VIA
LIBERA AL PIANO ANTI-SPREAD-La
Banca centrale europea a difesa dell’euro e della politica
monetaria.
La
Banca centrale europea ha dato il via libera al piano anti-spread con
acquisto illimitato sul mercato secondario di titoli del debito
pubblico dei Paesi dell’Eurozona. Una rete di protezione vincolata
al rispetto delle riforme per stabilizzare il differenziale dei tassi
di rendimento, il cosiddetto spread, volato in alto su valori non
giustificati rispetto alle reali condizioni economiche fondamentali
dei Paesi di riferimento.
L’obiettivo
è quello di recuperare una politica monetaria con ricadute omogenee
sull’economia reale nei singoli Paesi. E’ la risposta alla crisi
dell’euro generata da un pericoloso blackout tra debiti sovrani,
sistema bancario e prospettive economiche ma anche dagli errori di un
triennio di malapolitica europea che ha spaccato l’euro
trascinandolo sull’orlo di un rovinoso default.
Chiaro
il messaggio che il Presidente della Bce, Mario Draghi, ha lanciato
in occasione della presentazione degli interventi calmieranti sui
titoli di Stato dell’area euro caduti sotto il tiro della
speculazione dei mercati: “Dobbiamo difendere l’integrità della
politica monetaria dell’Eurozona nella consapevolezza che l’euro
è irreversibile.” Lo scudo anti-spread prevede l’acquisto di
bond fino a tre anni di scadenza di quei Paesi in difficoltà (Spagna
e Italia, in primis) che sottopongano a una “sorveglianza
trimestrale” le loro politiche di bilancio e i relativi dati
fiscali e finanziari. La liquidità creata attraverso l’acquisto
dei bond sarà completamente “sterilizzata” per non alimentare
l’inflazione nell’Eurozona. La Bce “drenerà” dal sistema e
quindi ridurrà la massa monetaria in circolazione per un valore
corrispondente a quello dei titoli acquistati. Una difesa efficace
per evitare scenari distruttivi. E’ il segnale forte che i mercati
attendevano: è stata creata una “barriera credibile” contro la
disgregazione della moneta unica sottraendo ai rendimenti dei titoli
di Stato ogni paura legata al ritorno alle monete nazionali.
Francoforte
diventa dunque crocevia del futuro dell’Europa. Il destino
dell’euro e quello dell’Europa economica e politica si giocherà
sempre più nell’importante centro finanziario sulle rive del
fiume Meno, nei piani alti dell’ Euro Tower, sede della Banca
centrale europea. Una istituzione comunitaria che dal 1999, in forza
del Trattato sull’Unione europea di Maastricht, attua la politica
monetaria dell’eurozona (stabilità dei prezzi e del sistema
finanziario), operando, ed è questa l’anomalia, in un deserto
istituzionale in cui non esiste un ministro europeo dell’Economia
responsabile della politica economica per l’Unione. Un fattore di
forte criticità che ha posto la Bce nel cuore dell’eurocrisi
trasformandola da “organo di supertecnici” a “cerniera” per
la tenuta dell’euro e con essa della costruzione politica europea.
“Faremo
tutto ciò che è necessario per salvaguardare la nostra moneta”.
Lo ha ribadito il Presidente Draghi il quale, per superare la
diffidenza e l’ostilità della tedesca Bundesbank, ha chiesto
“grande determinazione” ai Governi per raggiungere il comune
obiettivo di allentare la speculazione dei mercati. Senza la
disciplina dei Paesi, la Bce non può curare durevolmente
l’instabilità dell’area euro. La questione passa ora “nelle
mani dei Governi” che dovranno decidere se e quando chiedere
l’aiuto dei fondi europei, sottoscrivere gli impegni necessari
(fiscal compact, riforme economiche, aggiustamenti accelerati dei
conti pubblici) e soprattutto rispettarli, pena la sospensione
dell’aiuto medesimo (“exit strategy”).
La
Bundesbank sarà certamente sulla … torre di controllo per
monitorare ogni operazione nel sospetto dichiarato che “la Banca
centrale europea, ideata su modello di quella tedesca, si sta
trasformando in una banca centrale orientata verso Sud rischiando,
attraverso l’acquisto massiccio di titoli di Stato, di fare
aumentare l’inflazione e di allontanarsi dal suo mandato”.
Il
futuro dell’euro rimane più che mai legato a una politica
monetaria da perseguire con rigore e con unità d’azione, nella
prospettiva di un’Europa economica e politica unita!