Ordini Cavallereschi Crucesignati

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sabato 14 giugno 2008

LA POLIZIA MUNICIPALE DI BARI FESTEGGIA I 144° DELLA FONDAZIONE

RELAZIONE DELLE ATTIVITA’ SVOLTE DAL CORPO DELLA POLIZIA MUNCIPALE NELL’ANNO 2007 di Pietro Vitale

Il Comandante: Col. Stefano DONATI

Autorita’, gentili ospiti, cari agenti, oggi qui schierati, stiamo celebrando il 144° anniversario della fondazione del Corpo:
Quest’anno, per la prima volta, la ricorrenza della fondazione è stata scissa dalla festività religiosa di San Sebastiano, patrono delle Polizie Municipali d’Italia, allineandoci così ai principali Corpi di Polizia Municipale ed agli altri Corpi dello Stato.
Questa innovazione ci deve ricordare ancora di più l’impegno ad onorare l’antica tradizione che abbiamo ereditato, indossando questa uniforme.
Mi sto rivolgendo in modo particolare ai nuovi agenti, i quali, non ostante il poco tempo trascorso dalla assunzione, già stanno affrontando in pieno gli oneri e le difficoltà di questo lavoro.
A loro ricordo perciò di credere sempre e fortissimamente in quello che stanno facendo, senza mai farsi scoraggiare dalle avversità, spesso sesquipedali, che incontra chi ha il compito di far rispettare agli altri le minute regole della convivenza urbana.
A voi, a tutta la polizia municipale italiana, manca soltanto una cosa, un ordinamento che sia coerente con la funzione di polizia che già quotidianamente svolgete al fianco delle altre forze dell’ordine dello Stato.
Non è possibile che, non ostante tutte le dichiarazioni di intenti, tutti i proclami, alla polizia municipale non sia ancora consentito, per esempio, di collegarsi alla banca dati del Ministero degli Interni per sapere se, durante un controllo stradale, chi gli sta di fronte sia un soggetto pericoloso o magari un ricercato.
Per questo motivo, anche a Bari, oggi, chiediamo al Governo ed al Parlamento Italiano di approvare la legge di riforma della polizia municipale.
Così come chiediamo alla Regione Puglia di fare altrettanto, recuperando quel ruolo di primazia nella legislazione regionale in materia di Polizia Locale, che le è appartenuto nel passato.
All’ Amministrazione Comunale chiediamo invece di continuare a stare vicina e ad investire nel Corpo di polizia municipale, così come ha fatto fino ad ora, e di questo voglio ringraziare il Sindaco ed il Vicesindaco, assessore alla polizia municipale.
Sotto il profilo del personale, voglio ricordare l’assunzione di 91 agenti dall’inizio dell’anno ad oggi che, sostituendo tempestivamente gli agenti collocati a riposo e quelli passati nei ruoli amministrativi del Comune per inidoneità fisica, hanno consentito al Corpo di rinnovarsi e nello stesso tempo di mantenere intatta la propria forza organica.
E’ pur vero che il Corpo di Bari rimane molto al di sotto della media dimensionale dei corpi delle altre città metropolitane, ma in parte questo è tradizionalmente compensato dalla particolare laboriosità che caratterizza questa città, ed in parte anche dall’eccellente impostazione data al corpo da tutti i Comandanti che mi hanno preceduto, e che in questa occasione desidero ringraziare pubblicamente ( vedo tra l’altro nel palco degli ospiti il Col. Cavallo).
Sotto il profilo delle dotazioni strumentali voglio ricordare che il parco veicolare è stato incrementato con l’acquisto di 85 tra autovetture e motocicli, che gli uffici sono stati dotati di altri 32 personal computer, che sono stati acquistati 150 apparati radio, 2 misuratori di velocità, 10 etilometri, 60 macchine fotografiche digitali ( tutti gli ufficiali ne sono dotati), 48 telecamere collegate con la sala operativa, e molto altro materiale ed attrezzature, che non è necessario ora elencare, per un investimento totale di oltre 3.600.000,00 €.
Il Comando ha potuto organizzare una intensa e qualificata attività di formazione e aggiornamento professionale, che ha interessato ufficiali, agenti e personale amministrativo, oltre che nelle tradizionali materie giuridiche di competenza, anche nelle tecniche operative di polizia, nelle tecniche di comunicazione col cittadino, nell’uso delle tecnologie informatiche.
Numerosi ufficiali ed agenti hanno potuto anche partecipare a corsi esterni ed a convegni di natura professionale.
L’attività formativa è stata così ampia rispetto al passato che, ad un certo punto, seppure indispensabile, è stato necessario porvi un limite, non senza qualche giustificato disappunto del personale, per le lamentele dei cittadini a causa dell’assenza temporanea dal territorio delle pattuglie impegnate nei corsi.
E’ infatti stupefacente e difficilmente giustificabile quanto i cittadini siano esigenti ed inflessibili con la polizia municipale.
Un costante e proficuo dialogo è stato mantenuto tra Comando e organizzazioni sindacali, che ringrazio per il contributo costruttivo che forniscono alle difficili scelte che ogni giorno devo operare.
La inevitabile presenza di momenti di duro contrasto non ha impedito di raggiungere e stipulare oltre 30 accordi migliorativi per il personale, ma perfettamente compatibili con le esigenze di efficacia dell’azione del Corpo.
Tra tanti ricordo la calendarizzazione preventiva dei turni serali e notturni, il riconoscimento di un incentivo economico per il servizio notturno, l’estensione del diritto al buono pasto, l’orario di lavoro articolato su 6 ore giornaliere con recupero in giornate di riposo, l’introduzione di un coefficiente di anzianità per l’esenzione del lavoro notturno, l’eliminazione dell’orario 08,40-14,30 e la riduzione dell’orario 18,30-24,00.
La festa del Corpo è tradizionalmente l’occasione per fare il bilancio dei risultati conseguiti nell’anno precedente; non mi sottrarrò a questa tradizione ma mi limiterò alle cifre utili a lumeggiare alcuni aspetti peculiari dell’attività svolta.
