di intervento: Fabrizio CICCHITTO Pres. del Gruppo Parlamentare alla Camera dei Deputati, Maurizio GASPARRI Pres. del Gruppo Parlamentare al Senato della Repubblica, Italo BOCCHINO Vicepresidente Vicario del Gruppo Parlamentare alla Camera dei Deputati, Gaetano QUAGLIARELLO Vicepresidente Vicario del Gruppo Parlamentare al Senato della Repubblica, Luigi ANGELETTI Segretario Generale Uil, Raffaele BONANNI Segretario Generale Cisl, Corrado FAISSOLA Presidente Abi, Emma MARCEGAGLIA Pres. Confindustria, Sergio MARINI Pres. Col diretti, Luigi MARINO Pres. Confcooperative, Renata POLVERINI Segr. Generale Ugl, Carlo SANGALLI Pres. Confcommercio, Federico VECCHIONI Pres. Confagricoltura.
Il Sud è una questione nazionale. La “questione meridionale*” è una costante nella storia del nostro Paese, da prima ancora che si formasse lo Stato nazionale. Nell’ambito del filone politico-culturale del meridionalismo, accanto a forme di vuota retorica politica, a fenomeni di clientelismo, e manifestazioni di vittimismo, si sono espresse alcune delle migliori intelligenze e alcune delle più lucide analisi sulla vicenda e i problemi dello Stato unitario: da Giustino Fortunato a Gaetano Salvemini, da Antonio de Viti De Marco Manlio Rossi Doria. Oggi la questione meridionale è ancora viva, ma l’approccio con cui affrontarla deve essere profondamente ripensato: il processo di internazionalizzazione dell’economia, la formazione di un “villaggio globale” e di una cultura civile condivisa dall’intero Paese, la velocizzazione degli scambi, l’emergere di spinte Federaliste al Nord come al Sud, hanno infatti modificato radicalmente il contesto sociale, culturale, istituzionale ed economico. Ancor più che in passato, bisogna perciò liberarsi da un equivoco di fondo: che per superare il ricordo storico del Sud sia necessario compensare l’insufficienza dei capitali privati aumentando le risorse gestite dallo Stato e dagli apparati pubblici per la realizzazione di investimenti produttivi. Quest’approccio dirigista e assistenziale è infatti al tempo stesso inattuale, inefficace e dannoso. Inattuale perché troppo costoso e dunque incompatibile con gli odierni vincoli della finanza pubblica. Inefficace perché basato sul presupposto di una pretesa superiorità dello Stato rispetto al mercato nella destinazione delle risorse. Dannoso perché crea dipendenza e dirige le capacità imprenditoriali alla ricerca del sostegno pubblico, e quindi di rendite, piuttosto che del giusto profitto di imprese che è fattore determinante dei processi di sviluppo.
Fin qui, invece, la politica in favore del Mezzogiorno si è storicamente caratterizzata per la netta prevalenza delle misure di sostegno attivo, che non forniscono risposte efficaci alle vere cause del mancato decollo dell’economia meridionale. La natura fortemente discrezionale dell’erogazione e della gestione degli strumenti di sussidio al Sud ha comportato il riconoscimento allo Stato e ad altri apparati pubblici di una forte funzione valutativa nella selezione dei progetti da sostenere finanziariamente: scelta infelice, poiché il carattere selettivo delle misure di aiuto alle imprese si scontra con l’incapacità della burocrazia di valutare il merito delle iniziative imprenditoriali . Inoltre, l’aver affidato alla macchina burocratica la funzione di intermediazione nella gestione delle politiche di sostegno allo sviluppo del Mezzogiorno ha comportato un aumento esponenziale dei costi di transazione a carico del sistema delle imprese, costrette a dedicare tempo e risorse allo sviluppo e al mantenimento di buone relazioni con le strutture dell’amministrazione pubblica.
*Il Mattino, 27 luglio 2009. Dimenticavo cari amici: all’evento del 05 ottobre era presente, accompagnato dalla Segreteria, il Senatore Dott. Luigi d’Ambrosio Lettieri, persona di grande intelligenza e di doti non comuni di comunicabilità con gli intervenuti. Per tutto il tempo del seminario ha retto un ritmo di grandissima disponibilità e simpatia. Sentiamolo in una intervista:
SUD: D'AMBROSIO LETTIERI, DAL GOVERNO UN SEGNALE PER IL RILANCIO DEL MEZZOGIORNO 05/10/2009
Oggi i gruppi parlamentari del Pdl si riuniscono a Bari per un convegno con i rappresentanti nazionali del mondo sindacale e imprenditoriale. Ne parliamo con il sen. Luigi D'Ambrosio Lettieri. Il convegno del PdL è un nuovo segnale di attenzione per il Sud e per la Puglia in particolare? "Certamente. Si tratta di un segnale e, com'è nella cultura della maggioranza di governo, ispirato alla massima concretezza. I nostri gruppi incontrano i rappresentanti del lavoro e dell'imprenditoria non per "parlare" di Mezzogiorno, ma per interagire con chi la questione meridionale la vive pagando sulla propria pelle le contraddizioni e i ritardi del Sud e per condividere le strategie per un rilancio e uno sviluppo che, in primo luogo, deve far leva sul volano dell'economia". Secondo il presidente Napolitano il buon governo nel Mezzogiorno non è la norma. Condivide questo giudizio così severo? "Purtroppo, è impossibile non condividerlo. Del resto, una delle scelte qualificanti dell'azione di governo, il federalismo fiscale, è nata proprio per portare la cultura della responsabilità politica e gestionale anche in quelle aree del Paese dove il rigore, la trasparenza e la buona amministrazione hanno spesso e volentieri latitato. In questo senso, il Governo Berlusconi ha operato scelte di straordinaria discontinuità con un passato amministrativo che, al Sud, è bene lasciarsi al più presto alle spalle. E sono scelte come queste, ne sono convinto, che cambiano in meglio la storia di un Paese. Il Mezzogiorno può e deve reclamare una concreta attenzione del Governo per rilanciare lo sviluppo sociale ed economico ma deve imboccare la strada dell'etica e della responsabilità perché, come ha recentemente affermato il Pontefice, questo è il tempo di politici "credenti e credibili"". La crisi economica si vince anche e soprattutto con il rilancio del Mezzogiorno. Qual è la sua opinione? "Per quanto ovvio e banale possa risultare, credo utile ribadire che il futuro del nostro Paese risiede nell'avverbio 'insieme'. L'Italia crescerà, si modernizzerà e conoscerà una nuova stagione di benessere diffuso soltanto se sarà tutto il Paese a farlo. Il Paese diviso e spaccato non va da nessuna parte. Ciò precisato, i nodi aperti - e il convegno barese, al riguardo, credo possa darci ulteriori utili indicazioni - sono principalmente quelli che ben conosciamo: la dotazione infrastrutturale, al Sud storicamente carente; la sicurezza e l'ordine pubblico, con la permanente lacerazione imposta al tessuto civile dalla pervasività eversiva della malavita organizzata; infine, il capitale umano, con lo stillicidio di giovani "cervelli" che, in assenza di prospettive, lasciano le Regioni meridionali con un gravissimo pregiudizio per le loro possibilità di sviluppo. È questo il terreno della sfida e credo che l'attuale maggioranza abbia idee, capacità, forza, determinazione e consenso sufficienti per combattere e vincere una guerra che, fin qui, nessuno è stato capace di vincere. Occorrerà un impegno straordinario e bisognerà anche compiere una sorta di rivoluzione culturale, che peraltro questo "Governo del fare" ha già cominciato. E, ovviamente, bisognerà rimboccarsi le maniche con tenacia, rigore e umiltà. Ma anche con tanta fiducia!. E questo, lo dico da meridionale, i cittadini del Sud sanno farlo benissimo".

