Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 20 giugno 2008

ULISSE E CALYPSO

Cari amici del mio blog. Ho volutamente inserito questo pezzo dei Miti di Vulcanochimico, perchè attinente al mio precedente pezzo su ZEUS.
13 dicembre 2006
Dei e Miti...Greci:..Calypso
Calipso era una ninfa bellissima,dai capelli meravigliosi,nata da Atlante e la dea del mare Teti.Il nome Kalypso significa "colei che nasconde",compare nel mito di Odisseo,nel poema omerico l'Odissea. Calipso viveva sola nella splendida isola Ogigia, dove accolse il naufrago Odisseo,diventandone l'amante, amandolo intensamente pur non essendo contraccambiata e lo trattenne sull'isola per sette anni,promettendogli se fosse rimasto con lei di renderlo immortale.Odisseo insisteva invece di voler tornare da sua moglie Penelope e nel suo regno. Trascorsi sette anni,sollecitato da Atena e approfittando dell'assenza di Poisedone, nemico di Odisseo, Zeus inviò Ermes ad Ogigia con l'ordine a Calipso di liberare Odisseo. Calipso dapprima si oppose,ma poiché gli ordini di Zeus erano indiscutibili,aiutò Odisseo a costruire una barca e farlo partire.I sette anni di Odisseo con Calipso possono essere interpretati come la raffigurazione delle distrazioni del piacere contro i doveri del comando.-Vulcanochimico-
Ulisse e Calypso" A.Boklin 1883-Un saluto e un abbraccio a tutti....A presto-Vulcanochimico.

ULISSE E CALYPSO

Cari amici, desidero porre alla Vostra attenzione queste poche righe dei Miti Greci di Vulcanochimico. I Miti sono stati per me materia di studio e di interesse. Vedi un mio articolo su Zeus in questo blog

13 dicembre 2006
Dei e Miti...Greci:..Calypso
Calipso
era una ninfa bellissima,dai capelli meravigliosi,nata da Atlante e la dea del mare Teti.Il nome Kalypso significa "colei che nasconde",compare nel mito di Odisseo,nel poema omerico l'Odissea. Calipso viveva sola nella splendida isola Ogigia,dove accolse il naufrago Odisseo,diventandone l'amante, amandolo intensamente pur non essendo contraccambiata e lo trattenne sull'isola per sette anni,promettendogli se fosse rimasto con lei di renderlo immortale.Odisseo insisteva invece di voler tornare da sua moglie Penelope e nel suo regno. Trascorsi sette anni,sollecitato da Atena e approfittando dell'assenza di Poisedone,nemico di Odisseo, Zeus inviò Ermes ad Ogigia con l'ordine a Calipso di liberare Odisseo. Calipso dapprima si oppose,ma poiché gli ordini di Zeus erano indiscutibili,aiutò Odisseo a costruire una barca e farlo partire.I sette anni di Odisseo con Calipso possono essere interpretati come la raffigurazione delle distrazioni del piacere contro i doveri del comando.-Vulcanochimico-
Ulisse e Calypso" A.Boklin 1883-Un saluto e un abbraccio a tutti....A presto-Vulcanochimico-

martedì 17 giugno 2008

ENNIO REMONDINO AI MICROFONI DI RADIO WEST

KFOR MNTF-W
Public Affairs Office
KOSOVO Villaggio Italia

COMUNICATO STAMPA: Cap. Domenico Occhinegro

(Pec/ Peje) Villaggio Italia – 14 giugno 2008 Ennio Remondino, che con la sua troupe ha girato alcune immagini in Kosovo per un servizio televisivo per Rai 1, è stato ospite di Villaggio Italia dove ha pranzato con il Generale di Brigata Agostino Biancafarina, comandante della multinational task force west, e tutto lo stato maggiore.
La profonda conoscenza, da parte del Dottor Remondino, dell’area Balcanica è stata il pretesto per un’intervista presso Radio West. In un clima di estrema cordialità ha risposto a tutte le domande con la sua proverbiale schiettezza di genovese.
L’intervista, incentrata sulla professione di inviato in zone di crisi, ha evidenziato molti punti in comune con la vita di noi militari, professione, che spesso ci porta lontano dagli affetti della famiglia. Ovviamente non poteva mancare una domanda sulla nostra nazionale di calcio che improvvisamente ha legato, scherzosamente, l’intervistatori pugliesi con il genovese per tramite di Cassano.
L’incontro si è concluso con i saluti a tutto il contingente italiano ed è stato esteso a tutti coloro che operano in Kosovo per il mantenimento della pace per tramite di una dedica “auguri a tutti gli amici del Kosovo da un vecchio Balcanico”.

domenica 15 giugno 2008

CHI MI HA MESSA INCINTA?

