Ordini Cavallereschi Crucesignati

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mercoledì 14 novembre 2007

Un film di Roberto Faenza

Dott. Pietro VITALE
Scrittore e Giornalista
Officer Distrettuale
Resp. Educazione allo Sport
Lions Club Bari Host

La Scuola. Cultura e Sport.

I VICERE’
Un film di Roberto Faenza

Il prossimo 9 novembre uscirà nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film di Roberto Faenza i Vicerè, tratto dall’omonimo romanzo di Federico De Roberto, uno degli autori più grandi e insieme più sottovalutati, della nostra letteratura, secondo Leonardo Sciascia il più grande scrittore italiano insieme a Manzoni.

Il film è stato dichiarato di interesse culturale nazionale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e si avvale di un cast d’eccezione, nel quale figurano Alessandro Preziosi, Lando Buzzanca, Cristiana Capotondi, Lucia Bosè. I costumi sono filmati da Milena Canonero, che è appena stata premiata con il suo terzo Oscar, dopo Barry Lyndon e Momenti di gloria

Il recente nuovo interesse per I Vicerè (si è recentemente svolto lo scorso marzo a Cambridge un importante convegno di studi dedicato a De Roberto), si deve alla straordinaria analogia tra la scena storica rappresentata nel romanzo (la nascita dello stato italiano nel 1870) e la percezione dell’odierno scenario della politica italiana, della sua crisi ideologica, mortale, valoriale. Una serie di dialoghi profetici, usciti dalla penna di De Roberto e riportati fedelmente nel film, sono così lungimiranti e attuali da sembrare essere scritti oggi.


Proposto dalla Jean Vigo Italia di Roma - I Vicerè ribadisce la continuità di un costante impegno produttivo svolto, come già accaduto con altri film di Roberto Faenza, per esempio Alla luce del sole sulla vita di don Pugliesi (che in sala è stato visto da oltre 500.000 studenti italiani), alla realizzazioni di opere capaci di generare una partecipazione attiva, soprattutto da parte dei più giovani, alimentando la tensione critica e la lucidità di giudizio, messi in discussione in momenti di crisi culturale come avviene oggi.

Nel film, mentre si forma l’Italia, attraverso gli occhi di Consalvo (Alessandro Preziosi), l’ultimo erede degli Uzeda, discendenti degli antichi Vicerè di Spagna, si svelano misteri, gli intrighi, le complesse personalità della famiglia, in uno scenario dove i sentimenti sussistono solo nella prospettiva dell’interesse e della prevaricazione, sino al sacrificio della giovanissima Teresa (Cristina Capomondi), sorella di Consalvo, costretta a chiudersi all’amore per obbedire al volere di un padre padrone. In un mondo siffatto, la sete di potere e di dominio non può salvare nessuno.

La proposta di organizzare, a partire dal 9 novembre 2007, delle matinèes rivolte agli studenti, dalle scuole medie alle superiori, viene avanzata con antico per consentire ai Dirigenti Scolastici e ai Docenti di poter valutare il nostro progetto nel selezionare proposte valide per gli alunni.

La Jean Vigo Italia ha predisposto in vista delle proiezioni per le scuole e in esso ha creato la specifica sezione “Progetto Scuole”, nella quale nel messaggio sono stati inseriti alcuni saggi di esperti dell’opera di Federico De Roberto.

La sceneggiatura del film, pubblicata da Gremese Editore in un volume che includerà anche una prefazione del regista, interviste inedite a Alessandro Preziosi, Lando Buzzanca e Cristina Capotondi, il saggio L’attualità de I Vicerè di Margherita Ganeri e molte foto del film, che avvalso di collaboratori di valore internazionale, come Milena Cononero, Premio Oscar 2007 per i costumi, Francesco Frigeri, scenografo di The Passion e molti altri.

