La
Legge dell'Ottava, sue implicazioni nella vita interiore quotidiana, nel
cammino
iniziatico-latomistico e nella ritualità
di Anna
CHECCOLI
In
un percorso iniziatico di qualsiasi natura, e quindi anche massonico, non si
può trascurare la
necessità
dello sviluppo armonioso di colui che si accinge ad affrontare il cammino. Tale
evoluzione
interiore
non prescinde dalla considerazione del corpo come strumento, se pensiamo che
anch’esso,
come
tutto del resto, risponde a precise leggi fisiche, vibrazionali e armoniche.
Il
rituale massonico non si discosta dagli stessi principi. I movimenti nel Tempio
non sono casuali,
il
Maestro delle Cerimonie, per esempio, con i suoi passi cadenzati ma lievi,
percorre direzioni che
delimitano
lo spazio sacro anche temporalmente.
E
ancora, l’entrata nel Tempio non è una semplice sfilata che precede
l’accomodarsi ai propri posti,
ma
l’acquisizione del concetto di sacralità che ci deve permeare prima di iniziare
i lavori, favorita
dalle
note che pervadono l’atmosfera e creano una corrente vibrazionale, una
circolazione
energetica.
A
questo proposito, è interessante fare un accenno alle scale greche, utilizzate
per stimolare
particolari
sensazioni e anche per curare. Esse erano denominate Dorica, Frigia e Lidia,
erano
tetracordi e discendenti, in quanto si pensava che gli dei dell’Olimpo le
facessero cadere per il
diletto
degli umani.
L’Universo
è fatto di energia che vibra ad una certa frequenza e la vibrazione di questa
frequenza
determina
la sua forma. Noi siamo chiamati ad applicare questa peculiarità per migliorare
la nostra
consapevolezza
ed il nostro benessere, in quanto non vi è differenza fra il microcosmo ed il
macrocosmo:
la singola cellula si divide in due, poi quattro, otto e così via dando origine
all’Universo
del nostro corpo, dove tutto vibra ad una determinata frequenza, mantenendo
differenti
espressioni
nella forma e nella struttura.
Queste
frequenze funzionano seguendo particolari leggi, come ad esempio le Tre Leggi
della
Dinamica
di Newton o la Legge delle Ottave, che si basa sul funzionamento dell’energia
all’interno
di
ottave di frequenze. Dal momento che tutto l’Universo è fatto di energia,
compresi noi, anche la
nostra
esistenza vibra all’interno di ottave di frequenza.
La
legge dell’ottava è la seconda di tre leggi cosmiche fondamentali. Essa genera,
regola,
interconnette
e determina il posto di tutti i processi in qualsiasi scala. Secondo taluni
studi, tutti i
fenomeni
hanno luogo per mezzo della legge del tre, che è quindi considerata come prima
legge
cosmica
fondamentale. La legge del tre dimostra che qualsiasi fenomeno può essere
prodotto
soltanto
se avviene l’incontro di tre forze: una attiva, una passiva e una di
conciliazione. Da un
punto
di vista strettamente scientifico l’esistenza di questa terza forza viene
solitamente
sottovalutata.
Per
la Legge del Tre, ad esempio, un catalizzatore costituisce la terza forza;
oppure, nella
meccanica,
relativamente alla leva, il fulcro costituisce la terza forza. Per inciso, non
applichiamo
forse
anche noi che percorriamo il cammino massonico, lo stesso principio?
Riflettiamo sulla
conciliazione
degli opposti. Queste due leggi sono dette cosmiche e fondamentali. Cosmico e
fondamentale
sono due proprietà inseparabili; se qualcosa è cosmica, è allo stesso tempo
fondamentale,
e viceversa.
Cosmica
significa che il suo dominio e le sue manifestazioni si estendono
dall’infinitamente grande
all’infinitamente
piccolo e viceversa, ed Ermete Trismegisto, con la sua Tavola Smeralgdina, era
giunto
alle stesse conclusioni più di duemila anni fa.
Ma
procediamo, ed inoltriamoci nella comprensione della Legge cosmica dell’Ottava.
