Comando Provinciale Carabinieri Bari
Dalla Sala Stampa
L’AQUILA
– BARI.. OPERAZIONE DEI CARABINIERI NELL’AMBITO DELLA RICOSTRUZIONE
POST TERREMOTO NEL SETTORE PUBBLICO. ARRESTI PER DIECI PERSONE
Nella
mattinata odierna, il Reparto Operativo del Comando Provinciale di
L’Aquila, al quale è stato fornita collaborazione anche dal Comando
Provinciale di Bari per obiettivi dei Comuni di Bari, Bitonto e
Altamura, ha dato corso a dieci ordinanze di custodia cautelare agli
arresti domiciliari, notificando, contestualmente, altri cinque
provvedimenti di applicazione del divieto temporaneo di esercitare
l’attività professionale, su ordine del G.I.P. Giuseppe Romano Gargarella.
I
provvedimenti interessano pubblici funzionari, imprenditori e
professionisti, residenti nelle province di L’Aquila, Teramo, Pesaro
Urbino e Bari, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di “concorso
in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto
contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità
materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità
ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché
soppressione, distruzione e occultamento di atti veri”.
L’indagine, avviata nel 2016 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di L’Aquila, coordinata dal Procuratore Capo Michele Renzo e condotta dal P.M. Antonietta Picardi
della Procura della Repubblica di L’Aquila, ha riguardato
complessivamente 35 soggetti (i restanti indagati in stato di libertà)
ed ha messo in luce un serie di condotte poste in essere da alcuni
funzionari pubblici, inseriti nel contesto del Segretariato Regionale
del MiBACT dell’Abruzzo, che, ricoprendo varie funzioni e ruoli nel
contesto dell’assegnazione e controllo sulle opere di restauro
successive al sisma del 2009, avrebbero gestito gli appalti della
ricostruzione post sisma in maniera clientelare, attribuendo incarichi
professionali (alcuni dei quali su scelta dell’amministrazione, altri su
loro indicazione operati dalle stesse ditte interessate all’esecuzione
delle opere) a parenti ed amici.
Sempre
secondo quanto ipotizzato dai Carabinieri, talune ditte si sarebbero
garantite l’assegnazione di gare d’appalto con ribassi particolarmente
cospicui, ottenendo successivamente il recupero, attraverso il
riconoscimento di varianti in corso d’opera. Più in particolare le ditte
esecutrici, in accordo con i funzionari, avrebbero avuto modo di
recuperare i ribassi, durante lo svolgimento delle opere edili, con le
c.d. perizie di variante (riassegnate ad affidamento diretto o
con procedure negoziate senza gara) ovvero grazie a perizie di
adeguamento prezzi, con un aumento talvolta anche elevato rispetto
all’importo iniziale dei lavori a base d’asta.
Il
compenso per i funzionari si sarebbe concretizzato, secondo quanto
ricostruito, attraverso l’affidamento di incarichi professionali a
parenti e/o amici (le cui parcelle, per altro, proporzionate al valore
dei lavori, si arricchivano alla concessione di ciascuna
variante) ovvero attraverso l’elargizione di somme in denaro; per taluni
procedimenti sarebbe stata, infatti, accertata sia la turbativa della
gara per l’assegnazione dei lavori sia il relativo pagamento di somme da
parte dell’imprenditore al funzionario compiacente, quale corrispettivo
per il buon fine dell’accordo.
Per
evitare le prescritte comunicazioni all’ANAC, e, di conseguenza il
controllo censorio del Garante, sarebbero state opportunamente
concordate di volta in volta, con le ditte, perizie di variante al di
sotto del 20% dell’ammontare dei lavori, “spacchettando” in questo modo l’importo del recupero del ribasso.
Complessivamente
poste sotto osservazione dai Carabinieri le procedure relative
all’assegnazione ed esecuzione di dodici opere di restauro di
altrettanti edifici di interesse storico-culturale.
Di
rilievo la procedura inerente le opere di recupero e restauro del
Teatro Comunale di L’Aquila, i cui lavori sono attualmente in fase
relativamente avanzata.
Contestualmente
sono state eseguite le operazioni di acquisizione di tutta la
documentazione presente presso l’Ente pubblico, nonché custodita presso
ditte, studi professionali e laboratorio analisi, con il sequestro di
computer e supporti informatici vari.