Ordini Cavallereschi Crucesignati

Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.

giovedì 4 ottobre 2007

www.priorato-osf-to.it

Preg.mo Sig CAV.UFF. PIETRO DOTT. VITALE, chiedo scusa per il disturbo arrecatoLe.Mi chiamo Alfredo MULE' e Le scrivo da Torino. Ho avuto modo di consultare il Suo Blog sugli "Ordini Cavallereschi Crucesignati". Sono il presidente di una Associazione Cavalleresca caritatevole e come tale non abbiamo fini di lucro, per ogni ulteriore dettaglio La rimando al nostro sito: www.priorato-osf-to.it

Mi permetto di disturbarLa con questa mia, per chiederLe se fosse possibile pubblicare sul Suo sito la mia Poesia scritta in onore di tutti i miei Cavalieri e Dame e dello Spirito Cavalleresco. In attesa di un Suo riscontro in merito, La ringrazio anticipatamente della collaborazione che vorrà offrirmi. Con le espressioni del più deferente ossequio, mi sottoscrivoIl Priore del Piemonte Alfredo MULE'.

Preghiera

Signore Noi ti preghiamo affinché il definirci “Cavalieri” ci aiuti ad essere una presenza sicura a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera.
Aiutaci nel nostro essere Cavalieri e Dame a trovare la forza di donare la speranza a chi incontriamo e la fiducia, pregando il Signore, affinché ci illumini tutti dal buio e ci arricchisca con la Sua povertà.
Esaudisci o Signore, le nostre Preghiere, benedici questa spada, della quale questi tuoi servi desiderano cingersi, degnati di Benedirli con la destra della tua Maestà, affinché essi possano essere difensori dei più abbietti.
Prendiamo l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito Santo, Sposo di Maria, una spada fiammeggiante che si trasforma in torcia splendente per illuminare il cammino degli uomini verso un'alba foriera di pace, fratellanza, amore e sapere.
Combattiamo e preghiamo in ogni tempo, con ogni forma d’orazione e di supplica, per mezzo dello Spirito Santo.
Voglia il Nostro amato San Venanzio Fortunato farci incedere sempre a testa alta con la fierezza e l´onore di vero e fiero Cavaliere!
Possiamo portare onore alle Ns. famiglie, fama e gloria al Ns. Ordine!

Il Priore del Piemonte
Alfredo MULE’

mercoledì 3 ottobre 2007

Giuro di essere fedele...

...Alla Repubblica Italiana.

Nella piazza d’armi della caserma “M.O.V.C. V.Brig, A. De Falco – Fin. Sc. A. Sottile”, sede del Comando Legione Allievi della Guardia di Finanza di Bari, alla presenza del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Roberto Speciale, il 21/ aprile 2007 alle ore 10.00, si è svolta la Cerimonia di Giuramento Solenne di fedeltà alla Repubblica degli allievi Finanzieri, del 7° Corso “M.O.V.M. App. F. Meattini”

(Meattini Francesco, nato a Cortona (Ar), Appuntato terra del 6° Battaglione Guardia di Finanzia, decorato di Medaglia d’Oro al V.M. (alla memoria) – R.D. 2 – 4 – 1943 – con la seguente motivazione: “”Capo quadra fucilieri di un distaccamento della Regia Guardia di Finanza aggredito da preponderanti bande ribelli, che avevano circondato la caserma ed incendiato fabbricati vicini, animava la difesa col suo contegno freddo, energico e risoluto. Ferito una prima volta, rifiutava ogni soccorso, continuando ad incitare i superstiti ed a sparare sugli assalitori. Ferito altre due volte mentre la caserma era già in fiamme ed i camerati quasi tutti caduti, persisteva tenacemente nell’impari lotta. Esaurite le cartucce, si raccoglieva un attimo per baciare la fotografia dei suoi cari, quindi, prese alcune bombe a mano e toltane la sicurezza, se le metteva nelle tasche e da una finestra saltava sugli avversari inferociti dall’asprezza della lotta, seminandovi con il proprio sacrificio strage e distruzione. Fulgido esempio di sublime sacrificio””. Berane (Montenegro), 18 luglio 1941).

Hanno presenziato altresì all’evento le più alte Gerarchie del Corpo e le massime Autorità militari e civili. Nella propria allocuzione, il Comandante Generale della Guardia di Finanza ha sottolineato il gesto da poco compiuto dagli allievi. Ha detto il Gen. C.A. Roberto Speciale “il giuramento ha carattere vincolante fondato sull’onore. Coloro cui sono affidate determinate funzioni pubbliche devono giurare di adempirle con disciplina ed onore”. Per i finanzieri, ha precisato l’Autorità di Vertice, il giuramento è proprio “fulcro dell’etica della professione militare, sintesi di quei valori e di quelle virtù che devono contraddistinguere il nostro stato: Patria, Disciplina, Onore, Fedeltà, Obbedienza, Orgoglio di appartenenza, Coraggio, Spirito di sacrificio e Responsabilità, nonché faro della vostra vita, così come lo è stato per i militari fino ai nostri giorni. Vi sosterrà nelle vostre decisioni, nel vostro agire e fortificherà la vostra coscienza”.

Il Comandante della Legione, Gen. B. Francesco Petraroli, invece, nel suo intervento durante la Cerimonia, si è soffermato sull’arruolamento nel Corpo come una scelta di vita. Una scelta di vita che comporta il rispetto e il far rispettare le regole e la condivisione spontanea dei valori tipici dell’Etica militare. Riprendendo un vecchio detto popolare “I figli dei figli sona la corona dei vecchi e i padri son la gloria dei figli”. Il Gen Petraroli ha posto l’accento sul fatto che gli allievi finanzieri che da oggi entrano a tutti gli effetti a far parte delle Fiamme Gialle.”sono la risorsa più preziosa che deve donare prestigio al Corpo”. Nel contempo, ha aggiunto, il Corpo deve essere per gli allievi “motivo di orgoglio e di gioia. Al termine della sua allocuzione, al cospetto delle Bandiere d’Istituto ed alla presenza delle massime Autorità, il Comandante della Legione Allievi, ha pronunciato la formula del rito di giuramento:

“Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana, di osservare la Costituzione e le leggi e di adempiere con la disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”.
Sotto lo sguardo trepidante dei propri familiari e dei congiunti arrivati da tutte le parti d’italia.
La cerimonia è stata deliziata da una dimostrazione di agilità e obbedienza, nonché la simulazione di interventi operativi eseguita da unità Cinofile della Sezione Cinoagonistica del Corpo.
L’intero settore addestrativo Cinofilo fa capo al Corso Addestramento ed allevamento Cani alla sede di Castiglione del Lago (Pg). Il Reperto si occupa della selezione delle linee di sangue, riproduzione ed allevamento in proprio, ricerca scientifica sulla riabilitazione motoria e collaborazioni universitarie costituiscono pecularietà esclusive del Corpo, che consentono anche produzioni canine mirate, non riscontrabili per caratteristiche specifiche di adeguatezza sul libero mercato; un corpo istruttori di altissimo livello, che ha riscosso nel tempo i maggiori allori nelle competizioni nazionali ed internazionale, garantisce le migliori prestazioni delle unità cinofile del Corpo nei settori antidroga, antiterrorismo, antisommossa, antivalanga e di ricerca di superficie.
Il centro è conosciuto in Italia e all’estero. Nel corso della manifestazione finalizzata soprattutto a dimostrazioni di agilità e obbedienza, nonché per la simulazione di interventi operativi; l’inseguimento di un’auto che non si ferma all’alt della pattuglia, la prontezza di un cane nel saltare sull’auto per bloccare e disarmare il conducente della vettura, non è stato che una piccola prova del livello di avanzato addestramento dimostrato dalle unità della sezione cinoagonistica. Al centro, che ha sede a Castiglione del Lago fin dagli anni cinquanta, sono ospitati più di 180 cani, perlopiù pastori tedeschi, gli ordini degli addestratori ai cani sono impartiti in tedesco, per la brevità della lingua.

COSEDITEATROEMUSICA

Il 19 aprile 2006,ore 19.00, presso il teatro “Francesco Stabile” in Potenza, sì tenuta una rappresentazione teatrale. Sarà presentata la prima del “Comic Lab” Show Bazar in conclusione del Comic Lab l’officina della comicità.

Un'attrice barese nel progetto: “Comic Lab”


Il “Comic Lab” è un progetto realizzato dal direttore della s.rl. potentina Cosediteatroemusica, di Dino Quaratino, con la direzione artistica di Serena Dandini direttrice del Teatro “l’Ambra Jovinelli” di Roma. Il corso ha avuto il suo inizio il 3 ottobre 2005 presso il teatro Potentino “Francesco Stabile”, settecentesco contenitore che svetta in pieno centro storico della città, sia per lezioni, sia per le rappresentazioni previste durante l’intera durata del corso e vede coinvolti 20 attori per la maggior parte del Centro e dal Sud Italia, le sei ragazze e i quattordici ragazzi, hanno iniziato il corso il 3 ottobre 2005, che si conclude appunto oggi il 19/aprile 2006, (tra cui l’attrice e autrice di teatro barese la Dott.ssa Carlotta Vitale, così riferisce da una intervista al nostro corrispondente stampa del il “Palazzuolo: “questa esperienza mi interessa molto potermi confrontare con la scrittura comica., come attrice e anche come autrice. Credo quindi in questo senso che il Comic Lab sarà per me un’esperienza preziosa per affinare le mie capacità d’espressione”.) che arriveranno allo spettacolo di chiusura con testi e personaggi propri, ossia scritti da loro, con la supervisione di autori televisivi e di due registi milanesi, che ne cureranno la messa in scena.

Come dicevo il giorno 19/04/2006 e precedentemente annunciato, alle ore 20,00 presso il Teatro “Francesco Stabile” di Potenza alla presenza delle Autorità Civili, Militari e Religiose, si è svolta la manifestazione di fine corso e “l’inaugurazione” della futura Compagnia Teatrale che probabilmente circuiterà in tutta la Basilicata. Perché la Basilicata? E’ una sfida, per valorizzare un territorio che da sempre vive di agricoltura e di un po’ di turismo, distante dai grandi circuiti accesi dai canonici colossi del teatro. In Lucania chi ci arriva in mancanza di aeroporto, non è sempre cosa semplice, d’inverno specialmente, nei teatri trova platee gremite e pubblico entusiasta e trova anche le Istituzioni sensibili al fascino della cultura e dell’intrattenimento. Il progetto realizzato con il supporto finanziario del Fondo Sociale Europeo, si pone sicuramente in sintonia con la nuova frontiera delle pratiche formative, riconoscere ed accettare e sviluppare i tanti talenti individuali piuttosto che omogeneizzare le competenze e i risultati d'apprendimento di coloro che aderiscono al percorso formativo. Come sappiamo la comicità porta spontaneamente al riso, che può essere contagioso, ovviamente come la musica accomuna tutti gli uomini, indipendentemente dalle razze e culture di appartenenza, è un comportamento culturale che attiene a sostrati psicologici e antropologici nel profondo dell’animus, in conclusione il “riso” potrebbe essere una cerniera e un ottimo collante per avvicinare uomini e popolazione di ogni latitudine e longitudine. Forse dev’essere tutto questo che provoca il carattere sensibile, tenace e volitivo dell’essere artisti assieme alla novità delle idee dei giovani corsisti.


Gli attori e le attrici 20 in tutti impegnati durante il corso dovranno sostenere un esame per come dire per il passaggio in “ruolo”, infatti, tra Essi saranno selezionati gli artisti che costituiranno una compagnia stabile presso il Teatro di Potenza.

La nascita del progetto “Comic Lab”, tutto è incominciato quando è stata ufficializzata la notizia che il 1° giugno 2005, con una conferenza stampa si sarebbe presentato ufficialmente il bando di “reclutamento” e partecipazione alla selezione per essere ammessi al nascituro progetto. Nella Sala dell’Arco Palazzo di Città di Potenza, alla presenza delle massime Autorità: il Sindaco Ing. Vito Santarsiero, l’Assessore regionale alla Cultura e Formazione Dott. Carlo Chiurazzi, e dei proff. Claudio Fois e Marcella Crivelletti, che sarebbero diventati poi rispettivamente coordinatore didattico e coordinatore delle attività del “Comic Lab”, i giornalisti, i curiosi.

Il Comic Lab Show è uno spettacolo interamente scritto ed interpretato dai 20 ragazzi del corso. I docenti che li hanno seguiti la scuola, con tanto di parte teorica e parte pratica, suddivisa in 1041 ore di lezioni, rivolta ad aspiranti attori o autori del teatro comico scambiandosi di settimana in settimana lo scettro in cattedra e sul palco, si sono limitati a coordinare, raddrizzare il tiro dei testi, della sequenza delle battute e dei quadri scenici. Un quadro colorato di personaggi grotteschi e surreali che prendono in giro gli usi e i costumi sociali: un viaggio lungo sei mesi dentro i magici meccanismi della comicità. Un percorso che ha accomunato le esperienze di venti ragazzi provenienti da tutta Italia. Un viaggio che è appena iniziato…. Auguri ragazzi!!!

Con gli Attori della Comic Lab

... tutto esaurito.