Protocollo di intesa: Parco Di Cagno Abbrescia

Dott. Pietro Vitale
* il “Palazzuolo”

I Lions ospiti della prestigiosa struttura del Parco Di Cagno Abbrescia di Bari.
Tutti i Soci del Lions Club Bari Host, il 12/11/2007 hanno inagurato la loro nuova Sede Amministrativa presso il Parco Di Cagno Abbrescia.
La notizia è stata annunciata dal Presidente, Lions Pasquale Di Ciommo e dal Segretario, Lions Berardino Dell’Erba.
Il Progetto Parco Di Cagno Abbrescia ha l'obiettivo di realizzare un centro polivalente di cultura, sport, spettacolo, residenziale e interscambio di iniziative socio-culturali.
La missione del Parco Di Cagno Abbrescia è di supportare una serie di Aziende e/o Enti al raggiungimento del loro oggetto sociale mettendo a disposizione una serie di servizi e strutture. Il Progetto Parco Di Cagno Abbrescia e’ quella di far usufruire e dotare tutte le Aziende ed Enti firmatari di un protocollo d’intesa di una delle piu’ belle e attrezzate zone del comune di Bari
Più precisamente, Il parco Di Cagno Abbrescia lavorerà perseguendo i seguenti obiettivi:
Unire le proprie forze con le societa’, gli Enti, comunità locali, regionali e nazionali affinche’ Il Parco sia un riferimento culturale per tutta la citta’ di Bari.
Incoraggiare gli imprenditori a intraprendere una attivita’ consortile e collaborativa, presentandosi alla citta’ come un entita’ unica.
Le motivazioni delle Aziende e/o Enti collaboratori
Ogni Azienda e/o Ente del Parco Di Cagno Abbrescia ha la propria personale motivazione per dedicare tempo e energia a un simile progetto collettivo. Ecco alcune delle risposte più diffuse:
1. Poter realizzare e gestire insieme un Parco Culturale unico nella citta’ di Bari e diventare un punto di riferimento cittadino, regionale, nazionale ed europeo
2. Il piacere di condividere e fare sinergia con una serie di imprenditori e Enti affinche’ il parco diventi e rimanga un punto di riferimento di crescita sociale e culturale della citta’ di Bari.
3. La possibilità di partecipare a un progetto che si estende in tutto il mondo, abbracciando culture, lingue, continenti e fusi orari diversi.
Gruppo direttivo di Parco Di Cagno Abbrescia:
Tomasicchio Nicola, (Presidente)
Negli ultimi 30 anni, Il Professor Tomasicchio Nicola ha sempre lavorato prima come professore di educazione fisica nell’ambito dell’Istituto Di Cagno Abbrescia e poi come gestore del centro sportivo. Magis srl.
Olivier Meunier, (proponente)
Olivier è uno sviluppatore del programma culturale Nuova Europa. Come tale, ha creato e mantiene tuttora il progetto DotClear, uno strumento di weblog accessibile e aderente agli standard nell’ambito universitario e per l’interscambio di informazioni tra Enti che promuovono cultura. .
Pascal Chevrel, (proponente)
Pascal gestisce un Ente di interscambio culturale a Lille (Francia) utilizzate dalla comunità francese e ha creato i primi interscambi in lingua spagnola, ora parte integrante del progetto DotClear. Nel 2005, Pascal ha scritto un libro in francese sul Sistema Parco, parla inglese, francese, castigliano (spagnolo) e un po' di catalano.
'INVENTARE IL FUTURO'
L’idea parco progetto per un concorso di idee

L'idea progettuale è frutto della sinergia di tutti i sottoscrittori del protocollo d'intesa. L'elaborazione è stata possibile grazie al lavoro svolto da un' èquipe composta da: Giovanni Di Bari, Tomasicchio Nicola, Zaccaria Laura, Caldarulo Anastasia, Giuseppe Fiore, Vito La Fata, Daniele La Rocca, Maria Giovanna Mulè, Giovanni Zanobini, Gioacchino Murri.

