COMUNICATO STAMPA, DEL 06/12/2012 A CURA DEL COMANDO REGIONALE, ARMA DEI CARABINIERI, BARI.
Nella mattinata, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Bari, è stato presentato
alla stampa il Calendario Storico 2013 dell'Arma dei Carabinieri, le cui tavole,
proseguendo il percorso storico iniziato due anni fa, ripercorrono i momenti più
significativi per l’Istituzione nel suo terzo Cinquantennio di
storia.
Il
notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell’Arma,
quest’anno giunto a una tiratura di 1.200.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere
(inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice sia dell’affetto e della
vicinanza di cui gode la
Benemerita, sia della profondità di significato dei suoi
contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle
abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto che “in
ogni famiglia c’è un Carabiniere”.
Il
Calendario, suscitando in ogni Carabiniere sentimenti di coesione e unità,
rappresenta anche un momento importante per la famiglia dell'Arma attraverso il
richiamo a intramontabili valori e semplici eroici gesti quotidiani durante il
servizio.
Nato
nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la pubblicazione
del Calendario, giunta alla sua 80^ edizione, venne ripresa regolarmente nel
1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende
dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia. Le
artistiche tavole dell’edizione 2013 del Calendario Storico - ideate e
realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo - sono state presentate al pubblico con la
proiezione delle stesse.
E’
stato illustrato, in particolare, l’operato del Carabiniere in anni drammatici,
caratterizzati prima dalla Grande Guerra, poi dalla 2^ Guerra mondiale e infine
dalla lotta partigiana fino alla Liberazione.
Le
immagini e i testi che accompagnano il lettore nel 2013, infatti, proseguono il
percorso iniziato due anni fa. Sono raffigurate le molteplici attività
attraverso le quali l’Arma è stata in prima linea nei conflitti mondiali, nonché
l’impegno in Patria per il mantenimento dell’ordine pubblico e per il soccorso
ai cittadini in caso di calamità naturali. Tante le gesta eroiche che hanno
contribuito a rafforzare i reciproci sentimenti con la
collettività.
Calendario
Storico dell’Arma 2013
Il
filo conduttore che lega il Calendario 2013, illustrato dalle tavole ideate e
realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo, è costituito dal tema “Il terzo
cinquantennio di storia dell’Arma dei Carabinieri: 1914-1964”.
Dall’annuncio
dell’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria, il 24 maggio 1915, con la
partenza per la prima volta della Bandiera dell’Arma dei Carabinieri al fronte,
alla strage di Ciaculli (Palermo) del giugno 1963, che rappresenta una delle
nuove forme di delittuosità mai utilizzate prima di allora dalla criminalità e
che impegnarono i Carabinieri a tal punto da far titolare un diffuso settimanale
dell’epoca: “I Carabinieri son sempre in guerra per farci vivere in
pace”.
La
copertina riporta in primo piano, in rilievo, un particolare del
“Monumento Nazionale al Carabiniere”, eretto nel giardino del Palazzo Reale di
Torino, a ricordo della gloria dei Carabinieri attraverso i tempi. Sullo sfondo,
una foto della sua inaugurazione, avvenuta il 22 ottobre del 1933 alla presenza
del Re Vittorio Emanuele III, di numerose autorità e personalità civili e
militari, nonchè di una folta folla composta da cittadini provenienti da ogni
parte d’Italia.
Nella
prefazione, il Comandante
Generale dell’Arma Leonardo Gallitelli presenta il tema centrale che ispira
l’opera, sottolineando come “i grandi sconvolgimenti e mutamenti” del
periodo in riferimento non abbiano fatto venir meno “l’impegno dei
Carabinieri, i quali …… rimangono vicini al loro popolo, difendendone la libertà
e garantendo, in situazioni di pace o di conflitto, la sicurezza e la
legalità”. “Le pagine del Calendario” - conclude il Generale Gallitelli - permettono di
“entrare in contatto con i grandi avvenimenti della Storia e con i tanti
uomini che, con le loro azioni, le loro scelte e il loro eroismo, ci hanno
lasciato un inestimabile patrimonio di valori cui tutti i Carabinieri, con
legittima fierezza, attingono quotidianamente per proporsi quali fedeli e
silenziosi servitori dello Stato”.