LO STALKING E' COME UN'ANACONDA, CON LE SUE SPIRE SOFFOCA...

THE INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LIONS CLUBS LIONS CLUB BARI HOST
50° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
Lions, Pietro Vitale - Giornalista e scrittore - Tessera Ordine Naz. dei Giornalisti n.116644“Lo stalking-bullismo è come un’anaconda, con le sue spire soffoca, toglie il respiro, la libertà e, talora provoca la morte”. (Pietro Vitale)
“Solo per servire” D.G. Licia Bitritto Polignano
Cari amici Lions, il 30 ottobre 2009 alle ore 20.30, all’interno dell’aula magna – Direzione VV.F. – Viale Japigia Bari, attraverso gli Officer di Clubs, si sono riuniti in amicizia tutti i Clubs Lions della IV° Circoscrizione. Il Meeting Interclubs organizzato in una Tavola Rotonda dal Lions Club Trainer, Costanza d’Altavilla con la collaborazione di tutti i Presidenti dei Clubs, ha dato “vita” ad una importantissima questione che dilaga in modo preoccupante, sia nella quotidianità delle mura domestiche sia nella società odierna soprattutto a livello adolescenziale.* “ La sociologia, la psicologia e la psichiatria lo individuano in tutti quegli atteggiamenti assillanti che si associano al senso di minaccia e di paura quali telefonate, appostamenti, pedinamenti, visite sul lavoro fino, nei casi più gravi, alla realizzazione di comportamenti integranti di per sé reato come minacce, danneggiamenti, aggressioni fisiche e violenze. Il Governo, nella persona del Ministro Carfagna, ha presentato un decreto legge che, diventato operativo dal 25 febbraio scorso, per la prima volta ha introdotto nel paese il reato di stalking, un fenomeno sempre più diffuso ed in passato troppo spesso ignorato e sottovalutato.

