Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 11 novembre 2007

Tregua del Fuoco El Elamein 30 10 1942

del Geom.A.Sciortino

Con lo svilupparsi della sempre più accanita battaglia di El Alamein, aumentavano considerevolmente il numero dei combattenti caduti con inevitabile e conseguente disagio per i combattenti di ambo le parti, per le esalazioni di fetore cadaverico che infestava l'aria; Quindi si riteneva urgente ed improrogabile l'attuazione di una tregua dal fuoco per la rimozione delle salme e per soccorrere i numerosi feriti. Avvertita l'esigenza, i comandi delle truppe opposte, prendevano opportuni accordi ed il giorno 30 ottobre 1942 attuarono una concordata tregua dal fuoco dalle ore 9,00 alle ore 12,00 per dare modo a chi di dovere di raccogliere le salme dei gloriosi caduti e prestare dovuti soccorsi ai numerosi feriti. Durante le ore della tregua del fuoco, sulla terra di nessuno e specificatamente sul campo di battaglia, potevano circolare, esclusivamente, le autoambulanze militari, gli ufficiali medici, gli infermieri ed i cappellani; Detto personale doveva essere disarmato e riconoscibile dal bracciale internazionale della Croce Rossa al braccio sinistro. I combattenti da ambo le parti dovevano rimanere accovacciati ed occultati dentro le buche o le postazioni. La tregua del fuoco in quel settore era stata una decisione necessaria, urgente e pietosamente umanitaria e igienica per tutti; Infatti il recupero delle salme dei caduti sul campo di battaglia era un sacrosanto diritto/dovere sentito da tutti i soldati a prescindere dal colore e dalla nazionalità. Pertanto, con i dovuti soccorsi ai numerosi feriti, si affievolivano momentaneamente i loro strazianti lamenti di dolore... la speranza di strappare da sicura morte giovani vite. Purtroppo, però, i feriti più gravi erano già deceduti per dissanguamento e altri perivano durante la fase di recupero e di trasporto a causa della gravità delle ferite riportate. In precedenza e durante l’irruenta battaglia, apposite pattuglie avevano il compito di recuperare i feriti, esse agivano nelle ore notturne ma poche volte riuscivano a salvare i commilitoni; Ciò principalmente a causa dell'intenso fuoco avversario proveniente da ogni direzione, sia per via terrestre che marina e aerea. Pochi soldati componenti le dette pattuglie notturne ritornavano alla base e molti non tornavano, immolandosi volontariamente ed eroicamente nel pietoso tentativo di soccorrere i commilitoni feriti. Con l'attuazione della tregua del fuoco, si rendeva possibile il recupero delle salme e dei feriti, di guisa che si veniva a limitare le esalazioni di fetore cadaverico che non solo infestava l'aria ma incrementava l'afflusso delle mosche che sovente si era costretti ad ingoiare, involontariamente, parlando e bevendo qualche ripugnante sorso di caffè o di acqua mista a benzina, anche se i vari bidoni adibiti al trasporto della benzina erano segnati con una croce di colore rosso. Le rare lettere che da El Alamein pervenivano ai familiari, nell'interno contenevano anche alcune mosche, ciò perchè mentre veniva chiusa la busta, qualche mosca, riusciva ad infiltrarsi dentro la busta e rimaneva chiusa. Alle ore 12.00, come stabilito in precedenza dai comandi delle truppe avversarie, terminava la tregua del fuoco, con conseguente ripresa del combattimento. Dopo le ore 12 del 30 ottobre 1942, trascorsi alcuni minuti di incertezze e silenzio, con estrema violenza riprendeva la battaglia inondando di fuoco e di terrore tutta la zona di El Alamein.
Tratto da La Circolare Spigolosa
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