Nella citta’ di Bari si è mosso un processo di superamento della soggezione, della passività, della paura. Si è mossa un'esperienza di essenziale lotta, di maturazione civile, che a poco a poco sta bonificando tutta la vita della citta’. Esperienza che però si dovrà, con ogni generazione, ricreare.
Alcuni mesi prima un gruppo di lavoro impegnato in una ricerca sullo sviluppo del territorio della citta’ di Bari crea un appunto che avrebbe potuto interessare l'esperienza di quel gruppo. Nulla sapeva a quella data (marzo 1997) delle disposizioni dell'Unione Europea sui Parchi letterari. Era una sorta di pro-memoria di cose da fare, articolato in vari punti. Vi si potevano leggere, i punti seguenti, quì un po’ sintetizzati:

contribuire a fare funzionare compiutamente, completandolo, il Centro educativo sperimentale;
contribuire a fare funzionare compiutamente il Centro di formazione;
valorizzare la produzione letteraria nella citta’ di Bari;
valorizzare la produzione enogastronomia del territorio;
istituire una mostra dell'"artigianato attivo" valorizzando alcuni artigiani locali: tutti direttamente artigiani, volontari, senza intermediari parassiti";
promuovere la cultura e le tradizioni della terra di Bari".
E continuava:
"In seguito, maturate le singole iniziative, potrebbe essere pubblicato un sito internet che comprenda fotografie del tutto (comprendeva sia tutte le attivita’ del parco, e l’organizzazione di concerti e spettacoli teatrali, compresa l’attivita’ enogastronomia e il progetto residenziale all’interno del Parco Di Cagno Abbrescia
E nell’ambito dell’ Associazione Culturale La Nuova Arca presente nel progetto Parco, non sarebbe da escludere la proposta di alcune gite da qui (con foto e indicazioni): per la promozione turistica nell’aria appulo-lucana e per l’intrecciarsi e il confronto tra religioni occidentali e orientali.
Per la pubblicazione del depliant e materiale multimediale (con traduzione in tedesco, inglese, francese).
Il parco cerchera’ di incidere sul territorio anche sotto il profilo dei mutamenti che in esso, grazie a quello che sara’ la sua opera, rispondendo ai bisogni più urgenti della popolazione, si sono realizzati interessanti centri culturali e studio del territorio che potranno migliorare lo stato occupazionale della citta’, innalzando il reddito delle famiglie (basti pensare alla diffusione e alla possibilita’ di promuovere la nostra cultura e tradizioni nell’ambito di una attenta promozione turistica e scambio culturale, diffondendo una nuova consapevolezza, un maggiore senso di responsabilità individuale e collettiva.
Ma a parte tali elementi che costituiscono già delle risorse immediatamente spendibili per il Parco che si propone, resta il notevole patrimonio presente sia nel territorio, come luogo reale della speranza di un mondo tutto da inventare, sia la stessa opera complessa e ricca che il progetto Parco vuole offrire, con i suoi molteplici collegamenti nazionali e internazionali: fondamentali risorse per continuare la sua opera seguendo il reticolo dei numerosi gruppi culturali che ad esso si vogliono affiliare.
Sintesi della proposta
Il nucleo centrale del Parco è costituito dall'asse del turismo e interscambio culturale, attraverso il quale il 'Parco Di Cagno Abbrescia' coglie l'occasione per diffondere la cultura della nonviolenza, dell'accoglienza e dello sviluppo contro i rischi della cultura della morte. L'area cittadina è caratterizzata dalla persistenza storica di clan mafiosi fortemente radicati in citta’, che reprimono il concetto di sviluppo e apertura a pensieri e culture nuove nel rispetto della grande tradizione barese.
Il progetto del Parco prevede un investimento in quattro aree principali: 1) quella turistica 2) culturale, 3) sportiva, 4) spirituale
I soggetti proponenti agiscono in sinergia tra di loro dandosi un proprio coordinamento in sedi dislocate nel parco, in collaborazione con l’amministrazione comunale, provinciale e regionale.
6)Descrizione dei soggetti proponenti
I soggetti proponenti sono oltre a Associazioni culturali. Associazioni sportive, Associazioni dello spettacolo, cooperative, enti ecclesiastici e sociali, e tutti coloro che vogliono dare un contributo affinche’ si realizzi a Bari Un centro culturale multi etnico e nella promozione della cultura e tradizioni baresi
7) Responsabile della realizzazione degli interventi Il Parco è rappresentato da un responsabile, scelto all’interno del soggetto proponente, che si assumerà il compito di coordinare le attività di promozione e realizzazione del Parco Di Cagno Abbrescia
SEZIONE 2
MODALITA' IPOTIZZATE PER LA GESTIONE DEL PARCO
La gestione del Parco sarà affidata ad un soggetto formale costituito da tutti i rappresentati delle singole Aziende e Associazione insediate nel Parco, proponenti citati nel protocollo d’intesa, salvo eventuale aggiunte in fase di realizzazione pratica del progetto stesso.
Detto organismo avrà riunioni periodiche per adempiere di concerto a tutte le esigenze che di volta in volta si presenteranno, verificando che ogni aspetto progettuale, obiettivo e attività coincidano con quanto preventivamente concordato.
Ogni organismo proponente, firmatario del protocollo d’intesa, eleggerà un proprio rappresentante per la costituzione del consiglio di gestione. Detto consiglio è l’organo preposto a designare il presidente del Parco Di Cagno Abbrescia.
Il presidente dovrà avvalersi di un esecutivo operativo che sarà nominato dal consiglio di gestione del Parco.
I ruoli e le funzioni specifiche di ciascun soggetto coinvolto sono stati specificati nel protocollo d'intesa.

