Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 21 febbraio 2014

CUSTODIA DELLE ARMI NELLE ABITAZIONI:TRE DENUNCE DEI CARABINIERI


 INFORMATIVA:
Nel corso dei controlli disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Bari finalizzati alla verifica della corretta detenzione e custodia delle armi all’interno delle abitazioni i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato in stato di libertà tre persone e sequestrato un fucile. In particolare un 4O enne è stato deferito con l’accusa di detenzione abusiva di armi, omessa denuncia e omessa custodia di armi poiché deteneva illegalmente un fucile calibro 12 sotto il letto mentre un 6O enne e un 5O enne dovranno rispondere di omessa denuncia a seguito di trasferimento di armi in altro luogo di detenzione. Si tratta di tre fucili calibro 12 e di una pistola calibro 38.
L’obiettivo delle verifiche rimane quello di procedere all’accertamento della corretta modalità di detenzione e custodia delle armi da sparo da parte dei cittadini che hanno denunciato il possesso di armi, al fine di scongiurare che le stesse possano essere facilmente accessibili da parte di persone che non ne abbiano titolo e in particolare per evitare che possano essere facilmente utilizzate come gioco da parte di ignari bambini. Il tutto, quindi, per scongiurare incidenti con esiti drammatici per l’incauto maneggio.
L’invito rivolto a tutti i detentori di armi, pertanto, è quello di custodirle in luoghi sicuri ed evitare che le stesse possano essere facilmente utilizzate da chi non ne è titolare o asportate nel corso di eventuali furti in abitazione.
I controlli continueranno per tutto il 2014. L’invito rivolto ai cittadini è quello di rivolgersi alle locali Stazioni Carabinieri o alla Questura per regolarizzare eventuali situazioni possessorie, soprattutto nel caso si siano ereditate armi per il decesso di familiari.

 

 

lunedì 17 febbraio 2014

A.N.R.R.A-IN MEMORIA DI UNA GUERRA DIMENTICATA

                                   
(Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati d’Africa)
Presidenza Nazionale
Via Vincenzo Monti , 59 20145 – Milano
ANRRA@libero.it
Cell.340 1404568
Tel. 02/29406651

OGGETTO:
Comunicato stampa. Bari li, 18 febbraio 2014

Omaggio ai Caduti d’Africa Orientale mercoledì
al Sacrario Caduti d’Oltremare di Bari.


Celebrazione

Mercoledì 19 febbraio 2014, presso il Sacrario Caduti d’Oltremare, si terrà la cerimonia commemorativa dedicata ai soldati italiani che si sacrificarono nella Campagna 1940-41 in Africa Orientale. In quella Campagna rifulse il valore dei Reparti delle tre Forze Armate costretti a battersi in condizioni disperate lontani dalla madrepatria e privi di qualsiasi rifornimento. Basterebbe ricordare le battaglie di Gondar, Cheren, Felcaber-Culquaber e l’Amba Alagi con l’epica resistenza del Duca Amedeo d’Aosta e dei suoi soldati che si meritarono l’onore delle armi da parte delle truppe britanniche. La cerimonia è destinata a ricordare anche i caduti civili e tutti coloro che vissero la dolorosa esperienza dell’esodo dalle terre che avevano colonizzato e valorizzato con il loro lavoro e sudore. Dissolta ogni condizione di benessere e privilegio non ebbero altra scelta che il ritorno in Patria da profughi, non sempre riconosciuto ed onorato. La manifestazioni alla quale sono state invitate tutte le principali autorità cittadine, avrà inizio alle ore 10.00 con la deposizione di un omaggio floreale ai piedi della grande croce che domina il Sacrario; seguiranno la Santa Messa e la visita guidata del Sacrario a cura del Direttore Ten. Col. MARASCO Donato.
L’iniziativa è stata promossa dall’A.N.R.R.A. (Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati dall’Africa) e dall’Associazione Amici della Somalia. Inoltre, saranno presenti rappresentanti dell’ A.I.R.L. (Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia) e dell’Istituto Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.
Sarà un doveroso memore omaggio ai nostri Caduti dell’Africa Orientale, i protagonisti di una Guerra tanto sfortunata quanto dimenticata: 478 di loro riposano nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari (di cui 10 decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare).
Con preghiera di cortese, sollecita pubblicazione o trasmissione e con i più sentiti ringraziamenti.

