Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 16 aprile 2015

BRILLANTE OPERAZIONE DI RECUPERO DEI CARABINIERI: TUTELA PATRIMONIO CULTURALE



Dott. Pietro VITALE, storico-medievalista
giornalista e scrittore
Direteur de bolg internationale

Perfino la finta modestia serve a qualcosa:aiuta gli altri a conservare la loro fiducia in sé.
(Elias Canetti)
                                                                           ***
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
NUCLEO DI BARI
Piazza Federico II di Svevia, 2 – Tel. 080/5213038 - Fax 080/5218244
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ATTIVITÀ OPERATIVA 2014
1. I settori di intervento e le aggressioni criminali più rilevanti in Puglia,
Basilicata e Molise
Il fenomeno dei furti;
Vendita on- line di beni culturali ed illecita esportazione;
Scavi clandestini;
Beni librari ed archivistici;
Tutela del paesaggio.
2. Principali recuperi di beni culturali;
3. Attività di prevenzione e controllo;
4. Attività repressiva.
2
1. I SETTORI DI INTERVENTO E LE AGGRESSIONI CRIMINALI PIÙ RILEVANTI IN PUGLIA, BASILICATA E MOLISE
I furti di beni culturali
Relativamente al fenomeno dei furti si registra una lieve diminuzione complessiva rispetto all'anno
precedente con un lieve aumento, però, dei furti ai danni degli istituti religiosi e luoghi di culto. Le
chiese e gli archivi diocesani rimangono, pertanto, seppur con numeri più contenuti rispetto al
passato, obiettivo sensibile alla specifica aggressione criminale. I beni culturali ecclesiastici
rappresentano, infatti, un'elevata percentuale del patrimonio culturale nazionale e comprendono
soprattutto opere di pittura, scultura, mosaici, oggetti legati alla celebrazioni religiose (ostensori,
calici, ecc) ma anche beni librari e documenti storici. Il dato relativo ai furti in danno di privati è
riconducibile invece alla microcriminalità comune dedita ai furti in appartamento, nella quale si
inseriscono anche i furti di opere d’arte. E’ stata, pertanto, effettuata un’opera di sensibilizzazione
che vede soprattutto i privati incoraggiati a compilare la scheda Object ID, un documento dell’opera
d’arte che consente di creare un archivio fotografico e descrittivo dei propri beni culturali,
determinante in caso di furto, poiché ne permette l’agevole informatizzazione nella banca dati dei
beni illecitamente sottratti, in modo da favorire la costante comparazione con quanto giornalmente
oggetto di controllo.
A fronte dell’analisi dei dati riportati di seguito, è stata incrementata l’attività preventiva di controllo concretizzatasi in numerosi sopralluoghi presso le chiese e la costante collaborazione con le Diocesi
al fine di individuare le eventuali criticità da eliminare, lo stesso lavoro è stato condotto presso le
strutture museali della Puglia, della Basilicata e del Molise.
PUGLIA - BASILICATA E MOLISE
FURTI IN DANNO DI: 2013 2014
MUSEI 0 0
ENTI PUBBLICI E PRIVATI 8 8
ISTITUTI RELIGIOSI E LUOGHI DI CULTO 11 13
PRIVATI 19 10
TOTALE EVENTI 38 31
TIPOLOGIA OGGETTI TRAFUGATI 2014
BENI LIBRARI 10 EBANISTERIA 55 GRAFICA 93 MISCELLANEA 6 OGGETTI CHIESASTICI 53 OROLOGI 1 PITTURA 64 SCULTURA 35 VASELLAME 54
TOTALE 287
Vendita on- line di beni culturali ed illecita esportazione
La vendita di Beni Culturali attraverso siti e-commerce continua a rappresentare uno dei canali
attraverso i quali numerosi beni di interesse artistico, storico o archeologico del territorio vengono
commercializzati e definitivamente alienati con conseguente grave danno al patrimonio culturale
nazionale. Per tale motivo, è stato effettuato un monitoraggio della rete internet ed un controllo dei
più importanti siti di e- commerce per l’individuazione degli annunci sospetti e meritevoli di
approfondimento perché relativi alla vendita di beni culturali. I beni interessati dalle vendite on line
sono soprattutto monete antiche, reperti archeologici, libri e documenti di archivio. Non sono
mancati, tuttavia, anche dipinti, la maggior parte delle volte falsi. Grazie agli accertamenti effettuati
in collaborazione con gli uffici preposti dei più importanti siti di vendita, è stato possibile recuperare
numerosi beni, quasi sempre di provenienza delittuosa, bloccandone così la vendita.
Scavi clandestini
Lo scavo clandestino - soprattutto in Puglia e Basilicata - continua ad essere un fenomeno che ha