lunedì 12 novembre 2007

I Pugliesi nel mondo-Crate

di Pietro Vitale

il giorno venerdì, 22 aprile 2005 alle ore 17.00, presso la Sala Consiliare della Provincia di Bari, con la collaborazione dell’INTERNATIONAL ASSOCIATIONS OF LIONS CLUB Distretto 108/AB “Apulia”-Italy-Il Direttore dell’Archivio di Stato Prof. Giuseppe Di Benedetto e il Presidente del C.R.A.T.E. dott. Antonio Peragine. Invitano la S.V. alla presentazione del libro: “LA STORIA…TANTE STORIE. (selezione di testi elaborati dagli alunni partecipanti al concorso)

“L’EMIGRAZIONE PUGLIESE NEL MONDO”

Relatore prof. Salvatore DISTASO
Docente di scienze demografiche presso l’Università degli Studi di Bari

Interverranno

Vincenzo DIVELLA
Presidente Amministrazione Provinciale-Bari

Prof. Giuseppe FIORE
Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale-Puglia

Prof. Franca Pinto MINERVA
Presidente IRRE Puglia

Moderatore
dott. Gustavo DELGADO

Alla selezione-concorso parteciperanno alcuni alunni di 20 scuole della prov. di Bari, Foggia, Brindisi, Taranto e Lecce.

Mentre per il CRATE ed il suo presidente Nazionale dott. Antonio Peragine e il suo delegato dott. Pietro Vitale per la città di Bari.

…….I nostri connazionali nel mondo, in fatto di orgoglio italiano, hanno molto da insegnare a tutti noi: per decenni sono stati i cultori della nostra storia, delle nostre tradizioni, della nostra cultura e dei nostri valori e sono stati dimenticati e discriminati dalla classe politica italiana. Hanno onorato e difeso il Tricolore, e non hanno mai dimenticato la loro Patria. Oggi il testimone è stato passato alle nuove generazioni che fanno delle loro origini un vanto…..così in un incontro si espresse a favore degli emigrarti italiani l’On. Mirko Tremaglia.

