Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 28 agosto 2014

OPERAZIONE DI CONTROLLO E MONITORAGGIO, DEI CARABINIERI DI PUGLIA.


Comando Provinciale Carabinieri Bari Sala Stampa

BARI, OPERAZIONE  “STRADE SICURE”. CONTROLLI A TAPPETO DEI CARABINIERI. 8 PERSONE DENUNCIATE E 12 SEGNALATE DA INIZIO ANNO

I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari nell’ambito del dispositivo previsto dall’operazione denominata “Strada Sicure” effettuata nel capoluogo pugliese unitamente ai militari dell’Esercito Italiano hanno passato al setaccio i quartieri cittadini, da Bari Vecchia al San Paolo, deferendo in stato di libertà, da inizio anno, 8 persone e segnalando all’Autorità Amministrativa, quali consumatori di droga, altri 12 soggetti. In particolare delle 8 denunce 1 è per furto, 1 per detenzione e porto abusivo di coltello, 1 per resistenza a P.U., 1 per ricettazione, 1 per atti contrari alla pubblica decenza, 1 per guida senza patente e 1 per detenzione a spaccio di droga. Complessivamente 22 sono stati i grammi di droga sequestrati  e due i ciclomotori sottoposti a fermo amministrativo. L’ultima denuncia risale a ieri nel quartiere “Murat” , dove i Carabinieri della Compagnia di Bari Centro, unitamente ai militari del 21° Reggimento Artiglieria Terrestre “Trieste”, hanno denunciato in stato di libertà un senegalese 19enne, domiciliato presso il C.A.R.A. di Bari-Palese,  ritenuto responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane è stato sorpreso e bloccato in Piazza Cesare Battisti con 10 grammi di marijuana confezionati in cinque dosi, il tutto sottoposto a sequestro.
L’operazione si inquadra in un più ampio progetto sviluppato congiuntamente a militari delle Forze Armate al fine di incrementare la deterrenza nei confronti della microcriminalità attraverso servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili nonché effettuare operazioni di controllo del territorio in aree metropolitane e densamente popolate.  

SINAGOGA SUBOTICA, SERBIA

I GIOIELLI ARCHETTETTONI, ARMENI
 Questo è uno dei migliori esempi di Art Nouveau architettura religiosa in Europa centrale. Progettato dagli architetti ungheresi Komor Marcell e Jakab Dezsö e costruito nel 1902, la Sinagoga di Subotic combina una moderna struttura in cemento e acciaio con elementi decorativi tradizionali da Ungherese Folk Art. Una volta che la casa spirituale della grande comunità ebraica nella regione, la sinagoga è stata trascurata dalla seconda guerra mondiale. Nonostante i lavori di restauro intrapresi negli ultimi decenni, l'edificio rimane altamente a rischio. Esperienza internazionale e la solidarietà sono necessari per salvare questo gioiello architettonico e culturale. Europa Nostra Serbia ha nominato il monumento per 'Il 7 più a rischio' il 2014.

martedì 26 agosto 2014

GREGORIO ANANIAN UN BENEFATTORE PER GLI STUDI PIU' POVERI

Medico di famiglia armeno-cattolica, aiutò i bisognosi e nel testamento previde una Fondazione oggi attiva in suo nome. Una lapide lo ricorda in corso Italia a Trieste.
Se la maggior parte degli armeni giunse a Trieste attratta dalle prospettive economiche derivate dall’istituzione del Porto Franco nel 1719, il caso della famiglia di Gregorio Ananian è tutto particolare. Medico e ostetrico nato a Costantinopoli nel 1780 da una famiglia armeno benestante, studiò Medicina a Padova e lavorò a Parigi. Rientrato in patria fu medico di corte presso il sultano Selim III e in particolare le sue competenze di ostetrico lo videro attivo nell’harem “gransignorile”.
Nell’ipotesi che Anna Krekic e Michela Messina propongono nel catalogo della mostra “Armeni a Trieste”, Gregorio Ananian sarebbe stato molto scosso dall’omicidio del suo collega, avvenuto in un clima di crescente diffidenza e ostilità, e temendo per la sua stessa incolumità decise di trasferirsi a Trieste nel 1814. Qui non esercitò più la professione ma si distinse per la generosità dei suoi interventi a favore dei più bisognosi.
La targa che troviamo in corso Italia 12, su uno dei molti edifici che egli fece costruire, ricorda la sua attività di benefattore: «Riedificata nel 1908 col patrimonio di Gregorio Ananian legato a beneficio di studenti poveri». La casa originaria era a tre piani e Ananian aveva chiesto all’architetto Fister nel 1819 di innalzarla di un piano. Era un edificio famoso all’epoca – ricordano ancora Krekic e Messina – perché al piano terra vi aveva aperto una pasticceria Adolf Wunsch e al primo piano si trovava il “Gabinetto Chinese”, «un esercizio a metà tra museo e negozio, dove al prezzo di 20 carantani si poteva ammirare e scegliere tra una vasta campionatura di prodotti dell’arte e dell’industria dei paesi orientali».
Il nuovo edificio fu progettato invece dall’architetto Polli tra il 1905 e il 1909. Gregorio Ananian deve essere stato molto stimato, come si evince da un ricordo pubblicato tempo dopo la sua morte sul Piccolo. Il bello dei benefattori è che la loro presenza rimane nel tempo, attraverso i frutti che crescono dalle loro iniziative. Oltre al dono alla Biblioteca Civica di un migliaio di volumi prevalentemente francesi e al consistente contributo per la costruzione della chiesa dei padri Mechitaristi di via Giustinelli, Gregorio Ananian aveva previsto nel suo testamento del 1857 – sette anni prima della morte - di creare una fondazione che fornisse stipendi scolastici a studenti del Ginnasio triestino, del Politecnico e delle facoltà politico-legale e medico-chirurgica dell’Università di Vienna; metà dei beneficiati dovevano esere poveri cattolici o armeno-cattolici di Trieste, l’altra metà poveri armeno-cattolici nati anche altrove.
Paolo Sbisà, presidente della Fondazione, racconta l’attualità di questa importante struttura. La buona gestione dell’immobile di corso Italia, di un altro edificio in via Crispi sopra il teatro Rossetti e di circa un centinaio di appartamenti sparsi in città, permettono ogni anno di erogare sussidi agli studenti idonei di circa 250mila euro.
Fondazione Filantropica Ananian
Presentazione 21 Gennaio 2010 
La Fondazione Filantropica Ananian ha quale finalità primaria il sostegno ai giovani negli studi universitari, superiori e verso il matrimonio.
I suoi interventi sono destinati prioritariamente ai cittadini residenti a Trieste da almeno cinque anni; una parte non maggioritaria degli interventi è aperta anche a residenti nel Friuli Venezia Giula e nel Veneto orientale, nonchè a connazionali di località appartenute in passato alla Venezia Giulia.
Essa trae origine dalle volontà testamentarie di Gregorio Ananian - benefattore armeno vissuto a Trieste e deceduto nel 1857 - e nel contributo di altri benefattori.
Quanto la Fondazione Ananian realizza vuol essere un contributo positivo offerto al futuro dei giovani assegnatari dei sussidi.

