Ordini Cavallereschi Crucesignati

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sabato 10 marzo 2012

BARI, HA COMPIUTO 100 ANNI IL S.TEN DEI CC IN CONGEDO D'ERRICO FRANCESCO

Oggi 7 marzo 2012 si è svolto un compleanno centenario a Bari: il S.Ten. dei Carabinieri in congedo D’Errico Francesco ha compiuto 100 anni. Per l’occasione il Generale di Divisione Aldo Visone, Comandante della Legione Carabinieri “Puglia”, nel corso di un sobrio brindisi d’auguri, ha consegnato al festeggiato un Crest “Stemma Araldico” e una lettera d’auguri, dono del Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri che, in onore della eccezionale ricorrenza, ha voluto così sottolineare l’importanza di un così significativo traguardo raggiunto dall’Ufficiale.
D’Errico Francesco si è arruolato nel 1931 a 19 anni. Dopo la Scuola Sottufficiali a Firenze, viene trasferito alla Legione Carabinieri di Bari dove presta servizio come segretario del Generale Dalla Chiesa, padre del famoso Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, mobilitato al seguito della Divisione Pinerolo, viene inviato in Grecia, ma giunto a Valona (Albania) rientra in Italia con il suo Reparto per fronteggiare un’altra esigenza. Partecipa successivamente ad una missione in Francia.
L’ otto settembre del 1943 si trova a Milano e riesce a sfuggire al rastrellamento dei Nazisti ma mentre si dirige con mezzi di fortuna verso Torino, viene catturato dai Partigiani che erano pronti a fucilarlo. Nell’occasione viene salvato da un Carabiniere che lo riconosce.
Dopo la guerra, trasferito alla Legione Carabinieri di Catanzaro, ricopre l’incarico di Comandante della Stazione Carabinieri di San Pietro in Guarano (CS), poi passa all’Arsenale della Marina Militare di Taranto dove presta servizio per sette anni, e poi alla Stazione Carabinieri di Casamassima, che comanda per altri sette anni.
Termina la carriera presso la Legione Territoriale Carabinieri di Bari, ricoprendo da ultimo l’incarico di scrivano presso l’Ufficio Amministrazione 2^ Sezione Materiali.
In congedo dal 1968 quando viene nominato Sottotenente, è stato insignito delle onorificenze di “Croce in Bronzo al Merito di Guerra” e “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