Il C.R.A.T.E attraverso il suo Presidente Nazionale il Dott. Antonio Peragine e i suoi collaboratori in particolare del Dott. Pietro Vitale, e in collaborazione dell’Ufficio Politiche Migratorie della Regione Puglia (Centro Assistenza e Tutela degli Emigrati Puglia nel Mondo), per la città di Bari.
Il C.R.A.T.E. si propone di curare l’assistenza nelle forme e nei modi più estesi: attività culturali, professionali, educative, manifestazioni sportive, artistiche e teatrali, stampa periodica dei cittadini italiani pugliesi emigrati e delle loro famiglie, per quanto concerne la risoluzione dei problemi l’emigrazione e l’immigrazione straniera, con particolare riguardo ai problemi tecnici (legali ed amministrative.

domenica 11 novembre 2007

Tregua del Fuoco El Elamein 30 10 1942

del Geom.A.Sciortino

Con lo svilupparsi della sempre più accanita battaglia di El Alamein, aumentavano considerevolmente il numero dei combattenti caduti con inevitabile e conseguente disagio per i combattenti di ambo le parti, per le esalazioni di fetore cadaverico che infestava l'aria; Quindi si riteneva urgente ed improrogabile l'attuazione di una tregua dal fuoco per la rimozione delle salme e per soccorrere i numerosi feriti. Avvertita l'esigenza, i comandi delle truppe opposte, prendevano opportuni accordi ed il giorno 30 ottobre 1942 attuarono una concordata tregua dal fuoco dalle ore 9,00 alle ore 12,00 per dare modo a chi di dovere di raccogliere le salme dei gloriosi caduti e prestare dovuti soccorsi ai numerosi feriti. Durante le ore della tregua del fuoco, sulla terra di nessuno e specificatamente sul campo di battaglia, potevano circolare, esclusivamente, le autoambulanze militari, gli ufficiali medici, gli infermieri ed i cappellani; Detto personale doveva essere disarmato e riconoscibile dal bracciale internazionale della Croce Rossa al braccio sinistro. I combattenti da ambo le parti dovevano rimanere accovacciati ed occultati dentro le buche o le postazioni. La tregua del fuoco in quel settore era stata una decisione necessaria, urgente e pietosamente umanitaria e igienica per tutti; Infatti il recupero delle salme dei caduti sul campo di battaglia era un sacrosanto diritto/dovere sentito da tutti i soldati a prescindere dal colore e dalla nazionalità. Pertanto, con i dovuti soccorsi ai numerosi feriti, si affievolivano momentaneamente i loro strazianti lamenti di dolore... la speranza di strappare da sicura morte giovani vite. Purtroppo, però, i feriti più gravi erano già deceduti per dissanguamento e altri perivano durante la fase di recupero e di trasporto a causa della gravità delle ferite riportate. In precedenza e durante l’irruenta battaglia, apposite pattuglie avevano il compito di recuperare i feriti, esse agivano nelle ore notturne ma poche volte riuscivano a salvare i commilitoni; Ciò principalmente a causa dell'intenso fuoco avversario proveniente da ogni direzione, sia per via terrestre che marina e aerea. Pochi soldati componenti le dette pattuglie notturne ritornavano alla base e molti non tornavano, immolandosi volontariamente ed eroicamente nel pietoso tentativo di soccorrere i commilitoni feriti. Con l'attuazione della tregua del fuoco, si rendeva possibile il recupero delle salme e dei feriti, di guisa che si veniva a limitare le esalazioni di fetore cadaverico che non solo infestava l'aria ma incrementava l'afflusso delle mosche che sovente si era costretti ad ingoiare, involontariamente, parlando e bevendo qualche ripugnante sorso di caffè o di acqua mista a benzina, anche se i vari bidoni adibiti al trasporto della benzina erano segnati con una croce di colore rosso. Le rare lettere che da El Alamein pervenivano ai familiari, nell'interno contenevano anche alcune mosche, ciò perchè mentre veniva chiusa la busta, qualche mosca, riusciva ad infiltrarsi dentro la busta e rimaneva chiusa. Alle ore 12.00, come stabilito in precedenza dai comandi delle truppe avversarie, terminava la tregua del fuoco, con conseguente ripresa del combattimento. Dopo le ore 12 del 30 ottobre 1942, trascorsi alcuni minuti di incertezze e silenzio, con estrema violenza riprendeva la battaglia inondando di fuoco e di terrore tutta la zona di El Alamein.
Tratto da La Circolare Spigolosa
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Il "Popolo di Internet" non esiste

