Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 7 ottobre 2018

MANCANO LE COPERTURE? PER FINANZIARE IL REDDITO DI CITTADINANZA; CI ILLUMINI PROF. LAURENZANO


                  MANOVRA DEL POPOLO CORAGGIOSA O … RISCHIOSA?
                                                         di Antonio Laurenzano
Dopo la coreografica celebrazione della “linea dello sfondamento dei conti” dal balcone di Palazzo Chigi,   non c’è ancora traccia del testo definitivo della Nota di aggiornamento al Def, già in ritardo di una settimana rispetto alla scadenza per la trasmissione alle Camere. Incertezza e confusione accompagnano il varo del documento da parte del Governo gialloverde che soltanto in queste ore, al termine di un ennesimo vertice, ha trovato un accordo sul quadro di finanza pubblica per il prossimo triennio. Restano le tensioni sulle cifre: i conti non tornano e non c’è intesa fra le forze di maggioranza su come verranno distribuite le risorse disponibili. In particolare, mancano  le coperture finanziarie per il reddito di cittadinanza (10 miliardi), cavallo di battaglia dei 5 Stelle, per la flat tax per le partite Iva (2 miliardi), per le modifiche alla Legge Fornero (7-8 miliardi). Per far quadrare i conti bisogna aggiungere alla spesa in deficit altro denaro: circa 20 miliardi di euro. Un vero rebus per i tartassati tecnici del Ministero dell’Economia: spending review e nuove entrate con il taglio delle detrazioni fiscali e la “pace fiscale”.
Sono ancora tante le caselle vuote nelle tabelle del ministro Tria: previsioni di crescita e debito tutte da verificare in termini realistici per il problema di fondo legato all’idea che una manovra espansiva (“seria e coraggiosa”, secondo il premier Conte) possa davvero far lievitare la crescita da un tendenziale 0,9% all’1,6% ipotizzato nella Nota di aggiornamento. Una ipotesi considerata illusoria dalla Commissione Ue e dai ministri Ecofin e soprattutto dai mercati che, dopo un timido segnale di contenimento, hanno manifestato un forte nervosismo, con lo spread sopra i 300 punti. Una situazione che rischia di precipitare in assenza di segnali di grande responsabilità politica. Insignificante il dietrofront del Governo con l’annuncio della prima correzione: il deficit non resterà inchiodato al 2,4% per tre anni, ma soltanto limitatamente per la manovra del 2019. L’asticella scenderà al 2,1% per il 2020 e all’1,8 per il 2021, con ricaduta sul debito che nel 2021 dovrebbe attestarsi al 126,5%.
Un balletto di cifre per una “manovra del popolo” che richiederebbe rigore e serietà in vista anche della valutazione che in ottobre le agenzie di rating S&P e Moody’s faranno della solvibilità del debito pubblico italiano, attualmente a un passo dal  livello “spazzatura”. Un eventuale declassamento metterebbe in fuga investitori e risparmiatori. Senza ignorare il giudizio di Bruxelles sulla Legge di bilancio che potrebbe generare, in caso di probabile bocciatura, una manovra correttiva. Sarebbe la conseguenza di una “manovra governativa maldestra che sceglie una strategia pluriennale di significativo disavanzo pubblico sfidando gli articoli 81 e 97 della Costituzione e le regole convenute con l’Ue.”(Mario Monti)
La crescita con più deficit , incrementando, peraltro, la spesa assistenziale e non quella per gli investimenti (Keynes docet!), è una strada tutta in salita! Se può essere una strategica azione di marketing politico per mantenere il consenso elettorale (elezioni europee di maggio),  è certamente una rischiosa operazione di finanza pubblica che ignora le riforme strutturali per incidere realmente sul tasso di crescita dell’ economia del Paese, per diventare cioè più competitivi e produttivi: ridurre la burocrazia, migliorare la macchina della giustizia, aumentare la concorrenza, tagliare le tasse finanziando il taglio con risparmio di spesa, intervenire sul cuneo fiscale. Questa sì sarebbe stata una manovra “seria e coraggiosa”! Un segnale forte ai mercati nella consapevolezza che i vincoli alla nostra finanza pubblica non derivano tanto dalle regole europee, ma da quelle non scritte, e più insidiose, dei mercati finanziari. Il futuro non si costruisce accumulando altro debito. A meno che un governo nazionalista e sovranista non voglia provocare una riduzione … della sovranità effettiva della Nazione. E sarebbe davvero un pericoloso salto nel buio!