DICHIARAZIONE DEI
REDDITI : SCATTATA L’ “ORA X”
di Antonio Laurenzano
Per trenta milioni di
contribuenti è scattata l’“ora X”. Sul sito web dell’Agenzia delle Entrate è
disponibile da qualche giorno la dichiarazione dei rediti precompilata che dal
prossimo 2 maggio potrà essere modificata e inviata entro il 24 luglio, nel
caso del modello 730 (pensionati o lavoratori dipendenti), o entro il 2
ottobre, nel caso del modello Redditi PF (redditi d’impresa, di lavoro
autonomo, diversi, ecc.). Se il 730 precompilato viene accettato senza
modifiche non ci saranno controlli sui documenti relativi alle spese inserite.
Qualora dalla dichiarazione emerga un credito o un debito, il relativo rimborso
o trattenuta sarà operato dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico nella
busta paga o nella rata di pensione a partire, rispettivamente, da luglio e
agosto/settembre 2017.
Quest’anno la dichiarazione
precompilata contiene un maggior numero di elementi inseriti d’ufficio che
vanno ad aggiungersi a quelli già
presenti nel 2016 (redditi di lavoro dipendente e pensione, ritenute, acconti,
premi assicurativi, interessi su mutui, contributi previdenziali e
assistenziali, spese sanitarie, universitarie e funebri). Nel terzo anno di
sperimentazione, entrano nella precompilata le spese per l’acquisto di farmaci
e per le prestazioni rese da ottici, psicologi, infermieri, ostetriche, le
spese veterinarie e quelle per gli interventi di recupero del patrimonio
edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici.
Sono circa 900 milioni le
informazioni presenti nella precompilata 2017, di cui 690 milioni si
riferiscono a spese sanitarie riguardanti 53 milioni di cittadini, per un
ammontare di circa 29 miliardi di euro, il doppio dello scorso anno. Secondo
quanto comunicato dall’Agenzia, i dati inseriti comprendono più di 61 milioni
di Certificazioni uniche relative a lavoratori dipendenti, autonomi e
pensionati, quasi 94 milioni di premi assicurativi, circa 16 milioni di bonifici
per ristrutturazioni. E ancora, quasi 8,4 milioni di dati per interessi
passivi, 3,3 milioni per contributi per lavoratori domestici e altri 3,4
milioni per le spese universitarie.
Una mole notevole di informazioni che, ove ce ne fosse bisogno, conferma la
complessità del nostro ordinamento tributario. Un unicum europeo! Soltanto
nell’ultimo anno si sono registrate altre quaranta new entry tra agevolazioni,
proroghe e modifiche. Un labirinto di regole non sempre di facile
interpretazione che, alla vigilia del nuovo appuntamento fiscale, hanno
richiesto un intervento chiarificatore dell’Agenzia
delle Entrate su deduzioni, detrazioni e credito d’imposta con la recente circolare
del 4 aprile u.s. di ben 324 pagine! Migliaia di parole che si aggiungono a
centinaia di pagine di istruzioni ufficiali ai modelli di dichiarazioni. Una
situazione aberrante che crea confusione e scarsa trasparenza. Ancora inascoltato
l’appello di Ezio Vanoni, storico Ministro delle Finanze degli Anni Cinquanta, per
“un ordinamento tributario conoscibile nelle forme e comprensibile nei
contenuti”. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione
tributaria e un proliferare della
normativa che è causa non solo di uno
scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza
della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una
chimera!
Il contrasto all’evasione
fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute
sull’economia del Paese, va condotto con una normativa chiara, estremamente
semplice. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere
reddito nelle sue pieghe oscure, anche in termini di elusione. Sarebbe ora di
voltare pagina: mettere al centro, sul piano legislativo, l’obiettivo di una
profonda semplificazione con un taglio netto di balzelli e inutili adempimenti.
Ciò di cui il Paese ha bisogno,
soprattutto in un periodo di stagnante ripresa economica, è un fisco che oltre
a ridurre la pressione fiscale (stimata per l’anno in corso al 42,3%) sostenga la crescita per aggredire
l’ingombrante debito pubblico fermo al 132,5% del Pil.
Resta sul tavolo del Governo
l’ipotesi di un riordino ad ampio raggio
del prelievo fiscale sulle persone fisiche con interventi su bonus e sconti
Irpef nel rispetto della progressività dell’imposta sancita dalla carta
costituzionale. Una organica riforma tributaria
ben inserita nel sistema economico del Paese, in linea con il quadro
comunitario e i suoi vincoli di spesa. Ma “i signori del tempo perso”, ovvero i
burocrati e i politici che frenano l’Italia, lo consentiranno? Il contribuente
con la sua dichiarazione dei redditi resta in fiduciosa attesa!