Dott. Pietro VITALE, storico-medievalista
giornalista e scrittore
Direteur de bolg internationale
“la più grande
felicità è conoscere
Le cause dell’infelicità”(F.Dostevskij)
FUTURO DELL’ EUROZONA FRA
INCOGNITE E INCERTEZZE
La
governance politica per superare logiche
ed egoismi di Stato. La crisi greca e il rilancio monetario della BCE
con il “quantitative easing” - La
sconfitta dell’ antieuropeismo -
di ANTONIO
LAURENZANO
Stagnazione economica, euro e
crisi greca: i termini di una vicenda
attorno ai quali gira il futuro dell’eurozona. Un futuro ancora denso di
incognite e incertezze denunciato di recente dall’agenzia di rating Fitch secondo
la quale il maggior rischio per la stabilità dell’economia globale non viene né
dal rallentamento delle economie emergenti né dalla svolta nella politica
monetaria della Fed ma da una nuova crisi dell’eurozona. E non sarà più
possibile continuare a costruire ricchezza economica sul debito invece che su
un’economia di produzione.
In realtà, segnali positivi di
ripresa in Europa si sono registrati dopo l’intervento della Banca centrale di
Francoforte con il “quantitative easing” firmato Mario Draghi: un rilancio
monetario per arginare una pericolosa deflazione attraverso l’iniezione sui
mercati di un’importante quantità di moneta con la conseguente ulteriore caduta
dei tassi d’interesse, il riallineamento dell’euro al dollaro e aumento delle
esportazioni europee. Oltre a nuovo ossigeno per le Borse. E proprio grazie a
questa tanto denigrata e osteggiata Europa si può finalmente sperare di uscire
dalla crisi. Grazie cioè all’azione dell’unica istituzione federale di cui
l’Unione è dotata, a conferma della necessità di una governance politica
dell’Unione in grado di impedire lo scontro tra opposte logiche nazionali che
collidono con quelle europee. La governance dell’eurozona infatti si dimostra
di fatto irrealizzabile più che per ragioni economico-finanziarie per ragioni
istituzionali. Si stanno pagando gli errori del compromesso di Maastricht del
1991 per il varo della moneta unica: centralizzare la politica monetaria, come
volevano i tedeschi, e decentralizzare la politica economica, finanziaria, di
bilancio, come volevano i francesi. Ovvero: una moneta comune e una pluralità
di politiche economiche nazionali, divenute nel tempo ostaggio della politica
di austerity del Paese più grande ed economicamente più forte, la Germania. E
l’egoismo (o miopia politico-economica?)
di Berlino non paga, serve solo ad alimentare un pericoloso
antieuropeismo peraltro clamorosamente sconfitto in Francia e in Spagna in
occasione delle ultime consultazioni elettorali. Non è riuscito infatti il
progetto dei partiti populisti di far “implodere” l’Europa. Le elezioni
francesi e spagnole hanno invece dato una spinta di rinascita alla coscienza di
una politica europea. Quella politica che prima che iniziasse la crisi
economica aveva cestinato i valori democratici fondamentali che tengono insieme
gli Stati: solidarietà, libertà e diritti civili per tutti, prima fra tutti
quelli sociali, evitando le brutali disuguaglianze che invece si sono nel tempo
create. L’auspicabile cambiamento della politica di austerità, causa di
profonda stagnazione economica, potrebbe attivare un circolo virtuoso: consumi,
investimenti, produzione, occupazione. A condizione, come ha raccomandato Mario
Draghi, che si concretizzino le riforme strutturali per la modernizzazione del
sistema-Europa. Ma per il rilancio dell’eurozona il problema di fondo rimane
quello di affiancare all’unione monetaria un’unione economica e politica per
una integrazione molto più profonda e strutturata di quella raggiunta finora,
capace di ricucire strappi, divergenze, interessi di parte. E questo,
ovviamente, dopo aver risolto il “pasticcio greco”, fra un’Eurozona che
pretende il massimo e la Grecia che spera di dare il minimo in cambio degli
aiuti di cui ha disperato bisogno per il suo futuro, e quindi per quello della
stessa Europa.
Ma a Berlino o a Bruxelles ci sono
leader capaci di porsi all’avanguardia invece che al traino delle loro
democrazie nazionali?....