CHARTER NIGHT-LIONS CLUB BARI HOST

Il bollettino delle nostre riunioni l’addetto stampa: Pietro Vitale Lions, Pietro Vitale - Giornalista e scrittore - Tessera Ordine Naz. dei Giornalisti n.116644
“Si dice che il desiderio è il prodotto della volontà, ma in realtà è vero il contrario: la volontà è il prodotto del desiderio”. (Denis Diderot)
“Solo per servire” D.G. Licia Bitritto Polignano
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Cari amici, credo che il nostro Presidente Mimmo Pellegrino ha superato se stesso. Dopo la bellissima serata regalataci di Cena Educational, anche nella cerimonia della Charter Night dell’11/12 u.s. ha superato ogni aspettative di successo e, che, ogni Lions Presidente ha il diritto di aspirare. Ovviamente, il merito è esteso a tutti i Soci del Club e, soprattutto, al validissimo Consiglio Direttivo di cui il Presidente è stato brillantemente coadiuvato:
ALLA 52° CHARTER NIGHT
Bene, dopo questa doverosa premessa passiamo a descrivere il corso dell’evento.
La cerimonia è stata organizzata nella splendida residenza Tenuta Virgilio, in Valenzano l’11 dicembre 2009, afflusso dalle ore 20.00 Alla presenza del Governatore Distrettuale 108/Ab LICIA BITRITTO POLIGNANO, dei Past Govenatori Nicola Tricario e Michele Biancofiore con rispettive consorti, e dalla Coordinatrice della IV° Circoscrizione De Pasquale Lucrezia in Biancofiore. Oltre ai numerosi Off. Distrettuali, Presidenti di Clubs, graditi ospiti e illustri Soci del L.C. Bari Host. Dopo al cerimonia di rito e il classico tocco di campana, il Cerimoniere di Club ha invitato, al banco della presidenza quattro nuovi Soci, accompagnati dai soci presentatori. A presentazione ultimata, ed accolti i nuovi Soci, il Cerimoniere Distrettuale ha dato la parola al Governatore Distrettuale, Lions Licia Bitritto Polignano.
Il Governatore, dopo aver espresso con dovizia di particolari i canoni riferiti in modo esplicito alla nostra Associazione di Servizio. Si è soffermata alle attività ed ai programmi dei Lions Quest. Argomentando per sommi capi, alcuni capisaldi sulla formazione: Il Progetto Adolescenza …..approda a Latina
Il corso base di 3 giorni del progetto Adolescenza si è svolto a Latina per la prima volta il 24-25-26
gennaio scorso, presso l’Istituto Agrario S.Benedetto, organizzato dai Lions Clubs Latina Mare e
Latina Host. Il formatore Prof. Giacomo Pratissoli ha condotto il seminario per i 3 giorni. Grazie alla perfetta organizzazione dell’Officer Distrettuale Lions Vanda Bellini e della Responsabile del Corso, Prof.ssa Donatella Gori Ciarla, 25 insegnanti sono stati impegnati nelle molte e svariate attività pratiche.
Grande è stato l’entusiasmo e la soddisfazione dei partecipanti, i quali hanno apprezzato e
consapevolmente seguito le varie dinamiche messe in atto dal Prof. Pratissoli, da 20 anni impegnato nel campo, il quale ha dichiarato “mi ritengo professionalmente fortunato perché la vita, dopo molte esperienze, mi ha portato ad occuparmi della dimensione affettiva dell’uomo, una delle componenti essenziali ed indispensabili al suo percorso. Inoltre ho avuto l’opportunità di condividere queste vibrazioni con degli educatori che si occupano della crescita dei giovani adolescenti e che sono, a loro volta, caratterizzati da ansie, da desideri e da grande generosità esistenziale”.
La notizia del corso, che ha avuto un enorme successo e risonanza è apparsa sui giornali locali.
Il Territorio, 27 gennaio 2008, pagina 18) con largo spazio e dettagliata informazione sui contenuti
e le finalità del Progetto Adolescenza.
Il Corso a Latina può essere definito un successo della determinazione, dell’entusiasmo e della
dedizione dei Lions, sempre al servizio della Comunità.
Il primo passo è stato fatto! Nel mese di maggio sarà attuato il secondo “step” del progetto, cioè il
c.d. “Follow-up”. Cos’è? La verifica, sempre con il Prof. Pratissoli, dell’applicazione pratica del
progetto in ben 25 classi di diversi Istituti di Latina (Liceo Scientifico G.B. Grassi, Istituto
Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente San Benedetto, Istituto Professionale Enaudi,
Scuola Elementare I° Circolo Didattico, Scuola Media G.Giuliani, Istituto Tecnico Statale
Commerciale V.Veneto, Liceo Scientifico E.Majorana, Latina Formazione); 25 insegnanti forti
delle tecniche acquisite non solo attueranno il progetto con gli alunni, ma coinvolgeranno i genitori
degli alunni suddetti, così che le due componenti educative possano lavorare in perfetta sintonia per il raggiungimento dello scopo di una “crescita armoniosa” e di un “service learning”. Il futuro della nostra società passa necessariamente dal benessere dei nostri giovani ed i Lions rispondono come sempre adeguatamente e con professionalità!
Ida Pausa. Coordinatore MD Associazione Lions Quest Italia Onlus.
Successivamente, ha preso la parola il Presidente Pellegrino, articolando, un discorso poderoso, indirizzato alla platea e, che, Vi propongo integralmente. Discorso del Presidente Pellegrino:
Buona sera a tutti. Permettetemi innanzitutto di salutare e, soprattutto, ringraziare calorosamente il nostro Governatore per la sua partecipazione a questa serata.
Abbiamo tutti fortemente desiderato festeggiare questa 52 Charter Night con il Governatore, che ha dovuto rimodulare i suoi impegni per poter assicurare la sua presenza. Il Presidente, dopo un saluto circolare a tutte le Autorità Lionistiche intervenute, ha voluto commentare la storia del nostro Club. Sentiamolo:
“Cari amici Soci. In questa occasione mi piace ricordare origini e valori del Club Bari Host.
La prima Charter fu festeggiata il 06 dicembre del 1958. All’epoca, il nostro era il “Lions Club Bari”. Fu il primo Club a sorgere nella nostra Città. Tanto è il tempo è passato. Tanti gli eventi e tanti gli Uomini che lo hanno caratterizzato. Tanto lustro il Club ha ricevuto ma tantissimo ne ha dato e tanto ne può dare ancora, se saremo tutti solidali e coesi, decisi a perseguire quelli che sono gli scopi propri del lionismo. Dobbiamo cercare di trasmettere il valore forte della solidarietà verso chi è in difficoltà, affermando anche il vero senso dell’amicizia che è collante indispensabile per il progetto di ogni contesto sociale. Il mio pensiero va ad alcuni momenti storici ed emplematici di questo Club, in cui è stato detto: “Solidarietà e comunicativa sono alla base del grave problema della pace nel mondo...,”
Dobbiamo andare avanti, amici Lions, dobbiamo voler andare avanti per la nostra strada…abbiamo la sacrosanta ambizione di essere un grande popolo nelle opere della pace e del progresso, ma dobbiamo sempre tener presente che una meta così alta si conquista anche con una quotidiana rinuncia, con una quotidiana capacità (sostanzia il Presidente) di consapevoli attese…Il nostro pensiero vola alto ai nostri predecessori che hanno segnato ineluttabilmente chiare le sorti del nostro percorso comune…dell’On. Don Achille Tarsia Incuria più volte Presidente del nostro Club e dell’On. Aldo Moro, Presidente del Consiglio dei Ministri, in occasione della consegna del Lion d’Oro, in riconoscimento dei meriti acquisiti al servizio della Nazione Italiana, era l’11 gennaio 1967. Cari Soci ed Amici, cosa voglio dire con questo? Questo Lionismo emerge con vigore dalle parole di questi due grandi Uomini. Due uomini lontani per pensiero politico, ma vicini per onestà e libertà intellettuale. E concludo. Spesso mi sono soffermato a riflettere su questi concetti senza tempo, “validi ieri e fortemente veri anche oggi”, e, pensando al futuro, mi sono detto che non possiamo non impegnarci tutti affinché questi valori continuano a costituire le fondamenta dello spirito Lionistico. Vi ringrazio tutti e vi auguro una buona serata. Orbene, carissimi amici. Spero di non averVi annoiato…La serata è trascorsa in piena allegria ed amicizia e comunione di intenti, per un futuro di ottimi e generosi Service per i bisognosi. Un abbraccio a tutti. Vostro. Lions, Pietro