Le
tavole che aprono il Calendario sono dedicate alla difficile vita di
trincea della Prima Guerra Mondiale e all’assalto del Monte Podgora, dove i
Carabinieri hanno combattuto all’arma bianca per la conquista di “quota
240”.
Numerosi gli atti di valore di quei giorni, attestati anche dal Comandante della
Brigata “Pistoia” che annotò nel suo Diario di Guerra: “I Carabinieri
stettero saldi e impavidi sotto la tempesta di piombo e di ferro che
imperversava da ogni parte”.
Sono
gli anni in cui si è affermato l’impiego dell’aviazione come importante
strumento bellico cui si sono cimentati volontariamente militari provenienti da
tutti i Corpi armati. Sono 173 i Carabinieri che hanno combattuto
la Grande
Guerra nei cieli italiani e tra questi si distinse il Ten.
Ernesto Cabruna, decorato per le sue gesta di Medaglia d’Oro al Valor
Militare.
Nel
1916 il Governo Italiano si preoccupò di risolvere il problema degli “irredenti”
- soldati “friulani, triestini, istriani e dalmati”, fatti combattere dagli
austriaci contro gli italiani e sul fronte russo, che, caduti prigionieri
dell’armata “zarista”, furono deportati in Siberia - costituendo una speciale
commissione con il compito di ricercare i prigionieri su tutto il territorio
russo. Della missione hanno fatto parte tre Ufficiali dell’Arma, il Maggiore
Giovanni Squillero, il Capitano Cosma Manera e il Capitano Nemore Moda. Verranno
riportati a “casa” circa 4000 irredenti, e per lo straordinario impegno profuso
da Cosma Manera, nel frattempo promosso Maggiore, l’operazione venne
identificata nella figura dell’Ufficiale con l’appellativo di “missione
Manera”.
Si
susseguono poi immagini relative al tormentato periodo del dopoguerra,
allorquando, malgrado la vittoria dell’Italia, tra la popolazione si diffuse un
senso di amarezza e insofferenza, sfociato in disordini cui fece fronte l’Arma
trovandosi a rappresentare l’autorità dello Stato nella gestione dell’ordine
sociale. Molti Carabinieri si distinsero nel tumultuoso periodo: su tutti la
medaglia d’Oro al Valor Militare Brigadiere Giuseppe Ugolini che
proditoriamente, fatto segno di mortali colpi d’arma da fuoco mentre, solo, si
dirigeva a prendere servizio presso la sua nuova sede in Milano, reagì col
proprio moschetto uccidendo due aggressori e ferendone altri prima di cadere.
Per fronteggiare il particolare periodo di tensioni sociali, nell’ottobre del
1919, vennero istituiti i “Battaglioni Mobili Autonomi Carabinieri”, impiegati
in supporto alle Legioni Territoriali nella difesa del Paese e nell’ordine
pubblico.
Gli
anni tra le due Guerre si caratterizzano anche per la prima intensa lotta alla
mafia in Sicilia. Straordinario fu l’impegno dell’Arma che impiegò 800
Carabinieri al comando del Maggiore Giuseppe Artale al fianco del Prefetto
Cesare Mori, inviato dal Governo con pieni poteri. La riproduzione della prima
pagina del “Processo verbale” che portò alla denuncia per “associazione per
delinquere” di 121 individui è uno dei brillanti risultati ottenuti dall’Arma
nei quattro anni di duro lavoro svolto con il Prefetto “di
ferro”.