La compagnia del Comic Lab festival, è con questo titolo che apre la IX rassegna di cabaret della comicità, presso il Teatro Don Bosco di Potenza, dal 18 gennaio all’8 marzo 2007.
Gli eventi sono stai organizzati dagli ottimi e creativi collaboratori della Comic Lab di Potenza, e sono, amministratore unico: Dino Quaratino; amministrazione: Maria Carlucci; pubbliche relazioni: Donatella Romaniello; gestione biglietterie: Antonio Barbalinardo; marketing & comunicazione: Davide D’Andrea; veste grafica: Carlotta Vitale; produzione e distribuzione: Cose di teatro e musica s.r.l. Con i Patrocini della Regione Basilicata (Dipartimento Formazione Lavoro) Cultura e Sport; il Comune di Potenza; la Provincia di Potenza e l’ARDSU (Az. Reg. per il diritto allo studio Universitario).

Il programma è iniziato il 18 gennaio con la satira esilarante di Max e Bruno che i due comici hanno portato sul palcoscenico un nuovo scoppiettante spettacolo: “I fichi D’india” (il Condominio). “…i due comici sono stati infatti i custodi d’eccezione, oltre che inquilini, di un palazzo farsesco, anche se per certi aspetti drammaticamente realistico, in un caleidoscopio vorticoso di personaggi da loro stessi impersonati con l’usuale coinvolgente ritmo e maestria…”

L’8 febbraio, alla ribalta, si è esibito Luca Medici, alias Checco Zalone…, “e se non avrei fatto il cantante”… “neomelodico” (e non solo) proveniente dal laboratorio Zeling di Bari, ha cominciato ad unire la propria naturale simpatia al talento musicale vero e proprio. Il Medici è recentemente approdato al palco di Zeling Off (seconda serata) – Canale 5), è musicista di razza, caratterista raffinato dalla comicità spontanea. Campione insuperabile di risate prodotto dal laboratorio Zelig di Bari, ha incominciato ad unire la propria naturale simpatia al talento musicale vero e proprio. Un personaggio che oseremmo dire “tipico”, fatto di “trasparenza” ed “ingenuità”; lui non fa Checco Zalone lui è Checco Zalone.

Mentre dal 19 al 23 in scena la “Ricotta & COmicLab (officina della Comicità), di Peter Shaffer e la regia di Umberto Kovacevich. Con gli attori: Antonio Centola, Beppe Centola, Mario Ierace, Carlotta Vitale, Raffaella Aliano, Carmen Trioano, Mimmo Conte e Dino Filippo. La commedia (Black Comedy) di Shaffer è ambientata in Inghilterra nella città di Londra…”Shaffer fa mancare la corrente in un appartamento dove un giovane scultore spiantato e la sua fidanzata snob aspettando la visita del padre di lei, che dovrebbe dare il consenso al matrimonio e quella di un ricchissimo collezionista tedesco, che potrebbe fare la fortuna del giovane artista. Per rendere più accogliente l’appartamento i due hanno preso in prestito dal vicino, un antiquario partito per il weekend, mobili e soprammobili preziosi. Nel buio piombano in casa: l’antiquario, una vicina alcolizzata, una vecchia fiamma battagliera che bisogna occultare alla nuova fidanzata ed infine, atteso come Godot, arriva il vero miliardario. La commedia di Shaffer è una ben congegnata pochade, con le persone sbagliate che non dovrebbero incontrarsi, e che invece si incontrano nel momento sbagliato tra equivoci, tormenti e scambi di identità. Ma la vera trovata, che innesca meccanismi comici irresistibili, è il buio nel quale si muovono i personaggi, che invece noi vediamo “brancolare” in una luce accecante. E’ inutile commentare che all’interno del Teatro Don Bosco, (con i suoi seicento posti) luogo in cui si sono avvicendati gli eventi, le scene della Black Comedy, sono state la più “gettonate” e seguite da un pubblico eterogeneo e, molti spettatori sono rimasti purtroppo in piedi.

Chiude la rassegna l’8 marzo Giorgio Pannariello, con la torna dal vivo in teatro con man show: “Faccio il mio meglio”. Un recital che raccoglie il meglio del suo repertorio recente: dai suoi irresistibili monologhi dove sfiora in maniera sarcastica la satira sociale e affronta in maniera comica, con il suo inconfondibile stile, i vizi dell’uomo nella quotidianità. Uno spettacolo comico, con il grande ritmo che ha sempre caratterizzato gli spettacoli di Pannariello, senza trascurare un pennellata di poesia.

Il leggendario Leo Di Caprio.

Dal “Titanic” S.O. S. ai Iions americani

Leo Di Caprio dal “Titanic” lancia un’altro S.O.S., questa volta, parrebbe, alle Organizzazioni no profit e i LIONS d’America, in jeans e maglietta indossa quelli di ecologista-ambientalista. Dalla città romana impegnato a presentare due cortometraggi (nei suoi piani non quello di fare il regista ma l’intenzione di trasmettere, al mondo e ai giovani quel senso di rispetto per il pianeta al quale, ha uniformato la sua vita e di cui si fa portavoce in giro per il mondo, se qualche volta capitasse a Bari, i Lions del luogo potrebbero invitarlo per tenere una conferenza sull’ambiente e chiedergli quale panacea adotterebbe …)
sull’effetto serra che portano la sua firma :”Global Warming”, come il riscaldamento del pianeta compromette la sopravvivenza di tutto il sistema, e “Water Planet”: le drammatiche condizioni di carenza d’acqua in cui versano intere popolazioni a fronte dell’utilizzo smodato che ne fanno i Paesi industrializzati. Che il trentenne hollywoodiano Di Caprio idolo delle ragazzine avesse a cuore le sorti del pianeta mi fa ben sperare, i Lions americani non si sono accorti di avere in casa un probabile concorrente esperto per i Service. Infatti l’attore denuncia i paesi e punta il dito contro l’America stessa, indicandola come il Paese che inquina e consuma di più e a rischio sono i nostri figli. “L’ambiente è sempre stata una mia passione “ racconta, durante l’incontro romano, i due brevi documentari che ho prodotto - ha spiegato - sono la base di partenza per un film previsto per il prossimo anno che si chiamerà ‘L’Undicesima Ora. Dal titolo potete immaginare amici Lions che il mondo, secondo il giovane attore-regista, si trova davvero allo scadere del tempo massimo, per cercare di risolvere i problemi ambientali il film dovrebbe raccogliere gli interventi di scienziati, politici, premi Nobel e…I Lions di tutto il mondo.. Meditate amici Lions meditate.

Chi è Leo Di Caprio?

La leggenda narra che il piccolo Leo, ancora in grembo della mamma, cominciò a scalcitare come un disperato quando questa, in visita agli Uffizi, si trovò di fronte ad un dipinto di Leonardo da Vinci. Per questo episodio e per amore dell’arte che ha origini lontanissime che gli consentì di prendere il nome del grande artista toscano. Nato a Los Angeles l’11 novembre del 1974 da due vecchi hippy: George (italoamericano editore specializzato in fumetti underground) e Irmalin (tedesca). Dopo la separazione dei genitori, avvenuta quando aveva all’incirca 1 anno, si trasferì con la mamma nei sobborghi di Los Angeles. Dallo spirito irrequieto e poco interessato alla scuola, il piccolo Leo a 5 anni partecipa al suo programma televisivo preferito: Romper room, ma viene buttato fuori per il suo comportamento scorretto. Dopo qualche tempo comincia ad avvicinarsi al mondo dello spettacolo recitando diversi spot pubblicitari e partecipando a qualche serie tv tra cui “Genitori in blue jeans”. Studia al “Center for Enriched Studies” e si diploma alla “John Marshall High School” continuando a coltivare il suo amore per il palcoscenico. La prima apparizione sul tanto agognato grande schermo arriva con “Critters 3”. Il ragazzo ha talento e lo dimostra. All’inizio degli anni 90 riceve la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista per l’interpretazione del fratello ritardato di Johnny Depp in “Buon compleanno Mr. Grape”. Gli interventi al fianco di grandi nomi del cinema continuano. Dopo il successo di “Titanic” nel 1997 viene scelto come una delle 50 persone più belle del mondo e si piazza al 75° posto della classifica dei 100 migliori attori di tutti i tempi pubblicata dalla rivista inglese “Empire”. Bene, a questo punto credo che le massime Autorità d’America dei LIONS Internanational, dovrebbero nominare il giovane Leo (ambientalista-attore-regista-ecologista) della massima onorificenza Lionistica, oltre che Lions d’Onore..

I Cavalieri del Fuoco

Presso il Comando Provinciale dei Vigili dei Fuoco di Bari/Mungivacca, Il 27 ottobre 2006 alle ore 19.00, si è tenuta la conferenza stampa alla presenza del sottosegretario agli Interni con delega all’Antincendio On. Ettore ROSATO.

L’On. ROSATO era accompagnato dal Prefetto di Bari Dott. SCHILARDI, dall’ing. Giovanni MICUNCO Comandante Provinciale e dall’ing. Alessandro VOLPINI Direttore Regionale. Il sottosegretario dopo aver risposto alle domande dei giornalisti (tra cui il vicedirettore del “Palazzuolo”), ha voluto incontrare in assemblea tutto il personale in servizio quella sera in caserma e le Organizzazioni Sindacali di categoria

Si è discusso anche sulle gravi carenze dell’organico che il Comando Provinciale deve affrontare ogni qualvolta si presenti la dinamica delle turnazioni di tutto il personale. Come ha dichiarato durante l’incontro il sottosegretario: ultimamente ci sono state domande di 900 pensionamenti del personale sia amministrativo che operativo del Corpo dei VV.FF., con le assunzioni in tutta Italia, di solo 50 unità in sostituzione (dei 900) da parte degli Organi competenti dello Stato italiano. Il sottosegretario ha promesso inoltre a tutto il personale di attendere il varo della finanziaria con la speranza per poter intervenire alle gravi situazioni di carenza di organico che attanagliano il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Puglia.

Il Comando Provinciale di Bari dei VV.FF. agisce su un territorio complesso e molto dinamico di una superficie di 5.139 Kmq. Che richiederebbe la presenza di più postazioni distaccate e che spesso comporta tempi d’intervento che vanno oltre i prescritti 20 minuti, senza contare alla lunghezza della costa di circa 120 Km. Con porti mercantili e passeggeri fra i più importanti e strategici d’Italia che costituiscono, insieme alle fiere campionarie, una porta verso l’Est europeo, ed alla presenza abitativa con una popolazione di circa 1.600.00 persone, in 48 grandi agglomerati urbani, territorio con rischi di tipo sismico, geologico e alluvionale, rischi antropico legato alle varie attività artigianali e industriali, comprese il buon numero di attività rischi d’incidenti e l’aeroporto internazionale di recente costruzione e riqualificazione alla massima categoria ICAO.

Attraverso il suo comandante l’ing. Giovanni MICUNCO il Comando Prov. effettua circa 1500 interventi nel corso dell’anno, con a disposizione un organico operativo di circa 500 unità diviso in quattro turni di servizio: una sede centrale, due sedi distaccate cittadine e quattro sedi periferiche presso le città di Barletta, Altamura, Putignano e Molfetta, ancora, una sede portuale con un nucleo sommozzatori e un’altra aeroportuale con annesso il nucleo elicotteristi.
Per quanto attiene alle problematiche del personale operativo (continua il Comandante MICUNCO) in primo luogo si consideri l’organico disponibile presso i distaccamenti in ragione di 7 unità permanente per turno, che risulta spesso al di sotto del minimo operativo. Infatti, nei distaccamenti, le sedi poste a presidio di vasti territori, e sull’organico previsto sono assenti (per sette turni su otto), con continuità: un’unità per salto programmato e un’unità in congedo ordinario. Resterebbero in servizio solo cinque unità permanenti che costituiscono il minimo operativo per squadra, ma di fatto, tale minimo operativo è per lo più teorico, infatti, alle assenze di personale operativo di cui sopra, si aggiungono con costante assiduità, ulteriori carenze per la fruizione dei diritti riconosciuti: congedo straordinario e parenterale, missioni brevi e lunghe per le varie attività d’Istituto, frequenze di corsi di formazione (attività di esterna rilevanza), permessi vari (studio, politici, sindacali, assistenza portatori di handicap, maternità, ecc.), assenze (malattia, donazione sangue, legge 104, C.M.O. ecc), distacchi temporanei presso altre sedi per l’art. 35 del CCNL.

Tali assenze, oltre a determinare una significativa riduzione della capacità operativa in seno alla Sede Centrale, provocano una inaccettabile movimentazione di autovetture di servizio con un considerevole aggravio di pericoli e di spese. La situazione, ormai cronicizzata, è dato riscontrarla ormai dappertutto e si ritiene costituisca un problema di carattere generale, meritevole di una particolare attenzione e di una definitiva soluzione, come l’elevazione ad otto unità per turno della dotazione organica dei soli distaccamenti periferici riconducibili alla tipologia “D1”, ovvero attingere da fondi per il richiamo in straordinario di personale libero della stessa sede con l’organico carente.


A questo punto urgono fasi d’intervento (ha spiegato il Comandante Ing. Giovanni MICUNCO), come il potenziamento della capacità di risposta alle richieste di soccorso degli utenti in termini generali che deve necessariamente passare dall’incremento dell’organico del personale alle nuove Sedi di servizio, all’ammodernamento del parco mezzi, oltre alla fase primaria dell’adeguamento fondi. Inoltre, la semplificazione delle procedure di gestione amministrative e una revisione della regolamentazione di alcune tematiche.

