Caro Venanzio e cari amici tutti,
Ben
scavato nella memoria “vecchia talpa”, per rubare l’espressione di un
grandissimo intellettuale del ‘900, a proposito di Vittore (del quale
fui molto amico!) e della sua attività all’Ospedaletto; salvo a non
riuscire a rendermi conto come abbia potuto, con il suo disordine
mentale e fisico (genio e sregolatezza), raccapezzarsi fra le scartoffie
prevalenti in quella attività, burocratica in larga misura.
Ma
il tuo richiamo è giusto e desidero darti un indirizzo: l’Ipsaic, il
cui direttore è Vito Antonio Leuzzi, a tutti noi assai noto, conserva
una parte dell’archivio di Vittore: forse si potrebbe trovare qualche
traccia di quell’attività.
Ma giacchè ci siamo mi permetto
segnalare a te, e a tutti gli illustri amici che sono in linea, in
questa mia mail di risposta ancora una circostanza.
L’altro
giorno a Bari c’è stata una imponente mareggiata che ha rovinato una
parte del lungomare, ma non quella che va dal Barion fino in fondo,
passando davanti i Palazzi storici.
Molti di noi ricordano che
fino a una certa data bastava una mareggiata, ancorché assai meno
vigorosa di quella di due giorni fa, per provocare dall’inondazione
della sede stradale con alghe e detriti, alla rottura di decine di
lampioni, fino alla smossa delle ringhiere in ferro e dei muretti in
pietra.
Io e te, caro Venanzio, ne sappiamo qualcosa, quando
questo accadeva durante le sedute del Consiglio Provinciale che tu non
hai mai disertato (lo dico per memoria dei giovani giornalisti, molti
dei quali oggi adusi a farsi inviare una più comoda mail con un
appunto....) qualunque fossero le condizioni atmosferiche!
Oggi
questo non c’è più, e neppure l’altro giorno si è visto - su quel
tratto di lungomare - una sola alga, un solo lampione danneggiato.
Nulla di nulla.
Di questo - in un’epoca nella quale il
divertimento nazionale è parlar male della politica vecchia o nuova
(qualche volta neppure a torto!!) - occorre dar merito ad un politico
non molto noto ai più, un “oscuro” assessore ai Lavori pubblici della
Città di Bari che si chiamava Lorenzo Vitale che, piuttosto che le
dismesse fontane, per quel posto si inventò i frangiflutti, che tuttora
resistono tetragoni ad ogni sorta di intemperie e da circa 40 anni!
Un
vero miracolo italiano. Lui non aveva tutti i soldi al Comune, nella
sua ingenuità pensava che la Provincia avrebbe potuto aiutarlo con il
pretesto che essa pensava alle ...... strade. Venne da me a chiedere un
aiuto che non potetti dargli, allora.
Ma oggi, ripeto, a
quatant’anni di distanza ((fu assessore a cavallo delle Giunte
Lamaddalena, 1976-78, e Farace 1978-1981, e di questo gli andrebbe dato
atto e pubblicamente.
E fra i destinatari c’è chi potrebbe farlo!!
Lorenzo Vitale era un DC doc, e non un socialista.
Un caro saluto a te, vecchio, strenuo, instancabile combattente, e a tutti i colleghi e amici. Gianvito Mastroleo