Chi ha rubato l’infanzia?
di Angelo Scialpi(membro del Comitato Scientifico del blog. Intern)

Non c’è limite all’inferno, ma forse nemmeno al paradiso. Scendere, però, è più agevole e lo si fa velocemente e senza accorgersene, quasi piacevolmente. Il piacere, quasi sempre, ci accompagna nelle discese, fino a quando, giunti in basso, non abbiamo più la forza di tentare la risalita, ammesso che si riesca a trovare il primo gradino.
Come non gridare rabbia per la devastazione interiore che va impadronendosi sempre più dei giovani, dei ragazzi, degli adolescenti, dei bambini; una devastazione che è alimentata dalla ignoranza, dalla perdita di dialogo con i genitori, dalla diffusione alta della droga, dalla ricerca dei giocattoli nel sesso.
Mi ha colpito, e non poco, quella frase: “Uno di voi tre mi ha messa incinta.”, ma anche l’arresto di ieri di tre adolescenti che hanno stuprato una altra bambina… e poi… e poi.
Eravamo rimasti al gruppo, alla filosofia del gruppo guidato dal fighetto, al quasi abbattimento del tentativo di ricerca di un ragazzo (o ragazza) perbene con il quale apprendere ad amare, ad avere un sentimento, a cominciare a costruire dei valori che soltanto in due si possono costruire; avevamo anche capito quanto difficile fosse l’accettazione del ragazzo che viene escluso dal gruppo, della ragazza che viene derisa perché ancora morigerata, ma non avevamo ancora capito che il gruppo, che talvolta chiamavamo branco, è diventato davvero un branco.
Chiedo: “E’ possibile che una ragazza possa fidanzarsi con un gruppo di ragazzi?” Dopo uno sguardo particolare, realizzato il fatto che poteva rispondere, una ragazza adulta ribatte: “Capita!” In quella risposta è depositata una verità allucinante, forse una delle peggiori che possa capitare ad una adolescente in cerca della vita, alle prese con la scoperta di se, felice di poter incontrare la persona meritevole, magari scoprirsi innamorata, poi sposa e quindi mamma. No, non è possibile che si possa raggiungere una tale dimensione umana e che il non vivere si impadronisca sempre più delle persone in tenera età e quindi per sempre. C’è quasi da chiedersi perché si nasce! Perché accadono cose così incredibili! Qualcuno può avere delle colpe? In questi casi la considerazione cede il passo all’interrogativo, al massimo alla cronaca, come siamo orami costretti a fare ed a sentire, anche quando non si vuole ascoltare per non conoscere fatti che la dignità dovrebbero celare per sempre.
Vengono in mente tante considerazioni, ma anche tante terribili scene possibili nella realtà che abbiamo sempre saputo appartenere a branchi, ma non di uomini, e ci rimane impossibile continuare a pensare, persino a ricercare delle motivazioni, tanto è devastante la condizione, saccheggiato il dono della vita. Non si riesce a dare colpa a nessuno, o forse a tutti, ma il pensiero che una mamma possa soltanto venire a conoscenza che la sua bambina ha subito certe esperienze che le hanno aperto le porte della non vita e che si è osato mettere a sacco un corpo creato per contenere la bellezza e per crearne di altri, rimane come una colata di gelo che trasforma in pietra le cose più delicate, il corpo come i sentimenti, l’amore di madre come quello di Dio.
Arginare la corsa al sesso pare sia una delle emergenze della società contemporanea, così, come la sicurezza, la giustizia, l’economia. Ci sono altri fenomeni devastanti che andrebbero combattuti con ferocia, ma limitiamoci a considerare quello che ci fanno vedere e che sono ad alto rischio di imitazione, il riferimento va alla pornografia traboccante che non da il tempo a nessuno di rendersi conto di che cosa sia il sesso al di fuori dei sentimenti. Nelle parole la fine di tutto. “Adesso che ho confessato, posso andare a casa?”, quasi a evidenziare il fatto che il perseguire l’infinito di cane sia divenuto uno degli obiettivi dei ragazzi di oggi.
Ci sono tante difficoltà e sofferenze, ma l’immagine di una genitrice che abbraccia il volto senza sorriso della sua bambina porta con se la scritta: The end (La fine). (15.5.08)