di Matteo Cornelius Sullivan

Le manovre psicologiche per diminuire l’importanza di un media
Il popolo di internet non esiste ma è una definizione che fa comodo ai poteri forti, e soprattutto alla ‘casta’, che domina quasi tutti i mass-media ma che non riesce (ancora) a controllare internet. Da ciò derivano i goffi tentativi di affondare gli artigli sull’uso libero di internet, blog, siti... insomma restringono le libertà dei cittadini in qualsiasi campo. Vogliono mettere le mani anche sul web... il motivo? Semplice: hanno paura! Definire i cittadini che utilizzano il web in un qualche modo, appunto ‘popolo di internet’, come piace a Romano Prodi, non è offensivo ma sottilmente dice: sono un altro popolo, un popolo di quelli che non contano un cavolo... ne consegue che molti vengono influenzati da questo ragionamento e non danno peso a ciò che avviene sul web. Non è così, perché proprio per il fatto di non dover dire ‘grazie’ a qualcuno, di non percepire stipendi, bustarelle, favori e via dicendo, chi scrive su internet agisce liberamente e quindi esprime una opinione svincolata dai giochi di potere e di segreterie di partito... Perlomeno questo è quello che accade in linea generale. Noi non siano un altro popolo, siamo solo una parte del popolo che si è svincolata dalla sudditanza dell’informazione! Dal canto suo Silvio Berlusconi nel suo ultimo periodo di delirante governo ha introdotto una legge, anche questa liberticida, che obbliga chiunque voglia accedere alla rete tramite un centro internet, a presentare i propri documenti; Questo obbliga il cartolaio, il gestore, il barista a doversi recare ogni giorno in Prefettura per la vidimazione... ma siamo in Italia, se lo sono dimenticati? Difatti la quasi totalità dei centri internet si sono trasformati in una sorta di ‘club’, ovvero presenti il documento una volta e loro ti danno un tesserino. Privacy addio in ogni caso; Dissero che questo serviva a controllare i movimenti terroristici... una barzelletta! Come se i terroristi avessero bisogno di centri internet e soprattutto non avessero documenti falsi... Ma parliamo proprio di terroristi, difatti una delle ultime volte che sono andato in un centro internet a Milano, dove sono gestiti nella maggioranza da nordafricani, ho presentato il mio documento a uno che, guarda caso, mi pare fosse stato indagato per terrorismo... buffoni! i nostri politici sono degli emeriti buffoni, con la loro mentalità da burocrati e squali mangia soldi, non fanno altro che far crollare il nostro Paese. Adesso la destra, che ha perduto le ultime elezioni, non per un aumento dei voti della sinistra ma per un calo dei suoi, parla di statistiche che li danno vincenti alle prossime elezioni... solo che sarà, se sarà, per il calo degli elettori che andranno a votare per la sinistra, che fa schifo come la destra. Parlavano di voto truffa, di tornare alle lezioni... suonando il corno, scusate: le loro corna, quella di destra e quella di sinistra.
Tratto da La Circolare Spigolosa