Per quanto concerne le attività svolte in via esclusiva dalla Polizia Municipale, il maggior sforzo è stato espresso nei servizi di viabilità, in particolare, al fine di migliorare lo scorrimento del traffico veicolare cittadino. Per fronteggiare il cospicuo pendolarismo giornaliero le nostre pattuglie hanno presidiato quotidianamente, negli orari di afflusso e di deflusso, sia la mattina che il pomeriggio, oltre 20 (venti) incroci strategici.
Questa presenza sistematica è risultata indispensabile per rimediare almeno in parte, all’intralcio rappresentato dai 210 (duecentodieci) impianti semaforici, molti dei quali obsoleti, storicamente installati sul territorio cittadino, numero opportunamente non incrementato dall’amministrazione negli ultimi anni, ma che dovrà essere al più presto ridotto per lasciare spazio alle minirotatorie, che oltre a liberare la Polizia Municipale da tali gravosi servizi agevolano grandemente la fluidità del traffico e riducono di circa un terzo il numero degli incidenti stradali.
Negli stessi orari, al mattino, gli agenti della Polizia Municipale hanno svolto servizio di viabilità nelle strade antistanti oltre 70 (settanta) edifici scolastici cercando di far conciliare la sicurezza degli alunni con la fluidità del traffico.
Funzionale allo scorrimento veicolare è stata anche la diuturna opera di contrasto alla sosta in doppia fila, esperita sia lungo gli assi che nelle vie del centro cittadino. Una impegnativa e dispendiosa opera di presenza e di prevenzione nelle zone più interessate dal fenomeno, ha consentito, da un lato, di contenere il numero dei verbali elevati per tali infrazioni (circa 13.500) e dall’altro, di indurre un progressivo cambiamento di consolidate e abitudinarie modalità di spostamento dei cittadini.. Ciò ha determinato finalmente un pieno utilizzo dei parcheggi di scambio ed un timido inizio nell’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’autovettura.
L’opera svolta dal Corpo per migliorare la vivibilità delle strade cittadine, nella prospettiva di poter realizzare anche nella nostra città i livelli qualitativi raggiunti nelle più progredite realtà italiane ed europee, è simbolicamente rappresentate anche dall’eccezionale impegno espresso per contrastare l’odioso fenomeno della sosta abusiva di fronte agli scivoli e nei posteggi riservati ai disabili (circa 7.000 sanzioni) con 1.200 rimozioni forzate. Grazie a tale eccezionale attenzione verso questi utenti deboli, a tutela dei quali il Comando ha ipotizzato anche la denuncia per violenza privata, nei confronti di coloro i quali ne impediscono la libertà di movimento, i parcheggi ad essi riservati, vengono oggi sostanzialmente rispettati. Purtroppo però la minaccia ai loro sacrosanti diritti proviene da comportamenti più subdoli rispetto alla semplice sosta selvaggia. Mi riferisco alla falsificazione dei permessi per disabili od all’uso improprio degli stessi. Contro queste condotte poste in essere con stupefacente superficialità da persone di ogni condizione sociale, culturale e professionale, che non riescono a rendersi conto della gravità degli illeciti commessi e delle relative conseguenze penali, il Corpo ha svolto e svolge ogni giorno una capillare azione repressiva. La Procura della Repubblica ha poi dato un seguito a tale lavoro indirizzandolo verso indagini più approfondite che mirano a ricercare e ad eliminare alla radice tutte le possibili cause di questa magmatica proliferazione di permessi.
Un altro campo di azione nel quale si è impegnato il Corpo attiene alla repressione delle condotte di guida che inficiano la sicurezza della strada (circa 19.000 sanzioni tra limiti di velocità, cinture di sicurezza, casco, semaforo rosso, telefono cellulare, guida in stato di ebbrezza, ecc.).
I punti tolti dalla patente sono stati complessivamente 71.163.
Tutte le pattuglie notturne sono state dotate di etilometro.
Le pattuglie della Polizia Municipale hanno rilevato e svolto le indagini su 4915 incidenti stradali, dei quali 16 mortali. Complessivamente il numero degli incidenti stradali si è ridotto nel 2007 del 15% circa rispetto agli anni precedenti, speriamo anche grazie ai controlli della Polizia Municipale.
In materia di viabilità il Comando ha organizzato e gestito (dall’ordinanza, alla segnaletica temporanea, ed ai servizi di regolazione del traffico) 850 (ottocentocinquanta) manifestazioni sportive, politiche e culturali realizzate sulle strade cittadine, spesso comportanti la chiusura di interi quartieri, e quasi una lotta corpo a corpo con gli automobilisti, che non intendono subire alcun tipo di limitazione nella loro libertà di circolazione.
Le pattuglie in divisa ed in abiti civili, che sorvegliano le strade ed i giardini pubblici per far rispettare le norme igienico-sanitarie, hanno rilevato n. 700 verbali a carico dei cittadini per la mancata raccolta delle deiezioni canine e per l’abbandono o l’irregolare conferimento dei rifiuti.
Una costante attività di repressione della vendita ambulante abusiva è stata compiuta sia nel centro cittadino che sui lungomari, dove viene svolta nei giorni festivi. Attualmente il fenomeno è stato totalmente eliminato dalla centralissima Piazza Umberto dove si era concentrato.
Un fenomeno che ha impegnato quasi quotidianamente gli agenti della squadra annonaria è quello dei parcheggiatori abusivi, rispetto ai quali gli strumenti giuridici di contrasto attualmente previsti dal codice della strada, per quanto inaspriti nel 2003, sono ancora inadeguati per cui è stato spesso necessario procedere al sequestro penale ed alla nomina di custode giudiziario del parcheggiatore. Ciò non ha però evitato che la reiterazione della condotta avvenisse in altra strada cittadina. Complessivamente sono stati sanzionati o denunciati all’Autorità Giudiziaria 104 (centoquattro) parcheggiatori abusivi.