L'ORDINE DI MALTA VERSO PORT-AU-PRINCE

Dott.Pietro VITALE Giornalista-militare e scrittore Tessera Ordine Naz. dei Giornalisti n.116644
Original Message -----
From: Ordine di Malta Italia
To: comunicazioni@ordinedimaltaitalia.org
Sent: Friday, January 15, 2010 12:30 AM
Subject: FurHaiti: La prima squadra medica del Malteser International è partita - Altre squadre sono in attesa. Un'equipe medica, guidata dal coordinatore dei soccorsi d’emergenza del Malteser International Dr. Georg Nothelle, ha lasciato stamattina alle 12 l'aeroporto di Dusseldorf per raggiungere Haiti. Il dr. Nothelle è accompagnato da due medici e anestesisti e dal capo dei servizi di soccorso di emergenza del Malteser Germany. Ad Haiti, la squadra sarà rafforzata da due esperti medici del Malteser Francia, nonché da due membri delle Associazioni americane dell'Ordine di Malta. A Santo Domingo la squadra internazionale sarà ricevuta dall'Ambasciatore dell'Ordine di Malta ad Haiti e accompagnato nel suo viaggio verso Port-au-Prince.
Al suo arrivo ad Haiti il primo compito per il team sarà raccogliere informazioni e coordinare le misure di soccorso con le altre organizzazioni presenti. E, ovviamente, la squadra inizierà immediatamente a fornire soccorso e assistenza medica. La durata della missione di questa prima squadra è prevista di una settimana; altre squadre sono in attesa. Inoltre, l'attività di soccorso sarà supportata dall’ospedale Sacré Coeur”, che l’Ordine di Malta sostiene a Milot - 130 kilometri a nord della capitale Port-au-Prince. Il Corpo di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta invierà altro personale solo quando si conosceranno con esattezza le necessità della popolazione.
Secondo le stime attuali, il numero delle vittime è di decine di migliaia di persone e il totale numero delle persone colpite dal terremoto di oltre tre milioni. A causa delle cattive infrastrutture, gli esperti temono un’ esplosione di epidemie e infezioni - il disastro al di là del disastro.
Il Malteser International è l'agenzia di soccorso internazionale del Sovrano Militare Ordine di Malta per gli aiuti umanitari. L'organizzazione prevede un aiuto in circa 200 progetti in oltre 20 paesi, senza distinzione di religione, di razza o di persuasione politica. I valori cristiani e il rispetto dei principi umanitari di imparzialità e di indipendenza sono il fondmento del suo lavoro. Per ulteriori informazioni: www.malteser-international.org e www.orderofmalta.org Pe0tra Ip Zavazal Senior Desk Officer International CommunicationsMalteser Hilfsdienst e. V.Malteser InternationalKalker Hauptstr. 22-24, 51 103 Köln

VIOLENZA, EMERGENZA SOCIALE

VIOLENZA, EMERGENZA SOCIALE
Il disagio giovanile e il ruolo di una famiglia invisibile
Quali sono i cambiamenti sociali che hanno generato le condizioni favorevoli al proliferare di comportamenti aggressivi e distruttivi? Come sono cambiate le relazioni sociali? Perché la famiglia non è più luogo di protezione e sicurezza?
Il tema di studio nazionale votato all’ultimo Congresso di Ravenna, nella complessità della sua articolazione, mira a fare chiarezza sulle nuove forme di violenza, espressione di un malessere sociale dilagante, di un inquietante disagio giovanile, nonché di una precarietà relazionale finora sconosciuta.
All’interno del variegato “pianeta violenza”, la questione giovanile è da tempo il nervo scoperto della società. I giovani rappresentano l’anello debole di un sistema attraversato da forti tensioni, sono figli di una società priva di freni inibitori, in cui l’autorevolezza, intesa come credibilità valoriale, è stata soppiantata dalla trasgressione. Senza un passato, ma in qualche modo incapace di proiettarsi verso il futuro, la “generazione invisibile” vive il presente acriticamente, adagiandosi, e spesso rifiutando con violenza quello che la società è in grado di offrire. Il vuoto che opprime il ragazzo dopo l’abbandono delle certezze dell’infanzia rende tutto paurosamente insignificante.
Sui meccanismi di devianza minorile scatta l’influsso pesante della famiglia quando essa non è in grado, verso l’esterno, di garantire ai figli affetto, autonomia, autorevolezza di modelli comportamentali, perseguimento e raggiungimento di mete umane e professionali, cioè quella serie di elementi fondamentali per la formazione della personalità dei giovani, ai quali spesso viene a mancare una precisa identità culturale. E’ viva la percezione della “estraneità fra le generazioni” , rive di un fiume senza ponti. Genitori che non riescono a comprendere i figli e, viceversa, figli che considerano i genitori irrimediabilmente antiquati e formalisti. Il sociologo Giuseppe De Rita del Censis parla di “Incapacità di connessione”. Si è aperta una frattura profonda fra le generazioni, una frattura che comporta spesso l’impossibilità di trasmettere dai padri ai figli i modelli comportamentali, le gerarchie dei valori, perfino le regole della quotidianità
I nuovi stili di vita, lo stesso consumismo della rete, che esalta l’individualismo, dà ai ragazzi un’illusione di socialità e impedisce che si creino momenti di aggregazione spontanea. E’ la società narcisistica, orientata alla valutazione dell’io e non del gruppo sociale. Il vuoto ideologico, il nichilismo culturale, l’intolleranza civile e religiosa sono divenuti i simboli di una società allo sbando, sempre più in balia di “profeti” e di mercenari senza scrupoli ! E la mancanza di certezze affettive e ideali genera il tragico salto nel buio: dall’alcol alla droga, alla violenza gratuita. Il giovane cerca a tutti i costi una identità: la violenza gliela offre. E’ dalla miscela esplosiva delle difficoltà esistenziali del singolo e dalla distorsione dei valori fondamentali della vita che nascono i semi della violenza. Nascono dalla paura! E’ il timore di essere attaccati, sopraffatti, colpiti dall’altro.
Dietro questa drammatica realtà si annidano motivazioni particolarmente profonde collegate alla crescente solitudine in cui vivono le nuove generazioni, confinate in un mondo a parte dove, venuti a mancare gli interlocutori naturali ossia i genitori, prendono il sopravvento nuove figure di riferimento, estranee al circuito relazionale della famiglia: gli amici, quelli del « branco », con i quali si condividono ansie e timidezze, i primi segni cioè di quel disagio che se non interpretato in tempo si trasforma in pericolosa devianza. Individualismo, materialismo, consumismo sfrenato e soprattutto la quotidiana sagra dell’effimero hanno portato su altari pagani falsi dei, falsi miti concorrendo a determinare una distorta visione della realtà nonché una errata concezione del vivere.
Cosa fare per sconfiggere la violenza giovanile, il bullismo e con esso l’analfabetismo emotivo dei giovani? Parola d’ordine: “connettersi con i giovani”! Eliminare le condizioni di paura, educare i giovani alla legalità, ridestare in loro i grandi ideali, la passione civile e politica per renderli protagonisti consapevoli del loro ruolo sociale attraverso il recupero della … smarrita visibilità. Coniugare la libertà con il senso del dovere per poterla vivere non come trasgressione ma come valore di grande significato. Antonio Laurenzano


