Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 4 agosto 2017

BESTIALITA UMANA....



dal Comando Provinciale Carabinieri Bari
Sala Stampa

Comunicato Stampa
BARI, IN DUE ABUSANO DA PIÙ DI UN ANNO DI UNA MINORENNE: ARRESTATI


Nella mattinata odierna, i Carabinieri della Stazione di Bari Scalo della Compagnia di Bari Centro, in collaborazione con l’Aliquota della Polizia Municipale presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari Dott. Sergio DI PAOLA, su richiesta del Sost. Proc. della Repubblica Dott.ssa Simona FILONI, nei confronti di un 69 enne barese e di un 45 enne triggianese, con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una minorenne barese di anni 16.
Le indagini, avviate sin dall’immediatezza, a seguito della acquisizione della denuncia querela, hanno aperto un terribile ed imprevedibile scenario investigativo, in cui trovano collocazione una serie di turpi e deprecabili violenze poste in essere dagli indagati in danno della vittima, in maniera così sistematica e violenta da avere compromesso la sua integrità di minore, con gravi ripercussioni sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Il racconto della minore ha consentito di acclarare la gravità degli indizi di colpevolezza a carico dei due arrestati, fornendo importanti informazioni non solo in merito alla loro identità, ma ha consentito di raccogliere una serie di elementi individualizzanti in merito ai luoghi teatro degli abusi consumati e di accertare le brutali e scellerate modalità con le quali gli stessi sono stati commessi, nel tempo e in luoghi diversi.
Nel corso del drammatico racconto, la minore, alternando momenti di totale disperazione e pianto, ha ricostruito puntualmente, con precisione, determinazione, coerenza e razionalità logica, tutte le fasi del suo vissuto, dall’iniziale adescamento, alla “iniziazione” alla vita sessuale, fino agli episodi in cui gli abusi hanno trovato consumazione, con una precisione di dettagli, situazioni, luoghi, riferimenti, che non hanno lasciato spazio alcuno alle valutazioni in merito alla attendibilità ed alla credibilità della stessa.
È emersa, altresì, tutta la sua sofferenza, unitamente al sentimento di colpa per quanto accaduto e per la sua incapacità di sottrarsi alle malsane voglie dei due indagati, ben lontani tra di loro negli anni (di 69 anni l’uno e di 45 anni l’altro), probabilmente divenuti correi per mera coincidenza, ma accomunati dalla loro perversione, dai quali era quasi soggiogata, insieme alla paura per le future reazioni del padre, nell’ipotesi in cui avesse scoperto tutto.
Rapporti completi ed  abusi perpetrati da più di un anno, circostanze, queste, che spiegano la “abitualità” delle condotte, alle quali si aggiungevano le minacce, anche di morte, nell’ipotesi in cui avesse raccontato le orribili violenze ordite dai due bruti. D’altronde, soltanto la consapevolezza che la minore avrebbe taciuto, ha indotto i due indagati ad abusarne ripetutamente, conducendola in ogni luogo per consumare le loro bestialità, facendo attenzione a che nessuno si avvicinasse o li udisse, facendo proprio leva sul rapporto di fiducia insorto, dovendo necessariamente fare affidamento l’uno sul silenzio dell’altro.
Nel corso delle indagini è emerso anche che la minore è stata condotta dai suoi abusatori all’interno di una delle loro abitazioni, alla contestuale presenza di entrambi, al fine di farla assistere a film pornografici.
Tutte le dichiarazioni della minore sono state supportate e suffragate da una serie innumerevole di riscontri effettuati dai Carabinieri, che hanno contribuito a delineare un quadro indiziario a carico dei due indagati assolutamente granitico.
Le condotte abusanti che si sono consumate nel corso di questo anno e mezzo sono senz’altro innumerevoli e sono risultate caratterizzate da una callidità e da una brutalità non comuni nonché dall’assenza totale di pietà.
Le attività investigative hanno consentito di riscontrare purtroppo la credibilità ed attendibilità dei fatti narrati.
Le condotte poste in essere dai due indagati con le loro malsane ed ignominiose voglie, infatti, sono state caratterizzate da modalità di estrinsecazione gravi, poste in essere con azioni violente, spesso compiute insieme e con un dispiego di notevole forza fisica che, anche a causa della loro reiterazione, hanno causato alla minore un pregiudizio grave.
I due sono stati condotti agli arresti domiciliari, presso le rispettive abitazioni, con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

giovedì 3 agosto 2017

...QUESTO INQUIETANTE FENOMENO SOCIALE E CULTURALE MATURA INFATTI....NEL SILENZIO DELLE CONNIVENZE, ANCHE ALL'INTERNO DELLE ABITAZIONI. DOVE SI CONSUMANO SPESSO I PIU' ATROCI DELITTI.