Una costante azione di controllo e repressione è stata posta in essere dalle pattuglie della Polizia Municipale, ed in particolare da quelle della squadra di Polizia Giudiziaria, nei limiti consentiti dalla legge, poiché la questua semplice risulta una attività del tutto legittima, nei confronti dei c.d. lavavetri o mendicanti agli incroci cittadini.
In particolare sono stati denunciati, dopo lunghi appostamenti e pedinamenti, alcuni nomadi che utilizzavano i bambini per l’accattonaggio. Probabilmente per la prima volta in Italia la Procura dei Minori di Bari ha poi tolto i bambini ai loro sedicenti genitori.
Dopo queste operazioni le presenze agli incroci cittadini sono venute meno, fatti salvi alcuni sporadici tentativi di ritorno, prontamente rintuzzati dalle nostre pattuglie.
Una intensa attività è stata esperita dal Corpo contro le occupazioni abusive degli alloggi comunali e degli alloggi IACP, scientificamente perpetrate di sera, di notte o nei giorni festivi, quando il numero delle pattuglie in servizio risulta ridotto.
Ciò pone quasi sempre gli agenti di Polizia Municipale, intervenuti sul luogo dell’occupazione, in situazioni di gravissima difficoltà, dovendo agire, con tutte le cautele richieste dall’ ordinamento, contro persone apparentemente deboli, normalmente giovani donne in gravidanza o con bambini in tenera età, sotto la pressione intimidatoria di folti gruppi di parenti e amici, formalmente non partecipanti all’occupazione, ma che di fatto pongono sotto assedio le nostre pattuglie. Gli occupanti denunciati per i reati di invasione abusiva, danneggiamento aggravato e, spesso, resistenza a pubblico ufficiale, nel corso dell’anno sono stati 107 (centosette). Gli alloggi immediatamente liberati sono stati 30 mentre 4 sono stati sgombrati successivamente con Polizia di Stato e Carabinieri, sotto il coordinamento del Questore e del Prefetto.
Durante il turno notturno l’attività delle 5 pattuglie che il Comando riesce ad assicurare alla città è stata precipuamente rivolta a contrastare il disturbo della quiete pubblica, con particolare riferimento ai pub ed ai locali notturni. All’uopo alcune strade della città vecchia, tra cui via Palazzo di città, sono state stabilmente ed indefettibilmente presidiate per prevenire e bloccare sul nascere ogni violazione dell’ordinanza sindacale che ha disciplinato gli orari e le modalità dei trattenimenti musicali.
Ciò non è stato però sufficiente e, nel corso dell’anno, nella sola Città Vecchia 18 titolari di locali sono stati denunciati per disturbo alla quiete pubblica e per altri reati connessi, 45 sono stati sanzionati amministrativamente e 3 sono stati sequestrati e pertanto chiusi per un certo periodo di tempo.
Oltre alle attività di propria specifica competenza e, compatibilmente con tali priorità, il Corpo, presidiando capillarmente il territorio con pattuglie appiedate, ciclomontate e motociclistiche, ha collaborato con le altre Forze di Polizia al mantenimento della sicurezza cittadina: 12 persone sono state arrestate nella flagranza del reato nel corso del 2007 e 15 nei primi tre mesi di quest’anno.
Per questa attività e per tutte le altre, non meno importanti od impegnative, svolte dal corpo voglio ringraziare tutti gli agenti, gli istruttori e gli ufficiali, gli impiegati ed i funzionari amministrativi del Corpo, nonché i loro familiari, che subiscono quanto loro o forse più di loro lo stress indotto da questo lavoro.
Voglio ringraziare anche i 3 dirigenti del Corpo, il Col. D’Alonzo, il Col. Cucurachi ed il dr. Partipilo, che mi assistono e mi coadiuvano in ogni mia scelta.
Voglio altresì ricordare e ringraziare, per l’opera umile e gravosa, che svolgono quotidianamente, gli ausiliari della sosta, dipendenti privati che svolgono una funzione pubblica, sotto il coordinamento dei nostri ufficiali e l’associazione pensionati della polizia municipale che partecipa con il proprio gonfalone alla cerimonia.
Sento il dovere di ringraziare altresì anche le istituzioni che dall’esterno agevolano e sostengono costantemente la nostra attività.
Mi riferisco in primis alla procura della Repubblica di Bari, che assiste ed asseconda costantemente le nostre iniziative giuridiche, e la nostra azione di contrasto anche alle più piccole illegalità.
Mi riferisco altresì al Signor Prefetto, dr. Carlo Schilardi, che con sapiente opera di coordinamento, da sempre rilievo e sostegno a tutte le polizie municipali della provincia.
Voglio inoltre ringraziare Il Questore, dr. Speranza, Il Comandante provinciale dei Carabinieri, Col. Cavallo e della Guardia di Finanza, Col. Carrarini per la fraterna, leale e proficua collaborazione instaurata col Corpo della polizia municipale in tantissime occasioni ed eventi.
Devo ricordare in particolare che l’organizzazione di questa cerimonia è stata possibile grazie all’attività addestrativa svolta da ufficiali e sottufficiali della legione Allievi della Guardia di Finanza e per questo voglio ringraziare il Comandante generale ed il ten. Col. Acquaviva ed alla assistenza logistica, oltreché al supporto della fanfara, della III^ regione Aerea, ringrazio dunque il Comandante Generale Gargini.
Un ringraziamento particolare voglio esprimere al Questore ed al dirigente della squadra mobile, dr. Liguori, per il sostegno e la collaborazione prestata nella ricerca dei responsabili della grave aggressione perpetrata ai danni delle nostre pattuglie nel quartiere Carrassi.
Consentitemi a questo punto di concludere con triplice evviva, che ricorda a tutti noi il dettato del nuovo articolo 114 della Costituzione, secondo cui “ La repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle città Metropolitane e dallo stato.”
Viva la Repubblica Italiana.
Viva il Comune di Bari.
Viva la Polizia Municipale


