Ordini Cavallereschi Crucesignati

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mercoledì 25 ottobre 2017

AGENZIA DELLE ENTRATE,SI CAMBIA!



                                   
                                                             di Antonio Laurenzano
E’ partito il restyling dell’Agenzia delle Entrate. “Meno burocrazia, meno adempimenti, meno balzelli, meno distacco dalla vita reale di chi produce, perché dobbiamo rendere più leggero lo sforzo di chi ogni mattina alza la saracinesca della propria impresa”. E’ l’impegno preso dal nuovo direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini in audizione in Commissione Finanze alla Camera dei deputati. Un’operazione ambiziosa attraverso la riorganizzazione delle strutture centrali dell’Agenzia, che “risponde non tanto a esigenze finanziarie, quanto a un ripensamento, a livello internazionale, del rapporto fisco-contribuenti”.
Un messaggio di cambiamento per evitare la deriva in cui sta pericolosamente scivolando il sistema fiscale del Belpaese fra inefficienze, incapacità gestionali e … proroghe a tempo scaduto! Il fondo si è toccato le scorse settimane con lo “spesometro” con l’invio dei dati delle fatture di dubbia utilità: un mix di cervellotiche complicazioni, incertezze normative e improvvisazioni che hanno causato negli operatori grande disagio. Alla crescente richiesta di rottamare il caos fiscale risponde Ruffini disegnando un fisco dal volto nuovo. A distanza di sedici anni dalla sua istituzione, avvenuta nel 2001, per l’Agenzia delle Entrate è tempo di manutenzione: intervenire sull’attività di controllo e accertamento per potenziare la tax compliance e prevenire i rischi di evasione ed elusione, anziché tentare di reprimerli. Più consulenza al cittadino attraverso un “servizio di assistenza e trasparenza nell’ottica di un dialogo continuo, per un contribuente più informato”. Impegno, pazienza e responsabilità sono le tre parole invocate dal direttore Ruffini per far crescere “il rispetto dell’obbligo tributario, perché l’evasione blocca la crescita, perché un sistema fiscale più efficiente crea e attrae nuovi investimenti, anche internazionali”. Progetto di grande respiro per realizzare il quale Ruffini ha tracciato la strada (sperando non sia un nuovo libro dei sogni!): norme chiare e ordinate, istruzioni tempestive, adempimenti più semplici con strumenti moderni, accertamenti non fantasiosi ma basati sulla sostanza. Nessuna caccia alle streghe!
Novità significativa del nuovo assetto organizzativo è la creazione di due divisioni centrali: una denominata Servizi per la realizzazione e lo sviluppo innovativo dei servizi telematici e delle procedure di assistenza all’utenza, l’altra denominata Contribuenti con lo scopo di realizzare un approccio per tipologia di contribuente con un’azione più mirata del passato (non solo attività di accertamento e controllo, ma anche consulenza, interpello, contenzioso). Domanda: saranno realmente sufficienti queste linee guida e le modifiche organizzative di alcuni uffici centrali per realizzare l’obiettivo di un fisco moderno, efficiente e vicino al cittadino? Manca un disegno strategico collegato a una profonda revisione del sistema per una drastica semplificazione dell’ ordinamento tributario, oggi “inquinato” da adempimenti e scadenze. Una riforma fiscale attesa da molto tempo. Senza ignorare che il nuovo fisco va costruito anche sul territorio investendo sulla formazione del personale e sulla adeguatezza dei mezzi. Sarebbe sufficiente dare voce a contribuenti, imprese e professionisti che ogni giorno si rivolgono agli uffici locali dell’Agenzia per capire che i veri problemi, con le lamentele e le irritazioni, non riguardano soltanto le strutture centrali ma gli uffici territoriali dell’Amministrazione. Scollamento fra centro e periferia, diversità operativa fra un ufficio e un altro, latente spirito collaborativo per prevenire fastidiosi e onerosi contenziosi. Sono queste situazioni che minano il fragile rapporto fisco-contribuente alimentando un clima di sfiducia e di forte disagio. Al di là delle dichiarazioni d’intento, se pur lodevoli, e delle variazioni organizzative in alto loco, all’Amministrazione viene richiesto a livello locale un comportamento uniforme, coerente, non lasciato all’occasionalità o alla buona sorte dell’incontro con il funzionario di turno. La strada del rinnovamento è anche questa!  




















ORGANIZZAZIONE DELLE NAZONI UNITE-COMITATO REGNO d'ITALIA

Comitato del
Regno d’Italia
delle Province di Bolzano, Gorizia e Trieste
Presidenza



COMUNICATO STAMPA

22/10/2017


Oggetto: Risposta all’O.N.U. e ribadita richiesta di riconoscimento

Il Comitato del Regno d’Italia comunica di aver inoltrato all’O.N.U. una lettera di risposta nei seguenti termini:

Spett. Organizzazione delle Nazioni Unite,

in merito alla Vostra risposta del 11/09/2017, il Comitato del Regno d’Italia fa’ presente che si tratterebbe di “giurisdizione di uno Stato Membro” qualora vi fossero i mezzi per risolvere la situazione di ingiustizia nella quale ci troviamo ma cessa di esserlo proprio per il fatto che una intera popolazione è costretta in una condizione e non ha i mezzi per venirne fuori.

Ricordiamo all’O.N.U. e ai suoi Stati Membri che la Repubblica Italiana è riconosciuta dagli stessi per la sua nascita “di fatto”, in quanto giuridicamente questa non è mai nata, per via della mancata proclamazione ufficiale da parte della Corte di Cassazione, per il mancato rispetto della legge elettorale, per il colpo di Stato con il quale venne imposta il 12 giugno 1946 e per il mancato passaggio di poteri istituzionali dal Regno d’Italia, nella Persone di Re Umberto II, alla Repubblica Italiana.

La Repubblica Italiana attribuisce la sua nascita al referendum del 2 giugno 1946, sebbene non sia così. Le Province di Bolzano, Trieste e Gorizia non votarono nel referendum del 1946, quindi non sono parte della Repubblica Italiana e rimangono tutt’oggi Regno d'Italia.

Con la presente il Comitato del Regno d'Italia ribadisce la sovranità del Regno d’Italia sulla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige e sulle due Province di Trieste e Gorizia, parte della Regione a statuto speciale Friuli - Venezia Giulia e si rinnova pertanto la richiesta di riconoscimento da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Distinti saluti

Matteo Cornelius Sullivan
Presidente del Comitato del Regno d’Italia