lunedì 25 agosto 2014

ANTICO INSEDIAMENTO ARMENO,CITTA' CAPITALE

Dalla prima metà del 4 ° secolo, Dvin fu la residenza principale dei re armeni Arshakuni dinastia e la Santa Sede della Chiesa Armena. Re Cosroe II costruì un palazzo (nel 335 dC.) Sul sito di un antico insediamento rendendo Dvin la capitale dell'Armenia e successivamente la sede del Catholicos.La città è cresciuta rapidamente raggiungendo una popolazione di oltre 100.000. Dvin prosperò come una delle città più popolose e ricche ad est di Costantinopoli. Dvin trasformato rapidamente in un centro economico regionale, un punto d'incontro di rotte commerciali da est e ovest. Sei rotte commerciali avviati da Dvin, che collegava la città con l'Iran, l'Iraq, l'Assiria, l'Impero Bizantino e paesi del bacino del Mediterraneo.Le merci prodotte nelle rinomate botteghe di questi paesi sono stati importati in Dvin. La produzione degli artigiani di Dvin (ceramiche e tessuti) è stato esportato ben oltre i confini del paese. Era il centro di artigianato e del commercio di transito. Nel quartiere centrale della città, il residence patriarca armeno si trovava con le sue chiese e patriarcato. La città è situata su una collina, in cima alla quale si trovava la vecchia Cittadella e gli edifici adiacenti. La città aveva mura difensive formate da due strati, e una torre del tempio.
 Dopo la caduta della dinastia Arshakuni, Dvin rimaneva ancora la più grande città di Armenia. Alla fine del 7 ° secolo, a seguito delle invasioni arabe, Dvin e la maggior parte dell'Armenia è venuto sotto il potere del califfato arabo. Gli arabi formarono un'unità amministrativa di Armenia, il cui centro era Dvin. Dall'inizio del 8 ° secolo, durante la dominazione araba, Dvin era ancora una città di libero scambio prospero di artigianato e merci.Fonti scritte armene e stranieri chiamano Dvin il "Grande Capitale". Nonostante il fatto che Dvin era un campo di battaglia tra arabi e le forze bizantine per i successivi due secoli, nel 9 ° secolo, era ancora una città fiorente. Nel 1236 Dvin fu invasa dai tartari mongoli. Anche se era distrutto e derubato, è riuscita a sopravvivere un altro secolo. L'ultima volta che la città di Dvin era stato menzionato era in una delle cronache georgiane insieme ad altre città in rovina. Presso il sito della città in rovina sono stati costruiti diversi piccoli villaggi che sono sopravvissuti fino ai giorni presenti.Dvin è stato il luogo di nascita di Najm ad-Din Ayyub e Asad ad-Din Shirkuh bin Shadhi, generali curdi al servizio dei Selgiuchidi; Figlio Najm ad-Din di Ayyub, Saladino, fu il fondatore della dinastia ayyubide d'Egitto. Saladino è nato a Tikrit, in Iraq, ma la sua famiglia aveva origine dalla antica città di Dvin.
I siti archeologici di Dvin sono iscritti nella dell'UNESCO. Numerosi artefatto meravigliosa scoperta alla vista attestano l'alto livello di artigianalità praticato dagli antichi abitanti di Dvin.


domenica 24 agosto 2014

Մայր Աթոռի Տեղեկատվական համակարգ

Gli armeni in Italia
«Մենք բոլորս՝ ազգեր և ժողովուրդներ, մեկ սուրբ և կենարար ժառանգություն ունենք՝ Աստծո սերը արարածների հանդեպ: Աստված սիրում է մեզ բոլորիս անկախ որևէ պատկանելիությունից, անկախ ազգությունից, համոզմունքից, սեռից ու տարիքից: Կատարյալ այդ սիրո վկայությունը Փրկչի Հայտնությունն է աշխարհում: Սիրո նույն ոգով առաջնորդվելով միայն մարդկությունը պիտի կարողանա նոր լինել՝ նորացնելով նաև աշխարհը:Մենք՝ քրիստոնյաներս, խոստումն ու հավատն ունենք, «եթե մեկը Քրիստոսի մեջ է, նա նոր արարած է». Գարեգին Բ Հայրապետ Ամենայն Հայոց