Encomi al personale distintosi in particolari operazioni di servizio.

Istruttore Coordinatore RANIERI Benedetto
Encomio con la seguente Motivazione:
Visti due giovani perpetrare il furto di una borsa all’interno di un’auto, ancorché fuori servizio e disarmato, e con la propria consorte a bordo del veicolo, si lanciava prontamente all’inseguimento dei due malfattori riuscendo dopo un lungo inseguimento, conclusosi con lo scontro fisico, a recuperare la refurtiva ed a restituirla alla legittima proprietaria.

AgentE TOTARO Nicola (all’epoca dei fatti in servizio a tempo determinato unitamente all’agente MANFREDI Cataldo attualmente in servizio in altra sede).
Encomio con la seguente Motivazione:

Comandati in servizio di viabilità davanti alla scuola elementare Balilla, alla vista di veicoli dell’Arma dei Carabinieri all’inseguimento di uno sconosciuto in fuga, si lanciavano anch’essi all’inseguimento, ancorché a piedi e disarmati, venendo poco dopo circondati e selvaggiamente aggrediti da una moltitudine di giovani che parteggiavano per il malfattore. Nonostante la disparità di forze li affrontavano con sprezzo del pericolo opponendosi con tanto vigore da farli disperdere, limitando in tal modo i danni fisici subiti.

Agenti ANGIULI Arcangela e ASCANIO Stefania.
Encomio con la seguente Motivazione:

Vista una autovettura procedere con traiettoria incerta e contromano ad altissima velocità in zona residenziale, si lanciavano all’inseguimento, benché in orario notturno e disarmate riuscendo a raggiungere ed a bloccare il veicolo e, dopo uno scontro fisico, ad arrestare il conducente.

Agenti VIRGILIO Roberto e BONAVOGLIA Biagio.
Encomio con la seguente Motivazione:

Durante il servizio al Mercato di Via Nicolai, visto un giovane che, a piedi si avvicinava ad una anziana signora e le strappava dalle mani un portamonete raggiungendo poco distante un complice che lo attendeva a bordo di un ciclomotore, si ponevano immediatamente all’inseguimento dei due malfattori e, raggiuntili dopo un centinaio di metri, dopo una violenta colluttazione, li arrestavano entrambi.

Agenti MARTELLINI Addolorata e CARBONARA Teresa.
Encomio con la seguente Motivazione:

Nonostante fossero impegnate in Via Piccinni nel servizio di viabilità, riuscivano a notare all’interno di un autobus in transito, un passeggero che stava aggredendo con schiaffi e pugni il conducente. Prontamente intervenute, sedavano la colluttazione e poi si lanciavano all’inseguimento del passeggero, in fuga dal mezzo pubblico, col quale affrontavano una violenta colluttazione.

Agente NANNA Michele.
Encomio con la seguente Motivazione:

in seguito ad articolate indagini, disposte dalla Magistratura, consistite in appostamenti, travestimenti, riprese cine/fotografiche, hanno accertato e documentato un grave fenomeno di maltrattamento di minori utilizzati da genitori per l’accattonaggio agli incroci cittadini, anche tenendo nascosta ai registri di Stato Civile la loro esistenza.

TEN. TENERELLI Celestino,Istruttore Coordinatore LO VERDE Antonio e Agente LAZAZZARA Maria Grazia.
Encomio con la seguente Motivazione:

attraverso articolate indagini, disposte dalla Magistratura, consistite in appostamenti, travestimenti, riprese cine/fotografiche, consentivano l’arresto di un genitore accusato di riduzione in schiavitù dei due figli minori, alle cui spalle viveva, costringendoli tutti i giorni a mendicare agli incroci cittadini.