A. G. D. G. A. D. U.

Il Convento annuale del Sovrano Ordine Massonico d’Italia quest’anno si è svolto nel Gran Hotel & Terme di Telese (Bn). Il Convegno si è articolato in due giorni, dal pomeriggio di venerdì (e cena di gala il sabato) alla domenica mattina.
I lavori: Gli illustri relatori si sono alternati in gruppo, intervenendo sui temi: “I Landmark sono ancora tutti attuali? Quanto la Tradizione deve adeguarsi ai tempi? “Cosa si intende per Esoterismo Massonico e qual è il suo confine con l’Esoterismo in generale?". Nel corso dell’evento il nutrito uditorio intervenuto, è stato “catturato” dai singoli interventi dei fratelli sui temi: Giuseppe Balsamo (Conte di Cagliostro), il Cavaliere A.M. de Ramsay, Raimondo Principe di Sangro, (proiezioni su schermo della Cappella di S. Severo- Napoli), Templarismo Massonico e i Riti iniziatici dei Poveri Cavalieri di Cristo (Templari). Il Convegno si è concluso domenica mattina (aperto al pubblico) sul tema: “L’homo Faber”, introdotto dal Gran Maestro, Serenissimo e Gran Comm., Ste. de C. V. Un antico e nobile Sovrano Ordine, riemerso (da Piazza del Gesù, 47 - Roma) e di cui a pieno titolo, tutti gli aderenti, innalzano in piena Armonia d’intenti le Colonne sul suolo italiano.Il S.O.M.I. è una Istituzione di Uomini Liberi e di buoni costumi, fondata, dal filantropo e Gran Maestro, Dott. Cav. Silvio Vigorito di Selymbria; gli aderenti dell’Ordine si riunivano inizialmente durante il periodo della clandestinità (1935) in via Fregene in Roma. L’Ordine di Tradizione del R.S.A.A. risalente ai Cavalieri di San Giovanni di Scozia è riemerso a pieno titolo da una costola di Piazza del Gesù come ho poc’anzi accennato. Gli aderenti del S.O.M.I. si chiamano “Muratori” perché simbolicamente sono dei muratori intenti alla costruzione ideale di un Tempio, del Tempio della virtù, che dura da millenni, e che fu più volte distrutto. Sono Muratori pazienti, coscienti, illuminati, nell’allestimento della Pietra su Pietra, con il loro filo a piombo, la loro livella, il loro compasso, la loro squadra. Sono Muratori e sanno allineare e sovrapporre senza contrasti, ma con armonia, pietre di diversa grandezza, colore ed origine. E’ la creazione dell’armonia nel mondo con gli angoli smussati, con gli spiriti uniti e cementati dalla malta della fratellanza, illuminata dalla fiamma della libertà. “Nel Sovrano Ordine sono banditi il rancore, la esecrazione, la vendetta: QUI! vi è amore, tolleranza, comprensione, uguaglianza, libertà di pensiero, scrupolo nel giudizio, intendimento sentito di far bene nell’austera religione del dovere, della giustizia e della civiltà”. Qui le più nobili espressioni dell’animo umano trovano la loro migliore palestra e la loro straordinaria testimonianza. Ci si entra con amore di uomo e con fede di studioso perché qui si praticano le idee e la morale, che non basta leggere ascoltare e ripetere, ma che occorre praticare con spontaneità di esercizio e con convinzione di studio interpretativo nel sistema estremamente difficile della vita terrena e nella complessa spiritualità dell’Eterno. Qui si affonda il seme di quella pianta robusta che è la serenità consapevole e che è radice di sostegno nelle inevitabili amarezze del nostro tempo. Bussando alla porta e se vi sarà aperto per entrare nell’Ordine per il vostro tirocinio del periodo catartico, voi, all’inizio, probabilmente comprenderete poco dell’Associazione, forse anche nulla. Non preoccupatevi, perché è logico e così dovrebbe essere, perché così è stato anche per coloro che oggi hanno raggiunto i più alti gradi…Non capire implica che ci sia qualcosa da capire. Non capire ammette uno stimolo necessario perché l’intelligenza partecipi e non resti passiva. Non capire indica una coscienza di quel che sia il comprendere. Non importa se per ora il postulante è allo stadio negativo di partenza. Orbene, se a questa oscura consapevolezza accompagnerete anche un po’ di curiosità e di ansia di sapere, anche l’ignoto non sarà più inaccessibile e vi aprirà le porte di quei misteri che – ripeto – non sono tali, ma concetti che – interpretati – vi faranno scendere piano piano a quello stato supremo che può essere raggiunto soltanto attraverso gli sforzi tenaci della sublimazione intima. Chiedendo di entrare nel S.O.M.I. Voi schiuderete la porta della vostra vita interiore, conoscerete dunque la potenza di quel silenzio che aduna in sé il tesoro delle proprie riflessioni. Dal momento in cui Voi siete entrato in questo Tempio, voi siete già un uomo che pensa più di tanti altri uomini e quindi siete già sulla via della conoscenza, il che vuol dire, tendere sempre più possedere sé stessi. Infondo la vita non è altro che una gara da vincere, un gran periodo di prova. Se fosse qualcosa di meno, il lungo e continuo progresso dell’umanità sarebbe un vegetare privo di significato.