La legge del
sette,
o legge dell’ottava, ha molti aspetti che vanno esaminati con cura. L’universo
è un organismo
vivente,
esattamente come il nostro corpo.
Nell’universo
ogni materia, di qualsiasi tipo, vibra, e in essa è presente un’energia che
implica che
anche
i pensieri e le emozioni ne siano costituiti. In altre parole, materia ed
energia sono
inseparabili,
e la prima è legata alla densità da un rapporto inversamente proporzionale
rispetto alla
frequenza
delle vibrazioni.
Nell’intero
universo, tutte queste materie in vibrazione e di diverse densità evolvono ed
involvono
continuamente.
Immaginate due “scale mobili” che si muovono in direzioni opposte; la prima va
in
discesa,
ed è quella in cui le materie provenienti dall’alto subiscono l’involuzione
acquistando più
densità;
la seconda “scala mobile”, quella evolutiva, procede nel verso opposto e
conduce le materie
verso
l’alto che, perdendo densità, acquistano un maggior numero di vibrazioni.
Tutti
questi processi involutivi ed evolutivi di trasformazione delle materie sono
determinati,
regolati
ed interconnessi dalla legge del sette. La legge del sette viene espressa
matematicamente
secondo
i seguenti rapporti: 1/1 – 9/8 – 5/4 – 4/3 – 3/2 – 5/3 – 15/8 – 2/1. Sono gli
stessi rapporti
matematici
fondamentali che la teoria musicale utilizza per ottenere l’intonazione dei
suoni
armonici
che vanno a costituire la scala naturale.
Da
sottolineare che quella dell’ottava è una legge matematica che solo
posteriormente è stata
utilizzata
per creare i rapporti armonici nell’ambito della musica, e non viceversa.
Pitagora di certo
non
ignorava tutto ciò quando parlava di armonia delle sfere, ossia della “musica”
dei corpi celesti.
Utilizzando
le note musicali per comprendere meglio ciò di cui parliamo, possiamo dire che
i
rapporti
matematici di cui parlavamo poco sopra corrispondono a Do – Re – Mi – Fa – Sol
– La – Si
–
Do, ma cosa esprimono tali rapporti? In musica, esprimono quante volte vibra
una corda di un
qualsiasi
strumento al passare di un secondo, e quante volte vibra il mezzo elastico,
cioè l’aria, dove
tale
movimento vibratorio viene trasferito.
Anche
la Menorah, presente nei templi massonici, le cui candele vengono accese
ritualmente
all’apertura
e alla chiusura dei lavori, è associata a simboli e note.
Solitamente,
la prima candela partendo da sinistra è associata a Venere, al rame, e, secondo
le
dottrine
pitagoriche, alla nota musicale fa;
la
seconda è associata a Mercurio pianeta ed al mercurio elementale, ed alla nota
sol;
la
terza candela è associata alla Luna, all’argento ed alla nota musicale la;
la
quarta candela a Saturno, al piombo ed alla nota si;
la
quinta candela a Giove, allo stagno e al do;
la
sesta candela è associata a Marte, al ferro ed alla nota re;
la
settima candela è associata al Sole, all’oro ed alla nota mi.
Riprendendo
il discorso sulle vibrazioni, queste non sono costanti, infatti dopo un
determinato
tempo
cessano per così dire di obbedire all’impulso originale e quindi rallentano
brevemente,
cambiando
temporaneamente di natura o direzione; per esempio, le vibrazioni ascendenti ad
un
certo
momento cominciano ad ascendere più lentamente e le vibrazioni discendenti
cominciano a
discendere
più lentamente.
II
principio della discontinuità delle vibrazioni significa che la necessaria e
ben determinata
caratteristica
di tutte le vibrazioni della natura, siano esse ascendenti o discendenti, è di
svilupparsi
in
modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento.
Il
periodo tra un do e il do seguente, ossia un’ottava, è diviso in sette parti
disuguali, perché la
frequenza
delle vibrazioni non aumenta uniformemente, e i rallentamenti maggiori nello
sviluppo di
qualsiasi
processo in qualsiasi scala, sono collocati in due punti precisi.