Agente PALMISANO Vito.
Encomio con la seguente Motivazione:

dopo aver appreso il fatto durante il proprio turno di servizio in Sala Operativa svolgeva da solo e di propria iniziativa, svolgeva un’accurata indagine che consentiva l’identificazione del responsabile di un incidente stradale, fuggito senza prestare soccorso alle persone ferite.

Istruttore Coordinatore MILONE Mario e Agente MANZARI Michele.
Encomio con la seguente Motivazione:

Perlustrando le vie cittadine a bordo dell’auto di servizio, notavano che il conducente di una autovettura, non rispettando la segnaletica di STOP, creava pericolo alla circolazione stradale. Intimato l’Alt , operavano un lungo inseguimento del veicolo, datosi alla fuga, costringendo infine i tre occupanti ad abbandonare l’auto nel tentativo di dileguarsi a piedi. Raggiuntili riuscivano a bloccarli e a trarli tutti in arresto. Nel corso dell’operazione veniva recuperata una ingente quantità di refurtiva, tra cui una pistola ed una spada con lama da 70 cm., frutto di attività criminale portata a termine in Regioni limitrofe.

Istruttore Coordinatore GERNONE Bernardino
Encomio con la seguente Motivazione:

Comandato in servizio con il mezzo nautico in dotazione al Corpo per assistenza ai nuotatori accortosi che uno di essi era in grave difficoltà e ormai semi cosciente, non indugiava a tuffarsi in acqua per soccorrerlo, riuscendo infine a trarlo in salvo.


AGENTE MASSARI Vincenzo
ENCOMIO CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE

Benché fuori servizi ed in abiti civili, notato un giovane armeggiare con fare sospetto su un ciclomotore in sosta, con il chiaro intento di sottrarlo al legittimo proprietario, nonostante fosse solo e disarmato, si opponeva sino all’arrivi di altre forze di Polizia e congiuntamente alle stesse, si poneva all’inseguimento del ladro e provvedeva a bloccarlo e a trarlo un arresto.

ISTRUTTORI Coordinatori CAFAGNA Vito e NANOCCHIO Luciano, AGENTI CRAMAROSSA Nicoletta e CAZZORLA Anna Maria
ENCOMIO CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE

in seguito ad articolate indagini, consistite in appostamenti, accertamenti d’iniziativa, hanno accertato una grave truffa consistita nel tentativo di trasformare una occupazione abusiva di alloggio pubblico, durante il quale l’autrice (una donna appartenente ad una nota famiglia malavitosa) aveva perso un dito, in un falso incidente stradale, per ottenere il risarcimento del danno

mercoledì 11 giugno 2008

CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE DI BARI

Comunicato Stampa
Per la ricorrenza del 144° anniversario della fondazione del Corpo della Polizia Municipale di Bari che si terrà sabato 14 giugno, con schieramento in parata dei reparti e cerimonia in Piazza Libertà alle ore 11.00, alcuni commercianti hanno voluto esternare la loro partecipazione alla festa del Corpo esponendo nelle loro vetrine le divise del Corpo di Polizia Municipale.
Tale simpatica esposizione è un vero segno di attaccamento dei baresi al Corpo della Polizia Municipale di Bari.

LA POLIZIA MUNICIPALE COMUNICA
Bari 70126 – Via P. Aquilino n. 3 –
Comandante Tel. 080 - 5773411
Ufficio Stampa Tel. 080 – 5773404/54 Fax 080- 5775412
Responsabile Ufficio Stampa Dr. Stefano PICCIRILLI
e-mail: ufficiourp.poliziamunicipale@comune.bari.it
n. 144-08

lunedì 9 giugno 2008

GLORIOSA COMMENDA TEMPLARE "ALESSANDRO AMARELLI"

Atti del Convegno-Castello di Scilla (R.C.) introduzione:
Dott. Emilio Attinà

"Il soldato ha la gloria, il monaco il riposo.
Il Templare abiura l'uno e raltro.
Riunisce ciò che le due vie hanno di più duro: il pericolo e l'astinenza.
La grande questione del Medio Evo
fu per lungo tempo la guerra santa, la Crociata;
l'ideale della Crociata sembrava compiuto nell'Ordine del Tempio.
Era la Crociata divenuta fissa e permanente"
Michelet.
Signore, signori innanzi tutto mi è doveroso porgere un saluto alle autorità che hanno consentito la realizzazione di questo convegno.
Un saluto di ringraziamento va al Sig. Sindaco, al vice sindaco e ai Sigg. Assessori preposti, del Comune di Scilla che hanno concesso l'uso del castello di Scilla dando modo di armonizzare le nostre discussioni in una cornice veramente degna dell' ordine cavalleresco.
Un ringraziamento và al Capitolo Reghion di Reggia Calabria, al Concilio dei Massoni Criptici di Reggia Calabria "Enzo di Vece" e alla Gran Commenda dei Cavalieri d'Italia, unico Ordine Cavalleresco qua­lificato e riconosciuto dal Grande Oriente d'Italia, che con il loro sup­porto hanno fatto sì che anche a Reggia Calabria sorgesse una Commenda di Cavalieri Templari, a tutela dell'immagine dei Cavalieri Templari dalla moltitudine di miscredenti millantatori e falsificatori dell'Ordine Cavalleresco, la Commenda "Alessandro Amarelli" della quale mi onoro esserne un fondatore.
Parlando di Cavalieri Templari subito la nostra mente inizia un viag­gio immaginario che ci porta indietro nel tempo, infatti, è inevitabile non pensare alle loro vesta fatte solo di una tunica bianca con al centro una croce rossa, alle crociate alle difese del tempio in Gerusalemme e a tutto ciò che attraverso la storia ci è stato tramandato.
Tanti furono gli appellativi che furono dati ai Cavalieri:

