Ordini Cavallereschi Crucesignati

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lunedì 10 settembre 2012

ECONOMIA, DEL DOTT. ANTONIO LAURENZANO. INSIGNE ECONOMISTA.

VIA LIBERA AL PIANO ANTI-SPREAD-La Banca centrale europea a difesa dell’euro e della politica monetaria.
La Banca centrale europea ha dato il via libera al piano anti-spread con acquisto illimitato sul mercato secondario di titoli del debito pubblico dei Paesi dell’Eurozona. Una rete di protezione vincolata al rispetto delle riforme per stabilizzare il differenziale dei tassi di rendimento, il cosiddetto spread, volato in alto su valori non giustificati rispetto alle reali condizioni economiche fondamentali dei Paesi di riferimento.
L’obiettivo è quello di recuperare una politica monetaria con ricadute omogenee sull’economia reale nei singoli Paesi. E’ la risposta alla crisi dell’euro generata da un pericoloso blackout tra debiti sovrani, sistema bancario e prospettive economiche ma anche dagli errori di un triennio di malapolitica europea che ha spaccato l’euro trascinandolo sull’orlo di un rovinoso default.
Chiaro il messaggio che il Presidente della Bce, Mario Draghi, ha lanciato in occasione della presentazione degli interventi calmieranti sui titoli di Stato dell’area euro caduti sotto il tiro della speculazione dei mercati: “Dobbiamo difendere l’integrità della politica monetaria dell’Eurozona nella consapevolezza che l’euro è irreversibile.” Lo scudo anti-spread prevede l’acquisto di bond fino a tre anni di scadenza di quei Paesi in difficoltà (Spagna e Italia, in primis) che sottopongano a una “sorveglianza trimestrale” le loro politiche di bilancio e i relativi dati fiscali e finanziari. La liquidità creata attraverso l’acquisto dei bond sarà completamente “sterilizzata” per non alimentare l’inflazione nell’Eurozona. La Bce “drenerà” dal sistema e quindi ridurrà la massa monetaria in circolazione per un valore corrispondente a quello dei titoli acquistati. Una difesa efficace per evitare scenari distruttivi. E’ il segnale forte che i mercati attendevano: è stata creata una “barriera credibile” contro la disgregazione della moneta unica sottraendo ai rendimenti dei titoli di Stato ogni paura legata al ritorno alle monete nazionali.
Francoforte diventa dunque crocevia del futuro dell’Europa. Il destino dell’euro e quello dell’Europa economica e politica si giocherà sempre più nell’importante centro finanziario sulle rive del fiume Meno, nei piani alti dell’ Euro Tower, sede della Banca centrale europea. Una istituzione comunitaria che dal 1999, in forza del Trattato sull’Unione europea di Maastricht, attua la politica monetaria dell’eurozona (stabilità dei prezzi e del sistema finanziario), operando, ed è questa l’anomalia, in un deserto istituzionale in cui non esiste un ministro europeo dell’Economia responsabile della politica economica per l’Unione. Un fattore di forte criticità che ha posto la Bce nel cuore dell’eurocrisi trasformandola da “organo di supertecnici” a “cerniera” per la tenuta dell’euro e con essa della costruzione politica europea.
Faremo tutto ciò che è necessario per salvaguardare la nostra moneta”. Lo ha ribadito il Presidente Draghi il quale, per superare la diffidenza e l’ostilità della tedesca Bundesbank, ha chiesto “grande determinazione” ai Governi per raggiungere il comune obiettivo di allentare la speculazione dei mercati. Senza la disciplina dei Paesi, la Bce non può curare durevolmente l’instabilità dell’area euro. La questione passa ora “nelle mani dei Governi” che dovranno decidere se e quando chiedere l’aiuto dei fondi europei, sottoscrivere gli impegni necessari (fiscal compact, riforme economiche, aggiustamenti accelerati dei conti pubblici) e soprattutto rispettarli, pena la sospensione dell’aiuto medesimo (“exit strategy”).
La Bundesbank sarà certamente sulla … torre di controllo per monitorare ogni operazione nel sospetto dichiarato che “la Banca centrale europea, ideata su modello di quella tedesca, si sta trasformando in una banca centrale orientata verso Sud rischiando, attraverso l’acquisto massiccio di titoli di Stato, di fare aumentare l’inflazione e di allontanarsi dal suo mandato”.
Il futuro dell’euro rimane più che mai legato a una politica monetaria da perseguire con rigore e con unità d’azione, nella prospettiva di un’Europa economica e politica unita!