Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 4 febbraio 2011

"UN MILITANTE DELL'UNIONE EUREOPEA-TOMMASO PADOA-SCHIOPPA

del dott. Antonio Laurenzano
L’intervento del Capo dello Stato Napolitano alla cerimonia commemorativa alla Bocconi. Circa un mese dalla sua morte, Tommaso Padoa-Schioppa, il grande economista scomparso lo scorso 18 dicembre, è stato ricordato a Milano, in occasione della cerimonia commemorativa organizzata dalla Bocconi, la sua Università, con l’intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Un ricordo di grande intensità e partecipazione. A rendere omaggio alla complessa figura di uno dei padri dell’euro, nell’Aula Magna di Via Sarfatti si son dati appuntamento numerose personalità, accolte da Mario Monti, presidente della “business school” milanese. Dall’ex Presidente del Consiglio Prodi ai ministri Maroni e Tremonti, al Governatore della Banca d’Italia Draghi, dal Presidente della Banca centrale europea Trichet al’esponente del Comitato esecutivo della Bce Bini Smaghi, da Jacques Delors, già Presidente della Commissione europea, a Paul Volcker, ex Presidente della Federal Reserve e consigliere di Barack Obama.
E’ stato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano a illuminare l’ opera di Tommaso Padoa-Schioppa, a sottolinearne il rigore etico di “civil servant” , la passione civile, la raffinatezza intellettuale, la sua profonda conoscenza della dottrina economica. Sono state rivisitate le pagine più importanti della storia politica ed economica europea scritte con il contributo di Padoa-Schioppa, autorevole componente del board della BCE di Francoforte(1998-2006), “un autentico militante dell’Unione europea”.
“Il Paese impari dal rigore di Padoa-Schioppa, uno degli italiani migliori”, ha dichiarato Napolitano. “Una persona di profonda vocazione democratica, uno studioso rispettato ovunque per la sua grande capacità di giudizio. Un servitore della cosa pubblica che eccezionalmente assunse anche funzioni politiche dirette e che, nell’uno come nell’altro ruolo, concorse ad affermare l’apporto e il prestigio del Paese in Europa”.
Nelle parole del Presidente Napolitano il ricordo “dell’amico scomparso”, del suo forte impegno per un comune obiettivo: l’integrazione europea. Ed è proprio al destino politico dell’Europa che Napolitano ha rivolto le parole più accorate del suo discorso, ricordando il pensiero di Padoa-Schioppa: “la moneta unica è una tappa sulla strada della costruzione politica europea, occorre ora affrontare e superare in Europa la mancanza di unità politica, una prova decisiva per il suo futuro”. Un lungimirante auspicio.
“In effetti, ha proseguito il Capo dello Stato, abbiamo potuto sperimentare di fronte alla crisi dell’eurosistema, le conseguenze del non aver saputo porre una economia e un ordine politico forti , come Padoa-Schioppa aveva auspicato, a presidio di una moneta forte.” Una moneta senza uno Stato!
Padoa-Schioppa, ex ministro del Governo Prodi (quello dei “bamboccioni”, del “tesoretto” e delle “tasse belle da pagare”), aveva capito in tempo che lo spazio per l’ambiguità e per l’incertezza sull’Unione europea era divenuto più stretto. Da qui il richiamo del Presidente alla “necessità di operare per lo sviluppo del processo di integrazione europea, cui anche l’Italia è chiamata a dare un nuovo impulso”.
“Di spazio per esitare o ancor peggio per ripiegare ne è rimasto davvero poco!”, ha ammonito Napolitano. In ciascun Paese bisogna interrogarsi su come fare nel senso giusto la propria parte per portare a compimento quel lungo processo di costruzione politica dell’Europa iniziato all’indomani dei lutti e delle distruzioni della seconda guerra mondiale. “La propria parte come Tommaso Padoa-Schioppa ha sempre fatto, con alto senso di responsabilità, e come lui tutti gli uomini di profonda vocazione e formazione democratica”.
Un appello a ritrovare attorno a valori condivisi lo spirito originario per rilanciare, in un momento di grande stagnazione non solo economica e di bassa tensione ideale, il visionario progetto dei Padri fondatori dell’Europa unita. Un progetto per il quale l’europeista Tommaso Padoa-Schioppa tanto si è speso nella certezza che “ un’Europa unita, espressione di un comun sentire e di una medesima volontà di camminare nella storia, sarà la risposta vincente alla globalizzazione”.
“A lui, ha concluso Napolitano, va la riconoscenza della nazione che rappresento con il rinnovato impegno di un apporto italiano alla causa europea, di passione e di idee. Un apporto che non verrà meno se sapremo, guardando al nostro destino europeo, dar prova di consapevolezza del passato e di senso del futuro”.

LA BASILICA NEOPITAGORICA ESOTERICA, SOTTERRANEA DI PORTA MAGGIORE.