Infine, la Redazione de il “Palazzuolo” augura, al Comandante Prov. MICUNCO, che attraverso le Istituzioni competenti, la difficile situazione d’emergenza possa rientrare al più presto in seno il Comando Provinciale Centrale dei VV.FF. di Puglia.

Scuola Allievi Finanzieri

Il Comandante Generale B. Filippo RITONDALE ha voluto invitarmi in occasione della Celebrazione del Centenario della istituzione del Reparto Legione Allievi G. di F., manifestazione che ha avuto luogo a Bari, sabato 15 luglio 2006, alle ore 10.00 in Piazza d’armi caserma “M.O.V.C. Vb.“A. De Falco –Fin. Sc. A Sottile”, alla presenza del Gen. C.A. Roberto SPECIALE – Comandante Generale della Guardia di Finanza e delle massime autorità militari, civili e religiose della Regione Puglia e della Città di Bari.

Nel Corso di questa Cerimonia, il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Roberto SPECIALE, procederà alla scopertura della stele votiva in onore dei caduti. La stele, realizzata dal noto artista barese Mario Colonna, già Direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bari, è adornata da mosaico, della dimensione di metri 3.80 di altezza e di metri 1.70 di larghezza, con tessere vitree veneziane ed ori.

Il motivo del mosaico richiama le montagne ed il mare, simboli identificativi della missione della Legione Allievi e il volume, rappresenta la salvaguardia della Legalità, e reca gli estremi identificativi della norma istitutiva della Legione Allievi.
Nella parte inferiore, una targa di pietra con lettere incise, riporta la dedica “La Legione Allievi a ricordo dei suoi figli caduti”.

Nel corrente anno infatti, ricorre il primo centenario della istituzione della Legione Allievi della Guardia di Finanza, istituto di istruzione delle “Fiamme Gialle” deputato alla formazione dei finanzieri del contingente di mare, del contingente ordinario e del comparto alpestre.

Nel corso della Cerimonia hanno preso parte oltre alle Ass. combattentistiche e del “Nastro Azzurro” Delegazione di Bari, ad un suggestivo corteo storico in uniforme dell’epoca le cui origini risalgono al 5 ottobre 1774, allorché venne costituita la “Legione Truppe Leggere”, per volere del Re di Sardegna, Vittorio Amedeo III, come Corpo Speciale per il servizio di vigilanza finanziaria sui confini, oltre che per difesa militare.
Compiuta l’unificazione d’Italia, nel 1862 venne istituito il “Corpo delle Guardie Doganali”. Con la legge 8 aprile 1881, n. 141, il Corpo delle Guardie Doganali assunse la denominazione di “Corpo della Regia Guardia di Finanza” con la funzione di “impedire, reprimere e denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alle leggi e ai regolamenti di finanza” oltre alla difesa dell’ordine e della sicurezza pubblica. Con Decreto Reale del 14 luglio 1907, venne esteso al Corpo l’usa delle stellette a cinque punte, quale segno distintivo della maturità, sebbene il regolamento di disciplina militare dell’Esercito venisse esteso alla Guardia di Finanza con la legge del 12 luglio 1908. Il Corpo partecipò con alto onore ai due confini mondiali e alla Guerra di Liberazione nazionale, meritando 18 ricompense alla Bandiera di Guerra, concessa nel 1914 per statuire la totale integrazione tra le Forze Armate dello Stato.

Importanti funzioni svolgono le Scuole espletata attraverso le seguenti Sedi:

1. la Scuola Alpina di Predazzo, in prov. di Trento. in atto responsabile della formazione del 6°corso “M.O.V.C. Fin. Sc. Stefano Gottardi” per 154 allievi finanzieri provenienti dai volontari in ferma breve;

2. la Scuola nautica di Gaeta, in Provincia di Latina, in atto responsabile della specializzazione dei finanzieri del 66° corso “Orsa Maggiore” per allievi finanzieri di mare;

3. la Scuola Allievi Finanzieri di Bari, in atto responsabile della formazione del 46° corso “Massaua II” per 237 allievi finanzieri contingente ordinario.

La data di ricorrenza del primo centenario cadrà il prossimo 19 luglio 2006.

Rapporto Eurispes Italia

Cari amici lettori, come sapete, il nostro periodico il “Palazzuolo”è stato nominato dalla Direzione Nazionale Eurispes componente Ufficio stampa, (vedi mio pezzo, n.13 dicembre 2007) in occasione dell’apertura della Sede Provinciale in Bari. La Segreteria Nazionale, ha inviato, recentemente, presso la nostra Redazione in Bisceglie, l’invito per la presentazione annuale del RAPPORTO EURISPES ITALIA 2007. L’evento si è svolto il 26 gennaio u.s, presso la Biblioteca Nazionale, Sala delle Conferenze, Viale Castro Pretorio, 105 Roma.

I componenti responsabili dell’Ufficio-stampa del nostro Periodico, impossibilitati recarsi in Roma alla presentazione del Rapporto Eurispes Italia 2007 e, in accordo, abbiamo deciso delegare per il “Palazzuolo”, il Giornalista Dottor Di Todaro Pasquale residente in Roma. Dopo l’evento romano, il Professionista ci ha fatto pervenire in Redazione il Suo eccellente pezzo di taglio rigorosamente giornalistico socio-economico. Eccolo:

Si è tenuto nei giorni scorsi il 19° rapporto sulle previsioni economiche del nostro Paese che ha conciso con il 25.mo anno di fondazione dell’Istituto. Un’analisi impietosa e precisa, quella del “Rapporto Italia 2007”, che il Presidente del prestigioso Istituto di ricerca , Gian Maria Fara, ha illustrato ai presenti tra i quali spiccavano nomi illustri della politica quali Marco Rizzo dei Comunisti italiani, Gianni Alemanno di Alleanza Nazionale, numerose autorità militari, un foltissimo gruppo di giornalisti, il prof. Maurizio Cognetti, noto oncologo di fama mondiale che il Ministro della Sanità Livia Turco ha tentato, brevi manu, di silurarlo per sostituirlo alla guida dell’istituto dei Tumori Regina Elena, con una protetta senza alcuna esperienza. La Turco, non essendo riuscita nel suo intento, a seguito degli interventi del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato che hanno reintegrato d’autorità alla guida dell’Istituto dei tumori Regina Elena l’esautorato prof. Cognetti, ha furbescamente inserito nella scorsa finanziaria un comma che, di fatto, estromette per legge l’illustre scienziato dal dirigere il prestigioso Istituto. Il prof. Gian Maria Fara, nel suo lungo e chiaro intervento, ha toccato tutti i punti nodali del “sistema Italia” mettendo in evidenza luci e ombre, non mancando di criticare alcune scelte del governo Prodi, così come non ha risparmiato, da alcune critiche, neanche il governo Berlusconi. “Il nostro, ha detto il Prof. Fara, somiglia sempre più ad un Paese neofeudale, con le sue innumerevoli istituzioni, usanze, consuetudini e prassi di stampo feudale e che, a livello centrale, si assiste al consolidamento di potenti consorterie partitiche dove, la prospettiva federalista, ha moltiplicato i centri di potere e di spesa senza responsabilità e senza controllo”. Il Presidente di Eurispes si è poi addentrato nell’analizzare, analiticamente, le aspettative ed i comportamenti economici delle famiglie italiane e, riferendosi al ceto medio a rischio, ha messo in evidenza il sempre maggior indebitamento a cui questi sono sottoposti. Insomma, un 2006 da archiviare ed un leggero ottimismo per il 2007. Il prof. Fara ha elencato alcuni dati da cui si ricava che il 36,7% degli italiani ritiene che la situazione economica della propria famiglia sia peggiorata nel 2006 mentre, per la maggior parte degli italiani, il 56%, si è mantenuta sostanzialmente stabile; solamente una infima percentuale, il 5,9% ha percepito un miglioramento della propria situazione famigliare. Per quanto riguarda le aspettative, l’Eurispes ha rilevato il miglioramento dell’andamento dell’economia italiana nel corso del 2007: è in crescita la quota di quanti guardano al futuro con pessimismo (erano il 30,1% agli inizi del 2006 contro il 36,2% nel 2007). Il prof. Fara – continua il dott. Di Todaro - si è soffermato in particolare sul ceto medio che, nell’ultimo quinquennio, ha subito pesanti penalizzazioni sul piano economico e sociale, con una conseguente perdita d’identità: una percentuale superiore al 50% delle famiglie italiane, dispone di un reddito mensile inferiore a 1.900 euro, un dato che conferma il progressivo impoverimento di una fascia di popolazione che sino a qualche anno fa si considerava garantita e immune dai rischi prodotti dalla lunga congiuntura negativa dell’economia italiana. La crisi del ceto medio, però, non è provocata solo dal carattere meramente economico, ma deriva anche dal fatto che non riesce più a fare riconoscere e a rappresentare e difendere adeguatamente i suoi interessi e bisogni, la sue attese di crescita e di ruolo. Siamo di fronte ad una fenomelogia più complessa e profonda che trova la sua origine nelle trasformazioni epocali delle società occidentali. La prima fonte di preoccupazione per i cittadini, si rivela sempre dall’analisi dell’Istituto, è la criminalità organizzata che, nel 2007 ha visto crescere, sia pure di poco, la percentuale di coloro i quali ne sono preoccupati. L’analisi dell’Eurispes ha spaziato dal comportamento finanziario delle famiglie, al credito al consumo e l’indebitamento delle famiglie stesse che, nel 2007, risulterà in crescita, all’inflazione, alle strategie contro il carovita per finire al mutamento degli stili di consumo nell’ambito della famiglia stessa che, che nel 2007, risulterà in crescita, all’inflazione, alle strategie contro il carovita per finire al mutamento degli stili di consumo nell’ambito della famiglia stessa. Altri argomenti toccanti sono: la giustizia, la criminalità, la certezza delle pene, la penetrazione mafiosa che risulta al primo posto, gli omicidi, il sommerso mafioso, le intercettazioni, il sequestro e la confisca dei beni ai criminali. Oltre ai PACS, l’eutanasia e la fecondazione assistita, viene preso in considerazione anche il turismo procreativo, la clonazione terapeutica e il diritto alla genitorialità delle coppie gay. Per quanto attiene invece al welfare e alle pensioni, l’Istituto rileva che l’Italia è tra i paesi che destinano meno risorse alla spesa sociale mentre assumono un peso fortissimo, le spese e quella per gli anziani, il sistema pensionistico, invece, è tutto da riequilibrare. Il 46,7% degli italiani afferma che la propria fiducia nelle Istituzioni nel corso dell’ultimo anno è diminuita mentre su fidano abbastanza della Magistratura, meno di un terzo del Governo e del Parlamento e il 63,2% degli intervistati del nuovo Presidente della Repubblica. A conclusione del suo lungo intervento, il Prof. Gian Maria Fara conclude che “la dialettica, come metodo di spiegazione della realtà, ha fatto il suo tempo e a maggior ragione appare oggi inadeguata ad interpretare la complessità sociale ed economica. Siamo di fronte alla urgenza, non più rinviabile, di un cambiamento di metodo nell’approccio conoscitivo e interpretativo. Occorre, in buona sostanza, passare dalla dialettica alla dialogica. Il tempo è scaduto – continua il Presidente dell’Eurispes. O avremo il coraggio di tirarci su le maniche per mettere mano ad un programma di riforme strutturali e nello stesso tempo capire che, pur nella diversità dei ruoli, tutti siamo responsabili nel futuro di questo Paese o dovremmo arrenderci ad un progressivo, inesorabile declino”. L’augurio del prof. Fara è che la partita è ancora aperta e che è possibile invertire la rotta ed infine, esprime la propria fiducia nel Paese “che ce la può fare”.

La Redazione de il ”Palazzuolo” esprime, all’illustre Professionista, dott. Pasquale Di Todaro i sentiti ringraziamenti per il sevizio reso agli utenti, lettori e simpatizzanti del nostro Periodico Biscegliese. Con la speranza di averlo presto ospite presso la nostra Sede.

Celebrazione del 192° Fondazione Arma dei Carabinieri

di Pietro Vitale - inviato il "Palazzuolo"

Anche quest’anno il 5 giugno 2006, alle ore 10.30, presso la Caserma “Bergia” sede del Comando Regione Carabinieri Puglia, Lungomare N. Sauro, 43, in Bari, si è svolta la 192° celebrazione della Fondazione dell’Arma.

All’evento, il sottoscritto è stato invitato dal Sig. Gen. B. Umberto Pinotti, Comandante Regione Carabinieri “Puglia” un invito che si perpetua ritualmente da oltre dieci anni, ma, questa volta il sottoscritto partecipa in doppia veste di Giornalista e negli elenchi delle Autorità, presso l’Ufficio del Cerimoniale O.A.I.O. Carabinieri “Puglia”.

Il prestigioso rituale si è svolto alla presenza d'Autorità Civili, Militari e Religiose, all’interno dell’antica caserma “Bergia”, situata sul nostro bellissimo Lungomare di Bari.

La Cerimonia prosegue con la parata in alta uniforme di Reparti Specializzati della IV Forza Armata, hanno sfilato inoltre, tutte le Associazioni combattentistiche con i propri labari e presidenti di sezioni, in uno scintillio sfavillante di decorazioni e lustrini. Nel corso dell’evento il Sig. Gen. B. Comandante Umberto PINOTTI assieme all’ospite d’onore il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Dott. Giuseppe MARITATI hanno voluto insignire i militi che si sono distinti durante il servizio in conflitti armati contro la criminalità e talvolta anche in azioni di soccorso Solidale nell’ambito della Regione Puglia . Il sig. Gen. B. Comandante, purtroppo, ha ricordato anche i nomi dei Carabinieri deceduti in azioni cruenti durante l’espletamento della missione loro assegnata contro la criminalità nascente e comune.