richiesto l'attenzione e più volte l'intervento di questo Nucleo in quanto, pur essendo stata riscontrata una leggera diminuzione del numero degli scavi, rimane tuttora un' attività illecita che alimenta un traffico di importanti proporzioni; intorno a tale reato, infatti, ruotano enormi interessi economici e
commerciali. Le consolidate procedure operative messe in atto, di tipo repressivo e preventivo hanno consentito di ottenere rilevanti successi operativi che hanno visto il recupero di numerosi reperti archeologici ed il deferimento all’A.G. delle persone coinvolte a vario titolo nelle ricerche
archeologiche non autorizzate e nella commercializzazione dei beni. In molte circostanze i
"tombaroli" sono stati colti in flagranza di reato mentre eseguivano scavi clandestini nei più
importanti siti archeologici, dove sono conservati i resti di antiche testimonianze del passato, come
gli insediamenti del IV – V sec. a .C .4
Beni librari ed archivistici Un altro settore di tutela è quello che vede l'azione di contrasto al fenomeno della sottrazione del
patrimonio archivistico e librario italiano. I furti di libri, documenti antichi e beni archivistici di
rilevante interesse storico- culturale sono perpetrati ai danni di istituti, enti e biblioteche pubbliche e
private oltre che ecclesiastiche. Gli ammanchi non sono sempre scoperti nell'immediatezza a causa
dell'estrema facilità di trasporto, occultamento e parcellizzazione dei beni sottratti. Si ha cognizione
dell'ammanco, quindi, solo a seguito dei periodici controlli. Un ruolo fondamentale nel contenimento i tale tipologia di reato è stato giocato dall'imponente opera di catalogazione che è stata effettuatan negli ultimi anni dagli enti proprietari di beni librari e archivistici, statali, privati ed ecclesiastici.
Contraffazione di beni culturali
Il mercato dei beni culturali contraffati è senz'altro fiorente, così come quotidianamente riscontrato
nel corso delle varie attività svolte. Si tratta di un commercio che garantisce facili guadagni per i
falsari e l'illusione di aver fatto ottimi affari da parte degli acquirenti che, spesso, sono convinti a
concretizzare l'acquisto proprio dai prezzi che risultano contenuti o comunque inferiori rispetto ai
valori di mercato. Molte vendite, inoltre, avvengono on line, senza possibilità da parte dell'acquirente di effettuare una verifica diretta preventiva.
Le varie indagini svolte hanno consentito di individuare i falsari e sequestrare le opere già vendute ad ignari acquirenti corredate di certificazione di autenticità risultate false anche esse.
FALSI SEQUESTRATI 51
di cui settore antiquariale, archivistico e librario 1
di cui settore archeologico/paleontologico 10
di cui settore contemporaneo 40
Tutela del paesaggio
Al fine di prevenire i reati ai danni del patrimonio paesaggistico ed intervenire in caso di
realizzazione di opere edilizie abusive in aree sottoposte a vincolo o realizzate in difformità rispetto
ai progetti approvati, sono stati eseguiti numerosi sopralluoghi nei cantieri interessati. La
collaborazione con il 6° Elinucleo CC di Bari e con personale della Soprintendenza competente ha
consentito di realizzare una mappatura del territorio ed individuare la presenza di opere edilizie non
autorizzate.
2. PRINCIPALI RECUPERI DI BENI CULTURALI
Nel 2014 sono stati complessivamente recuperati 13.087 beni, così suddivisi:
BENI ANTIQUARIALI, ARCHIVISTICI E LIBRARI 12.583
REPERTI ARCHEOLOGICI 453
di cui interi 112
di cui frammenti 12
di cui numismatica archeologica 329
FALSI SEQUESTRATI 51
I reperti archeologici rinvenuti, nella maggior parte dei casi, sono stati recuperati integri, circostanza che accresce notevolmente il loro valore economico sul mercato dell’illecita commercializzazione
dei beni. Gli stessi erano tutti datati dal IV al III sec. a. C. e oggetto di scavo clandestino nelle aree
vincolate.
Sono state altresì recuperate numerose monete in oro, argento e bronzo risalenti a diverse epoche e
anch’esse rinvenute illecitamente attraverso scavi non autorizzati con metal detector nei siti protetti
di Puglia, Basilicata e Molise.
Alcuni recuperi:
13 reperti archeologici rientrati in Italia grazie ad una C.R.I. promossa dalla Procura della
Repubblica di Bari;
