Ordini Cavallereschi Crucesignati

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sabato 6 novembre 2010

UE, VERSO UN NUOVO PATTO DI STABILITA'

articolo inviato dal dott. Antonio Laurenzano
Rigore e flessibilità – Fondo salvataggio per i Paesi in crisi
L’Ue verso la riforma del Patto di stabilità. I 27 Capi di Stato e di governo, nel corso del vertice europeo di Bruxelles della scorsa settimana, hanno raggiunto una faticosa intesa sulla creazione di un Fondo anticrisi permanente per sostenere i Paesi dell’eurozona in difficoltà, dando un duplice mandato: alla Commissione Ue di fare una proposta sul meccanismo di funzionamento e al Presidente Ue, il belga Herman Van Rompuy, di valutare -entro dicembre- l’eventuale revisione del Trattato di Lisbona. Obiettivo: riscrivere le regole del Patto di stabilità adottato ad Amsterdam il 17 giugno 1997 con il quale gli Stati membri dell’Unione si impegnarono a rispettare l’obiettivo di una posizione finanziaria vicina all’equilibrio di bilancio. Regole più severe per impedire ai governi di rimanere inoperosi in presenza di deficit di bilancio e livelli di debito insostenibili. La linea dura della cancelliera tedesca, Angela Merkel, alla fine ha pagato!
La crisi finanziaria, nella sua evoluzione, ha fatto emergere alcuni evidenti deficit nella governance economica della zona euro: il governo greco ha potuto “manipolare” liberamente le informazioni trasmesse alla Commissione europea, Irlanda e Spagna si son guardati bene dall’intervenire sui rispettivi conti pubblici da tempo dissestati, altri Paesi, con parametri di bilancio non in linea con quelli di Maastricht, sono rimasti impuniti sul piano sanzionatorio.
Con il clamoroso flop di Atene si è generato un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni economiche europee: un campanello d’allarme per la sopravvivenza dell’euro sui mercati internazionali. Mai più un’altra Grecia con il rischio di bancarotte sovrane! Per i Paesi che accumulano conti troppo in rosso sono previste ora sanzioni ma non automaticamente, come avrebbe voluto la Germania, ma dopo sei mesi se nel frattempo i Paesi trasgressori non avranno preso adeguate misure correttive. Le sanzioni saranno comminate dalla Commissione Ue e il Consiglio Ue le potrà respingere solo con una maggioranza qualificata degli Stati.
E’ stato confermato che nel valutare la situazione del debito pubblico di un Paese si terrà conto di alcuni fattori rilevanti, tra cui il debito privato, come fortemente voluto dall’Italia per valutare la reale sostenibilità del livello di indebitamento. Una decisione non gradita dalla Banca centrale europea. Accantonato, almeno per il momento, la questione della sospensione del diritto di voto per i Paesi non in linea con le regole europee sui conti pubblici.
Sono stati dunque sciolti i nodi sui due punti principali: i criteri da adottare per garantire la correzione del debito e la scelta di chi dovrà applicare le sanzioni, con le relative modalità. Rigore e flessibilità nella prospettiva di modificare il Trattato di Lisbona entro il 2013 per una governance economica meno confusa.
Ribadito l’obiettivo primario della “stabilità”, sul tappeto resta il problema della “crescita”. E cioè il peccato originale di un patto che a distanza di anni continua a suscitare contrasti e polemiche in ordine allo sviluppo della ristagnante economia europea. Un Patto da sempre fortemente contestato. Esaurita infatti la sua funzione antinflazionistica a sostegno della stabilità dell’euro, non ha ancora centrato l’altro suo obiettivo originario: la crescita dell’economia europea. I vincoli imposti alle finanze pubbliche in materia di debito e di deficit hanno costituito una “gabbia” soffocante per il fragile sistema economico dell’Unione.
Una tesi contesta dal Presidente della Banca centrale europea, Trichet: “ Non è vero che il rigore di bilancio compromette la crescita economica, è vero il contrario!” I bilanci in disordine minacciano la stabilità dei mercati finanziari, generando un perverso effetto domino con il trascinamento di altri Paesi nell’operazione salvataggio della moneta unica.
Il problema di fondo rimane la mancanza di un reale Governo politico europeo in grado di gestire la crescita dell’Unione in una visione globalizzata dell’economia. Ma questa è un’altra storia!Appartiene al progetto di uno Stato federale europeo …..

venerdì 5 novembre 2010

IL GUSTO DELL'INTIMITA'-REGIA DI MIMMO CONTE

Sabato 6 novembre, Real Albergo dei Poveri (Napoli) andremo
in scena nella finale di Nuove Sensibilità con il progetto: "Il gusto dell'intimità"
regia Mimmo Conte ore 22.30 INGRESSO GRATUITO
"Il gusto dell'Intimità" è stato uno dei 182 progetti
candidati al Bando Nuove Sensibilità 2010 promosso da
Nuovo Teatro Nuovo e Teatro Pubblico Campano, insieme ad
AMATTeatro stabile delle Marche ed al Teatro Piemonte
Europa. Una commissione composta da Alfredo Balsamo,
direttore del Teatro Pubblico Campano, da Antonio Latella e
Angelo Montella, rispettivamente direttore artistico e
direttore del Nuovo Teatro Nuovo, e da Gilberto Santini,
direttore AMAT , ha proceduto alla prima selezione che si
è conclusa con l'indicazione di una rosa di 22 progetti.
Una serie di incontri colloqui svoltisi a maggio 2010 hanno
portato all'individuazione dei 12 progetti finalisti che
andranno in scena tra il 25 ottobre e il 6 e 7 novembre
2010. In allegato troverete tutte le informazioni sulle giornate
del 6 e 7 novembre. Vi aspettiamo.
Gommalacca Teatro tel. +39.0971.944267 mob. +39.347.9552098 / +39.349.6098308
www.gommalaccateatro.it
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