Una basilica sotto i binari A Roma, ignorata dal turismo di massa, c'è una basilica costruita sotto terra duemila anni fa da una setta misteriosa. Ritrovata occasionalmente dopo diciannove secoli, ha un grande valore artistico ed architettonico e una caratteristica unica al mondo: sulla sua volta passano ogni giorno centinaia di treni.
La Basilica sotterranea di Porta Maggiore Una basilica sotto i binari A Roma, ignorata dal turismo di massa, c'è una basilica costruita sotto terra duemila anni fa da una setta misteriosa. Ritrovata occasionalmente dopo diciannove secoli, ha un grande valore artistico ed architettonico e una caratteristica unica al mondo: sulla sua volta passano ogni giorno centinaia di treni. A cura di Andrea de Pascalis ed Umberto di Grazia A Roma, lungo uno dei lati di piazza di Porta Maggiore, tra l'imbocco di via Prenestina e quello di via di Scalo San Lorenzo, si alza una corta muraglia di mattoni anneriti di sporco. Li, nella parete di sostegno del viadotto ferroviario che immette alla stazione Termini i binari della linee Roma-Pisa e Roma-Napoli, semi nascosta da una rientranza del muro, c'è una porta quasi sempre chiusa, pressocchè sconosciuta al flusso del turismo di massa è all'attenzione degli stessi romani. Ed è un vero peccato che sia cosi, perché oltre la porta, qualche rampa di scale più in basso, appena pochi metri sotto i binari, si conserva sufficientemente intatto - non si sa per quanto tempo ancora - un monumento unico nel suo genere: una basilica dalle lunghe navate, costruita sottoterra quasi duemila anni fa, probabilmente ad opera di una setta a carattere mistico-esoterico. La basilica sotterranea di Porta Maggiore è una scoperta archeologica fatta in modo del tutto occasionale, in anni ancora recenti. E' infatti la primavera del 1917 quando il terreno, franando sotto uno dei binari che costeggiano la piazza, si apre in una profonda fenditura. Non si tratta del semplice cedimento di uno strato tufaceo. A franare, si scopre, è stata la volta di un tempio sotterraneo del quale si è sempre ignorata l'esistenza. Ad una prima sommaria esplorazione il monumento rivela caratteristiche straordinarie. La forma è quella della basilica a tre navate con abside centrale. Le dimensioni sono rispettabili: circa diciassette metri di lunghezza, sette di altezza, nove di larghezza. La datazione dell'insieme è immediata e definitiva: metà del primo secolo dopo Cristo. Il ritrovamento è importante per la storia dell'architettura, poiché permette di stabilire che lo schema costruttivo della basilica a tre navate è perfettamente conosciuto ed applicato nella Roma dei primi Cesari, questione questa assai controversa in precedenza. Ma a dare maggior rilievo alla scoperta è il fatto che il tempio conservi il più ricco complesso di stucchi che il mondo romano abbia mai tramandato: i soffitti a volta e le pareti della basilica sono fittamente decorati con finissime figure di stucco, tanto eleganti nella forma quanto sfuggenti nel significato. Dopo il primo sopralluogo, un esame più accurato del monumento trasforma in apprensione gli entusiasmi degli archeologi poiché il tesoro architettonico appena ritrovato si dimostra in grave pericolo di vita. Un parassita si è infiltrato negli stucchi, rosicchiando l'interno di alcune figure con un processo simile a quello del tarlo del legno. Le vibrazioni dei treni e soprattutto l'acqua che è filtrata per quasi due millenni stanno sgretolando le mura della misteriosa basilica. Se si vuole salvare il tempio bisogna fare in fretta. Da quel 1917 ad oggi si sono susseguiti più tentativi di restaurare e consolidare il monumento in modo definitivo. L'ultimo, agli inizi degli anni '50 richiede oltre trecento milioni di spesa e richiude l'intero complesso come in un'enorme scatola di calce struzzo sormontata da una tettoia laminata di piombo. In questo modo le vibrazioni provocate dalle centinaia di treni che passano ogni giorno sulla verticale del tempio non sono più un pericolo. I lavori eseguiti, invece, si dimostrano inadeguati a sbarrare la via alle gocce d'acqua che continuano a filtrare nonostante tutto. La basilica, dunque, è ancora oggi gravemente malata. La Soprintendenza ai monumenti di Roma ha già predisposto un nuovo piano di lavori, ma chissà quando arriveranno i finanziamenti necessari. In attesa dell'ulteriore restauro, l'accesso al complesso sotterraneo è possibile soltanto dietro autorizzazione della Soprintendenza. Autorizzazione in verità molto facile da chiedere ed ottenere negli uffici di via Cernaia. Scendere nella basilica è quindi un'esperienza consentita a qualsiasi turista abbia un po' di pazienza. E indubbiamente ne vale la pena, non fosse altro per la strana atmosfera che vi si respira.