Il
primo è tra Mi e Fa ed il secondo tra Si e Do, che hanno un solo semitono e nei
quali il secondo
semitono
è considerato come mancante. Come vediamo, fra una nota e l’altra vi è una
distanza che
indica
la differenza di altezza fra due suoni, esprimibile, come detto prima, con il
rapporto delle
frequenze
dei suoni emessi.
Possiamo
quindi sostenere che la struttura della scala musicale ci offre uno schema
della legge
cosmica
degli intervalli o semitoni mancanti, e che, quando si parla di ottave sia in
senso ‘cosmico’
che
in senso ‘meccanico’, solo gli intervalli mi-fa e si-do sono chiamati tali.
Le
leggi che determinano il rallentamento delle vibrazioni o la loro deviazione
dalla direzione
primitiva
erano conosciute dalla scienza antica. Queste erano debitamente contenute in
una formula
o
diagramma che si è conservata fino ai nostri giorni, e di cui abbiamo parlato
giusto sopra, a
proposito
delle sette parti – o otto gradini – disuguali: l’ottavo gradino è la
ripetizione del primo,
con
un numero doppio di vibrazioni.
In
questo periodo, ossia nella linea di sviluppo delle vibrazioni, misurato a
partire da un dato
numero
di vibrazioni sino al momento in cui questo numero è raddoppiato, noi troviamo
il processo
che
è alla base dello studio della progressione non uniforme delle vibrazioni
nell’ottava intera e i
diversi
gradini dell’ottava mostrano l’accelerazione e il rallentamento del suo
sviluppo nei differenti
momenti.
Racchiusa
in questa formula, l’idea di ottava è stata trasmessa da maestro ad allievo, da
una scuola
ad
un’altra. In tempi molto lontani, una di queste scuole scoprì la possibilità di
applicare questa
formula
alla musica. È così che fu ottenuta la scala musicale di sette toni, conosciuta
nella più
remota
antichità, poi dimenticata, e di nuovo scoperta o ‘ritrovata’.
Se
tuttavia studiamo le manifestazioni della legge dell'ottava nelle vibrazioni di
altro genere,
vedremo
che le leggi sono ovunque le stesse. La luce, il calore, le vibrazioni chimiche,
magnetiche
ed
altre sono sottomesse alle stesse leggi delle vibrazioni sonore; per esempio lo
spettro della luce è
conosciuto
dalla fisica; in chimica, il sistema periodico degli elementi è senza alcun
dubbio
strettamente
legato al principio di ottava, benché questa corrispondenza non sia stata
pienamente
chiarita
dalla scienza.
Questa
legge spiega perché in natura non vi sono linee diritte, ed anche perché tutto
in noi accade,
spesso
in modo contrario a quello che desideriamo o ci aspettiamo. Tutti i processi
esistenti sono
sottoposti
all’azione della legge dell’ottava: dai processi di trasformazione delle
sostanze chimiche,
a
quelli che subiscono le stelle, i pianeti, le piante, gli esseri umani,
nascendo, crescendo,
invecchiando
e infine morendo, ai processi che avvengono nella nostra sfera fisica e
psico-emotiva,
ossia
le associazioni automatiche dei pensieri e delle emozioni, oppure quelli
metabolici del corpo,
il
processo di nascita, di progresso e di declino delle civiltà, fino ad arrivare
a quelli di evoluzione
oppure
di involuzione interiore.
Tutto
è in movimento, se una cosa non evolve, necessariamente involverà, sarà
costretta a
degenerare.
Tutti i processi, nessuno escluso, sono determinati dalla legge dell’ottava.
Tutto ciò è
l’effetto
chiaro e diretto degli intervalli o rallentamenti nello sviluppo delle
vibrazioni.
Che
cosa precisamente succede al momento del rallentamento delle vibrazioni?
Avviene una
deviazione
dalla direzione originale. L’ottava comincia nella direzione indicata dalla
freccia.