Nelle
tavole successive viene rappresentato l’affetto popolare verso l’Arma dei
Carabinieri per la sua opera di intervento premuroso e solerte a favore della
cittadinanza, testimoniato dai disegni a colori delle copertine dei vari
giornali. Achille Beltrame, famoso illustratore del più diffuso settimanale
dell’epoca “la
Domenica del Corriere”, affermò: “Una tavola a
colori di prima pagina acquista maggiore credibilità se vi è la presenza di un
militare dell’Arma”.
Di
questo periodo sono le celebri immagini della prima esibizione dell’esaltante
“Carosello Storico” degli Squadroni a Cavallo dei Carabinieri, avvenuto il 19
luglio 1933 nella splendida cornice di Piazza di Siena in Roma, del salvataggio
di un alpinista caduto in un crepaccio nell’autunno dello stesso anno, della
prima entusiasmante tournèe della Banda dell’Arma nel 1934 a Parigi,
dell’intervento di un Carabiniere lungo una linea ferroviaria per scongiurare un
disastro o l’assistenza alle popolazioni durante una calamità
naturale.
Viene
quindi ripreso il tema della Copertina, con due tavole. La realizzazione del
monumento al Carabiniere rappresenta la vicinanza delle comunità ai loro
Carabinieri, espressa tramite donazioni spontanee da tutti i Comuni d’Italia, le
cui delibere sono conservate in 93 volumi presso il Museo Storico
dell’Arma.
Altra
sentita manifestazione di vicinanza, illustrata nelle due successive tavole, è
rappresentata dalla consegna della Bandiera alle Caserme dei Carabinieri, usanza
nata da un’iniziativa del Sindaco di Castelnuovo di Magra (La Spezia) al quale
apparve inconcepibile che la locale Stazione Carabinieri non esponesse il
Tricolore in occasione delle vittorie italiane contro l’Austria, essendo venuto
a conoscenza che non tutti i presidi ne fossero provvisti. Dopo l’assenso alla
donazione da parte del Ministro della Guerra, l’iniziativa si diffuse in tutto
il territorio nazionale.
Il
10 giugno 1940 l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale. L’Arma combatte su
tutti i fronti, dal Baltico ai Balcani, dalla Francia alla Grecia e all’Albania,
in Africa settentrionale e in Africa Orientale, impiegando 53.000 uomini. Anche
in Russia, campagna particolarmente impegnativa, fu dispiegata l’Arma, alla
quale fu assegnato un settore operativo nella zona di Rostov, lungo il bacino
del fiume Don. Tra i tanti eroismi, straordinario fu quello del Carabiniere
Plado Mosca, durante la ritirata della Divisione Torino nella piana del Don. Con
i Reparti accerchiati da forze corazzate russe, senza alcuna via di fuga, il
Carabiniere Mosca si lanciò a cavallo contro il nemico, in un gesto disperato,
impugnando il Tricolore e trascinando nella carica centinaia di suoi
commilitoni. La travolgente azione spezzò l’accerchiamento consentendo
all’intera Unità di porsi in salvo. Al Carabiniere Mosca, falciato da una
raffica di mitragliatrice, venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare
“alla Memoria”.
Sul
fronte orientale africano, a Culqualber, in Etiopia, avvenne l’eroica resistenza
del Battaglione Carabinieri mobilitato in difesa di quelle alture. Al comando
del Magg. Alfredo Serranti, Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla
Memoria”, il Battaglione resse, dalla primavera all’autunno 1941, l’assedio
inglese, fino a che, privo di munizioni, continuò a difendersi con assalti
all’arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri caddero nella strenua resistenza. Per
l’episodio la Bandiera dell’Arma è stata insignita di Medaglia d’Oro al Valor
Militare.
L’Africa
settentrionale fu il luogo in cui avvenne il battesimo del fuoco dell’allora
Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Il Battaglione – al comando
del Magg. Edoardo Alessi - dislocato al bivio di Eluet el Asel durante il
ripiegamento del dicembre 1941, si rese protagonista di una tenace resistenza
all’avanzata inglese, che gli valse una Medaglia d’Argento al Valor Militare e
l’ammirazione degli stessi avversari che affermarono, tramite la voce di Radio
Londra che i Carabinieri “si erano battuti come leoni e che fino ad allora,
in Africa, non avevano mai incontrato così accanita
resistenza”.