Omaggio a Capodimonte

...una mostra superstar
A cura di Achille della Ragione

Per festeggiare i 50 anni di vita del museo sono giunti a Capodimonte dalle più famose pinacoteche del pianeta oltre settanta dipinti allo scopo di dialogare con le tele napoletane ed il risultato, superate le incertezze ed i dubbi dei primi giorni, appare sorprendente e si rivela sempre più un’idea vincente del vulcanico soprintendente Spinosa, infaticabile organizzatore di eventi artistici memorabili, aduso a lavorare in una realtà difficile come quella napoletana, con scarse risorse economiche e nel criminale disinteresse degli sponsor privati. Gli autori in mostra rappresentano il top assoluto da Caravaggio agli Impressionisti e rispondono a nomi quali Cezanne, Gauguin, Goya, Manet, Murillo, Picasso, Rembrandt, Renoir, Van Dick, Van Gogh, Velazquez e Zurbaran, per citare soltanto alcuni tra i maggiori. Le opere sono distribuite lungo i tre piani dell’antica reggia affianco a quelle normalmente esposte, per cui per visitare la mostra è necessario confrontarsi con il cospicuo patrimonio permanente del museo poco noto ai turisti e misconosciuto dagli stessi napoletani. Alcuni colloqui sono sorprendenti ed i quadri esposti sembrano conoscersi da sempre ed hanno rapidamente familiarizzato, come il Guercino al fianco di Mattia Preti o la dolcissima Donna con la perla di Corot in perfetta sintonia con la Madonna col Bambino e cherubini del Botticelli, lo stesso dicasi per alcune splendide nature morte come le Mele cotogne di Zurbaran rese con la stessa petrosità materica degli omonimi frutti di Luca Forte e la Cesta con piselli e ciliegie di Van der Hamen y Leon impregnata dello stesso profumo che emana prodigioso dalle tele dei Ruoppolo o di Brueghel. Altre volte il forte contrasto è stato fautore di un fecondo dibattito come per i dipinti metafisici di De Chirico e di Carrà a colloquio con le certezze geometriche del celebre ritratto di Luca Paciolli o il sorprendente volto del graffittaro Basquiat al cospetto degli esiti di un Rosso Fiorentino o di un Salviati. E che dire davanti a quella coppia di anziani contadini di George La Tour ripresi dal vero mentre mangiano pane e miseria in compagnia delle tele a lume artificiale di un artista come lo Stomer o lo stralunato Doppio ritratto di Bacon posto in antitesi ai volti severi impressi sulla tela col suo tremendo impasto dal Maestro dell’Annuncio ai pastori, del quale, oltre alle sue tele partenopee, è in mostra una stupefacente Testa di vegliardo, di recente andata in asta a New York, nella quale sembra si possa scorgere, finalmente in maniera chiara, una J come iniziale della firma, ad avvalorare le teorie del De Vito, che da anni si batte per attribuire all’ancor ignoto artista il nome di Juan Do. In alcune occasioni si è voluto operare un confronto tra tele di epoche diverse ma di soggetto affine, come la ipercolesterolemica Betsabea di Rembrandt vicino alla seducente Danae del Tiziano o la Antea del Parmigianino, uno dei più misteriosi ed affascinanti ritratti di tutti i tempi in compagnia delle due fanciulle immortalate da Picasso, una solare donna di Majorca ed una malinconica Olga Khokhlova, compagna del pittore. Ed a pochi passi la Susanna ed i vecchioni di Rubens di prosperosa procacità a paragone dell’algida bellezza della casta fanciulla raffigurata dal Ribera. Ed a proposito di questa ultima tela vogliamo aggiungere che essa ha finalmente trovato una ragionevole paternità dopo aver vagato nelle aste internazionali prima come anonima e poi sotto le paternità più strampalate da Stanzione a Paolini. Nei lunghi corridoi seicenteschi in perfetta sintonia i dipinti di Van Dick vicino alle tele del Novelli, divulgatore del suo verbo nelle regioni meridionali ed i quadri del Poussin dai quali si ispirarono i nostri Falcone e Gargiulo. Concludiamo la nostra carrellata con il luminoso Festino di Erode di Rubens, un felice ritorno in città di un quadro, una volta nella collezione napoletana di Gaspare Roomer, il facoltoso banchiere fiammingo, che possedeva una raccolta con oltre 1500 pezzi ed oggi di proprietà del museo di Edimburgo. Il dipinto, un diluvio di colori di calda e seducente sensualità, fu la palestra visiva per tanti giovani pittori locali da Bernardo Cavallino a Luca Giordano, i quali prelevarono la gioia del più acceso cromatismo e la trasfusero nelle loro opere, inaugurando le felici stagioni del pittoricismo e del barocco. Potremmo proseguire a lungo, ma tedieremmo il lettore e toglieremmo al visitatore la gioia di cogliere personalmente analogie ed antitesi come in un ideale contrappasso. Per chi volesse visitare la mostra in compagnia del sottoscritto, usufruendo anche delle letture critiche sugli impressionisti di mia moglie Elvira, appuntamento alla biglietteria: venerdì 16 novembre alle ore 16, domenica 25 novembre alle ore 10,30 e sabato 29 dicembre alle ore 10,30. http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo42/articolo.htm
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I Terroni Emigrazioni Ieri e Oggi