Mai come in questo periodo, le Forze Armate, dal recente Decreto di sospensione dal servizio militare obbligatorio, dei giovani, sono state al centro e all’attenzione degli italiani, specialmente la moltitudine di ragazzi, sempre più numerosi e desiderosi d’indossare la nostra tipica e moderna uniforme delle FF.AA.: Esercito, Aeronautica, Finanza, Carabinieri, Pubblica Sicurezza, Vigili del Fuoco e Guardie Forestali, come ad esempi, il reclutamento che si sta concludendo (bando scaduto il 26/04/2006) in questi giorni, per circa 2557 carabinieri effettivi (uomini e donne) in ferma quadriennale, riservata ai militari volontari che hanno effettuato la ferma prefissata V.F.P.1., tutto documentabile sul portale dei concorsi, G. U. Della Repubblica Italiana – 4° serie sp. n. 22 del 21/03/2006.

In occasione della Celebrazione del 192° della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, presso la Caserma “Bergia” è doveroso ricordare che era disponibile gratuitamente per tutti gli intervenuti all’evento, una Rivista e un CD-R. Sfogliano la Rivista dal titolo Attività Operativa ‘05 mi piace informare i lettori d'alcune innovazioni ed attività prossimi per la nostra sicurezza, come la moderna “Stazione Carabinieri Web” a presidio della Rete, che si affianca ai 4.664 Comandi dell’Arma capillarmente distribuiti sul territorio, dove il cittadino, come nelle realtà, può trovare risposte concrete alle proprie esigenze.
Il nuovo servizio internet avviato dall’Arma, che ha riunito in un unico ambiente altamente interattivo, fruibile anche dalle persone diversamente abili ed accessibile da ogni pagina del portale www.carabinieri.it, tutte le informazioni ed i servizi presenti sul sito istituzionale che possono essere d’aiuto all’utente, con riferimento alle funzioni di polizia proprie dell’Istituzione.
Da come si ottiene il “nulla osta” all’acquisto di un’arma a cosa fare per collegare il sistema dall’arme di una abitazione privata o di un esercizio pubblico al 112; dal servizio “Dove siamo” (per sapere qual è la Stazione Carabinieri più vicina) a quello di “Denuncia vi@ web”(per avviare l’iter per la presentazione di una denuncia di smarrimento o di furto ad opera d’ignoti), ecc..

Vi sono, inoltre, i consigli (come prevenire le aggressioni, come proteggere la propria casa ed altri ancora) ai quali il cittadino può accedere in qualsiasi momento, come se si rivolgesse direttamente al Maresciallo di Stazione Carabinieri del proprio paese o quartiere. Si tratta, pertanto, come vedete cari lettori, di un ulteriore servizio di “prossimità” al territorio, realizzato grazie all’utilizzo della Rete, nato per rispondere alle richieste della gente nel modo più efficace e tempestivo. In particolare, entrato nella “Stazione on-line”, l’utente viene accolto da un carabiniere virtuale animato in 3D (uomo o donna generato in maniera causale), raffigurato all’interno del suo ambiente di lavoro. L’umanoide assiste quindi il navigatore nella ricerca delle informazioni desiderate, lo instrada verso i servizi richiesti, lo indirizza per approfondimenti ed in ragione della tematica d’interesse – ad un operatore dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comando Generale o della Redazione del sito, con il quale il cittadino può entrare in contatto in tempo reale, sia in modalità audio-vdeo, avvalendosi di una web-cam, sia testuale, attraverso la funzione di “messaggeria istantanea”, inoltre, esiste una Rivista mensile dei Carabinieri di grande informazione e cultura professionale, che parla di costume società, diritti del cittadino, rubriche e lettere al Direttore, denominata: il “Carabiniere”, (oltre al bellissimo e cromatico calendario che annualmente viene distribuito dal Comando Generale dell’Arma), la Rivista in questione, è aperta in abbonamento a tutti coloro, civili e militari, che ne fanno richiesta, attraverso un c/c postale 274019, All’Ente editoriale per l’Arma dei Carabinieri, Via Firenze, 41 –00184 Roma.

Mentre per quanto riguarda l’Ordine di Malta, (permettete questo mio intermezzo, trattandosi d'Apparati Militari a tutti gli effetti) sono aperte le proposte d’iscrizioni attraverso appositi moduli di domande per il reclutamento di medici generici e farmacisti; infermieri generici e professionali; che in ogni modo abbiano svolto il servizio militare esclusivamente nella Forza Armata dell’E.I.. L’arruolamento nel Corpo Militare, Sovrano Militare Ordine di Malta, possono far parte anche coloro che sono stati dispensati dal servizio di leva.

L’ordine di Malta non ha bisogno di presentazioni, ad ogni modo, è sempre utile ritornare indietro con la memoria e con gli occhi della mente.

L’Ordine nasce per vocazione ospedaliera, (ecco perché la richiesta del personale sanitario) molto tempo prima delle Crociate e precisamente intorno all’anno mille. L’Ordine con i suoi 900 anni di storia ha segnato un percorso moderno di solidarietà su tutta la crosta terrestre. Soggetto di diritto internazionale, il Sovrano Militare Ordine di Malta intrattiene rapporti diplomatici circa 90 Stati ed ha Osservatori permanenti presso le Nazioni Unite, l’Alto Commissariato per i Rifugiati, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’Organizzazione Mondiale per la Sanita’, la Fao, l’Unesco e il Comitato internazionale della Croce Rossa. Ha inoltre fondato e gestisce in tutto il mondo circa 100 ospedali e ambulatori, senza contare i numerosi dispensari e lebbrosari. Precursori della Croce Rossa internazionale, suoi campi di battaglia o nei luoghi colpiti da catastrofi, i Cavalieri dell’0rdine disponevano di carri ambulanza ed ospedali per curare tutti i feriti (soprattutto i “nemici” caduti in battaglia). Oggi l’Ordine è presente, in silenzio, in tutti i continenti; l’Ordine è presente, in silenzio, ove più si soffre. All’iniziale finalità caritativa e assistenziale – l’obsequium pauperum (“il servizio dei poveri”) si affiancherà ben presto, già con il successore di Gerardo, Raymond du Puy, una seconda e più gravosa missione: la tuitio fidei, (la difesa armata della fede).

Hanno ricordato alcuni gli illustri Relatori, ognuno nelle proprie competenze, nel Seminario del mese di novembre 2005, svoltosi presso l’Aula Magna dell’Università di Bari, sul tema: “Frontiere moderne della Solidarietà”……un Ordine cavalleresco, tra i più illustri e celebri, conserva nel proprio interno, un vero Corpo Militare. Discorrendo gli Ordini equestri, la nostra mente subito pensa al Cavaliere, senza macchia e senza paura, che aiuta i deboli, gli indifesi, gli orfani e le vedove; perciò oggi è difficile pansare ad una istituzione equestre che “nasconde” un Corpo Militare che, come vedremo ha ben altre finalità. In una mia conferenza sulle “Origini e le attivià d’Oggi del Corpo Militare dell’A.C.I.S.M.O.M.”, che si è tenuta ospiti presso il prestigioso Circolo Ufficiali di Bari qualche anno or sono, il sottoscritto come Relatore, tra le varie così si espresse……il Corpo che esamineremo, pur essendo militare a tutti gli effetti, proprio nello spirito dei codici dell’antica, gloriosa e nobile cavalleria crucisignata medievale, proseguono, invece, solo finalità di aiuto e di assistenza spirituale e sanitaria ai malati e feriti in guerra o nel corso di calamità. Stiamo parlando, ovviamente, cari amici lettori, del Corpo Militare Ausiliario Speciale dell’Esercito Italiano del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Il 20 marzo 1876 nasce la prima Convenzione tra lo Stato Italiano e il Sovrano Militare Ordine di Malta, per la Cooperazione con il Servizio Sanitario dell’Esercito in guerra, firmata dal Ministro della Guerra, Gen. Emilio Maurizio Ferrero, per l’Italia, e dal Principe Mario Chigi Albani della Rovere, per l’Ordine di Malta. Una nuova convenzione è firmata il 20 febbraio 1884 con il Ministro della Guerra, con l’intendo di determinare le modalità della cooperazione dell’Associazione al servizio sanitario militare in caso di mobilitazione, provvedendo l’arredamento dei treni-ospedali e l’assistenza sanitaria con il suo Corpo Militare. Si precisa, infine, che il personale del Corpo Militare, durante il suo impegno presso le Armate, sarà sottoposto alle leggi e ai regolamenti militari e avrà diritto a una indennità giornaliera da parte del Ministro della Guerra. Per il prosieguo.…..è storia recente. Per informazioni: 338/4541740

Ritornando ai nostri amici Carabinieri, è opportuno ricordare, che nel solco di questa tradizione si collocano gli oltre 1.700 Carabinieri di Quartiere che, nel corso del 2005, hanno operato in tutti i capoluoghi di provincia ed in 79 ulteriori aree urbane principali, andando ad integrare, con straordinaria efficacia, il dispositivo di prevenzione espresso dalle circa 10.000 pattuglie in servizio ogni giorno nei piccoli e nei grandi centri urbani.

Nel controllo del territorio dai nuclei e dalle aliquote radiomobili dei Comandi Provinciali e di Compagnia. E’ utile informare gli utenti che i militari di questi reparti garantiscono la vigilanza sul territorio ininterrottamente nelle 24 ore, intervenendo d’iniziativa o su richiesta dei cittadini del 112, con autovetture veloci, le cosiddette “gazzelle”, dotate di equipaggiamenti e tecnologie particolari e di informatizzazione delle Centrali Operative che ultimamente hanno migliorato le capacità di impiego delle risorse, attraverso la loro radio-localizzazione su cartografie digitali del territorio, che consente l’immediata individuazione della pattuglia in grado di intervenire con maggior tempestività ed efficacia. Ancora, delle quotidiane missioni aeree effettuate dal Raggruppamento Aeromobili, dai 15 nuclei elicotteri e dal distaccamento di Abbasanta (OR), che assicurano la copertura operativa di tutto il territorio nazionale. Oltre 170 motovedette di varie classi ed un Centro Carabinieri di Subacquei, articolato in 6 nuclei, assicurano, inoltre, la vigilanza dei tratti costieri nonché l’assistenza ed il ulteriore potenziamento con l’impiego di nuove motovedette fornite di sofisticati apparati per il rilevamento dell’inquinamento delle acque, la localizzazione di persone disperse e la trasmissione di immagini a distanza, senza contare attività investigative condotte da tutti i reparti dell’Arma dei Carabinieri, in stretta intesa con l’Autorità Giudiziaria, per il contrasto alla criminalita in tutte le sue forme. Come vedete cari amici, credo proprio che noi cittadini possiamo veramente stare tranquilli, grati all’Arma dei Carabinieri a tutto il Personale: Ufficiali, Sottuff, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri, tutti uomini straordinari, un grazie particolare è rivolto comunque non solo ai nostri Carabinieri ma a tutto il Personale Civile e Militare delle FF.AA. dislocati presso le frontiere, impegnati in missioni di pace e purtroppo anche di guerra, un grazie di cuore a tutti Carabinieri che hanno dato la loro vita per la Patria, lasciandoci sgomenti, saranno sempre nei nostri cuori, testimoni e “sentinelle”, per non dimenticare il loro sacrificio, affinchè la loro vita non sia stata vana. Evviva l’Italia!. Evviva l’Arma dei Carabinieri!.

Gran Maestro dell'Ordine Costantiniano

Real Casa di Borbone Due Sicilie.