venerdì 9 marzo 2012

IN PRIMO PIANO, LO SPREAD: IL NOSTRO INCUBO QUOTIDIANO

Il conflitto valutario e le politiche macroeconomiche - I misteri della finanza internazionale.
di Antonio Laurenzano
“Operazione verità: per non morire tra le macerie di un’Europa tedesca”. Interessante e ricco di spunti il recente saggio di Renato Brunetta sulla crisi dell’euro e del processo d’integrazione politica, economica e sociale del Vecchio Continente. Sul tappeto, a tre anni dall’inizio della crisi finanziaria che ha sconvolto i precari equilibri finanziari nel mondo, restano alcune questioni irrisolte: a)il coordinamento delle politiche macroeconomiche tra le tre grandi potenze economiche mondiali: Stati Uniti, Europa e “Paesi emergenti” (Cina, Brasile, India) ;b)la crisi dei debiti sovrani di molti paesi europei avanzati; 3)il permanere degli squilibri globali che sono all’origine della crisi in un contesto di sostegno alla crescita.
La soluzione di queste questioni, secondo l’economista, richiede una convergenza nelle politiche di tutti i paesi coinvolti, nella consapevolezza che il quadro macroeconomico internazionale, che condiziona ogni accordo, rimane caratterizzato da una ripresa economica a due velocità. In particolare, si registra una crescente divergenza tra le politiche di austerità dell’Europa, alle prese con la crisi dei debiti sovrani, e quelle anti-deflattive degli Stati Uniti, decisi a non far mancare il sostegno macroeconomico alla ripresa, soprattutto attraverso la creazione illimitata di moneta impiegata per l’acquisto di titoli del debito pubblico da parte della Federal Reserve. Nel frattempo prosegue la crescita più rapida nei paesi emergenti.
Il conflitto valutario in atto è dunque una conseguenza della mancanza di meccanismi di aggiustamento degli squilibri globali in presenza di un sistema monetario internazionale e di un sistema di tassi di cambio disordinati. E l’Europa, con effetti dirompenti, ha palesato nel corso della crisi le sue debolezze strutturali con una moneta unica che non ha alle spalle una vera e propria banca centrale. La globalizzazione degli ultimi anni ha stravolto le regole del gioco e messo a nudo la fragilità dell’euro. Una moneta che aspira ad essere una valuta di riserva internazionale ma che non dispone di una banca centrale in grado di fissare il cambio o di agire come prestatore di ultima istanza per evitare la crisi di liquidità del sistema, è una valuta … sacrificale nello scontro di potere mondiale. Una moneta chiamata a convivere con una moltitudine di curve di tassi di interesse a scadenza. Praticamente una per ogni paese membro.
Fin quando i differenziali, cioè gli spread, tra i vari tassi nazionali erano “fisiologici” l’essere una “moneta artificiosa” non appariva in tutta la sua criticità. Poi è scoppiata la crisi da sostenibilità dei debiti pubblici europei e i differenziali si sono sempre più allargati! Sono diventati talmente ampi da rendere davvero eccezionale la situazione prodotta dall’euro: una moneta unica che esprime tante curve di rendimento sui titoli emessi in quella stessa valuta dai vari emittenti. Si passa dal 2% dei Bund tedeschi al 3,7% degli OAT francesi, al 7% dei Btp italiani!
E’ dallo scorso luglio che i cittadini italiani vivono in una sorta di grande fratello della finanza, dove le news sullo spread e l’andamento degli indici di borsa vengono pubblicate senza soluzione di continuità. Lo spread, premio per un rischio specifico, dovrebbe sintetizzare la probabilità di fallimento della controparte. Nel caso italiano, lo spread non ha, né può averlo, tutto il significato che gli si attribuisce. Il suo valore complessivo è meno importante di quanto non si creda per decifrare i rischi futuri. Nel caso degli Stati sovrani, infatti, gli stessi possono imporre nuove imposte, nazionalizzare beni privati, privatizzare società pubbliche, vendere o dare in concessione in blocco asset di cui hanno la proprietà, inclusi i beni culturali, creare inflazione monetizzando parte del debito. Tutti elementi difficilmente quantificabili da uno spread perché senza una effettiva serie storica di prezzi ed eventi passati.
Nel caso dell’Italia, poi, lo spread sul debito dovrebbe tenere conto anche della capacità di generare cash flow. L’avanzo primario, la “cassa” generata dalla gestione caratteristica dell’economia pubblica italiana, è positivo. Un taglio gestibile della spesa corrente ed opportune dismissioni renderebbero positivo anche la “cassa” al netto degli oneri sul debito pubblico tale da rendere poco razionale e credibile il valore dello spread che i mercati, con convenzioni che prescindono dalla considerazione degli effettivi margini comportamentali del Paese, assegnano ai Btp. E’ giunta l’ora di scoprire le carte! Chi è il… grande burattinaio che muove i fili della finanza internazionale? Chi si nasconde dietro le società di rating? A chi dà fastidio un euro forte? A chi fa paura un’Europa politicamente unita e, finalmente, padrona del proprio destino? Perché, dopo la Grecia, nel mirino della speculazione, è caduta l’Italia? Interrogativi inquietanti alle cui risposte è legato il futuro economico e finanziario dell’Europa.