dipinto olio su tela cm 70 x 90, intitolato "Finestra Marina" del maestro Bruno Cassinari,
trafugato dalla sede del disciolto Ente del Turismo di Bari;
denario della Repubblica Romana - Guerra sociale (91-87 a.C) considerato un unicum;
1350 monete archeologiche, vendute all'asta presso la Repubblica di San Marino;
alcuni reperti archeologici falsi, proposti per la vendita;
antifonario del '700, trafugato da un istituto religioso a Firenze, sequestrato in provincia
di Bari;
anello bizantino in oro, di inestimabile valore rappresentante il Cristo Pantocratore.
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3. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E CONTROLLO.
Sono stati incrementati i servizi di prevenzione nei confronti degli obiettivi ritenuti più a rischio per
quantità e qualità di beni custoditi o esposti al pubblico quali biblioteche, musei e gallerie attraverso
una programmazione capillare e costante degli interventi.
In particolare:
92 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali, con controllo della
documentazione amministrativa e dei beni esposti;
39 verifiche alla sicurezza di Musei, Biblioteche ed Archivi in Puglia, Basilicata e Molise
congiuntamente agli organi periferici del MiBACT con la finalità di individuare i punti di criticità dei
sistemi difensivi ivi installati e respingere così le aggressioni criminali di rapinatori, ladri o vandali;
122 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni
criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Elinucleo Bari e dell'Arma
Territoriale.
94 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
13.106 controlli di oggetti d’arte nella banca dati dei beni illecitamente sottratti.
Nel corso dei controlli sono stati riscontrati complessivamente 6 illeciti di natura amministrativa,
confermando una buona osservanza delle normative di settore da parte degli esercenti che spesso si
rivolgono ai nostri uffici per chiedere informazioni in merito.
Costante l’attività nel perseguire le particolari fattispecie di reato in danno del paesaggio - 94
controlli - (realizzazione di opere non autorizzate, abusivismo edilizio in aree vincolate, ecc)
soprattutto nei siti UNESCO.4. AZIONE REPRESSIVA- ANNO 2014
Nell’anno 2014, sono state denunciate complessivamente 82 persone per i reati di ricettazione
(art.648 c.p.), violazioni in materia di ricerche archeologiche (art. 175 D.L.vo 42/2004),
contraffazione di opere d’arte (art. 178 D.L.vo 42/2004), reati in danno del paesaggio (opere
eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa - art. 181 D.L.vo 42/2004) ed altre
tipologie di reati connesse ai beni culturali (impossessamento illecito di beni culturali
appartenenti allo Stato, danneggiamento, interventi edilizi in assenza di permesso di costruire,
ecc).
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Sono state effettuate, inoltre, 26 perquisizioni disposte dall’Autorità Giudiziaria a seguito delle
risultanze investigative di questo Nucleo e che hanno consentito di recuperare importanti beni
culturali (soprattutto reperti archeologici e beni di arte moderna).
PERSONE DEFERITE ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA 82
di cui per reati in danno del paesaggio 3
Tipologia reati RICETTAZIONE 28 SCAVO CLANDESTINO 4 CONTRAFFAZIONE OPERE D’ARTE 21 ILLECITA ESPORTAZIONE 3 REATI CONTRO PAESAGGIO 4
ALTRI REATI 56 PERQUISIZIONI EFFETTUATE 26 SANZIONI AMMINISTRATIVE EFFETTUATE 6
di cui per eventi riguardanti beni culturali 6
L’analisi operativa del 2014 conferma, in linea di massima, gli andamenti già rilevati nei decorsi
anni e precisamente:
- la contrazione del numero dei furti di beni culturali in danno delle strutture museali;
- il persistere del fenomeno degli scavi clandestini nelle aree archeologiche ed il conseguente
deferimento in stato di libertà dei c.d. “tombaroli”, spesso colti in flagranza di reato;
- la persistenza del fenomeno della falsificazione;
- l’aumento del numero delle persone denunciate all’Autorità Giudiziaria;
- la diffusione delle vendite/acquisiti on line di Beni Culturali.
Per portare a termine le varie attività di monitoraggio in tutte le aree di interesse culturale,
paesaggistico, ambientale ed archeologico è stata fondamentale la collaborazione dell’Armaterritoriale, del 6° Elinucleo CC di Bari e del Nucleo CC Subacquei di Bari.
.


