Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 27 aprile 2017

SONO 900 MILIONI LE INFORMAZIONI PRESENTI NELLA COMPILATA DEL 2017.



                DICHIARAZIONE DEI REDDITI : SCATTATA  L’ “ORA X”
                                                       di  Antonio Laurenzano
Per trenta milioni di contribuenti è scattata l’“ora X”. Sul sito web dell’Agenzia delle Entrate è disponibile da qualche giorno la dichiarazione dei rediti precompilata che dal prossimo 2 maggio potrà essere modificata e inviata entro il 24 luglio, nel caso del modello 730 (pensionati o lavoratori dipendenti), o entro il 2 ottobre, nel caso del modello Redditi PF (redditi d’impresa, di lavoro autonomo, diversi, ecc.). Se il 730 precompilato viene accettato senza modifiche non ci saranno controlli sui documenti relativi alle spese inserite. Qualora dalla dichiarazione emerga un credito o un debito, il relativo rimborso o trattenuta sarà operato dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico nella busta paga o nella rata di pensione a partire, rispettivamente, da luglio e agosto/settembre 2017. 
Quest’anno la dichiarazione precompilata contiene un maggior numero di elementi inseriti d’ufficio che vanno  ad aggiungersi a quelli già presenti nel 2016 (redditi di lavoro dipendente e pensione, ritenute, acconti, premi assicurativi, interessi su mutui, contributi previdenziali e assistenziali, spese sanitarie, universitarie e funebri). Nel terzo anno di sperimentazione, entrano nella precompilata le spese per l’acquisto di farmaci e per le prestazioni rese da ottici, psicologi, infermieri, ostetriche, le spese veterinarie e quelle per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici.
Sono circa 900 milioni le informazioni presenti nella precompilata 2017, di cui 690 milioni si riferiscono a spese sanitarie riguardanti 53 milioni di cittadini, per un ammontare di circa 29 miliardi di euro, il doppio dello scorso anno. Secondo quanto comunicato dall’Agenzia, i dati inseriti comprendono più di 61 milioni di Certificazioni uniche relative a lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, quasi 94 milioni di premi assicurativi, circa 16 milioni di bonifici per ristrutturazioni. E ancora, quasi 8,4 milioni di dati per interessi passivi, 3,3 milioni per contributi per lavoratori domestici e altri 3,4 milioni per le spese universitarie.
 Una mole notevole di informazioni  che, ove ce ne fosse bisogno, conferma la complessità del nostro ordinamento tributario. Un unicum europeo! Soltanto nell’ultimo anno si sono registrate altre quaranta new entry tra agevolazioni, proroghe e modifiche. Un labirinto di regole non sempre di facile interpretazione che, alla vigilia del nuovo appuntamento fiscale, hanno richiesto un intervento  chiarificatore dell’Agenzia delle Entrate su deduzioni, detrazioni e credito d’imposta con la recente circolare del 4 aprile u.s. di ben 324 pagine! Migliaia di parole che si aggiungono a centinaia di pagine di istruzioni ufficiali ai modelli di dichiarazioni. Una situazione aberrante che crea confusione e scarsa trasparenza. Ancora inascoltato l’appello di Ezio Vanoni, storico Ministro delle Finanze degli Anni Cinquanta, per “un ordinamento tributario conoscibile nelle forme e comprensibile nei contenuti”. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e  un proliferare della normativa  che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una chimera!
Il contrasto all’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute sull’economia del Paese, va condotto con una normativa chiara, estremamente semplice. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere reddito nelle sue pieghe oscure, anche in termini di elusione. Sarebbe ora di voltare pagina: mettere al centro, sul piano legislativo, l’obiettivo di una profonda semplificazione con un taglio netto di balzelli e inutili adempimenti.  Ciò di cui il Paese ha bisogno, soprattutto in un periodo di stagnante ripresa economica, è un fisco che oltre a ridurre la pressione fiscale (stimata per l’anno in corso    al  42,3%) sostenga la crescita per aggredire l’ingombrante debito pubblico fermo al 132,5% del Pil.
Resta sul tavolo del Governo l’ipotesi di un riordino ad ampio raggio  del prelievo fiscale sulle persone fisiche con interventi su bonus e sconti Irpef nel rispetto della progressività dell’imposta sancita dalla carta costituzionale. Una organica riforma tributaria  ben inserita nel sistema economico del Paese, in linea con il quadro comunitario e i suoi vincoli di spesa. Ma “i signori del tempo perso”, ovvero i burocrati e i politici che frenano l’Italia, lo consentiranno? Il contribuente con la sua dichiarazione dei redditi resta in fiduciosa attesa!

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