IL Presidente Nazionale dall’A.N.R.R.A.
Ing. Franco De Molinari

EURO: DELUSIONE O SPERANZA? DOPO IL RIGORE LA CRESCITA E LO SVILUPPO.

di Antonio Laurenzano
La crisi finanziaria ed economica degli ultimi dodici mesi, generata dal blackout tra debiti sovrani e sistema bancario, ha evidenziato nell’area dell’euro una pericolosa asimmetria fra politica monetaria e politica economica. Le turbolenze finanziarie legate all’indebitamento di alcuni Paesi dell’Eurozona hanno messo a nudo i limiti strutturali del sistema europeo: un sistema monetario comune privo di un unico quadro economico, fiscale, di bilancio, e soprattutto politico.
Il problema dell’euro consiste nell’essere una moneta senza un governo, senza uno Stato, senza una banca in grado di intervenire come prestatore di ultima istanza per salvaguardare la solvibilità dei titoli governativi emessi. Una banderuola al vento. E’ il difetto di origine, l’anomalia di un’Europa unita sotto il segno della moneta, con la Banca centrale europea, unica istituzione federale, senza il sostegno di una vera politica economica comune e un coordinamento delle politiche fiscali e previdenziali. Manca cioè un Governo dell’economia europea espressione di una governance politica unitaria, capace di imporre agli Stati membri il rispetto degli equilibri dei conti pubblici e la realizzazione delle riforme strutturali interne previste dal Trattato di Maastricht
Una situazione di grande volatilità che rischia di azzerare il lungo e faticoso processo di integrazione monetaria del Vecchio Continente. La strada per disinnescare la crisi del debito sovrano e ridare fiducia a mercati e risparmiatori passa dunque attraverso un rilancio della costruzione politica dell’Europa. Una strada però che si presenta non facile a causa dei soliti particolarismi nazionali e delle resistenze tedesche.
Alla base della crisi c’è una moneta comune ma con sovranità multiple e debiti sovrani incontrollati! Nell’Eurozona una sola moneta ma … 18 politiche di bilancio non coordinate fra loro! Una situazione anomala che ha causato una grave frammentazione del mercato finanziario e la “polverizzazione” della politica monetaria con una pericolosa ricaduta sulla tenuta del sistema.
E il salvataggio dell’euro ha comportato politiche di austerità particolarmente “aggressive”. Un mix di rigore fiscale e finanziario imposto da Bruxelles per ricondurre i conti pubblici di taluni Paesi a una condizione di sostenibilità nel tempo. Ma che ha causato una recessione economica con caduta della produzione e dei livelli occupazionali. E per l’Italia, al di là di qualche debole segnale di ripresa, è forte il rischio “deflazione” che potrebbe aggravare la recessione in atto con la conseguente caduta dei prezzi e della redditività delle imprese.
Stop al rigore senza crescita e sviluppo! L’euro e l’Europa rischiano di diventare la bandiera dei risentimenti, dei disagi sociali, del populismo, della facile demagogia. L’Europa è vista come il feroce guardiano dei conti pubblici nazionali, il fautore di tasse e balzelli. Salvare l’euro è una questione irreversibile! In una economia globalizzata, l’euro è un punto di non ritorno! Nessuno oggi può permettersi il lusso di affondare la moneta unica e illudersi di uscirne indenni. Nemmeno la grande Germania che continua a esportare oltre il 60% nell’Unione e a detenervi il grosso dei suoi 6 mila miliardi di assets esteri! L’uscita dall’euro e un ritorno alla sovranità monetaria nazionale avrebbe forti probabilità di risolversi in una catastrofica dissoluzione di quasi tutto ciò che è stato costruito in oltre sessant’anni di integrazione europea. Per il nostro Paese, imprevedibili le conseguenze sul piano economico: disallineamento degli spread, insostenibilità del debito pubblico, esplosione dei costi energetici, illusione di maggiore export, inflazione a doppia cifra! L’Italia si ritroverebbe nelle condizioni di una … zattera alla deriva nel Mediterraneo, con gravi rischi per la coesione sociale e per la stessa democrazia.
La fine dell’euro sarebbe la fine dell’Europa! A pochi mesi dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, nella prospettiva del semestre a guida italiana, occorre ricondurre la questione europea nel suo alveo naturale che è quello politico. Un passaggio obbligato per mettere al riparo l’euro dagli atti di pirateria dei mercati e l’Europa da un becero qualunquismo!