Privilegi Successivamente confermati nel Breve del 30/ottobre 1860 dove a Francesco II di Borbone venne anche riconosciuta l’autorità, quale Gran MAESTRO dell’Ordine Costantiniano, di conferire le Commende della predetta Istituzione ai propri fratelli, in osservanza delle disposizioni di Ferdinando II. Con l’unità d’Italia la Casa di Borbone perse il Trono delle Due Sicilie, ma conservò il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano, che tutt’ora detiene. Privato dei suoi beni (accettò le Commende di Giuspatronato, che vennero soppresse solo nel 1873) devoluti allo Stato con decreto del 12/sett/1870 del Generale Garibaldi, l’Ordine confermò sempre il suo carattere dinastico famigliare, legato alla Casata. Il concetto fu convalidato l’11 luglio 1871 dalla Corte di Cassazione di Napoli e ribadito il 13 agosto 1921 dal Procuratore Generale del Re nella città partenopea. La Santa Sede non esitò a riconoscere la legittimità della continuazione dell’Ordine con la nomina di un Crdinale Protettore nella persona di S.E. R. Mons. Ranuzzi dè Bianchi, titolo attualmente vacante, e ad approvare nel 1919 le variazioni apportate agli Statuti dall’allora Gran Maestro, Don Alfonso Maria Giuseppe di Borbone, succeduto nella pretenzione al Trono ed al Magistero dell’Ordine al fratellastro Francesco II, ultimo Re della Due Sicilie, morto senza discendenza nel 1894.
Deceduto il Principe Alfonso Maria Giuseppe, Conte di Caserta (1841-1934), i diritti e le prerogative di Capo della Real Casa di Borbone Due Sicilie ed il Magistero dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio passarono al figlio primogenito Ferdinando Duca di Calabria (1869-1960), che il 20 luglio 1934 promulgò da Cannes i nuovi Statuti della Sacra Milizia, già elaborati dal padre, il defunto Don Alfonso.
Alla morte di Don Ferdinando,avvenuta a Lindau, in Bviera, il 7 gennaio 1960, una crisi famigliare divise la Real Casa delle Due Sicilie.
Essendo premorto al Duca di Calabria l’unico figlio maschio, la successione, in virtù della legge salica, fu rivendicata dalla discendenza legittima del di lui fratello secondogenito, Don Carlo, Conte di Caserta (1870-1949).
Il figlio di quest’ultimo, Don Alfonso (1901-1964), assunse, jure sanguinis, la prima genitura della Real Casa, con i relativi titoli, tra i quali il Magistero dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Ordine di San Gennaro, riconosciuto come tale dai Capi degli altri due rami della Real Casa di Borbone: il Conte di Barcellona ed il Duca di Parma.La successione fu rivendicata anche dal Principe Ranieri, figlio quartogenito di alafonso Maria Giuseppe di Borbone, morto nel 1934, che si riteneva erede designato della primogenitura e dei relativi diritti in virtù di un atto di rinuncia sottoscritto dal padre di Don Alfonso, il Principe Carlo, il 14 dicembre 1900 a Cannes.
Nel documento Don Carlo- facendo riferimento alla “Prammatica” di Re Carlo III DEL 1759, che tendeva ad impedire l’unione di una sola persona della Corona di Spagna e di quella delle Due Sicilie-rinunciava per se e futuri discendenti alla eventuale successione alla Corona delle Due Sicilie per poter sposare l’Infante di Spagna, Donna Maria Mercedes, matrimonio che l’avrebbe posto nella condizione di erede presuntivo al trono di Spagna, non avendo il quattordicenne Re Alfonso XIII, fratello della medesima, alcuna prole. La ragione promotrice dell’atto venne meno nel 1907 con la nascita del primogenito del Sovrano Spagnolo, ed ancor prima con la morte della consorte del rinunciatario nel 1904. Inoltre la rinuncia non era richiesta dall’esatta interpretazione della “Prammatica” di Carlo III, CHE IMPEDIVA L’UNIONE IN UN SOLO Principe di due Sovranità effettive, poiché la rivendicazione al trono di Napoli era più che ipotetica nel 1900. Rifacendosi all’atto di Cannes, nel quale Don Carlo, per poter salvaguardare i suoi diritti nell’eventuale linea di successione al trono di Spagna rinunciava per se ed i suoi successori “ad ogni dirittoe ragione alla eventuale successione alla Corona della Due Sicilie ed a tutti i beni della Real Casa trovatisi in Italia ed altrove e ciò secondo le Nostre leggi, costituzioni e consuetudini di Famiglia in esecuzione della Prammatica di Re Carlo III, nostro Augusto Antenato, del 6 ottobre 1759”, il Principe Ranieri rivendicò per sé e discendenti il titolo di Capo della Rel Casa di Borbone Due Sicilie e Gran Maestro del Sacro Militare Costantiniano di San Giorgio.
Il Principe Don Alfonso Maria Giuseppe, Conte di Caserta (1841-1934) ed il Principe Don Ferdinando Pio, Duca di Calabria (1869-1960), precedenti Gran Maestri, nei rispettivi testamenti designarono quale successore e Capo della Real Casa di BORBONE Due Sicilie il Principe Ranieri.






Ai sensi per gli effetti dell’art. 7 della Legge del 3 marzo 1951 n. 178, con parere n. 1869/81 del 26 novembre 1981 della I Sezione del Consiglio di Stato, al Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è stata riconosciuta, quale “Ordine Cavalleresco non nazionale”, “l’autorizzabilità” discrezionale delle singole onorificenze a cittadini italiani, da parte del Presidente della Repubblica, autorizzabilità discrezionale all’uso.
La spettanza del Gran Magistero dell’Ordine, perdurando il dissidio in atto tra il ramo primogenito della Casa di Borbonbe Due Sicilie e Borbone di Parma, Duca di Calabria, ed il ramo ultragenito della stessa famiglia, rappresentato da Sua Altezza Reale il Principe Don Ferdinando Duca di Castro, è invece attualmente oggetto di attento esame da parte delle autorità italiane (Ministero degli Esteri, Ufficio del Cerimoniale), che restono sinora neutrali, negando le autorizzazioni all’uso delle decorazioni entranbi i Gran Magisteri.
Sempre a tale riguardo la Santa Sede, autorità suprema nell’ambito delle Dinastie cattoliche e massimo organo sovrintendente gli Ordini cavallereschi con finalità religiose, non si è mai pronunciata, osservando una rigorosa neutralità. Di converso numerosi Cardinali e Vescovi di Santa Romana Chiesa sono decorati a titolo personale dall’uno e dall’altro “ramo”.
Il SOVRANO Militare Ordine di Malta, pur mantenendo con l’Ordine Costantiniano rapporti di collaborazione, non ha assunto nessuna posizione ufficiale in merito alla spettanza del Gran Magistero.
Il Regno di Spagna, con cinque “Informes”, ossia Pareri ufficialmente espressi da altrettanti organi giurisdizionali e di Governo (Consiglio di Stato, Ministero degli Esteri, Ministero della Giustizia, Accademia Reale di Storia e Legislazione, Istituto “Salazar j Castro”) e la Csa Reale spagnola riconoscono quale Capo della Real Casa di Borbone Due Sicilie e Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Insegne Reale Ordine di San Gennaro, Sua altezza Reale il Principe Don Carlos, Duca di Calabria, Cavaliere del Toson d’Oro, figlio del defunto Principe Don Alfonso, Duca di Calabria, Infante di Spagna.
Il PRINCIPE Don Carlos è stato nominato nel 1993, da Sua Maestà il Re Juan Carlos I, Presidente del Real Consiglio degli Ordini Militari spagnoli. Sua Altezza il Duca di Calabria è così qualificato ne Breve DI NOMONA A Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, confermato dalla Segreteria di Stato di Sua Santità. Così come nel passaporto diplomatico rilasciatogli dal Re di Spagna e su ogni Real Decreto e Decreto Governativo di conferimento delle massime onorificenze della Corona e del Regno di Spagna.
Anche dopo la perdita di tutti i propri beni materiali l’Ordine Costantiniano ha continuato ad esercitare la sua opera altamente benefica a favore degli handicappati, dei malati e dei più bisognosi. Attività che viene espletata a tutt’oggi in buona parte d’Europa, con particolare riferimento alle Missioni cattoliche in Albania.
Nel corso dei due ultimi conflitti mondiali l’Ordine ha esercitato un a importante opera di assistenza e di soccorso in favore dei prigioniri di guerra e dei deportati politici, azione umanitaria che continua in Bosnia Erzegovina e in Somalia. Sua Santità Pio XII, di venerata memoria, sovente si compiaceva di ricordare la propria appartenenza all’insigne Ordine di aver partecipato da semplice semplice Monsignore a numerose opere benefiche dell’Ordine stesso.
Oggi, anche se i Cavalieri non sono più chiamati a difendere la Religione Cattolica sul campo di battaglia, più che mai devono contribuire a combattere le teorie materialiste che minano la nostra civiltà e ad esercitare in silenzio la propria opera di pietà e beneficenza al servizio della Santa Sede nella fedeltà al Romano Pontefice.

Il Tesoro della Biblioteca di Antonella LONGO

"Nihil Difficile Volenti"

Il Lions Club di Putignano recupera l’incunabulo del Liceo “Laterza”

L’invenzione della stampa segnò notoriamente un balzo in avanti straordinario nella storia dell’umanità. Al genio di Giovanni Gutenberg viene ascritto il merito di aver dato alla luce, fra il 1445 e il 1450, le prime opere stampate con la tecnica dei caratteri mobili, fino alla storica Bibbia detta di 42 linee o Mazarina, dalla biblioteca di Parigi in cui è conservato un esemplare in due volumi stampati su due colonne di 42 righe, appunto, in caratteri gotici.
La stampa fu introdotta in Italia verso il 1463 o 1464 ad opera di due tipografi praghesi; il trattato De divinis institutionibus di Lattanzio, venuto alla luce il 29 ottobre 1465, risulta la prima opera datata apparsa in Italia, mentre il Canzoniere di Tetrarca, la prima opera stampata in italiano, reca la data certa del 1470.
Tutti i libri stampati fino al 1500 sono detti incunabuli, ovvero il prodotto della stampa in culla, e rappresentano l’aristocrazia dei libri rari, oggetto di un mercato ricercatissimo tra collezionisti e bibliofili.
Ed ecco lo scoop: nella biblioteca del liceo “Laterza” nel corso di un’ordinaria ricognizione del materiale esistente, è stato ritrovato, nella primavera del 2006, un incunabulo: datato 1499, contenente una bella edizione della Naturalis Historia di Plinio. Si ignora tuttora come sia approdato tra i libri antichi custoditi nella biblioteca, che meriterebbero di essere non solo rispolverati, ma riscoperti in senso pieno ed apprezzati per il patrimonio di cultura che rappresentano.
A detta degli esperti, convocati al capezzale dell’illustre malato, si mostrava assolutamente meritevole delle cure necessarie per essere riportato all’integrità ed alla consultazione, al fine di apprezzarne le caratteristiche. L’operazione, importante e dispendiosa, da affidare a mani esperte e specializzate, sembrava impossibile, stante la difficoltà di reperire i fondi necessari.
Una serie di fortunate coincidenze, culminate nell’assunzione della presidenza del Lions Club di Putignano per l’anno 2006 – 2007 da parte della prof. Antonella Longo, docente di Lettere Classiche nel Liceo Laterza, ha condotto la vicenda ad un lieto fine, in virtù del compito proprio del Club, deputato – secondo gli Scopi della nostra Associazione di servizio - ad interessarsi del bene della comunità cittadina, in collaborazione con le Istituzioni locali.
Così, il nostro incunabulo è stato restituito al suo originario splendore e riconsegnato al liceo Laterza, che ne resta il legittimo ed orgoglioso proprietario, alla città di Putignano – per la quale costituisce il libro in assoluto più antico custodito – e a tutti coloro che vorranno vedere in questa vicenda la giusta rivalsa del valore della cultura sull’effimero e della cura per il patrimonio comune sul disinteresse e sull’indifferenza.
L’incunabulo è tornato a casa venerdì 23 marzo: nel corso della serata, organizzata dal Lions Club di Putignano ed aperta al pubblico, sono intervenuti il prof. Giuseppe Dibenedetto, Direttore dell’Archivio di Stato di Bari e Soprintendente Archivistico per la Puglia, la restauratrice dott. Silvana Dapoli; il prof. Pietro Sisto, docente di Biblioteconomia e Bibliografia presso l’Università degli Studi di Bari, ha tenuto una brillante conversazione sul tema Antichi e moderni sotto la pelle dell’incunabulo.
Particolarmente emozionante la presenza dei Docenti già bibliotecari del prestigioso Istituto, il prof. Giuseppe Bruno, la prof. Giovanna Mangini e il prof. Roberto Rotolo, nonché del Preside emerito prof. Giuseppe Morea. Gli illustri ospiti, insieme al numeroso ed attento pubblico presente, hanno ricevuto il saluto giustamente orgoglioso del Dirigente scolastico del liceo, prof. Marino Dalena, e del Sindaco di Putignano, avv. Gianvincenzo Angelini De Miccolis.
La serata è stata conclusa dall’intervento dell’avv. Tiziana Gigantesco, che ha espresso il proprio compiacimento, in qualità di Lion Delegato di Zona, per la realizzazione del progetto, avvalorato dalla partecipazione personale, in quanto ex allieva del Liceo Laterza, all’importanza dell’avvenimento ed all’emozione condivisa con i presenti nella bella occasione.

martedì 2 ottobre 2007

Ri-Costituzione del Comitato dell'A.N.S.I.

L’Intervista del nostro vicedirettore, al Presidente FUSCO.

