Il Dott.
Pietro VITALE, giornalista-pubblicista e scrittore, ha concordato
un'intervista con l'econimista dott. Antonio LAURENZANO.
D. dott.
Laurenzano, il nobel per l’unione europea ha contribuito
all’avanzamento della pace?
R.
Certamente! Finalmente una buona notizia per l’Europa! Il premio
Nobel per la pace 2012 è stato attribuito all’Unione Europea, che
“per oltre 60 anni ha contribuito all’avanzamento della pace,
della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in
Europa”. Un riconoscimento arrivato a sorpresa, le scorse
settimane, in una fase di gravi difficoltà economiche e forti
tensioni sociali. E’ la risposta all’antieuropeismo strisciante
di chi legge la storia con le lenti del nazionalismo, o ancor peggio
del becero populismo! Questo premio, come ha dichiarato il Presidente
della Commissione Europea Barroso, “ è il giusto riconoscimento
per un progetto di unificazione portato avanti dall’Europa per il
bene dei propri cittadini e del mondo intero.”
E’ la
dimostrazione che quanto è stato realizzato finora rappresenta un
passaggio storico di grande portata. Non dobbiamo infatti dimenticare
che il progetto è nato dall’Unione di nazioni che uscivano dalle
rovine e dalla devastazione della Seconda Guerra mondiale.
Significative le pagine di storia scritte nella ritrovata
comprensione fra i popoli europei: dalla riconciliazione nel
dopoguerra di due nemici storici, Francia e Germania, all’ingresso
nell’Unione negli Anni 80 di Grecia, Spagna e Portogallo, Paesi
recuperati alla democrazia, dalla caduta del muro di Berlino con il
conseguente allargamento a Est al processo di distensione nei Balcani
dopo la sanguinosa guerra nella ex Yugoslavia, con l’apertura dei
negoziati con Croazia, Montenegro e Serbia. Sono dati acquisiti che
soltanto l’insipienza può sottovalutare!
D.
Dott. Laurenzano, come può argomentare della riconciliazione della
domocrazia e dei diritti umani in Europa?
R. Vede,
Dott. Vitale, L’Unione
europea, sin da quando si chiamava Comunità europea, ha riunificato
Paesi separati dalla guerra fredda basandosi su valori quali la
dignità umana, la libertà, la democrazia, la giustizia, lo Strato
di diritto e il rispetto dei diritti umani. Grazie alla “politica
dei piccoli passi”, tanto cara a uno dei suoi fondatori, Jean
Monnet, l’Unione in 60 anni di storia è riuscita, partendo da
sei Paesi, a riunificare quasi l’intero continente europeo. Assume
pertanto particolare importanza il messaggio che il Comitato per il
Nobel e la comunità internazionale, con l’attribuzione del
Premio, mandano all’Europa: l’Unione Europea è qualcosa di
molto prezioso che dobbiamo proteggere per il bene degli europei e
del mondo intero. Il lavoro dell’Ue di questi 60 anni simboleggia
la fratellanza tra le nazioni.
D.
Dott.
Laurenzano, L’Ue
ha riunificato Paesi separati dalla guerra?
R.
Come Le dicevo, e lo scriva sul suo Blog. Questo Premio non è solo
per il passato: è e deve essere soprattutto per il futuro. Il Premio
giunto da Oslo ci dice che nonostante le crepe, i fallimenti di una
classe politica europea non sempre all’altezza del passato, gli
anacronistici sbandamenti nazionalistici, l’Unione Europea è
considerata come un’entità unitaria e indivisibile della nostra
epoca. Le inadempienze che le si possono imputare, le resistenze
opposte all’integrazione politica vagheggiata dai padri fondatori,
non diminuiscono i suoi grandi meriti. Bisogna crederci!
Questa
è l’occasione giusta per riflettere, per domandarsi se un’Europa
unita è utile ai cittadini. Viene da chiedersi, com’è possibile
che, sebbene vinca un premio così prestigioso, l’Ue sia
addirittura vista come nemica dai cittadini. Il malcontento nasce
dall’intendere l’Europa solamente come un gigante burocratico che
impone misure vissute come una condanna senza valutare, con l’occhio
dello storico, il suo ruolo di stabilità nel mondo.
Il
Premio Nobel certamente non farà l’Europa, ma servirà- ed è un
vivo auspicio- a svegliare coscienze e sentimenti! Grazie per l'intervista,
dottor Laurenzano. A presto. Dott. Pietro Vitale