RELAZIONE DEL COMANDANTE STEFANO DONATI

Il Comandante DEL CORPO DELLA POLIZIA MUNCIPALE NELL’ANNO 2009-Comunica
Autorità, gentili ospiti, cittadini di Japigia, Si rinnova oggi il rito della festa del Corpo, nella ricorrenza della sua fondazione .
A coloro che sono qui schierati in rappresentanza del Corpo, molti dei quali sono al 2° anno di attività, voglio indirizzare per primi questo intervento.
So che siete orgogliosi della preparazione che avete raggiunto e che state dimostrando in questa cerimonia. Sento che siete fieri dell’uniforme che indossate. Io vi chiedo di esserlo tutti i giorni, anche quando dovete fare scelte difficili e talvolta impopolari. Anche quando le sirene del conformismo e dell’opportunismo blandiscono la vostra coscienza. Anche quando i lai, di chi vuole anteporre il proprio interesse individuale al bene di tutti, tentano di intaccare la vostra volontà e la vostra perseveranza. Io vi chiedo di non scoraggiarvi mai di fronte alle difficoltà di questo lavoro e di non abdicare mai all’ideale di giustizia che è sotteso alla nostra azione.
Ricordatevi che tutti i cittadini, anche quelli che sul momento rifiutano pedestremente le conseguenze delle proprie trasgressioni, sanno comprendere la coerenza e la giustezza della vostra azione. L’Amministrazione comunale conta su di Voi per far imboccare a tutti quel senso unico obbligatorio, senza svolte od inversioni di marcia, che si chiama senso civico.
Ed io, a nome Vostro, voglio ringraziare il Sindaco per la coerenza ed il nitore con cui, nei dibattiti, nelle riunioni e nelle trasmissioni televisive, valorizza il Vostro lavoro e lo difende dalle critiche di chi continua a voler circolare controsenso. Voglio altresì ringraziare il Consigliere delegato, dr. Emanuele Martinelli, per gli sforzi profusi quotidianamente per far avere al Corpo, nella ineludibile fase della ripartizione tra gli apparati comunali, le risorse strumentali, finanziarie ed umane necessarie. L’ultimo anno è stato caratterizzato da un’azione sinergica di tutte le articolazioni del Corpo di Polizia Municipale volta a dare applicazione al piano del traffico adottato dall’amministrazione comunale. In primis è stata rinforzata l’attività di contrasto alla sosta abusiva negli spazi riservati ai residenti, anche attraverso una maggiore integrazione tra l’attività degli ausiliari del traffico e quella degli agenti di Polizia Municipale. Adesso infatti le pattuglie della Polizia Municipale operanti nel centro della città non solo affiancano l’azione degli ausiliari, ma ne dirigono e controllano personalmente l’operato. In secondo luogo la squadra di Polizia Giudiziaria ha esperito articolate ed approfondite indagini volte ad eliminare ogni forma di elusione e di raggiro per ottenere abusivamente il permesso per l’accesso o la sosta nelle zone regolamentate: dalle circa 12.500 posizioni esaminate sono emerse numerose irregolarità, anche di natura penale, per le quali sono state denunciate 110 persone e sequestrati o ritirati 350 permessi rilasciati a soggetti che non ne avevano titolo. Infine il Corpo, su disposizione del Sindaco, ha assunto la direzione dell’attività di rilascio dei permessi di transito e sosta, in precedenza assegnata all’AMTAB. Ciò ha consentito nel 2010 di dimezzare il numero dei permessi rilasciati per la città vecchia (da 2.132 a 1.204), e di ridurre drasticamente quelli per i quartieri Murat – Madonnella e Libertà. (in pratica è come se avessimo reso disponibili ai residenti 2500 posti auto in più). Quest’anno ha visto il Corpo particolarmente impegnato anche nel perseguimento della sicurezza urbana, in linea coi dettami del recente pacchetto sicurezza, che ha sceverato tale nozione, assegnandola alla precipua competenza dei Comuni, dal più ampio bene giuridico della sicurezza pubblica, rimessa tradizionalmente alla competenza dello Stato.
Le persone arrestate perché colte in flagranza di reato sono state 60, in maggioranza per reati contro il patrimonio. Quelle denunciate all’autorità giudiziaria sono state oltre 350.
140 sono stati i veicoli rubati, rinvenuti e restituiti ai proprietari. Il controllo del territorio si è indirizzato particolarmente verso le periferie, attraverso la continua presenza dei vigili di quartiere, e verso quelle aree pedonali o semipedonali ove tendono a coagularsi varie forme di comportamenti e di condotte che ingenerano sentimenti di insicurezza nei cittadini.
In particolare sono state presidiate continuativamente, almeno 12 ore al giorno, la Piazza Umberto e la Piazza Moro nel centro della città, e Piazza Umberto a Carbonara, così come ogni altra zona ove siano sorti problemi di insicurezza (es. corridoio pedonale di via C. Battisti , Villaggio Trieste). Nel corso dell’anno si sono svolte due consultazioni elettorali, con la consueta invasione di manifesti abusivi che hanno deturpato la città ed alterato la concorrenza tra i partiti e tra i singoli candidati. Per limitare questa pratica, oltretutto di dubbia utilità per i candidati, il Corpo ha dovuto elevare oltre 800 verbali. Sotto il profilo della sicurezza stradale voglio ricordare le 1.100 carte di circolazione ritirate per mancata revisione, circa 800 motoveicoli sottoposti a fermo amministrativo per guida senza casco, 750 veicoli sequestrati per mancanza di assicurazione, illecito al quale si sta affiancando l’ancor più preoccupante fenomeno della circolazione con polizze assicurative false.
Un piccolo florilegio, nella magmatica massa degli interventi e delle sanzioni, sono i 6.000 verbali elevati per il superamento del semaforo rosso.
Tutti accertati e contestati ai trasgressori direttamente dai nostri agenti, perchè il Comando, in sintonia con l’amministrazione, non ha voluto installare sugli impianti semaforici i famigerati apparati per la rilevazione automatica delle infrazioni, essendo piuttosto orientato ad una progressiva riduzione degli stessi in favore del più sicuro sistema delle rotatorie, come sta dimostrando la nuova rotatoria in fase di ultimazione nella intersezione tra via Peucetia e Viale Magna Grecia. I nostri Agenti hanno tenuto corsi di educazione stradale ad oltre 2.000 alunni delle scuole cittadine, molti dei quali hanno poi superato l’esame per il conseguimento del certificato di idoneità alla guida del ciclomotore. Gli incidenti stradali rilevati dalle nostre pattuglie sono stati 5200, che hanno purtroppo provocato quasi 3700 feriti e 17 vittime, riportando il numero di queste ultime al livello degli anni precedenti, dopo che nel 2008 si erano quasi dimezzati. Si stanno infatti materializzando gli effetti dell’assurdo obbligo di presegnalare e rendere visibili le postazioni per il controllo della velocità introdotto dal legislatore italiano, in controtendenza rispetto agli altri paesi della comunità europea, che rischia di vanificare gli sforzi compiuti in questi anni dagli organi di polizia e delle altre istituzioni che perseguono la sicurezza stradale. Attraverso 270 comunicati stampa è stata fornita una puntuale divulgazione degli interventi del Corpo, che, spesso, in passato, anche a causa della proteiforme varietà delle competenze, rimanevano in ombra, e di ogni notizia di interesse generale per i cittadini..
Anche la sala operativa si è collegata in diretta, in vari orari del giorno, con RAI 3 e con alcune radio locali, per fornire informazioni in tempo reale non solo sul traffico cittadino, ma anche sui divieti e sulle modifiche alla circolazione stradale disposte dal Comando per consentire le sempre più numerose manifestazioni culturali e sportive che interessano la città. Per questa attività, per i rischi e sacrifici quotidiani, per i risultati ottenuti, sento il dovere di esprimere la mia gratitudine a tutti i reparti del Corpo, ai loro dirigenti, al personale amministrativo e agli Ausiliari del Traffico, che con Noi collaborano. Devo ricordare altresì la meritoria opera dell’ Associazione Pensionati, che partecipa con il proprio labaro alla cerimonia, e tutti i pensionati della Polizia Municipale oggi presenti, che con il loro lavoro hanno contribuito ad innalzare la professionalità del Corpo. Desidero ringraziare anche le Istituzioni che agevolano e sostengono la nostra attività.
In primis la Procura della Repubblica di Bari che assiste costantemente la nostra azione di contrasto ad ogni forma di illegalità. Mi riferisco altresì al Sig. Prefetto, che con discreta opera di coordinamento dà sempre rilievo e sostegno a tutte le Polizie Municipali della Provincia.
Voglio inoltre ringraziare il Questore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza per la fraterna, leale e proficua collaborazione instaurata con il Corpo della Polizia Municipale. Un ringraziamento speciale, infine, alla Legione Allievi della Guardia di Finanza per tutto l’ausilio che ci ha fornito nella preparazione della presente cerimonia ed al Consiglio della Circoscrizione di Japigia che all’ unanimità ha richiesto che la nostra festa si tenesse nel quartiere ed all’uopo ha rimesso a nuovo questa struttura. Consentitemi a questo punto di concludere, anche quest’anno, con il nostro triplice evviva:
• Viva la Repubblica Italiana;
• Viva il Comune di Bari;
• Viva la Polizia Municipale;
IL COMANDANTE
Col. Stefano DONATI