Alla suggestività propria dell'ambiente si unisce un'illuminazione spettrale, frutto di un impianto elettrico difettoso. Il passaggio dei treni. cinque metri al di sopra della volta, si avverte attutito dal cemento come un ciclico annuncio di terremoto. E poi, su tutto, il mistero delle figure di stucco, smozzicata sequenza che costituisce il vero sale del tempio sotterraneo. Le scene rappresentate nello stucco sono le più varie: ierariche figure femminili in atteggiamento di preghiera, vittorie alate, personaggi mitologici, bambini che giocano, teste di medusa, anime condotte agli inferi, scene di iniziazione ai Misteri, maestri e scolari, un rito di matrimonio, animali, oggetti di culto, persino un pigmeo che torna alla sua capanna dopo la caccia. Qualcuno ha creduto di poter suddividere le figure in tre gruppi: scene di vita' quotidiana, scene mitologiche e scene di contenuto misteriosofico, cioè ispirate alle dottrine segrete delle religioni misteriche. La suddivisione, però, e solo apparentemente possibile. Chi abbia l'occhio appena un po avvezzo al simbolismo esoterico sa bene che scene apparentemente "innocenti" Possono avere significati altrettanto profondi di quelle più esplicitamente dottrinali. Un esempio? La rappresentazione del rito matrimoniale costituisce certamente una scena di vita quotidiana, ma sin dall'antichità al matrimonio sono stati attribuiti spesso significati reconditi, poichè in esso si vedeva il simbolo dell'unificazione di due opposti principi, per lo più la fusione di psiche e corpo in un tutto unico e armonico. Ma quale cerimonia si celebrava nel segreto della basilica sotterranea? Benché qualcuno non sia d'accordo, i più parlano di un culto misterico ispirato agli insegnamenti pitagorici. Pitagora (VI sec. a.C. circa) è sempre stato un personaggio particolarmente caro ai cultori di misteri. A lui sono stati attribuiti; è si attribuiscono ancora, fantasiosi insegnamenti, frutto dei suoi presunti ripetuti contatti con gli Etruschi, con i guru indiani, con Numa Pompilio, con gli abitanti di Atlantide e con innumerevoli altri popoli e personaggi.Il moltiplicarsi di certe fantasie e sempre stato reso possibile dal fatto che gran parte del vero Insegnamento di Pitagora, non essendo stato affidato a documenti scritti, è andato smarrito con la morte stessa del filosofo. Due cose però sono certe. Anzitutto è stato Pitagora ad introdurre in Occidente il concetto di esoterismo, inteso quale insegnamento segreto, riservato a pochi iniziati e relativo ai modi di realizzarsi spiritualmente sino a giungere alla "deificazione " o fusione con l'Assoluto. In secondo luogo i punti fermi del pitagorismo sono stati la fede nella trasmigrazione delle anime, o metempsicosi, e l'uso della musica come tecnica di liberazione spirituale. Queste ed altre idee del pitagorismo si ritrovano espresse appunto negli stucchi della basilica di Porta Maggiore. Le scene a carattere musicale sono frequenti. Sulla parete lunga della navata sinistra le figure si alternano con rappresentazioni di strumenti musicali, quasi a sottolineare l'importanza della musica per l'essere umano. Anche le scene a carattere iniziatico e di culto si ripetono un po' dappertutto, evidenziandosi da sole. Ma è l'insieme delle figure che, secondo alcuni, si propone come un trionfo dell'idea di metempsicosi: le scene di vita quotidiana, il pigmeo, gli animali altro non sarebbero che l'esemplificazione di come l'uomo, reincarnandosi, salga e scenda, a seconda dei suoi meriti e demeriti, la scala delle diverse forme di esistenza. Gli stucchi, invece, non sono di alcuno aiuto per tentare di ricostruire, almeno in parte, la liturgia di questo gruppo di seguaci del pitagorismo. Qualcosa però possiamo provare ad immaginarla. Qli archeologi hanno dimostrato che la basilica sotterranea e rimasta in funzione solo per pochi anni e che presto è stata chiusa e dimenticata come se il culto che vi si celebrava fosse stato proibito dalle autorità imperiali. Ciò forse potrebbe essere collegato al fatto che all'epoca del tempio di Porta Maggiore, cinque secoli dopo la scomparsa di Pitagora, il pitagorismo era inquinato da pratiche magiche in cui anche l'evocazione degli spiriti faceva capolino, tutte cose queste talvolta represse dalle leggi imperiali. Così fosse, potremmo pensare alla basilica neopitagorica anche, con un pò di humour ma senza allontanarci troppo dal vero, come ad un club di occultisti molto esclusivo, in cui magari si ricorreva ogni tanto al tavolino a tre zampe, attrezzo che già ai quei tempi faceva parte dei ferri del mestiere di ogni mago degno di rispetto.
Umberto Di Grazia e Andrea De Pascalis