                                   DONNE : STOP ALLA VIOLENZA!
                                              di Antonio  Laurenzano    
Violenza sulle donne, una strage senza fine! Non c’è giorno in cui non si registri un fatto di cronaca che riaccende i riflettori su questa drammatica emergenza sociale. Gelosia, incapacità di gestire la rottura di un rapporto, morboso sentimento di possesso sono i motivi che scatenano l’impeto di una mano omicida, di una mente malata. “Per combattere la violenza, per farla uscire dalla normalità occorre riconoscerla, occorre combattere il silenzio”.  Questo il messaggio emerso da un Convegno nazionale Lions. La prevenzione dunque quale strumento efficace per rompere il muro dell’indifferenza che sostiene il femminicidio. Ma in Italia manca una cultura della prevenzione e della risposta nei confronti della violenza sulle donne.  Sembra prevalere una cultura della rimozione e della negazione. E adottare l’atteggiamento di chi non vede, non sente e non parla serve a “tacitare”  la propria coscienza e  a solidificare il muro di omertà! E il silenzio è il migliore alleato dei  predatori di sogni.
Questo inquietante fenomeno sociale matura infatti  lentamente e inesorabilmente nel silenzio più … assordante, con la debolezza di chi subisce e con la complicità di chi non vede, non vuole vedere maltrattamenti che negano alla vittima ogni dignità, derubandola di diritti e  desideri.  Svaniscono miseramente  nella paura le illusioni i colori di una vita in rosa, muore nella violenza ogni sogno d’amore. Una vita spezzata! Una vita segnata da mani criminali in nome di un amore malato. Un vero omicidio dell’anima!
Sono dati allarmanti quelli relativi agli omicidi delle donne nel nostro Paese, nonostante la legge dell’ottobre 2013 contro “la violenza di genere”, votata dal Parlamento italiano (peraltro con colpevole ritardo) sulla base delle “prescrizioni” della Convenzione del Consiglio d’Europa di Istanbul del maggio 2011 sulla “prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne”.  In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa. Solo lo scorso anno, secondo i dati del Ministero della Giustizia, sono state 120 le vittime ammazzate da un marito, da un fidanzato o convivente. Nel primo semestre di quest’anno le donne uccise per mano maschile sono più di trenta! Dalle violenze domestiche allo stalking, dall’insulto verbale alla pubblicazione in rete di immagini intime, la vita femminile è costellata di violazioni della propria sfera personale. Spesso un tentativo di cancellarne l’identità, di minarne profondamente l’indipendenza, la libertà di scelta e, in extremis, il diritto alla vita.  Non basta dunque una legge ad affermare il diritto ad essere amate e rispettate: occorre una risposta d’amore alla rabbia distruttiva dei “perdenti”, occorre una “rivoluzione culturale” per sconfiggere la sopraffazione e la posizione di dominanza e di potere di chi confonde l’amore con il possesso!
Una fotografia davvero impietosa! Una mattanza che non può più essere tollerata in un Paese civile. In un contesto sociale patriarcale, la violenza domestica non viene sempre percepita come un crimine, persiste la percezione della “legge del più forte”. Occorre intervenire in tempo perché “la violenza sulle donne, di tipo fisica, sessuale, psicologica e spirituale  è uno dei fenomeni sociali più nascosti, la punta dell’iceberg dell’esercizio di potere e controllo dell’uomo sulla donna, ed è collegata con altre importanti problematiche con effetti devastanti.”
E’ fondamentale dunque aiutare la società a “vedere” il fenomeno della violenza che ad oggi rimane un problema di “parole non dette”, secondo Alberto Pellai, ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, per  creare uno spazio di libertà e rifuggire dalla paura della solitudine. Uscire dalla violenza è possibile attraverso una generale presa di coscienza che approdi al pieno riconoscimento dei diritti umani e della dignità di ogni individuo. L’amore si nutre di rispetto, dialogo, coraggio: non invochiamolo più per coprire abusi e violenze!