IL GESTO DEL SANTO PADRE IN UN PERCORSO STORICO E DI SOLIDARIETA'....



Dott. Pietro VITALE, storico-medievalista
giornalista e scrittore
Direteur de bolg internationale

La felicità dovrebbe essere l'unica condizione della vita;
dove la felicità è caduta, l'esistenza rimane un folle esperimento di lamenti.
(George SANTAYANA)

                                                                ***
Se il Papa parlerà di Genocidio Armeno, sarà un passo molto significativo..."
Intervista a p. Ruyssen, autore di una raccolta di documenti storici sull'intervento della Santa Sede in favore del popolo armeno durante il Genocidio di un secolo fa
Roma, 10 Aprile 2015 (Zenit.org) Federico Cenci | 377 hits
Gli armeni lo indicano come Metz Yeghern, il “Grande Male”. È un massacro iniziato un secolo fa, esattamente il 24 aprile 1915, nei confronti del popolo armeno allora residente nei confini dell’Impero ottomano. Nell’ambito della commemorazione di questo evento, che costò la vita a centinaia di migliaia di persone, papa Francesco celebrerà una Messa a San Pietro alle ore 10.00 di domenica prossima. Il gesto del Santo Padre si innesta in un percorso storico di attenzione e solidarietà concreta della Chiesa cattolica verso questa tragedia e le sue vittime. Percorso che inizia fin dai primi mesi della persecuzione attuata dal Governo dei Giovani Turchi, come testimonia padre Georges Ruyssen S.I., docente presso il Pontificio Istituto Orientale, autore della monumentale opera di raccolta di documenti storici La Santa Sede e i massacri degli armeni (ed. Orientalia Cristiana). ZENIT lo ha intervistato prima della Messa del Santo Padre.
Padre Ruyssen, a cosa è dovuto il Suo interesse per questo tema?
La mia formazione è di canonista, non sono dunque né uno storico né un archivista. Pertanto il mio interesse per la questione del Genocidio Armeno nasce per altri motivi. Risale al 2001, quando studiavo a Ginevra al Concilio ecumenico delle Chiese. È lì che conobbi un diacono armeno ortodosso, oggi sacerdote  a Marsiglia, con il quale divenni amico rimanendoci in contatto anche una volta tornato a Roma. Poi, nel 2007, trovando un momento in cui avevo più tempo a disposizione, decisi di sviluppare questo mio nuovo interesse facendo qualche ricerca sui documenti della Santa Sede sul Genocidio Armeno. Mi chiesi se esisteva già un’edizione che raccogliesse questi documenti. Domandai allora a mons. Boghos Lévon Zékiyan (oggi arcieparca della Chiesa cattolica-armena a Istanbul, ma allora non ancora vescovo), il quale mi rispose che non era ancora uscito nulla in proposito.Questa risposta La persuase ad occuparsene Lei?
Esatto. Allora andai all’Archivio segreto vaticano e iniziai a raccogliere documenti su questo tema. Il fatto che non fossi uno storico o un archivista mi penalizzò molto all’inizio, feci infatti diversi errori, occupandomi per molto tempo di documenti che non erano inerenti. Ci volle del tempo prima che assumessi le giuste competenze, ed ora conto di terminare questo progetto editoriale (che consta di 7 volumi) entro il dicembre 2015, che è l’anno del centenario del Genocidio Armeno. Dalla Sua raccolta si evince che le persecuzioni turche verso gli armeni possono suddividersi in due diverse fasi…Nei primi due volumi mi occupo dei cosiddetti massacri hamidiani (1894-96), in cui perirono centinaia di migliaia di persone in diverse regioni dell’Impero ottomano. Nella seconda parte, che è più sostanziale abbracciando cinque volumi del mio progetto, si va dai pogrom del 1908 e del 1909 al Genocidio del 1915. Anzi, in realtà i documenti raccolti (presso l’Archivio segreto vaticano, la Congregazione per le Chiese orientali e l’Archivio storico della Segreteria di Stato vaticana) arrivano fino al 1930, poiché le lettere e le testimonianze su questo tema proseguono oltre la fine delle atrocità. Mi piace pensare al mio lavoro come a un tassello di un grande puzzle: personalmente mi sono occupato dei documenti vaticani, altri si sono occupati dei documenti, ad esempio, del ministero degli Esteri della Francia, degli Stati Uniti, dell’Italia, etc… Se si mettono insieme questi lavori, si ha un quadro completo del contesto diplomatico intorno al Genocidio Armeno…
Tratto da facebook