Ordini Cavallereschi Crucesignati

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mercoledì 6 giugno 2018

CARO PRESIDENTE, QUALE CITTADINO ITALIANO, LA RINGRAZIO......


LETTERA APERTA AL PRESIDENTE CONTE
                                                          di  Antonio Laurenzano
Caro Presidente, quale cittadino italiano, La ringrazio per la “difesa dell’interesse dell’intero popolo italiano” che da avvocato si accinge a fare, come  ha solennemente dichiarato in Parlamento con il discorso programmatico per il voto di fiducia. “Con umiltà e determinazione” sarà il “garante dell’attuazione del contratto per il Governo del cambiamento”, al di là della retorica dissertazione storica sul concetto di populismo fatta in aula con i toni propagandistici della campagna elettorale.   
Ma prima di indossare la toga nei consessi europei, dica ai Suoi “assistiti” che per considerare “l’Europa la nostra casa” è necessario tenerla in ordine e rispettarne il … regolamento condominiale. Con misure fiscali espansive e impegni gravosi di bilancio risulta contraddittorio “rivendicare un’Europa più forte e anche più equa, con un’Unione economica e monetaria garanzia di responsabilità e di solidarietà”. Clamorosamente ignorati nel Suo intervento i vincoli e i Trattati europei, sfiorato con inquietante leggerezza il nodo del debito pubblico, ipotizzata una fantasiosa crescita economica per ridurlo. Meno di tre righe riservate in tutto al problema centrale del Paese: la finanza pubblica. Nessuna indicazione sulla copertura delle tante spese di un atipico “contratto di governo”, a conferma della crescita in deficit!
Un sussulto di responsabilità avrebbe dovuto suggerire una diversa conclusione: blindare i conti pubblici per inviare segnali importanti ai mercati e allontanare i fantasmi  della fuoriuscita dall’eurozona. Evitare cioè che le tensioni finanziarie degenerino e si trasferiscano all’economia reale. Preservare la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli investitori è condizione necessaria per il proseguimento della crescita. L’enorme debito pubblico è fonte di vulnerabilità per l’economia e non ci sono scorciatoie per abbassarlo: non sono le regole di Bruxelles la nostra gabbia, è la logica economica. L’impegno al rispetto dei patti europei non può limitarsi a uno sterile esercizio verbale, ma richiede politiche coerenti con i patti e i principi sottoscritti. L’alternativa è quella di accentuare il volto arcigno dell’Europa.           
Caro Presidente avvocato, supporti la Sua difesa con un vero cambiamento, firmato non dai “barbari” disegnati da Financial Times! Alla demagogia populista di un illusorio “contratto di governo” risponda con la saggezza del cultore di diritto. Spieghi che, per non rischiare un rovinoso default, bisogna evitare gli errori del passato: debito, sprechi, clientelismo, corruzione. Il Paese Le sarà grato!