Il Momento. di Stefano de Carolis Villars
Triste il
destino di un popolo che ha bisogno d’eroi.
Tutto
il rapporto tra cittadini e loro rappresentanti, nell’Italia del
dopoguerra, si è fondato su un fatto traumatico e significativo,
alla morte di Mussolini il potere passò, per volere del CNL ai
partiti antifascisti. Questa delega
impropria di poteri non ha mai avuto soluzione; impropria perché il
potere è proprio delle Istituzioni e non certo dei partiti, mancata
soluzione perché ancora oggi i Partiti, cui si sono accodati anche
gli eredi del MSI, si sentono autorizzati a occupare la Istituzioni.
Nella realtà
Italiana il senso della Democrazia si è orizzontato come una delega,
motivata da presupposti ideologici, verso le strutture di partito,
qualunque fosse, ed i suoi rappresentanti, che si consideravano gli
unici in grado di pensare l’Italia presente e futura.
Questo
presupposto è intrinsecamente falso e foriero di gravissime
conseguenze.
Falso perché
nella carta Costituzionale è ben chiaro che la Sovranità è del
popolo, e non dei partiti, ed estraniante perché, da una parte,
costringe i partiti a dotarsi di una struttura e di un pensiero quasi
religioso-taumaturgico, dall’altra parte perché riduce i cittadini
ai soli numeri del voto, allontanandoli da una seria scelta di campo
effettuata per motivi razionali e di pratica convenienza.
Tale
falsificazione ha retto per lungo tempo perché giustificata dalla
contrapposizione idealmente violenta tra il campo occidentale e
quello comunista, con l’aggiunta di chi rifiutava entrambi ( MSI ),
ma ora non ha veramente più senso e giustificazione.
La conseguenza
più evidente è che i partiti non sono intimamente cambiati, ognuno
si sente portatore di una verità rivelata e l’avversario non può
che essere mascalzone, stupido o in cattiva fede, ma che di fatto
sono diventati solo gli esponenti di una lotta economico-lobbystica.
Per una
battaglia di tale genere non occorrono generali a iosa, ne bastano
pochi, ma servono truppe agguerrite e fedeli e per questo vediamo che
la rappresentanza parlamentare è alimentata da personaggi scelti sia
per la loro incultura, impreparazione e superficialità, sia per
l’elevato tasso di fedeltà.
Naturalmente
la fedeltà viene meno quando si toccano i bacini elettorali degli
stessi rappresentanti ed assistiamo a veti, giravolte e tradimenti
che nulla hanno di ideologico ma molto di pratico.
Non possiamo
certo sperare che i tacchini si augurino l’avvicinarsi del natale e
così rimangono senza alcun esito le richieste dei cittadini di:
codificare la responsabilità dei pubblici funzionari, magistrati
compresi, l’abolizione delle province, la drastica diminuzione
delle auto blu, la liquidazione degli enti inutili ( attualmente
oltre 700), la determinazione della prevalenza dell’interesse
nazionale nei settori dell’energia e dei trasporti, la concessione
ai privati di tutte le strutture economiche non redditizie ( oltre
7000 enti Comunali o Regionali in perdita ), l’ abolizione del
bicameralismo e la riduzione dei parlamentari, l’alienazione delle
strutture economiche non strategiche ( Rai) etc.
I cittadini
non vedranno mai tali risultati se seguiteranno, per inerzia, a
selezionare la classe di dirigente, meglio diriniente, come
hanno sempre fatto; in realtà, la colpa è solo la nostra e solo la
nostra, perché abbiamo delegato ad altri la nostra capacità di
pensiero e di progettazione, è ora che riprendiamo in mano il futuro
nostro, dei nostri figli e nipoti.
Un tentativo
di soluzione è stato impostato e proposto dai sig.ri Grillo e
Casaleggio, che in questo senso sono dei veri innovatori, ma non
funziona.
La proposta
nasce dalla considerazione delle potenzialità del web che,
consentendo la discussione e le decisione personale immediata,
supera, nell’animo dei Grillo e Casaleggio, la necessità di una
democrazia rappresentativa, tanto che il loro più importante cavallo
di battaglia è quello per l’abolizione del mandato aperto, norma
costituzionale.
Già dal
tempo di Atene abbiamo visto come la democrazia diretta funzioni male
( condanna di Socrate, guerra di Sicilia etc.) ma almeno si
trattavano problemi razionalizzabili mentre oggi gli aspetti
scientifici,economici,sociali sono di tale complessità da escludere
la decidibilità dei profani.
Non bisogna
buttare il bambino con l’acqua sporca, il sistema della democrazia
rappresentativa può funzionare benissimo a condizione che i
cittadini si riapproprino della facoltà di selezione della classe
dirigente, senza delegarla ai partiti che seguono i propri interessi
e non quelli dell’Italia.
Stefano de
Carolis Villars
Cari amici, il
Movimento d'Opinione è una associazione, costituita nel 1998 da
Temistocle Sidoti , che ha sempre operato nell'ambito del
centro-destra. Oggi, a seguito della perdurante indisposizione del
Presidente Fondatore, Temistocle Sidoti, la direzione è passata a
Stelio Venceslai, economista, Gran priore dei Templari per l'Italia,
persona seria e di alta qualità morale.
Il giorno 11 novembre
in Roma, presso il Ristorante Cecilia metella in via Appia Antica
125, alle ore 19 si terrà l'assemblea del Movimento per
ratificare il nuovo statuto e le Cariche sociali per il prossimo
biennio.
Il movimento oggi si oppone decisamente a questo
andazzo che ha consentito ai partiti, tutti, di presentare e
far eleggere dei personaggi disgustosi che invadono il
parlamento; forse, ma non credo, se ne salvano cinquanta contro 950
inutili o, credo, negativi per la corretta gestione dell'Italia.
Noi
siamo liberali e liberisti, laici, anche se non in opposizione ad
alcuno, democratici e volenterosi di cambiare connotati a questa
Italia che va a rotoli per mancanza di serietà, di guida e di
concordia.
La colpa non è però dei politici, ma nostra;
siamo noi che con la nostra indifferenza per le sorti del Paese, per
la nostra colpevole inerzia, abiamo consentito ad una classe
diriniente di gestire la cosa pubblica. Questo, col Vostro
apporto, deve cambiare.
Se l'amministratore del condomio è
ladro ed incapace non basta lamentarsi, occorre partecipare e
sostituirlo; questo noi lo abbiamo sempre delegato a quelli stessi
che, con vari colori, facevano parte del parlamento; è come sperare
che i tacchini preghino perchè arrivi in fretta il natale.
Nessuno
degli attuali dirigenti, che, come detto, verranno sostituiti il
giorno 11 novembre, ha intenzione od interesse ad avanzare proprie
candidature, vogliamo aprire la strada ai giovani, conoscerli,
motivarli e consegnare una Italia diversa ai nostri figli.
Avrei
molto altro da dire ma attendo un Vostro invito a farlo.
Un
saluto affettuoso Stefano de
Carolis Villars