Ordini Cavallereschi Crucesignati

Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.

venerdì 13 luglio 2012

LA CRISI DELL'EURO?


L’EURO E’ SALVO? Le misure anticrisi votate dall’Eurogruppo a Bruxelles
di Antonio Laurenzano
C’è la volontà comune di fare tutto ciò che è necessario per salvaguardare la nostra moneta e far progredire il progetto politico europeo verso il traguardo di una vera e propria unione economica e monetaria.” Nella dichiarazione del premier Mario Monti, al termine dell’Eurogruppo di lunedi scorso, la chiave di lettura dell’ intesa raggiunta a Bruxelles per salvare l’euro e dare risposte ai mercati per il superamento di “una crisi che ha evidenziato la vulnerabilità del sistema bancario in Europa, con conseguenze per l’intera economia”. Un sofferto accordo politico che, sulla scia delle decisioni prese in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, prevede aiuti alla Spagna per la ricapitalizzazione delle sue banche da tempo in… apnea e, soprattutto, lo scudo anti-spread attraverso l’intervento della Banca centrale europea quale “agente” del fondo salva Stati per l’acquisto dei bond dei Paesi sotto speculazione. Una proposta made in Italy fortemente contestata dai “falchi del Nord”, Finlandia e Olanda. E’ il primo passo in direzione di una reale integrazione. Le speculazioni dei mercati legate ai debiti sovrani di alcuni Paesi dell’Eurozona hanno messo a nudo i limiti strutturali del sistema europeo: un sistema monetario comune privo di un unico quadro economico, fiscale, di bilancio, e soprattutto politico. Alla base della crisi c’è “una moneta sintetica” prodotta dall’alchimia dei trattati europei, orfana di un’ Unione politica con un’ azione di governo autonoma rispetto ai singoli Stati. Nell’area dell’euro c’è una sola moneta e 17 politiche di bilancio non coordinate fra loro! Uno scenario in cui alcune migliaia di speculatori finanziari, americani ed europei, e qualche agenzia di rating hanno preso in ostaggio i governi in Europa. La road map per uscire dalla crisi dovrà passare attraverso l’unione politica costruita su basi federali, l’unione bancaria per la centralizzazione della sorveglianza e la garanzia unica per i depositi bancari, l’unione fiscale e di bilancio per “mutualizzare” i debiti degli Stati membri e sconfiggere lo spread. Ma il grande ostacolo è la cessione di sovranità, dalla periferia al centro, per sconfiggere i tatticismi Berlino e abbattere lo spread. Meno sovranità e più comunità, ma anche più responsabilità! L’euro è una questione irreversibile, un punto di non ritorno! Significativo l’articolo del settimanale tedesco Der Spiegel “Uno sguardo sull’abisso”: “il salvataggio dell’euro, anche a caro prezzo, appare come il minore dei mali, in presenza del rischio dell’aumento della disoccupazione, della contrazione dell’economia e, più in generale, dell’azzeramento delle conquiste entrate nel patrimonio del cittadino europeo: il mercato unico, la libera circolazione”. La tempesta non è passata ! I mercati sono ancora in fibrillazione, la speculazione è sempre in agguato. Non è più procrastinabile l’Unione finanziaria con un’autorità di vigilanza che operi sulle banche. E la BCE, con l’italiano Mario Draghi nella cabina di comando, è deputata ad avere in futuro un ruolo di primaria importanza. Sulla sfondo il problema di sempre, ricordato di recente dal Presidente emerito Ciampi sulle colonne del Sole 24 Ore:l’Europa paga il conto di non avere una Costituzione che fissi i principi ispiratori dell’Unione e le regole di governo, la questione europea va ricondotta nel suo alveo naturale che è quello politico!” E proprio su questo terreno si giocherà il futuro dell’Europa. Occorrono segnali forti sul piano politico-istituzionale per convincere I mercati a credere nella capacità decisionale delle istituzioni comunitarie! Occorre cioè recuperare lo spirito originario per dare all’Europa una “voce unica”!