RADUNO NAZIONALE DEI PARACADUTISTI-2010

Par. Stefano Canè Addetto Stampa Comitato Organizzatore Per l’Esercito Italiano
Magg. Domenico Occhinegro COMUNICATO STAMPA
La prima volta in Puglia del Raduno Nazionale dei Paracadutisti
Barletta 14-15-16 maggio 2010
Barletta 14 maggio 2010. È la prima volta che la Puglia ospita il Raduno Nazionale dei Paracadutisti. Un appuntamento biennale fisso, iniziato nel 1956 anno di fondazione dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia e destinato a perpetuarsi per gli anni a venire. Barletta non è stata scelta a caso, con dodici medaglie insignite e due appuntante al Gonfalone, è la città più decorata d’Italia. L’ultimo raduno si è svolto nel 2008 a Venezia, concludendosi proprio con un “arrivederci a Barletta”. Promessa mantenuta visto che la città si appresta ad ospitare circa 2mila paracadutisti provenienti da ogni parte d’Italia e come spera Costantino Palmitessa, Presidente del Comitato Organizzatore, anche dai paesi Europei aderenti alla Unione Europea dei Paracadutisti (U.E.P.). Tutto reso possibile con il sostegno e il patrocinio dei Sindaci dei Comuni Cocapoluogo, Nicola Maffei, Nicola Giorgino e Giuseppe Tarantini e del Presidente della Provincia Francesco Ventola. Si evidenzia, come le Poste Italiane, tenuto conto della rilevanza dell’evento, hanno previsto apposito “Annullo Postale” con un gazebo allestito nei giorni del Raduno.
Il programma prevede :
oggi venerdì 14 maggio alle ore 16, è prevista la resa degli onori da parte di un picchetto in armi e la successiva deposizione di corone d’alloro al Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari da parte dell’A.N.P.d’I..
Sabato 15 maggio, dopo la Santa Messa nella Basilica del Santo Sepolcro, prevista alle ore 10,30, vi sarà la deposizione di corone al monumento ai Caduti di tutte le guerre e a seguire, la Banda musicale della Brigata Paracadutisti FOLGORE, si esibirà in corso Vittorio Emanuele. Alle ore 18,00 circa vi sarà una spettacolare esibizione ad opera di Paracadutisti che effettueranno lanci con la tecnica della caduta libera con atterraggio sulla litoranea di ponente. La giornata si concluderà con la grande festa del paracadutista che si terrà nel fossato antistante il Castello a partire dalle ore 20,15 in poi.
Domenica 16 è la giornata ufficiale dell’evento, caratterizzato dalle sfilate per le vie del centro cittadino di tutti i paracadutisti dell’A.N.P.d’I. con i loro labari provenienti da tutte le sezioni d’Italia, in piazza A. Moro (ex p.zza Roma) alle ore 11,00 circa, Vi sarà lo schieramento dei radunisti e dei reparti in armi, in particolare Vi sarà l’ingresso dei Gonfaloni delle Città di Barletta, Andria e Trani, del Medagliere Nazionale A.N.P.d’I. e della Bandiera di Guerra del 186° Reggimento “Folgore” di stanza in Siena decorata con una Medaglia d’Oro e due Medaglie d’Argento e dallo stesso scortata. Il deflusso dei radunisti, terminerà in piazza d’armi al Castello dove la cerimonia dell’Ammaina Bandiera, prevista per le ore 13,00 circa, segnerà la conclusione dell’evento.
L’Onorevole Medaglia d’Oro al Valor Militare Maggiore Paracadutista Gianfranco Paglia, che parteciperà personalmente all’evento, dichiara che : <>. Ribadisce inoltre di non avere dubbi sull’importanza dell’evento, dicendo che <>.