Ma
una deviazione ha luogo tra mi e fa; la linea cominciata al do cambia
direzione:
e
attraverso fa, sol, la e si, essa discende con un certo angolo rispetto alla
sua direzione originale,
indicata
dalle prime tre note. Tra si e do, come già detto, si trova il secondo
intervallo, una nuova
deviazione,
un altro cambiamento di direzione.
Ad
ogni ottava, la deviazione è più accentuata, in modo che la linea delle ottave
arriva a formare un
semicerchio
e procede in una direzione opposta alla direzione originaria.
Nel
suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle
vibrazioni, può ritornare
alla
sua direzione primitiva e quindi formare un cerchio completo.
In
questi intervalli i processi subiscono un rallentamento notevole e non possono
proseguire senza
un
aiuto dall’esterno. Tutti gli altri punti del processo possono proseguire
grazie all’aiuto dei
semitoni
(tasti neri), mentre nei due punti dove la progressione subisce il
rallentamento più notevole
e
mancano i semitoni, il percorso non può proseguire senza un aiuto esterno,
senza l’intervento di
un’ottava
laterale che intersecando quei punti aiuta il Mi a passare a Fa, e il Si a
passare a Do.
Che
significano questi punti di rallentamento? La formula rivelata da questa legge mostra
che tutti i
fenomeni
che avvengono nell’universo necessitano di un aiuto esterno (chiamato shock
addizionale)
per
potersi sviluppare completamente, altrimenti nei punti tra Mi e Fa, e tra Si e
Do, avvengono
delle
deviazioni nella linea originaria, e in questo modo, il processo deviando
continuamente, si
ritrova
a procedere nella direzione opposta a quella iniziale.
Dirò
di più: l’intervento esterno necessario è diverso che si tratti del primo punto
di interruzione o
del
secondo. Nel caso del secondo, bisogna che l’aiuto sia volontario, cioè un atto
cosciente da parte
nostra.
E’ quindi chiaro che è grazie a questi punti d’interruzione che i vari processi
nell’universo
vengono
connessi fra loro. Viceversa, questi stessi punti d’interruzione o di rallentamento
delle
vibrazioni,
se non vengono colmati, determinano la non riuscita di un procedimento
qualsiasi, come
accade
sovente nella nostra vita.
Potremmo
aggiungere che questo stesso principio è contenuto nel pensiero di Giovan
Battista Vico
e
dei suoi corsi e ricorsi storici. A livello personale, tuttavia, possiamo
cercare di imparare a
riconoscere
i momenti degli intervalli in tutti i percorsi della nostra attività, e a
creare gli ‘choc
addizionali’;
in altre parole, possiamo imparare ad applicare alle proprie attività il metodo
di cui si
servono
le forze cosmiche nel crearli ogni volta che essi sono necessari.
E’
indispensabile, a questo punto, realizzare che per mezzo della legge del sette
è possibile
comprendere
l’unità di ogni cosa, l’unità nella molteplicità, e che questo ci riporta
inevitabilmente
al
concetto dell’identità fra microcosmo e macrocosmo, fra alto e basso, per “fare
il miracolo della
cosa
una”.
La
legge del sette, attraverso il principio di scala già citato, ci fa capire come
i percorsi ascendenti e
discendenti,
evolutivi ed involutivi, inevitabilmente ci portino al concetto di Logos come
principio
creativo
e affrancamento dai limiti del mondo materiale, e attraverso questo al fatto
che, se
lavoriamo
correttamente su di noi, abbiamo la possibilità di diventare Maestri di noi
stessi, di
scegliere
la direzione del nostro cammino. Un uomo che non può controllare se stesso,
ossia il corso
delle
cose dentro di sé, non può controllare niente.
Ed
ecco che possiamo, senza entrare troppo in particolari, sottolineare il nesso
fra la ritualità
massonica
e la progressione delle note nell’ottava. DO – RE – MI, e qui troviamo la prima
“interruzione”,
il primo cambio di direzione. Cosa accade? Un grande cambiamento nel cammino
interiore
e latomistico.