"poveri soldati di Cristo, a sottolioneare la loro sottomissione cristiana e soprattutto il loro voto di castità; Soldati di Dio e del Tempio di Salomone; Monaci soldati che marciavano al grido di "Dio lo Vuole"; tanti altri...I riti iniziatici che i Templari eseguivano erano volti particolarmente al controllo e alla trasmissione della energia vitale di quella forza che è ognuno di noi e che deve essere trasmessa ad altri. Di questi concetti i Templari vennero a conoscenza durante la loro permanenza in Terra Santa anche se tali concetti erano già presenti in occidente. Questa tecnica di controllo della energia vitale alla quale fece ricorso Jacques De Molay per affrontare le fiamme del rogo senza il minimo segno di debolezza o cedimento di dolore. La mistica tedesca Hildegardn von Bingen ne parla in termini ciriditas, richiamandosi al verde della natura come immagine più semplice della vita nel pieno vigore. Tra gli storici e gli studiosi il Templarismo era il termine con il quale si identificavano associazioni o gruppi vincolati ala segreto. Esse erano a carattere attivo ossia concretamente eseistenti e quotidianamente presenti a diverso livello politico sociale e religioso, nel 1700 tali formazioni diedere vita alla Massoneria e si autoproclamarono eredi spirituali del Cavalieri Templari. SI appropriarono di una tradizione che oggi è giunta Noi che gelosamente custodiamo

domenica 8 giugno 2008

L' UNUCI DI BARI-PATTUGLIA "MURGIA 2008"

di Giuseppe CIANCIOLA
Cari Colleghi ,
Sabato , 07 Giugno 2008 , a prima ora , una delegazione della Sezione Unuci di Bari , guidata dal Gen.Mansi , in compagnia dei colleghi Gentile , Balacco , Laudicina , Zizzo e Cianciola , è partita alla volta di Cassano Murge dove questo autunno si svolgerà la Gara di Pattuglia “Murgia 2008” .
L’attività originariamente prevista in questo periodo è stata successivamente posticipata per permettere una organizzazione più rispondente alle esigenze operative , visto che si tratta della prima esperienza , per noi , nella Foresta Mercadante a Cassano Murge , dopo varie edizioni della Gara di Pattuglia “Murgia” svolte ad Altamura .
Primo obbiettivo il contatto con il Comando del Corpo Forestale all’interno della Foresta Mercadante , sotto la cui giurisdizione rientra la competenza .

Qui abbiamo trovato la massima disponibilità e collaborazione , grazie anche e soprattutto alla presenza di Celestino Balacco in servizio presso il Comando Regionale del C.F.S. di Bari .
Il percorso della gara , abbozzato a tavolino , ha trovato il conforto degli esperti che si sono offerti di accompagnarci nella ricognizione dello stesso . Lungo il percorso ci sono una serie di masserie abbandonate che si offrono allo svolgimento delle varie attività : a noi il compito di scegliere l’attività più idonea da svolgere sul posto.
L’esperienza accumulata in questi anni di girovagare per l’Italia fra gare di pattuglia ci ha consentito di inquadrare in breve tempo e in maniera univoca le varie prove da effettuare.
Il percorso , letteralmente mozzafiato , sia per la natura circostante sia per una serie di salite , in parte passa per il Percorso Natura , in parte per il Percorso Ginnico, si svolge completamente all’interno del Parco.
Con questa ricognizione , si sono volute tracciare le Linee guida della Gara , ma c’è ancora spazio per tutti , anzi c’è bisogno per consentire un regolare svolgimento delle prove , della partecipazione di tutti , sia come attivatori , sia come Giudici di gara . Per cui adesso più che mai partecipate Numerosi !
Intanto come vanno le prove per la gara di Pistola e Carabina?
Comunque vada , partecipate ugualmente nel nome della goliardia e del piacere che ci circonda quando stiamo insieme.
Un Saluto , Giuseppe Cianciola

L'ARABA FENICE ERA SEMPRE MASCHIO...