Matteo Cornelius Sullivan

Tutto sbagliato, la credenza popolare del fatto che i meridionali vengano definiti “terroni” perché erano contadini, non potrebbe essere più falsa, difatti iniziamo col ricordarci che anche i settentrionali, gli insulari e i centrali d’Italia erano, in maggioranza, contadini. Lavorare la terra è una degnissima professione e in passato ciò non creava nessun tipo di inquinamento, difatti i cicli di produzione della società antica non sprecavano nulla e quello che noi oggi chiamiamo “riciclo” era cosa naturale e poi comunque i materiali inquinanti erano quasi inesistenti. Ma torniamo ai nostri terroni e anche qui si deve ripercorrere un pochino di storia, difatti non si dovrebbe dimenticare che l’avvento delle macchine nel XIX secolo, già allora contestate, creò da subito disoccupazione, uguale effetto ebbero calamità naturali come, per esempio il terribile terremoto di Messina; Così a molti meridionali (ma non solo) non rimaneva che imbarcarsi su una nave che li portasse in qualche terra lontana (con regolare documentazione di immigrazione e non da clandestini come oggi alcuni vorrebbero far credere), una terra che gli desse speranza di un futuro migliore. Gli immigrati italiani che andarono negli Stati Uniti d’America erano, come quelli che scelsero altre mete, molto nostalgici della loro terra natia e ne parlavano sempre ed è da questo che deriva la parola terrone: una persona nostalgica della propria terra. Il vocabolo divenne di uso corrente in Italia quando gli immigrati negli U.S.A. tornavano a casa, appunto nella terra amata, e divenne identificativo di ‘meridionale’ con l’emigrazione interna da nord a sud nel nostro Paese. Oggi l’emigrazione di italiani all’estero, e parlo con sicura cognizione di causa per quello che riguarda l’Australia, non è più formata da persone ‘disastrate’ ma riguarda tutte le fasce sociali, con una maggioranza di persone istruite, con specifiche capacità tecniche o imprenditori, che vogliono vivere in Paesi che non siano ipertassati e così via. Devo ricordare la fuga di cervelli? Ormai lo sappiamo tutti che i nostri migliori ricercatori, scienziati eccetera se ne vanno all’estero, dove sono trattati degnamente e non trovano tutti i demenziali ostacoli di questa repubblica stracciona. Comunque una cosa è certa: i nuovi emigranti italiani non sono ‘terroni’ nel senso originario del termine e, a prescindere dalle ideologie politiche o dall’estrazione sociale, sono pochissimi quelli che vogliono tornare indietro per nostalgia dell’amata Patria e se tornano è magari per nostalgia della famiglia o perché non trovano la situazione ideale che cercavano ma nostalgia della repubblica italiana e della sua penosa esistenza, nessuno. Tra i vecchi emigranti certo ci sono quelli che ricordano l’Italia come l’hanno lasciata o l’Italia che immaginano che sia e quindi parlano ancora di bel Paese... Tra i turisti italiani che ho conosciuto in Australia poi non parliamone, per non esagerare dirò che il 99%, se avessero potuto, non sarebbero tornati... Quel Regno d’Italia, che oggi si vuol far passare per non si capisce cosa, senza mai rapportarsi alle epoche che erano diverse per tutti e non solo per gli italiani, era un luogo nel quale il tornare era un bel pensiero, un pensiero nostalgico di un Paese che viveva nella sua dignità, nonostante le contraddizioni dei tempi. L’Italia di oggi, la repubblica, è solo un Paese da incubo, un incubo dal quale si vuole solo fuggire ma non si riesce a risvegliarsi.
Tratto da La Circolare Spigolosa