L’8
settembre 1943 iniziò il drammatico periodo dell’occupazione nazista. L’Arma,
rimasta a presidio dei propri Comandi, si caratterizzò di fatto come unico
riferimento per le popolazioni in balia della ferocia degli occupanti. Di questo
periodo molti sono gli episodi di eroismo da parte di militari dell’Arma
sintetizzati nelle successive tavole. Il 19 luglio 1943, il Comandante Generale
dell’Arma dei Carabinieri Generale Azolino Hazon ed il Capo di Stato Maggiore
Colonnello Ulderico Burengo rimasero uccisi nel corso di un bombardamento
Alleato mentre si adoperavano per dare manforte alla popolazione della Capitale.
Il 23 settembre 1943 a Palidoro (Roma), il Vice Brigadiere Salvo d’Acquisto,
Comandante della Stazione di Torre in Pietra, fece olocausto della sua giovane
vita autodenunciandosi quale autore di un attentato costato la vita ad un
militare tedesco, salvando da fucilazione 22 civili innocenti. Analogamente, il
12 agosto 1944, a Fiesole (FI), tre giovani Carabinieri, Alberto La Rocca,
Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, sacrificarono la loro vita per salvare
dieci ostaggi della comunità di Fiesole. Il 24 marzo 1944 a Roma, 335 italiani,
tra cui 12 Carabinieri di ogni grado, furono giustiziati all’interno delle Fosse
Ardeatine in segno di rappresaglia per l’attentato di via Rasella avvenuto il
giorno precedente.
L’Arma
partecipò, inoltre, alla lotta per la Resistenza con il “Fronte Clandestino di
Resistenza dei Carabinieri”, che poteva contare su circa 6000
unità.
Dopo
lo sfondamento della “Linea Gotica” da parte degli Alleati, i Carabinieri
combatterono ovunque nelle formazioni della Resistenza, spesso organizzandole in
reparti militarmente strutturati, ed entrando alla testa delle loro formazioni
nelle città liberate. Nella guerra di liberazione le perdite dell’Arma sono
state di 2735 caduti e 6521 feriti. La Bandiera venne decorata, per le
operazioni svolte, con la Medaglia d’Argento al Valor
Militare.
Il
2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica ed il 28 giugno il
Senatore Enrico De Nicola nominato Presidente Provvisorio dello Stato, venne
scortato al Palazzo del Quirinale dal “3° Squadrone Carabinieri a Cavallo,
denominazione assunta dal Reparto “Carabinieri Guardie del Re”, ossia i
Corazzieri. Nel 1948 i Corazzieri vennero ufficialmente denominati “Carabinieri
Guardie del Presidente della Repubblica”.
L’Arma,
nel secondo dopoguerra, fu nuovamente impegnata a garantire sicurezza alle
comunità, affrontando molteplici problematiche, vecchie e soprattutto nuove.
Mentre nel Nord del Paese si manifestò con insolita efferatezza la criminalità
urbana, in Sicilia prese forma un inquietante sentimento di
pseudo-indipendentismo, in nome del quale operavano agguerrite formazioni
banditesche. In Alto Adige, ancora, trovava facile terreno il terrorismo a
sfondo etnico, mentre in Sardegna imperversavano pericolose bande criminali,
soprattutto nelle provincie di Nuoro e di Sassari.
Le
tavole del Calendario di quest’anno si concludono con il riferimento ai quattro
alberi piantati sul Monte delle Rimembranze, a Gerusalemme, in onore di
altrettanti militari dell’Arma proclamati “Giusti tra le Nazioni” per
aver salvato dalla morte numerosi cittadini ebrei altrimenti destinati ai campi
di sterminio.