SERVONO MAESTRI DI VITA

Intercettazioni, ma non solo.
di Angelo Scialpi(Membro del Comitato Scientifico del blog International)

Le intercettazioni telefoniche sono una opportunità tecnologica della quale si è abusato (e forse si continuerà a farlo) per scoprire eventuali reati, verità nascoste e per navigare nella privacy di ognuno, o meglio della persona per la quale si nutrono invidia, gelosia, eventuali responsabilità amministrative e penali.
Il governo, giustamente, vuole provare a mettere ordine all’orecchio del grande fratello, ma, come sempre accade, quando si discute di un problema vengono fuori circostanze e fatti prima impensabili. La persona onesta (e ce ne sono ancora tante per fortuna), non teme alcuna interferenza, anche se, comunque, la vita privata va salvaguardata e difesa da eventuali attacchi di panico di gente che vive andando a caccia di credibili responsabilità, del debole di turno, dello scemo del quartiere, della persona fragile (anche queste ultime sono tante) e molto spesso indifesa, della persona bisognosa. Abbiamo ascoltato le diverse posizioni dei partiti, abbiamo inteso la volontà politica di intervenire per riordinare una materia di indiscusso rischio collettivo, ma abbiamo anche saputo che grazie alle intercettazioni telefoniche molte persone hanno pagato il loro tributo di colpa che diversamente non sarebbe mai stato scoperto o individuato. Si sono levate contro voci autorevoli, ma anche categorie di professionisti che, grazie alla intercettazione telefonica, hanno potuto svolgere la loro professione con maggiore sicurezza e fiducia nel risultato. Viene da dire che anche questo è giusto, forse necessario per assicurare alla giustizia quanti delinquono e arrecano danni alla società ed al patrimonio pubblico.
E’ stato posto un tetto per quanto riguarda la condanna, al di sotto del quale non è possibile intercettare, mentre ai giornalisti è proibito severamente pubblicare eventuali intercettazioni. La nostra complessa società continua ad avvolgerci e, per certi versi, a stritolarci, rendendoci ancora più deboli e indifesi. Stiamo parlando di condanna finale, non stiamo parlando delle procedure legali, delle mille trovate della difesa, delle lungaggini della giustizia, e non stiamo nemmeno parlando delle intercettazioni (pare che sia una operazione non sempre autorizzata) a scopo di estorsione, di usura, di tradimento, di pedofilia, di prostituzione, di allegra brigata… e tante altre opportunità.
Diventa difficile riuscire ad individuare il limite giusto e corretto entro il quale è possibile utilizzare le opportunità che la moderna tecnologia mette a disposizione. Il grande fratello ha finito con il coinvolgere l’intera esistenza della persona umana in una condizione che si sviluppa a cascata.
L’esperienza della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi non ha consentito nemmeno di poter ritirare quanto frettolosamente pubblicato; l’occhio della telecamera è la sola che ci da la garanzia della colpa e della responsabilità, forse anche della difesa personale; l’autocertificazione in molti casi diventa prevaricazione e ottenimento illecito di privilegi, tanto è difficile andare a verificare quanto dichiarato per ottenere un beneficio, e via di seguito con tante coperture che hanno inaugurato nuovi fraudolenti, truffatori e disonesti.
E’ difficile legiferare in materia così delicata, come nelle tante altre a cui si è fatto riferimento, ma rimane, alzando lo sguardo, viva la speranza che si possa ricostruire la ragione dentro ognuno di noi, la consapevolezza di essere cittadino, la certezza di essere uomo assennato in grado di utilizzare e non di essere utilizzato dalla scienza e dalla tecnologia. Il cammino rimane difficile, ma qualche voce si è levata in difesa della formazione, dei mastri di vita, della ricerca di un divenire che veda l’uomo partecipe e non strumentale alla tecnologia, per non correre il rischio di essere parcheggiati sulla terra, magari utilizzati per fare denaro.