Il presidente di Bari e Provincia, dell’A.N.S.I., (Associazione Nazionale Scuola Italiana) nella persona del dott. Terenzio FUSCO, Ha organizzato un Seminario interculturale: Le radici storico-culturali e la professionalità come basi del futuro. L’iniziativa si è svolta in occasione del 60° anno di fondazione dell’associazione – commenta il Presidente Fusco - alla presenza di esponenti del mondo scolastico, universitario, religioso. L’attività svoltasi presso l’Aula Magna dell’Ateneo dell’Università degli Studi di Bari, si inserisce nell’ambito delle iniziative, dalla fondazione dellAnsi ed è la prima iniziativa pubblica del Comitato ANSI di Bari e Provincia diretto integralmente dal dott. Terenzio FUSCO. I lavori del Seminario anno avuto inizio alle ore 9.00, con l’esposizione del sito veb. www.ansibari.it.
Dopo il saluto di benvenuto del Presidente FUSCO e quello dell’autorità accademica Prof.ssa Michela CORTINI (in rappresentanza del Magnifico Rettore Prof. PETROCELLI) ci sono stati gli interventib del Presidente Nazionale ANSI, Prof. Nicola Pascale, del Prof. Ginfranco BRANCHI scrittore, già ispettore della Pubblica Istruzione, della Prof.ssa Cortini, del Presidente Onorario ANSI Interregionale Puglia e Basilicata, prof.ssa Maria GRECO. I lavori del mattino – continua il Presidente - sono terminati con una accesa e dinamica tavola rotonda a cui ha partecipato attivamente tutto l’uditorio. I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con gli interventi del prof. Giancarlo TANNUCCI, Direttore del Dip. Di Psicologia dell’Università di Bari, di Michele KARABOUE, Delegato alla Consulta degli Studenti e Presidente del Consiglio Provinciale dei Ragazzi ed infine della dott.ssa Maria Lidia CONVERTI, psicologo psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica. Ai lavori che sono stati moderati dal giornalista Angelo IACOVAZZI, sono intervenuti rappresentanti delle Istituzioni Civili, Religiose e Militari (il dott. Fabio SCRIMITORE Dirigente Generale dell’Ufficio Scolastico Provinciale, ex C.S.A. e già Provveditorato agli studi; Monsignor Domenico CIAVARELLA, Vicario della Diocesi Bari-Bitonto; il Colonnello TRICARICO, in rappresentanza del Comando Reclutamento e Forze di Completamento; una rappresentanza della C.R.I. – Sorelle e Corpo Militare; una significativa presenza di due classi terminali dell’I.PS.I.A. “N.Chiarulli” di Acquaviva delle Fonti, accompagnate dalla Prof.ssa DONVITO); e con la straordinaria presenza del Vice Governatore Arch. Elio LOIODICE in rappresentanza del LIONS CLUB INTERNATIONAL Distretto 108/Ad.
Il seminario, svoltosi in modo articolato e interattivo, ha avuto picchi d’interesse durante la testimonianza culturale, storica e di vita dell’illustre prof. Branchi e durante lo scambio di esperienze portate da docenti di varie scuole di Bari e Provincia. Ha fatto riflettere la comune testimonianza esposta sia da Mons. CIAVARELLA e sia dal dott. SCRIMITORE, che hanno posto l’accento sulla necessità della sinergia tra scuola e famiglia, entrando subito in uno dei temi del programma. Infine, l’uditorio si è esaltato alle sconvolgenti lezioni svolte dal prof. TANUCCI e dalla prof.ssa CORTINI e durante la testimonianza professionale portata dalla psicologa dott.ssa CONVERTI in occasione della presentazione di alcuni seminari e progetti che l’Ansi potrebbe portare avanti.
Alle conclusioni del Presidente Nazionale, prof. PASCALE, ha fatto seguito la consegna di targhe ricordo e di ringraziamento ai relatori, che ancora una volta, sensibili allo spirito di servizio verso la collettività, hanno fornito la loro piena ed incondizionata disponibilità, a subliminale dimostrazione che proprio attraverso la cultura possiamo cercare di contribuire alla realizzazione di una società civile e rispettosa, qualunque sia l’ambito ed il contesto di cui ciascuno operi. La Redazione de il “Palazzuolo” augura al presidente dell’Ansi, dott. Terenzio FUSCO, importanti e luminosi traguardi per il prestigioso incarico raggiunto.

I Lions sulle orme dei Bona Sforza

Con la presenza del Vice Governatore Ing. Dott. Elio LOIODICE

All’interno dell’Hotel Sheraton Nicolaus di Bari i Lions Clubs baresi si sono riuniti ed hanno dato “vita” ad una sfilata in costume d’epoca della Corte dei Bona Sforza.

L’evento è stato organizzato dal Prof. dott. Giuseppe Di Benedetto (Soprintendente Archivistico per la Puglia Direttore Archivio di Stato di Bari), che ha voluto omaggiare a tutti i circa 300 Lions intervenuti il secondo volume della storia di Corte sottolineando “Bona Sforza Regina di Polonia e Duchessa di Bari. Con la partecipazione in qualità di relatori. Il dott. Maurizio FALLACE (Direttore Generale per gli degli Archivi Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e dei Presidenti di Clubs: dott. Vicenzo DORMIO, (Lions Club Bari Host trainer), Dott.ssa Titti PALLADINO (L.C. Isabella d’Aragona), Prof.ssa M.A. DEL CORE ANGELILLO (L.C. Bona Sforza)

Dopo gli interventi dei Relatori mi piace porre alla Vostra all’attenzione la relazione-commento del volume presentato dal Prof. Di Benedetto autografato e dedicato alla Redazione e a tutti gli affezionati lettori de il “Palazzuolo”.


Sono particolarmente lieto di presentare il secondo volume del Catalogo della mostra internazionale “Bona Sforza Regina di Polonia e Duchessa di Bari, (manifestazione tenutasi nel castello svevo di Bari, dal 27 gennaio al 27 aprile 2000 e nel castello reale del Wawel a Cracovia, dal 14 settembre al 29 novembre dello stesso anno. Le due residenze simbolo del potere esercitato da Bona Sforza nei suoi domini, oggetto esse stesse “da mostrare” e in pari tempo cornice impareggiabile, fulcro ideale per una letteratura dei contesti territoriali. Pubblicato, come il primo volume, dalla casa editrice “Nuova Comunicazione” di Roma, il secondo volume raccoglie pregevoli saggi relativi al contesto culturale e alla produzione artistica del ducato di Bari e del principato di Rossano, le schede critiche delle fonti documentarie, bibliografiche e dei manufatti artistici, nonché la ricca bibliografia generale. La prima parte comprende una serie di contributi incentrati sui caratteri architettonici del castello di Bari; sulla produzione ceramica rinvenuta durante i lavori di restauro del castello; sul monumento funebre di Bona fatto erigere dalla figlia di Anna tra il 1589 e il 1593 nella basilica di S. Nicola; sullo sviluppo della musica e della produzione libraria a Bari. A questi interventi si aggiungono interessanti saggi sulla cultura artistica ( Madonnina dei Carbonai) e musicale (Antifonario) nel principato di Rossano sotto la dominazione sforzesca.
La seconda parte (continua il Prof. Di Benedetto) comprende le schede critiche organizzate in tre sezioni, secondo la scansione interna della Mostra. La prima sezione è intitolata alla “prima giovinezza di Bona Sforza fra le corti di Milano, Napoli e Bari,” ripercorre l’infanzia e la giovinezza di Bona che accanto alla madre Isabella visse tra le corti di Milano e di Vigevano (dove era nata), di Napoli e di Bari, sino al 1517, anno del matrimonio con Sigismondo Jagellone re di Polonia, celebrato con fasto memorabile in Castel Capuano a Napoli. A presentare i protagonisti della corte sforzesca concorrono i ritratti della famiglia: le lunetti milanesi con le immagini di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona; il celebre disegno con volto femminile di Boltraffio, tradizionalmente interpretato come ritratto di Isabella; il bel dipinto con il piccolo Francesco, opera di Berardino de’ Conti. Gioielli e oggetti di devozione, stoffe di pregio e armature, una ricca documentazione archivistica, manoscritti minati (Grammatica di Elio Donato) e cinquecentine illustrano il fasto, la grazia e la raffinatezza di vari movimenti della vita della vita sforzesca: dall’educazione dei bambini allo svago, dalla musica alla moda, dalla caccia alla guerra, dagli studi umanistici alla devozione. Sul versante napoletano particolare spicco assumono personaggi della cerchia umanistica meridionale, quali Pontano, Sannazaro, il Galateo. La loro incisiva presenza nella cultura del Mezzogiorno al passaggio dagli Aragonesi al Viceregno, è testimoniata da rari manoscritti ed esemplari a stampa ricercati: un autografo del Pontano e il manoscritto delle Epistole del Galateo conservato presso la Biblioteca Vaticana, l’Arcadia del Sannazaro nell’edizione di Sigismondo Mayr (1503), stampato su pergamena e decorato da miniature; il primo volume delle opere del Pontano (Mayr, 1505). Negli stessi anni di inizio secolo baroni umanisti e bibliografi, quali Andrea Matteo Acquaviva d’Aragona, duchi d’Atri e conte di Conversano e il fratello di Belisario, duca di Nardò, facevano apprestare fastosi manoscritti miniati, quali il Plinius Secundus della Biblioteca napoletana dei Gerolamini. Nel solco di una tradizione ispirata al Sannazaro si colloca la raccolta di liriche del poeta cortigiano Colantonio Carmignano, pubblicata a Bari nel 1535 con lo pseudonimo di Partenopeo Savio. La seconda sezione del catalogo, nucleo centrale del percorso espositivo, è sul tema: “Bona Sforza regina di Polonia: il governo, la corte, l’arte, la cultura”. Una ricca rassegna cartografica illustra la vastità dei domini della Corona (Polonia, Lituania), e presenta le vedute prospettiche delle città più importanti del Regno. In mestosa parata sfilano i severi ritratti di Bona e di Sigismondo il Vecchio, con i figli , di Sigismondo Augusto ed Anna Jagellona, le cui immagini si moltiplicano via via iterate in dipinti e incisioni. Le medaglie e le gemme incise con l’inconfondibile profilo della regina, in gran parte opera di artisti italiani chiamati a corte da Bona (Caraglio, Mosca, Pastorino), si compongono in un piccolo tesoro. Dagli Archivi e dalle Biblioteche polacche, documenti e codici testimoniano l’energica azione di governo della sovrana, il tenore di vita e la cultura della corte. Al clima cortese riportano con suggestiva efficacia gli arredi: gli arazzi fiamminghi scelti dalla straordinaria collezione di Sigismondo Augusto, un gruppo di teste di legno policromo provenienti dal soffitto della sala dei Deputati nella reggia di Wawel, sculture di oggetto sacro ed elementi decorativi dalla cappella regia, stoffe preziose, ceramiche. La terza sezione è intitolata “Bona Sforza duchessa di Bari e principessa di Rossano”. Una vasta documentazione (lettere autografe, diplomi, atti notarili, manoscritti) relativa ai feudi meridionali che Bona gestì dalla lontana Polonia, delinea i rapporti della regina con le università, i funzionari di corte e le istituzioni ecclesiastiche. Ne è risultato uno spaccato imprevedibilmente ricco e articolato delle relazioni tra potere, la società e il territorio, non senza spiragli che gettano luce sul gusto e sulla sensibilità personali della sovrana. Riprendendo l’intenso programma di opere pubbliche avviato da Isabella, la Sovrana promuove la costruzione di fortificazioni, cisterne, fontane, palazzi pubblici, oltre ai lavori di rafforzamento del castello di Bari e a quelli per la sistemazione degli appartamenti ducali per potervi ospitare la corte: si assiste così al mutamento della funzione del castello, da fortezza medievale (normanna, sveva, angioina, aragonese) a corte ducale (con Isabella e Bona), sull’esempio delle più evolute corti rinascimentali. D’ora innanzi, la mole del castello, monumento simbolo tra i più famigliari al cittadino barese, evocherà accanto alla figura giganteggiante di Federico II, imperatore svevo e sovrano del Regno di Sicilia, l’immagine di Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari.
Solo i documenti parlano invece del carico di tesori che accompagnò Bona nel 1556, nel viaggio che la portò dalla Polonia a Bari e dei doni che ella offrì – oreficerie, arazzi, tappeti, paramenti sacri . alla basilica di San Nicola e ad alte chiese del ducato. Ma gli arazzi e i dipinti, gli arredi e le stoffe sontuose, gli oggetti d’arte suntuaria che conferivano magnificenza e splendore alla figura a alla dimora della sovrana, sono irrimediabilmente scomparsi. Recenti scavi, condotti nell’area del castello dalla locale Soprintendenza in occasione di un intervento di restauro, hanno restituito ceramiche di prevalente importazione faentina, decorate con stemmi profili femminili, mattonelle da stufa con raffigurazioni impresse, interessanti prove della cultura materiale e della vita quotidiana a Bari, nel periodo ducale. Più facile al confronto rintracciare le testimonianze concrete sulle inclinazioni del gusto espresse dalle cospicue famiglie di estrazione lombarda e napoletana, prossime alla corte. Nel periodo ducale, le città del feudo sforzesco (Bari, Modugno, Palo, Capurso, Rutigliano, Noicattaro, Ostuni), si arricchiscono di palazzi d’ispirazione rinascimentale; cappelle gentilizie, con il loro corredo di dipinti , sculture, arredi e suppellettile liturgica, sgorgono lungo il perimetro delle chiese più prestigiose. Nell’architettura i modi toscani sembrano riecheggiare, come accade a Modugno (nel palazzo del canonico Vito Pascale, segretario di Bona in Polonia, le parallele esperienze trapiantate ne cantiere di Cracovia dal fiorentino Bartolomeo Berecci e della sua equipe. A Bari l’edilizia palaziale privata riadatta precedenti costruzioni, nobiliare in facciata da finestre architravate e portali, la cui decorazione scultorea attinge un repertorio di tradizione umanistica (Palazzo Zizzi). Il catalogo rimarrà quale sigillo imperituro di impegno, fervore e tenacia del lavoro di coloro che con professionalità e capacità hanno contribuito alla sua realizzazione.

Le Lettere Patenti di Carlo Alberto

delle Chiese Valdesi.

“Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi scacceranno da loro e metteranno al bando il vostro nome come malvagio, a motivo del Figliol dell’uomo. (…) Quai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perché i padri loro facevano lo stesso con i falsi profeti” (Luca 6,22 e 26.

