Ordini Cavallereschi Crucesignati

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martedì 19 settembre 2017

LE PIEGHE OSCURE DEL FISCO ITALIANO, MISTERO BUFFO??



                                             IL MISTERO BUFFO DEL FISCO
                      di  Antonio Laurenzano
In scena in questi giorni, nel variegato panorama fiscale italiano, l’ultimo atto del … “Mistero buffo”.  La famosa opera teatrale di Dario Fo rivive nella rappresentazione della “semplificazione” sceneggiata dall’Agenzia delle Entrate. Un copione … buffo, un misero dejà vu!
Contribuenti e professionisti alle prese con un nuovo adempimento: lo “spesometro”, ossia l’invio telematico entro il prossimo 28 settembre dei dati delle fatture emesse e ricevute, bollette doganali e note di variazione relative al primo semestre dell’anno in corso. Un vero rompicapo nella selva delle norme inutili e fastidiose. “Basta un click, secondo l’Agenzia, per trasmettere all’ Amministrazione finanziaria i dati già presenti presso il soggetto d’imposta in forma informatizzata”. Pubblicità … ingannevole soltanto se si pensa alla miriade di ricevute/fatture fiscali emesse dai pubblici esercizi e dettaglianti anche di minimo importo, e registrate riepilogativamente nei corrispettivi giornalieri. Si tratta ora di recuperare per ogni singola ricevuta/fattura i dati anagrafici del cliente, completi di codice fiscale e partita Iva, fidando nella corretta acquisizione dei dati prodotti dal cliente. Siamo davvero al capolinea … E questo dovrebbe essere lo “spesometro a costo zero” per il contribuente: in realtà, un adempimento peggiorativo rispetto ad analoghi obblighi del passato (non sono previsti limiti di esonero), dispendioso e di scarsa utilità. Tutto da verificare infatti il reale utilizzo da parte dell’Amministrazione finanziaria di questa gran mole di informazioni, molte delle quali già arrivano al Fisco attraverso altri canali. Una ennesima prova di un sistema tributario che naviga a vista senza una precisa progettualità, causando proteste fra gli operatori e rendendo sempre più difficile il dialogo fra fisco e contribuente.
Il nostro Paese ha il non invidiabile record della onerosità degli adempimenti fiscali con un basso rapporto costo-beneficio in termini di lotta all’evasione. L’assenza di una pur minima visione strategica e della reale capacità di governare l’ordinamento tributario genera grande confusione anche sul piano normativo. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e  un proliferare di leggi e leggine che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una chimera!
Il contrasto all’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute sull’economia del Paese, va condotto con una normativa chiara, estremamente semplice. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere reddito nelle sue pieghe oscure, anche in termini di elusione. Sarebbe ora di voltare pagina: mettere al centro, sul piano legislativo, l’obiettivo di una profonda semplificazione con un taglio netto di balzelli e inutili adempimenti.  Ciò di cui il Paese ha bisogno, soprattutto in un periodo di timida ripresa economica, è un fisco che oltre a ridurre la pressione fiscale sostenga la crescita per aggredire l’ingombrante debito pubblico.
In attesa della riforma tributaria, a conferma di una legislazione fiscale spesso incerta, quasi sempre incompleta e caotica, si procede con le … proroghe, perché la necessità di prorogare si lega infatti alla quantità eccessiva di adempimenti che gravano sui  contribuenti. E le proroghe altro non sono che il tentativo estremo di rimediare a qualcosa che in sede legislativa non ha funzionato, conseguenza ed effetto di inquietante estemporaneità. Il 2017 di proroghe ne ha registrate finora ben 19: dalla rottamazione delle cartelle alle liquidazioni periodiche, dai versamenti di imprese e lavoratori autonomi alla presentazione delle dichiarazioni, alla voluntary disclosure 2.0. Proroghe che, nonostante la sbandierata ricerca della semplificazione, a volte arrivano addirittura dopo la scadenza del termine peggiorando, se possibile,la situazione in uno dei sistemi fiscali più complicati d’Europa. Senza ignorare la forma dei rinvii, anticipati con un “comunicato-legge”per poi diventare legge con la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale! Un mix di elementi espressione  di un sistema malato che genera un fisco che appare sempre più lontano  dalle esigenze del Paese. “Meno burocrazia,  meno adempimenti,  dialogo con i contribuenti”, ha dichiarato il nuovo Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini. Lo sperano in molti, ma la posizione è quella di uno scetticismo vigile dopo le tante promesse al vento e i tanti proclami di cambiamento. E’ ora di un salto di qualità per rendere trasparente il processo decisionale fra Governo, Parlamento e Amministrazione finanziaria e soprattutto per dare credibilità all’azione di una seria lotta all’evasione fiscale.