Dott.ssa Carlotta Vitale
scrittrice
Il *“Palazzuolo”
Bisceglie - Bari

Spicca il suo volo l’uccello di fuoco, a simboleggiare lo spirito puro di RA, il sole che sorge e sempre da se stesso risorge: è così che dispiega le sue fantastiche ali nel cielo d’Egitto, l’Araba Fenice.
Credo sia a dir poco superfluo evidenziare il possente valore simbolico della figura della Fenice, ed altrettanto è ovvio che lo scopo di questo breve scritto è quello di soltanto accennare a ciò che essa rappresenta, infatti per approfondirne i risvolti esoterici ma anche filosofici e religiosi servirebbero più e più libri.
In realtà queste poche righe vogliono essere un omaggio a ciò che oggi sorge dalle sue stesse ceneri, ceneri che, però, così come nel simbolo della mirabile leggenda, ugualmente nella realtà che oggi, fratelli miei, stiamo vivendo, non rappresentano precedente distruzione o sofferenza ma solo gioiosa nascita e possente motore di rigenerazione.
E poiché questa breve tavola oggi, con licenza dei saggi dell’Officina, più emozione che dottrina vuol richiamare, io credo sia gradito ascoltare ancora della leggenda dell’Araba Fenice.
Essa era mirabile creatura, anzi esso poiché la Fenice era sempre maschio, e generatore di se stesso.
Ma, almeno nella mia visione, forse, più che maschio, esso o essa è simbolo dell’androginismo cosmico, dal momento che viene associata anche a Venere (non la Dea ma il pianeta) oltre che al sole Ra Arakte; ed infatti Venere stessa era appellata, come "stella della nave del Bennu-Asar".
Si narra che la Fenice viveva in prossimità di una sorgente d'acqua fresca, all'interno di una piccola oasi nel deserto d'Arabia, da qui il suo appellativo di Araba che, detto per inciso, le è stato del tutto erroneamente attribuito da Erodoto.
Dimorava dunque la Fenice in luogo appartato, nascosto ed introvabile, a tutti occulto, lontano e vicino ad un tempo, è facile riconoscere il cammino del VITRIOL, che conduce in luogo nascosto ed appartato, lontano perché non facile da raggiungere, ma vicino perché posto nell’interiorità di noi stessi ed in questo luogo la splendente luce dell’uccello sacro della Fenice che è l’anima divina stessa.
Ogni mattina, all'alba, Bennu, la Fenice bagnava lo splendido e dorato piumaggio nell'acqua e cantava una canzone così meravigliosa ed armoniosa che il dio del sole Ra Arakte arrestava la sua barca per ascoltarla: è la voce dell’Io che divinamente richiama le armonie celesti dell’infinito, quelle armonie che occulte e conosciute ad un tempo, reggono i meccanismi mirabili del microcosmo e del macrocosmo.
Talvolta la Fenice placava il suo volo posandosi sulla pietra “ben-ben”: l'obelisco all'interno del santuario della città di Heliopolis (la città del sole, la biblica On) di cui era l'uccello sacro.
Il Bennu, lo spirito sacro di RA, cioè la Fenice si dice che abbia creato sé stesso dal fuoco che ardeva sulla sommità del sacro salice di Heliopolis.
Proprio come il Sole, che è sempre lo stesso e risorge solo dopo che il sole "precedente" è tramontato, di Fenice ne esisteva sempre un unico esemplare per volta, essa/esso era dunque la creatura più solitaria del mondo, priva di compagno Maestra di se stessa e come ente autogenerato simbolo stesso del Divino.
La mirabile creatura dunque era "semper eadem": sempre la medesima, sempre se stessa ma sempre se stessa rinnovata.
Proprio come noi, Figli della Vedova, siamo o dovremmo essere, ad ogni nuovo nostro risorgere, ad ogni progressivo compiersi dell’opera di levigatura della grezza pietra.

Questo costante autorigenerarsi scavando la coscienza dell’Io profondo ci fa essere ciascuno per se stesso Fenice dell’Io.
Il meraviglioso canto della Divina Creatura, però, annunziava anche la sua morte.
Ma di morte apparente si tratta: un dramma “non-dramma”, il concretarsi di un evento cosmico, attraverso una rappresentazione sacrale dell’esistere ciclico e ripetitivo, una commedia di natura eonica come il batter del ciglio di Brahma.
Dopo aver vissuto per 500 anni (secondo altri 540, 900, 1000, 1461/ 1468, o addirittura 12954/ 12994), la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte.
Per mistero da conservare, più che per pudore di nascondere un evento che non triste ma gioioso si rivelava, essa si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma.
Qui accatastava ramoscelli di mirto, di incenso e sandalo, di legno di cedro, di cannella, spigonardo, e mirra e delle più pregiate piante balsamiche come narra Ovidio.
Con esse, le stesse che rappresentavano il suo cibo in vita, intrecciava un nido a forma di uovo — grande quanto era in grado di trasportarlo (altro meraviglioso potere attribuito alla Fenice era la capacità di sollevare grandi pesi in volo), e provava e riprovava a sollevarlo ed ogni volta che vi riusciva ne accresceva la dimensione fino a renderlo tale da non essere da se stessa sollevabile.
Ciò, è evidente, simboleggia la ricerca del limite massimo del proprio volo, di quel limite oltre il quale il corpo mistico di cui si è composti non è più utile alla prosecuzione e necessita di nuova nascita e trasfigurazione: è il passaggio di grado iniziatico che anche nella Libera Muratoria è così rilevante come tutti sappiamo.

Compiuta l’opera di costruzione del nido (come non pensare al nostro Tempio mai completo che si crea e ricrea negli antichi riti Massonici dove ogni volta all’aperto era tracciato il perimetro sacro e ogni volta lo si cancellava) la Fenice vi si adagiava, e restava in placida attesa che i raggi del sole l'incendiassero.
Così, senza sofferenza, giacché non di morte si trattava ma di trasfigurazione, si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza, mentre a causa della cannella e della mirra che bruciano, la morte della Fenice era accompagnata da inebriante profumo.
Dal cumulo di cenere emergeva poi un piccolo uovo, che i raggi solari, proiezione del Bennu stesso ormai trasfigurato, quindi motore della propria autorinascita, facevano crescere rapidamente fino a schiudersi perché da esso sorgesse la nuova Fenice, anzi risorgesse l’unica Fenice sempre eadem ma dotata di nuova ed accresciuta forza.
Ciò avveniva nell'arco di tre giorni, dopodiché la nuova Fenice, giovane e potente, volava ad Heliopolis e si posava sopra l'albero sacro, «cantando così divinamente da incantare lo stesso Ra»: il ritorno della nuova Fenice annunciava, per le miserie umane, un nuovo periodo di ricchezza e fertilità.
Essa era considerata la manifestazione di Osiride risorto, tanto che spesso era raffigurata posata sul Salice, albero sacro appunto ad Osiride.
Per questa stessa ragione venne riconosciuta quale personificazione della forza vitale, e — come narra il mito egizio della creazione — fu la prima forma di vita ad apparire sulla collina primordiale che, all'origine dei tempi, sorse dal caos acquatico; dalla gola della Fenice giunse il soffio della vita che è il Suono Divino, la Musica, appunto il suo meraviglioso canto armonia di tutti gli Universi: tale soffio animò il dio Shu primigenio creatore e separatore del cielo e della terra.
E tanto era importante per gli Egizi che le dedicarono ben quattro piramidi:
· quella di Cheope, presso Giza, detta "dove il sole sorge e tramonta";
· ad Abusir, Sahure, "splendente come lo spirito Fenice";
· Neferikare, "dello spirito Fenice";
· Reneferef, "divina come gli spiriti Fenice".