giovedì 8 marzo 2012

JOINT TASK FORCE LEBANON.SECTOR WEST HQ

COMUNICATO STAMPA 09/12 del Magg. Domenico OCCHINEGRO
7 marzo 2012, Shama Il Comandante del Comando Operativo Interforze incontra i caschi blu italiani Il Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini, ha incontrato il Contingente Italiano, operante sotto l’egida delle Nazioni Unite, impegnato nell’Operazione “Leonte XI” al Comando del Generale di Brigata Carlo Lamanna. Al suo arrivo, il Generale Bertolini ha salutato i militari italiani presenti nella base di Shama ai quali ha espresso il suo apprezzamento per la delicata attività sino ad oggi svolta.
Durante la sua permanenza in Libano, il Comandante del COI ha visitato le basi avanzate occupate dal Contingente nazionale lungo la “Blue Line” (attuale limite armistiziale che divide Libano e Israele) . Nel corso della visita, durata due giorni, il Generale Bertolini ha potuto apprezzare direttamente sul terreno anche il lavoro svolto dal Genio Guastatori. L’attività di sminamento, condotta dai genieri lungo la Blue Line, è di fondamentale importanza per consentire il collocamento dei cosiddetti “Blue Pilar” destinati a materializzare sul terreno la linea armistiziale.

I MILITARI ITALIANI IN KOSOVO PROTAGONISTI AL "PREMIO CAMPIONE 2012"

Bari, 8 marzo 2012. Che negli ultimi mesi il Kosovo si fosse riacceso come teatro i lettori lo avevano compreso bene. Che i giornalisti passati da Peja, Pristina, Gjakova, Prizren, Mitrovica, Decane, Klina e da altre municipalità fossero un gruppo numeroso era altrettanto chiaro. In effetti, lo Stato Maggiore della Difesa Ufficio Pubblica Informazione, comandato dal generale Massimo Fogari,ha effettuato uno sforzo non indifferente per portare nel paese balcanico molti operatori del mondo dell’informazione. Tra i tanti partecipanti in pochi pensavano si potesse addirittura vincere un premio giornalistico con un servizio sul Kosovo. Così è stato per un fortunato conduttore radiofonico di Radionorba. Nei giorni scorsi, infatti, è stato assegnato a Bari il Premio “Giornalista di Puglia – Michele Campione” riservato ai cronisti pugliesi dell’anno. Il premio, giunto alla nona edizione, è promosso dal Consiglio dell’Ordine della Puglia, con il patrocinio del Consiglio nazionale dell’Ordine, in collaborazione con Regione Puglia, Provincia di Bari, Comune di Bari, Università degli studi di Bari, il Coni Puglia, e l’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Bari-Bitonto e d’intesa con la famiglia Campione. Per la sezione “cronaca” del settore “Agenzie, Radio, Tv” è stato premiato Stefano Mastrolitti, giornalista di Radionorba, per il programma “Capodanno in Kosovo con i militari italiani”. Al momento della premiazione, Mastrolitti ha affrontato la questione dei militari italiani in missione all’estero, ricordando le ultime vittime italiane in Afghanistan, per poi raccontare le due ore di diretta con i militari del Kosovo che gli sono valse il riconoscimento giornalistico, considerato il più prestigioso per la categoria in Puglia. “Mentre io ero nel mio studio al caldo pronto per la diretta – ha detto Mastrolitti – dall’altra parte del telefono, a nemmeno un’ora di volo da Conversano, c’erano quattordici soldati, ragazzi e ragazze, che pur di partecipare al programma e raccontare il loro capodanno in missione,avevano affrontato una bufera di neve che rischiava di bloccarli”. Mastrolitti ha poi ringraziato il tenente colonnello Vincenzo Tucci, responsabile in Kosovo del Gruppo Supporto di Aderenza (tra gli intervistati) e il tenente colonnello Vincenzo Legrottaglie, portavoce del contingente italiano, “che ha coordinato gli interventi e che nel pomeriggio di capodanno mi ha inviato una splendida mail con la quale, saltando i soliti formalismi tra forze armate e stampa, mi ha descritto in modo commovente la felicità incontenibile dei ragazzi che avevano avuto la possibilità di partecipare alla diretta”. “Sono orgoglioso di questo premio – ha concluso Mastrolitti – ma la mail del ten. col. Legrottaglie per me è il riconoscimento più importante”. Il caso Mastrolitti apre le porte della speranza e della creatività a tutti gli altri giornalisti che hanno visitato di recente il Kosovo grazie alle Forze Armate italiane.In foto: Stefano Mastrolitti riceve il premio “Campione 2012″ dal consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Michele Partipilo e alcuni momenti dell’operazione “Joint Enterprise”