Ecco
il FA, quindi il SOL, una nota rappresentativa della quinta, e posteriormente
il traghettamento
da
un tono ad un altro.
Il
SOL è la dominante della scala maggiore di Do, è il secondo naturale armonico
dopo l’ottava, è la
nota
che anticamente era l’iniziale del verso SOLve polluti, e proseguiva con LAbii
reatum, per
concludere
con Sancte Johannes, da un inno a San Giovanni utilizzato da Guido d’Arezzo nel
XII
secolo.
Tradotto, tralasciando i versetti precedenti, che potete trovare comodamente su
internet: “…
Cancella
il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne”. Dal SOL dunque, ci
spostiamo
ancora,
verso il LA.
Il
LA era una nota base nel sistema modale, in uso in Europa sin dai tempi
dell’Antica Grecia e
rimasto
in vigore fino all’adozione dell’attuale sistema tonale. Inoltre il La di
diapason, che
corrisponde
al La della terza ottava del pianoforte, ha un’altezza riproducibile da tutti
gli strumenti
e
voci umane.
Ed
ecco che sul LA, nuovamente, avviene un altro passaggio. Poco prima del DO a
conclusione
dell’ottava,
ecco di nuovo il salto dopo il SI, rappresentativo di altri momenti importanti,
in senso
allegorico
e metafisico. Se però fisicamente esiste il cambio di direzione che segue il
grafico, nella
crescita
interiore dobbiamo porre in atto una forza che tenga il cammino in linea
diretta
ascensionale,
quella a cui tendiamo procedendo nel percorso latomistico, quella della scala
sognata
da
Giacobbe, dove salivano e scendevano gli angeli. 72 scalini, un numero multiplo
di 8, un numero
simbolico
usato in molteplici testi antichi ed iniziatici, un numero che si ottiene
moltiplicando per
tre
il nostro regolo, diviso in 24 segmenti.
D’altra
parte, Pitagora stesso diceva: «Tutto è numero».
Mi
preme fare un ulteriore appunto sull’entrata rituale, e sul perché nel Rito
Scozzese Antico e
Accettato,
a differenza che nel Rito Francese, il primo passo viene fatto con il piede
sinistro. La
spiegazione,
che ritroviamo anche nei testi “classici” è che il Massone in realtà poggia sul
piede
destro,
considerato attivo, della Ragione, ma avanza con il sinistro, che è quello
dell’Intuizione.
Questo
perché la ragione serve solo come base d’appoggio nel cammino iniziatico,
mentre quello
che
consente di progredire è l’intuito, il quale, tuttavia, senza una solida base
razionale, sarebbe
poco
più che fantasticheria.
Anche
le statue degli dei egizi, così come i kouroi ellenici, quando sono
rappresentati in piedi,
hanno
spesso il piede sinistro in avanti, come se stessero iniziando a camminare.
L’esistenza dei
passi
nei vari gradi è giustificata dalla necessità di evidenziare il cammino
dell’iniziato da
Occidente
verso Oriente, e quindi verso la luce.
Concludendo,
tutto questo per ribadire che se sappiamo bene, come sosteneva Guénon, che il
Tempio
è la rappresentazione del Cosmo, vi sono leggi fisiche a dimostrarcelo, leggi
antiche quanto
l’uomo,
che gli uomini saggi appartenenti alla notte dei tempi conoscevano già.
Teniamo
dunque presente che il Quadrilungo contiene dimensioni che ci provengono dalla
Geometria
Sacra, e ci ricorda la legge degli opposti, mentre la Volta Stellata ci
rammenta che
l’energia
scorre intorno a noi e dentro di noi. Nessun gesto del rito è casuale.
BIBLIOGRAFIA
Gurdjieff
e i segreti di Belzebù - Egidio Maria Bruno Presta
La
spiritualità dei numeri sacri - Palamidessi
Teoria
musicale - Scale e intervalli - Sonia Cannas
I
simboli massonici disvelati: Inedite speculazioni - Paolo Enrico de Faveri
www.satyasvara.com