Queste sono le essenziali linee del mito, quello egizio intendo, dato che molto si è detto sulla Fenice presso i Greci, e molto ancora nella letteratura latina e romanza.
Né meno importante è il richiamo del mito della Fenice che si rinviene nel mistero della risurrezione cristica, e nell’intero esoterismo tanto occidentale che, pure, orientale (in Cina, appena pochi anni orsono -2004- si son rinvenute anfore con la sua rappresentazione risalenti a 7.400 anni orsono).
La Fenice è una delle manifestazioni del sole tanto che una tarda grafia geroglifica del nome di Osiride è costituita da un occhio e uno scettro. Ed è proprio l'occhio della Fenice che, inteso come l'illuminazione consapevole di Osiride che rinascendo incarna il rinnovamento ciclico degli astri, è intrinseco alla fiamma del periodo solstiziale.
Né mancano i riscontri religiosi e filosofici della sua figura: ad Heliopolis essa era anche considerata come il nuovo profeta/messia che "distruggeva" gli antichi testi sacri per far risorgere una nuova Religione dai resti della precedente: impossibile non riconoscere immediatamente in questo attributo il volto di Cristo quasi profeticamente preannunciato.
Ed infatti, immancabilmente nel “Fisiologo”, il primo “bestiario” cristiano si legge: ….l'uccello prende l'aspetto del nostro Salvatore, che scendendo dal cielo, riempì le sue ali dei dolcissimi odori del Nuovo e dell'Antico Testamento, come egli stesso disse: «Non sono venuto ad eliminare la legge, ma ad adempierla». E di nuovo: «Così sarà ogni scrittore dotto nel regno dei cieli, offrendo rose nuove ed antiche dal suo tesoro»
Simbolo della Sapienza Divina, la Fenice è identificata, anche a causa del periodo di maturazione della nuova se stessa (tre giorni), con la resurrezione di Cristo.
Ad un così potente compendio di esoterismo nascosto nel piumaggio d’oro della Fenice non poteva non ”strizzare l’occhio” anche la dottrina alchemica che riconosce nel sacro uccello di fuoco il culmine stesso del cammino eziologico alchemico: gli Alchimisti chiamano infatti Fenice la Pietra Filosofale.
Ma nella propria rigenerazione la Fenice, ha anche un suo aspetto distruttore: essa viene a liberare il mondo dal male rappresentato dai parassiti, che nascosti nelle sue ali muoiono quando le batte sulle fiamme …bruciandoli col Fuoco Spirituale.
In questo specifico aspetto ed in particolare in questo gesto si rinviene anche dell’animismo dedotto dall’osservazione della natura.
Infatti davvero alcuni grandi rapaci battono le ali presso il fuoco degli incendi per liberarle dai parassiti (non con la fiamma ovviamente ma con il fumo).
Il mito della Fenice è dunque il compendio stesso dell’esistenza umana e spirituale, ed inevitabilmente, come sempre accade quando un simbolo esprime una realtà ancestrale dello spirito dell’Uomo, figure assai simili si ritrovano in praticamente tutte le culture.
Non possiamo dilungarci ancora: ricordiamo soltanto Quetzalcoatl, dio uccello di fuoco (o serpente piumato) dell'America del Nord (Messico), che aveva il dono di morire e risorgere; grande sovrano e portatore di civiltà.
Ma molto altro emerge dall’analisi del Libro Dei Morti egizio dal quale si può anche evincere che la Fenice simboleggia tra l’altro anche la processione degli equinozi e l’aureo 1,618.
Sulla simbologia racchiusa nel sacro uccello si potrebbe dissertare per giorni, ma tra tutti i giorni buoni per la curiosità e la per la conoscenza, non è forse questo il più adatto.
Oggi infatti deve esser giorno di giubilo e gioia: ogni nuovo tempio che si eleva alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, ogni nuova colonna che si innalza, infatti, nasce dalla rigenerazione della gemmazione e rigenerandosi ricrea se stessa.

Oggi di nuovo è nata, tornando da se stessa, la Fenice.

E poiché la gioia e l’emozione subito si fa poesia chiudo ricordando ciò che il Poeta dice nel XXIV canto dell’Inferno

Che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo appressa
erba né biada in sua vita non pasce,
ma sol d'incenso lacrima e d'amomo,
e nardo e mirra son l'ultime fasce.

Tratto dai quaderni di Serenamente-Direttore Alberto Vacca