Dott. Pietro Vitale
Giornalista-pubblicista e scrittore
Storico medievalista, dell’Eta’ Feudale
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Cari amici, continua la collaborazione con il Prof. Dott.Antonio LAURENZANO,
conoscitore e studioso di Economia a livello mondiale. l'Europa. In una recente
colazione di lavoro, ho avuto il piacere e l’onore avvicinare spontaneamente il
Prof. Laurenzano.
Domanda:
Professor Laurenzano, un tema recentemente trattato nella Conferenza tenuta
al Movimento Federalista Europeo di Varese parlando di sovranismi e
populismi….
quella
che Luigi Einaudi defini’ il “mito
funesto”. L'Europa unita nel segno della solidarietà e della
coesione sociale è ancora molto lontana?
Risposta: vede Dott. Vitale,
forti venti
di euroscetticismo soffiano su tutta l’Europa, confermati dal voto tedesco, da quello
austriaco e più di recente da quello nell’Ungheria di Orban. Il sovranismo è divenuto la stella polare per l’identità politica per
la maggior parte degli europei che manifestano un rigetto crescente verso i
partiti tradizionali. Un rigetto che affonda le sue radici nello smarrimento
del ceto medio, della vecchia classe operaia, nelle difficoltà occupazionali dei giovani. E’ in
questo spazio di precarietà che nascono e crescono i movimenti
nazional-populisti che si alimentano delle suggestioni sovraniste, azzerando di
fatto quella solidarietà che in Europa aveva accomunato tutte le forze
politiche alla fine della seconda guerra mondiale e su cui era stato edificato
il sogno di un’ Europa unita, disegnato nello storico Manifesto di Ventotene da
Altiero Spinelli.
Insicurezza economica e disagio sociale rafforzano
la domanda di sovranità, quella che Luigi Einaudi defini’ il “mito funesto”. Spaventati dalle
conseguenze di una lunga crisi economica, delusi da una politica poco
protettiva e dai partiti tradizionali non più connessi con i bisogni e le
aspettative della gente, in mezza Europa si inseguono le sirene del populismo.
Un tema caldo che ha fortemente appassionato il Presidente francese Macron
intervenuto la scorsa settimana all’Europarlamento di Strasburgo. Chiare e
ferme le sue parole: “La risposta all’euroscetticismo non è la democrazia
autoritaria del populismo, ma l’autorità della democrazia. Dobbiamo combattere
per difendere la sovranità europea condivisa dalle pulsioni nazionaliste e dai
sistemi illiberali e rilanciare il progetto europeo.”
A un anno dalle elezioni europee, la strada da
percorrere è dunque quella della sovranità condivisa e della interdipendenza
delle politiche che devono costituire i criteri fondamentali di una governance
responsabile per assicurare sviluppo economico, identità e sicurezza. Nessun
Paese europeo può garantire, da solo, la effettiva indipendenza delle proprie
scelte. Nessun ritorno alle antiche sovranità, agli antichi nazionalismi potrà
garantire ai cittadini europei pace, sicurezza, e benessere. Al di là dei demagogici proclami per
catturare consensi elettorali, l’alternativa all’integrazione fra i popoli
non sarà il ritorno alla sovranità nazionale, ma la balcanizzazione del Vecchio
Continente con il dilagare di piccole patrie regionali incapaci di incidere
sulle dinamiche continentali e ancor meno fronteggiare con successo i guasti
della globalizzazione.
Sarebbe alto il prezzo da pagare per
conquistare una “sovranità tradita” per un populismo che, coltivando una
promessa che non potrà essere mantenuta (“le leve del potere sono altrove”), ripudia
la democrazia rappresentativa fondata sulla delega, sulla centralità del
Parlamento e sulla separazione dei poteri. Non si possono assecondare timori e paure
ricorrendo alle scorciatoie sovraniste. Un rischio in termini storici ed economici.
L’Europa deve valorizzare la propria
identità culturale, rilanciare politiche
economiche espansive e di crescita,
recuperare, in un momento di grandi tensioni sullo scacchiere internazionale, la centralità politica del
suo ruolo. Un salto di qualità per
fermare gli egoismi nazionali e fronteggiare la miopia politica di chi, avendo
perso ogni memoria storica, dimentica i lutti e le distruzioni dei nazionalismi
del XX secolo. uale
Per scacciare i fantasmi del
sovranismo e diradare la fitta nebbia delle incertezze e delle contraddizioni
che avvolge l’Ue, serve ritrovare in fretta l’originario spirito comunitario dei
Padri fondatori e soprattutto mettere
fine ai tanti compromessi al ribasso di un’Europa intergovernativa priva di un
governo capace di rispondere alle attese dei cittadini. Serve un’Europa forte e
credibile per rispondere alle nuove sfide mondiali con soggetti politici nuovi,
per seguire con unità dì azione la via del futuro, nel segno di una reale
integrazione politica.
Prof. Dott Prof. Antonio LAURENZANO