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Desidero in primo luogo rivolgere un fraterno saluto ai lettori e lettrici de il “Palazzuolo”. Permettetemi di porre alla vostra attenzione la figura di alta moralità, oltre a quella spirituale, del nuovo Pastore Francesco CARRI, delle Chiese Valdesi, che così si è espresso in una sua recente tavola:
“A quanti non erano presenti al culto di domenica 14 gennaio, nel corso del quale è avvenuto il mio insediamento e quindi inizio di un servizio pastorale nelle chiese Valdesi di Bari e Corato, invio l’invito a partecipare ai prossimi appuntamenti comunitari. Questo mi permette e ci permette di vederci e rivederci per vivere l’essere chiese insieme. Detto questo, insieme a voi desidero, muovere i miei passi verso la ricorrenza del 17 febbraio. Un giorno di condivisa gioia, perché all’indomani del 17 febbraio 1848 siamo stati tutti/e preceduti da una schiera di testimoni del Signore che hanno attivato, con sentita libertà e responsabilità, uno spirito missionario che ha permesso di proclamare l’evangelo di Gesù Cristo per tutta la penisola italica. Un giorno di festa per tutto l’evangelismo italiano, – continua CARRI - per coloro che ancora oggi si interrogano sul come rispondere al mandato che in ogni tempo il Signore rivolge alla sua chiesa. Nel solco di una vivace, rilanciata, riscoperta missionarietà, cui rimanda la memoria di quel giorno, si sono impegnate altre denominazioni che hanno reso plurale l’impegno e la testimonianza degli evangeli nel periodo Risorgimentale. A titolo di esempio, possiamo ricordare la presenza dei metodisti wesleyani ed episcopali, la cui generazione futura andrà a costruire, con un Patto di Integrazione (1975), quella che oggi è la Chiesa Evangelica Valdese, unione delle chiese metodiste e valdesi. Il 17 febbraio costituisce per tutti un “giorno della memoria” in cui la nostra mente spazia e deve spaziare su tempi ed eventi che hanno preceduto e seguito l’avvento stesso cui rimanda questa giornata del 1848. Ricordare e quindi non dimenticare, l’estensione ai valdesi dei diritti civili da parte del re Carlo Alberto, con Lettere Patenti, comporta una rivisitazione dell’intera storia del popolo valdese nell’ambito dell’interessante binomio storia e fede. Si tratta di vicende umane dove il rapporto con Dio non può essere sottovalutato, il ricordare in questo contesto è un verbo forte. Del resto anche nelle testimonianze bibliche, quando scatta l’ora del ricordo, vissuto nel rapporto con Dio e le sue creature, ci si schiude sempre su qualcosa di nuovo, è l’inizio di un nuovo agire, si ricorda per agire di conseguenza. Nei seguenti passi biblici di Genesi 8/1, Isaia 63/11, Esodo 20/8, II Timoteo 2/8 il ricordare è sempre qualcosa di impegnativo.
Chiediamoci allora che cosa di vivo è per noi tutti/e, nel nostro presente, ricordare una porzione di storia che ci appartiene, che riguarda Dio, che concerne le vicende storiche del nostro paese. La beatitudine lucana, con l’annesso “Guai a voi”, parla di coloro che ci hanno preceduto nella consapevolezza di essere i “giusti sofferenti”, parte attiva dentro un conflitto che opponeva Dio ai suoi nemici. Coloro, la cui storia annovera la giornata del 17 febbraio 1848, li possiamo incontrare come beati di cui parla l’evangelista. Non sono eroi per noi, sono per l’appunto gli affamati di giustizia, coloro che hanno avuto chiara la coscienza di rispondere, di partecipare ad un grande dramma redentivi in cui la sofferenza si trasforma in vittoria. Ricordare tutto questo significa interrogarsi, misurare la distanza che accusiamo dalla beatitudine di cui sopra, chiedersi su che livello si attesta la nostra passione, la nostra presa di coscienza, per la vocazione che ancora Dio rivolge a ciascuno/a di noi. Il “Guai a voi” non è diretto ai persecutori, ma a coloro che ogni tempo hanno trasformato il loro rapporto con Dio in qualcosa di accomodante, lontano dalla passione, tensione, sofferenza che la Giustizia di Dio, il suo Regno, in ogni tempo richiede. Ancora una volta questa storia che ci appartiene ed appartiene alla storia del nostro paese e che interroga la nostra fede, sfida il religioso, il sazio, il soddisfatto, il riconosciuto e l’apprezzato di ogni tempo, ma lontano dall’incarnare, ed esprimere la passione, di un vissuto che, invita a rivolgere lo sguardo al tempo e all’annuncio profetico del Regno di Dio. Prima e dopo il 17 febbraio, qualcuno ci ha preceduto nel saper cogliere il tempo, non della dismissione, ma della missione, sapendo di non faticare e lottare in vano. Nelle vicende del nostro paese, sappiamo quale contributo ed impegno richiede ancora da noi il Signore. Possiamo pensare all’enstensione ad altri, dei diritti a suo tempo conquistati, possiamo adoperarci per tutto quello che concerne l’esercizio di una realtà religiosa nel nostro paese, passando per la difesa della laicità dello stato, riproponendo ed estendendo il metodo dell’Intesa nei rapporti fra lo stato e le diverse confessioni religiose presenti in Italia. Possiamo fare questo e quest’altro ma, al di là di questa attività democratica- istituzionale, ciascuno di noi non deve dimenticare una più avvertita sensibilità e testimonianza a fianco di coloro che ancora oggi hanno fame e sete di giustizia, affinché la vita torni ad essere abbondante per tutti. Ricordare il 17 febbraio 1848 significa, in ultima istanza, far emergere una domanda che interpelli la nostra fede e quelle forme di diaconia che siano liberazione e guarigione per le donne e uomini di ogni tempo.
Con queste splendide espressioni, scaturite dal cuore così, si è espresso, il nuovo Pastore Valdese, Francesco CARRI, nella circolare ai fedeli valdesi e a tutti i cristiani.

Il Sistema 118 e la Grandi Emergenza

di Pietro VITALE inviato de il "Palazzuolo".

La Puglia Sanitaria.

Il Dott. Mario COSTA Presidente del Consiglio Direttivo della Società Italiana Sistema 118, ha deliberato il 4° Congresso Nazionale svoltosi presso l’Hotel Sheraton Nicolaus via Cardinale A. Ciasca, 9 – Bari. Il Congresso è stato organizzato magistralmente e presieduto dal Dott. Onofrio Di Candia direttore della Struttura Complessa Centrale Operativa 118 Provinciale, che ha sede presso il Policlinico Consorziale.

Il 4° Congresso Nazionale Sanitario di Emergenza 118, articolato nelle seguenti 10 Sessioni: Emergenze in mare il problema Italiano; gestione del soccorso; la professione infermieristica ieri, oggi e domani; le figure professionali dell’emergenza 118; Il percorso Assistenziale in emergenza – un’evoluzione continua; emergenza sanitaria tra presente e futuro; il trauma; il sistema 118 nazionale; Le grandi emergenze; l’elisoccorso. ha impegnato circa 130 medici e almeno altrettanti Infermieri oltre a volontari di varie associazioni, pugliesi e non, provenienti da tutta Italia, nei giorni di 14 -15 e 16 dicembre 2006. il Congresso ha previsto inoltre due Simposi: Il presidio di immobilizzazione nel traumatizzato e della gestione avanzata delle vie aeree nell’emergenza extraospedaliera, realizzati a numero chiuso con parte teorica e pratica con l’utilizzo di manichini.
Inoltre, dopo le interessanti relazioni dei medici, impegnati nelle varie Sessioni, i cittadini baresi hanno assistito ad una suggestiva esercitazione-simulazione sanitaria in mare (Lungomare N. Sauro) con la partecipazione: dell’Areonautica Militare 84° Centro C.S.A.R. – Brindisi; Capitaneria di Porto/Guardia Costiera – Bari; Croce Rossa Italiana con dispositivi realizzati dal Laboratorio Nautico Giaro – Roma; Aersud Elicotteri Sanitari Eurocopter – Verona.
Il Convegno è stato molto efficace nelle relazioni su tutte le tematiche dell’emergenza e del soccorso 118; di particolare interesse è stata la sessione relativa alla gestione della maxiemergenza, cioè di quegli eventi complessi in cui le necessità improvvisamente insorte non hanno adeguato riscontro in termini di dotazioni sanitarie, motivo per cui risulta indispensabile una pianificazione a monte con la necessaria integrazione con gli altri Enti deputati al soccorso e cioè i VVF e le Forze dell’Ordine, anche essi presenti in sede congressuale.
In tale ambito interessante è risultata, fra le altre, la relazione del dott. Gaetano Dipietro, Coordinatore Provinciale del Sistema 118 della AUSL BAT1

In conclusione il Congresso ha portato alla ribalta nazionale la situazione del Sistema 118 regionale che a detta di molti relatori qualificati ha colmato il gap iniziale, essendo stato avviato con molti anni di ritardo , e si è allineato a quello di altre regioni italiane. Come tutti sanno, il 118, è il numero telefonico unico nazionale per l’emergenza sanitaria territoriale, gratuito, un servizio di pronto intervento sanitario coordinato da una Centrale Operativa Provinciale che vede la presenza, oltre a quella degli Infermieri Operatori anche di un medico di centrale attivo 24 ore su 24. Il 118 fornisce una risposta appropriata mediante l’invio di mezzi di soccorso adeguati e l’eventuale ricovero in ospedale.

La richiesta del 118 da parte dell’utente è sempre subordinata alla presenza di grave malore, incidente stradale con feriti, ricovero d’urgenza e ogni circostanza certa o presunta di pericolo di vita. Il servizio sanitario d’urgenza del 118 NON è un centralino telefonico, attraverso il quale accedere ai reparti ospedalieri per informazioni o prenotare visite ed esami.
Il Numero 118 NON non va utilizzato nemmeno per segnalare incendi se non vi sono persone coinvolte in pericolo di vita. In tal caso chiamare il n° 115.

Il congresso si è chiuso con l’appuntamento al settembre 2007 nella città di Cagliari.

Correndo Tra i vigneti - con i Bersaglieri

Un Service: Educazione allo Sport di Pietro VITALE

“…la curiosità, proprietà connaturale dell’uomo, figliuola dell’ignoranza, che partorisce la scienza, all’aprire che fa della nostra mente la meraviglia, porta questo costume: ch’ove osserva straordinario effetto in natura, come cometa, parelio o stella di mezzodì, subito domanda che tal cosa voglia dire o significare…”
(Giambattista Vigo).

Inizio con spirito Lionistico e fraterna amicizia questo nuovo viaggio di responsabile Educazione allo Sport, che il Governatore Elio Loiodice ha voluto assegnarmi per l’anno 2007/2008, sentendomi come colui che parte, che come colui che resta. Una sorta di “viaggiatore con gli occhi della mente” che, come un aquilone, segue il vento che spira intorno a lui, vagheggiando mete che suscitano la sua curiosità e che spera di raggiungere.

Sono legato all’idea del viaggio da un ideale e robusto Filo d’Arianna che collega simbolicamente il sogno e la voglia di novità del viaggiatore, con la forte emozione di chi lo saluta, agitando un fazzoletto bianco, simbolo di affetto, gioia e amore, preoccupazione e speranza; sentimenti tutti che provo e condivido con chi ha partecipato a questa iniziativa.

Caro Governatore, cari amici Lions, in questi giorni di tremenda calura resta difficile immaginare che ci sia qualcuno disposto a correre sotto il solleone, ma quando arde la passione sportiva è duro resistere alla sfida, praticamente impossibile se il richiamo proviene dal Gruppo Podistico Associazione Bersaglieri di Bari, di cui modestamente sono socio.

Infatti, nel pomeriggio di domenica 22 luglio 2007, circa 350 appassionati della corsa, si sono ritrovati ad Adelfia (Ba) per la 2^ “Correndo tra i Vigneti” una simpatica, manifestazione inserita nel calendario del Coni-Fidal che prevedeva un percorso di km. 9,6 da svolgersi lungo le vie del centro cittadino e successivamente attraversando le campagne e vigneti, dove l’uva regina faceva bella mostra di sé, per poi entrare nel paese con sprint finale nella piazza centrale. Fin qui niente di eccezionale a parte i 40° all’ombra, che hanno fiaccato in tanti, soprattutto i più anziani, tra cui c’erano arzilli ottantenni, nonostante l’organizzazione sportiva si fosse attrezzata di fornire acqua da bere e docce volanti per rinfrescare i concorrenti, ma era proprio l’ossigeno a mancare.
Poco prima della partenza lo speaker annunciava la presenza di uno starter d’eccezione, Pietro Mennea! Tra lo stupore dei presenti per la sorpresa, si è levato un “oooh… ma chi è” Mennea, soprattutto dalla componente giovanile dei partecipanti, con esplicito riferimento alla dantesca questione…Ma come chi è Pietro Mennea?!!, come si fa ad ignorare colui che per vent’anni ha detenuto il record di uomo più veloce del mondo, e, che gli valse il soprannome di “Freccia del Sud”. L’uomo Mennea, venuto dal profondo Sud, da quella allora piccola Barletta, capace di sfidare tutto e tutti, raggiungere la cima e restarci per tanto tempo. Chi non ricorda
i mitici duelli con il gigante russo Valerj Borzov e lo squadrone U.S.A., e ancora, in quel pomeriggio di agosto di trent’anni orsono, Citta’ del Messico quando davanti ad un televisore dalle immagini in bianco e nero, Mennea vinse il record del mondo sul filo dei 200 mt. a 19’97. Per molti italiani e meridionali emigrati in tutto il mondo è stata l’occasione per un riscatto d’orgoglio ancora più importante perché proveniva da uno di loro, un uomo del Sud.