Quale massima Autorità Militare, sarà presente il Generale di Corpo d’Armata Armando NOVELLI, Egli stesso Paracadutista Militare, è Comandante delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER) con sede in Verona, alle cui dipendenze agiscono tutti i Comandi che radunano le Unità operative e i Supporti, è in grado di gestire, con visione unitaria, sia l'addestramento che l'impiego di tutte le forze terrestri italiane.
Dipendente direttamente dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il Gen.C.A. A. Novelli, con la Sua autorevole presenza, dà all’evento un rilevante prestigio militare. Altra presenza di notevolissimo rilievo sarà quella della Sig.ra Maria Pia Tonini figlia del Gen. Goffredo Tonini – M.O.V.M., padre fondatore del Paracadutismo Militare italiano e Primo Comandante dei Paracadutisti Libici.
Ovviamente è assicurata anche la presenza del “nostro” Comandante della Brigata Paracadutisti FOLGORE Gen. Par. Federico D’Apuzzo.
Si unisce copia del messaggio inviato dal Ministro della Difesa On.le Avv. Ignazio La Russa in occasione del Raduno.
Si resta altresì in attesa dell’indirizzo di saluto, da parte del Sig. Presidente della Repubblica Sen. Giorgio Napolitano.
Si allega programma dettagliato della manifestazione.
Saluti cordiali.

giovedì 3 maggio 2012

LIONS ROCCO SALTINO.GOVERNATORE 108/Ab-

THE INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LIONS CLUBS.
LIONS CLUB BARI HOST 52°ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
Sede amministrativa del L.C. Bari Host Sheraton Nicolas Hotel-Bari
Il bollettino delle nostre riunioni l’addetto stampa: Pietro Vitale Lions, Pietro Vitale - Giornalista e scrittore - Tessera Ordine Naz. dei Giornalisti n.116644 “Aiutare oggi, servire sempre” D.G. Rocco SALTINO
“A noi piace l’azione, piace l’attività, valutiamo l’uomo nelle sue opere. Uno che non agisce non ha valore. Invece, la grandezza dell’uomo è dentro di lui. Nono vale tanto quello che fa,quando piuttosto quello che è”. (S. Ignazio di Loyola).
Cerimonia Scambio delle consegne e Passaggio delle Cariche.
Autorità, Officers Lions, gentili signore e signori, amici buonasera e benvenuti a questa cerimonia e di passaggio tra Governatori, del 18 luglio 2010.
L’evento della Cerimonia Passaggio delle Cariche e delle Consegne ha avuto luogo nel suggestivo scenario “Lo Smeraldo” Canosa di Puglia – tra i Governatori: Licia Bitritto Polignano (Anno Sociale 2009/10) e il Governatore Eletto Rocco Saltino (anno Sociale 2010/11)
“Aiutare oggi, servire sempre” è il motto del nuovo Governatore Rocco Saltino, il quale ha sostenuto che, dobbiamo essere fieri di questo territorio, che rappresenta un prezioso patrimonio storico ed è ricco di risorse umane ed economiche ancora da valorizzare.
Il rito del passaggio delle consegne in un Club Service è sempre carico di suggestioni e di curiosità, è un momento di consuntivi e di nuove proposte quello a cui i soci e gli illustri ospiti di tutto il Distretto 108/Ab hanno assistito nella cerimonia di passaggio delle consegne tra i Governatori, per il nuovo anno sociale.
Essere Governatore del Distretto 108/Ab sarà un grande impegno ed una grande responsabilità, ha commentato il neo Governatore.
Ringrazio ora pubblicamente tutti voi per avermi affidato questo prestigioso incarico, ma ritengo che i meriti di tutto questo non siano i miei, ma di chi ha riconosciuto in me alcune delle qualità che contraddistinguono i Lions. Cosa è un club? Una associazione di persone che hanno interessi comuni.
Quali sono gli interessi comuni dei Lions? I sentimenti di amicizia fra i soci, la vocazione al servizio verso gli altri e la comunità. Tali finalità sono un impegno costante per noi Lions e ad esse diamo assoluta importanza, quindi, non a caso, il nostro Cerimoniale prevede che esse siano sempre ricordate, ascoltandole in piedi, all’inizio di ogni nostro incontro. Sono dunque queste, amicizia e servizio, le linee guida che segneranno le attività del nostro prossimo anno sociale oltre a quello spiccato senso di rispetto della tradizione e della continuità che caratterizza, nel nostro Club, il passaggio da un presidente all’altro. Da un Governatore all’altro. Questi dunque gli obiettivi principali: continuare a rafforzare ed a stimolare nei soci il senso di appartenenza al Club ed alla Città con lo scopo di rappresentare per tutti un riferimento costante. Sono certo che il senso di appartenenza al Club si può ottenere solo stando ancora di più assieme, scambiandoci opinioni e impegnandoci, uniti, nella realizzazione di nuovi progetti: la conoscenza diventa presto simpatia e la simpatia amicizia. Credo che, l’obiettivo importante per un Governatore impegnato che ha raccolto consensi all’unanimità dalla platea, sia quello ed essere convinto di fare le cose che farà ed avere il piacere di farle al meglio, con l’aiuto di tutti. Un abbraccio a tutti voi, Pietro
P.s. note storiche:
E’ sempre bene ricordare le nostre radici e cosa fa il Lions International su tutta la crosta terrestre.
L’associazione internazionale dei Lions Club vede le sue origini con la realizzazione del sogno di Melvin Jones, uomo d’affari di Chicago. Melvin Jones era convinto che i business club locali dovessero allargare i propri orizzonti dai semplici interessi professionali al miglioramento delle proprie comunità e del mondo in generale. I Lions club sono attivamente impegnati nell’assistenza dei non vedenti e di coloro che hanno problemi di vista. Ampliando il proprio ruolo internazionale, Lions Clubs International ha affiancato le Nazioni Unite nella costituzione di organizzazioni non governative nel 1945 e continua a svolgere una funzione di consulenza all’interno dell’ONU. Oltre ai programmi per la vista, Lions Clubs Internationl è impegnato a fornire servizi per i giovani. Le attività dei Lions club sono inoltre rivolte all’ambiente, alla costruzione di case per i disabili, alla sensibilizzazione sul diabete, alla conduzione di programmi sull’udito e, grazie alla Fondazione, al soccorso in caso di disastri in tutto il mondo. Il Lions Clubs International conta oltre 1.450 milioni di uomini e donne, distribuiti in circa 50.000 clubs situati in 200 paesi e aree geografiche.