Ma, purtroppo lo Star-System divora tutto, e con gran velocità le sue stelle, anche queste sono ancora sulla cresta dell’onda, figuriamoci trent’anni dopo. Una persona schiva e riservata come Pietro Mennea, come in certe occasioni, non si è certo tirato indietro… come non ricordare il suo indice puntato contro le galline dalle uova d’oro che circolano nel mondo dello sport, a suo dire sporcandolo? Un personaggio che non è mai stato dimenticato dai veri appassionati dello Sport e che domenica, increduli di averlo a portata di mano, gli hanno tributato un bagno di folla con richieste di foto ricordo ed autografi.

Per finire, non possiamo certamente fare una colpa se i nostri giovani non conoscono chi sia Pietro Mennea, perché è compito di tutti (anche dei Lions) affidare alle generazioni l’importanza dei valori che rappresenta tutto lo Sport ed esaltare le imprese di uomini come Pietro Mennea che dello sport rappresentano il Valore Aggiunto

Per la cronaca, la gara podistica di Adelfia è stata vinta (manco a dirlo) da un atleta componente dell’Ass. Bersaglieri di Bari. Ad ogni partecipante oltre al pacco gara hanno ricevuto un cesto colmo di uva regina.

La Vicinanza non è un Incontro

L'incontro - ridurre le distanze

Il giorno 25 maggio 2005, alle ore 17,30, presso la prestigiosa residenza di Villa “Anna” via Fanelli,263, in Bari, l’Archeoclub d’Italia, ha voluto invitare il Prof. Michele BRACCO, in un incontro culturale con tutti i soci e graditi ospiti, alla presentazione del Volume dello stesso relatore, il tema della serata: “Sulla Distanza”, esperienza della vicinanza e della lontananza nelle relazioni umane.

Il Relatore Prof. Michele BRACCO, Docente di Filosofia e storia presso un Liceo Scientifico di Bari, ha intrattenuto i soci sul concetto filosofico, molto antico, per amor del vero. In quanto l’uomo fin dalla sua comparsa sulla crosta terrestre si è sempre interrogato e cercato “l’Incontro” e ridurre le “distanze”, in relazione a tutto ciò che lo circonda, sia dal punto di vista materiale e spirituale, quelle distanze-incontro che ancora oggi l’uomo moderno cerca di accorciare e non ancora del tutto raggiunte. Purtroppo.

I’Illustre Relatore ha spiegato ai soci de Club che, il “metro” delle distanze e delle vicinanze, sono stabilite da ognuno di noi, ed in particolare, il relatore, fa riferimento a quello spazio filosofico- interstiziale, recepito, con gli occhi della mente dell’uomo moderno che intercorrono tra il soggetto e l’oggetto a cui egli si indirizza. Soggetto materiale o spirituale che sia.

Il sottoscritto corrispondente del “Il Palazzuolo”, ha proposito sul quel concetto filosofico, relative alle distanze-vicinanze, in una sua non molto recente relazione ebbe a dire: “La vicinanza non è incontro, perché la vicinanza diventi incontro ci vuole il dialogo, la reciproca calda provocazione e l’umile desiderio di conoscenza. Senza il dialogo, l’incontro è scontro di silenzi”.
di Pietro VITALE

Ri-nasce L'A.N.S.I. - Ente Morale

La chiave di volta? L’A.N.S.I. in Bari e Provincia

L’Associazione Nazionale Scuola Italiana approda nel capoluogo Pugliese, ha guidarla è il dott. Terenzio FUSCO. L’ANSI è Ente Morale – DPR 216 del 21.3.1949. Associazione Interculturale di Formazione no profit, accreditata al M.I.U.R. (Ufficio Scolastico Provinciale) L’Associazione Nazionale Scuola Italiana, fondata nel 1946 dal filosofo, teologo ed educatore Giuseppe Giampietro, è un’associazione culturale eretta in Ente morale nel 1949 (D.P.R. 21 marzo 1949, n. 216, pubblicato sulla G.U. n. 114 del 18/05/1949). In base all’art. 5 del D. Leg.vo. n. 460 è classificata come ente no profit di tipo associativo di cui è costituita da circa 10.000 soci e si articola in Gruppi e Comitati locali presenti su tutto nazionale. L’ANSI pubblica: Rinnovare al scuola, rivista trimestrale specializzata in problematiche scolastiche ed educative; - testi riguardati le Scienze dell’educazione (Collana Miliaria) inoltre l’Ansi, con provvedimento ministeriale del 31/ 07/ 2002, è inserita nell’elenco definitivo dei soggetti qualificati per la formazione del personale della scuola ai sensi del D. M. 177/2000. Dopo un attento studio sull’evoluzione della formazione a distanza, evidenziata da una costante crescita della domanda e dell’offerta nel settore formativo, l’Associazione ha promosso AnsiMultimedia con l’obbiettivo di introdurre metodologie e strategie formative innovative. La scelta dell’e-learnig, caratterizzata da elementi di flessibilità e modularità che ben si adattano alla formazione degli adulti, compreso il personale della scuola, ha prodotto una grande adesione delle sedi A.N.S.I. dislocate sul territorio nazionale, con conseguente dotazione del Campus virtuale A.N.S.I., una piattaforma Pegasus LCMS.

L’Ansi è preposta principalmente nella formazione dei docenti per l’istruzione; educazione degli alunni diversamente abili; formazione degli assistenti ed operatori sociali; aggiornamento degli insegnanti; orientamento scolastico e professionale; formazione professionale iniziale e continua; avviamento dei giovani al lavoro; iniziative nel campo delle istruzioni superiore ed universitaria; - inoltre – affermare, difendere, tradurre in atto, con la collaborazione dei genitori e degli insegnanti, i principi di un cristiana educazione in una scuola libera e profondamente rinnovata; - svolgere attività di utilità sociale nel campo della cultura, dell’arte e dello sport.

L’Ansi nel campo dei crediti formativi universitari (CFU): E’ l’unità di misura del lavoro di apprendimento necessario allo studente per l’espletamento delle attività formative prescritte per il conseguimento di un titolo di studio universitario (Laurea, Laurea Specialistica, Diploma di Specializzazione, Dottorato di Ricerca, Master Universitario). Un credito formativo corrisponde a 25 ore di attività. Il riconoscimento di un credito formativo l’Ansi: Certifica l’attività svolta dallo studente il raggiungimento di determinati obbiettivi formativi. Il criterio di riconoscimento dei crediti non è uguale in tutti i corsi di studio. I regolamenti delle strutture didattiche stabiliscono autonomamente quali criteri utilizzare al fine del riconoscimento dei crediti formativi aggiunti; Master Universitario: E’ un corso post-laurea, lo studente deve acquistare almeno 60 crediti (1500 ore) oltre a quelli acquistati per conseguire la Laurea o Laurea di Specializzazione; Corsi di formazione/perfezionamento: E’ un percorso formativo al quale possono iscriversi tutti coloro i quali sono in possesso di un diploma di maturità, di un diploma universitario, o di una laurea. Chi è in possesso di un diploma di maturità riceverà, dopo aver superato la prova finale al termine di ogni annualità, un attestato di Formazione; chi è in possesso di Diploma universitario o laurea riceverà, Dopo aver superato la prova finale al termine di ogni annualità, un attestato di Perfezionamento.
Pezzo di Pietro Vitale . de il “Palazzuolo”.

L' A.B.M.C. - La Puglia Imperiale - di Pietro VITALE

L’orgoglio Altamurano, alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano. Un successione! Con la partecipazione del Comune di Altamura e dei suoi delegati, ma in testa a tutti gli intervenuti dei responsabili istituzionali, alfiere è stato l’Archivio Biblioteca Museo Civico, e il suo presidente: La Dott.ssa Elena SAPONARO, ha consentito al corrispondente de il “Palazzuolo”, un‘intervista sull’esperienza milanese presso la BIT. Il presidente dell’A.B.M.C., persona di grande fede e umanità nonché di grandi doti manageriale così si è espressa al nostro inviato:
…la partecipazione del Comune di Altamura alla borsa internazionale del turismo di Milano coordinata dall’ufficio Cultura e turismo ha trovato giusta collocazione negli spazi fieristici a pochi metri dallo stand Regione Puglia e dalla “Puglia Imperiale”. A parte il coinvolgimento delle istituzioni cittadine, nonché da quelle storiche come A.B.M.C., dalla Pro Loco, dell’associazione culturale Pietra Viva, dei noti Consorzi per la Tutela del Pane Dok e del Consorzio Macellai della Murgia Altamurana che hanno costituito un’offerta diversificata partendo dall’ambito gastronomico sviluppatasi attraverso gli ambiti artistici e culturali. Le associazioni hanno dato vita a quel “sistema”di strategie riconosciute come indispensabile al decollo della Puglia sul mercato turistico mondiale-.
Gli stand allestiti con molta cura dal dott. Anelli e dalla sua collaboratrice Sig.ra Mariano, inoltre, con la partecipazione delle hostess Pugliesi risultate molto dinamiche. Infatti al fruitore era offerta immediatamente una visione complessiva del territorio della città di Altamura che, man mano si restringeva mettendo a fuoco quelle che sono le eccellenze, e le produzioni del territorio. Ovviamente, come notoriamente accade, in primis è stato il Pane di Altamura ad averla fatta da padrone incontrastato.
I responsabili del consorzio non avevano il tempo materiale per affettare lo stesso poiché la richiesta dell’assaggio era continuativa, con o senza l’ottimo companatico offerto dal consorzio Macellai della Murgia. Dulcis in fundo molto gradito l’altrettanto richiesto è stato il noto liquore Padre Peppe offerto dall’antica e tradizionale ditta Striccoli. L’affluenza ha raggiunto picchi elevati nella giornata di sabato, allorquando agli operatori professionali si sono aggiunti anche semplici visitatori. Le domande poste dagli addetti al settore turistico si possono sintetizzare nella solita griglia: offerta, itinerari, contenitori, guide turistiche, percorsi suggeriti e mezzi di trasporto. A variare è stata la domanda del visitatore privato, il quale oltre ad interessarsi sulle modalità di come raggiungere Altamura, di cosa visitare e degustare si è anche interessato a conoscere la storia e le origini della città. Negli stand ai visitatori, essuna difficoltà hanno avuto le hostess a rispondere alle domande poste dall’utenza, supportate da validissimi e d eleganti deplians sia nelle immagini che nei contenuti. La presenza dello storico Ente A.B.M.C. ha aggiunto alle informazioni generali sulla Città di Altamura, maggiori dettagli sulle sue origini, avendo la necessità di contestualizzare nel territorio il prezioso oggetto: il Cofanetto Limosino del dodicesimo secolo ed alla sua presentazione ufficiale alla borsa del turismo, oltre alle grandi foto artistiche in aggiunta al dvd sonoro che proiettava immagini del cofanetto, inoltre, notizie sulla cattedrale di Altamura, della Basilica di San Nicola di Bari, dalla quale lo stesso cofanetto proviene. Le hostess Impegnavano i visitatori del settore estero con copie della rivista “Altamura”, e i deplians con il testo in inglese. Anche la Pro Loco ha condiviso l’iniziativa e apprezzato il coinvolgimento delle Istituzioni cittadine da sempre impegnate sul fronte della sensibilizzazione alle tematiche culturali e della promozione del territorio. La Pro Loco ha partecipato assicurando la presenza di due operatori e fornendo materiale informativo aggiornato. Grande riscontro e apprezzamento è stato infatti dimostrato da parte degli addetti ai lavori e dei visitatori privati che hanno ricevuto informazioni e hanno potuto leggere e portare con se i pieghevoli pubblicati a cura dell’Ente, e in particolare la nuovissima Cartoguida della città, dove si propongono notizie e itinerari. Altrettanto decasi dell’Associazione Pietra Viva, che non ha lesinato nel produrre e distribuire oltre a deplians e vivacissime cartoline che illustravano la città di Altamura – dalla flora alla fauna, dalla Cattedrale al pane, oltre alle numerose informazioni fornite dalle qualificate hostess. – Il Presidente dell’ABMC, SAPONARO, dopo questa attenta e dotta relazione, conclude:
“…dovendo tirare le somme e a fare un bilancio della partecipazione alla B.I.T., si potrebbe sicuramente stigmatizzare che a fronte del piccolo investimento c’è stato uno molto più grande, cioè quello dei contenuti, e delle risorse umane, come il coinvolgimento degli Enti no profit, delle associazioni da sempre impegnati nella tutela del territorio oltre nella conservazione dei documenti e delle testimonianze storiche che qualificano una città. I’impegno svolto da parte delle Associazioni nella difficile battaglia volta ad organizzare eventi culturali che garantiscono un ritorno di immagine alla splendida storica città di Altamura ed ai suoi abitanti, ha riscosso un grande successo.
Inoltre la presenza degli assessori Saponaro e Miglionico e del presidente della commissione consiliare alla Cultura Marroccoli cui hanno conferito e garantito istituzionalità all’iniziativa. Oltre ai numerosissimi visitatori dello stand del Comune di Altamura, sono da annoverare noti esponenti della politica tra i quali in ordine sparso il Presidente della regione Vendola, l’assessore al turismo Ostilio, ed anche lo spigoloso Prof. Sgarbi che è stato costretto insieme agli altri ad ammettere che la Puglia è una grossa realtà culturale ancora tutta da scoprire, rivalutare ed immettere sul mercato turistico mondiale.