Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 10 ottobre 2014

INCREDIBILE MA VERO! RIFIUTATO DELLE AVANCES DELLA DONNA, GLI STROZZA IL CANE.

BISCEGLIE: RIFIUTATO DALL’AMATA, LA PERSEGUITA FINO A STRANGOLARLE IL CANE CON UNA CORDA: ARRESTATO DAI CARABINIERI.
 Nella mattinata di ieri i Carabinieri della Tenenza di Bisceglie, a conclusione di prolungati accertamenti investigativi scaturiti da un’apparente lite occorsa nell’agosto dell’anno corrente, hanno tratto in arresto un cittadino italiano, 37enne, pregiudicato, per aver commesso, con condotte plurime ed ininterrotte nel tempo, atti persecutori nei confronti di una coppia. A scatenare la folle ostinazione dell’uomo è il legittimo rifiuto delle avances da parte della vittima: dal corteggiamento si passa quindi alla violenza fisica, più volte scatenatasi anche nei confronti del compagno della donna. E l’escalation sembrava non arrestarsi: il 37enne, infatti, si è recato sotto l’abitazione dei malcapitati e, in un crescendo di rabbia, dapprima ha iniziato ad inveire, poi ha lanciato dei sassi contro le finestre e infine ha dato alle fiamme la porta di casa. La triste storia è fatta anche di telefonate di minacce, insulti su Facebook e botte per il compagno della donna, alla fine anche una richiesta di 1.000 euro per far finire quell’inferno. Inutile il tentativo della coppia di cambiare abitazione temporaneamente, facendosi ospitare dai genitori di lei. Alla fine chi ha pagato il prezzo più alto è stato il povero cane del fratello della donna, un meticcio di piccola taglia, strangolato con una corda per atroce vendetta. Gli indizi raccolti dai Carabinieri della Tenenza di Bisceglie sono stati ritenuti gravi, precisi e concordanti dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani che ha emesso tempestivamente una misura coercitiva nei confronti del malfattore, il quale, condotto agli arresti domiciliari, dovrà ora rispondere dei gravi reati di atti persecutori, tentata estorsione, danneggiamento seguito da incendio, percosse ed uccisione di animali nonché diffamazione.


giovedì 9 ottobre 2014

AH, SE CI FOSSE ANCORA LUI...

  •  Se ci fosse ancora il Fascismo non ci sarebbero in giro tanti extracomunitari e tanti clandestini.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo gli stranieri dovrebbero rispettare leggi, usi e costumi italiani anziché imporre i propri.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo le mafie sarebbero al lumicino anziché essere ogni giorno più potenti.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo non avremmo questi politici corrotti che pur di raccattare qualche voto in più si mettono in società con le mafie.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo le puttane farebbero il loro mestiere nelle case e non impesterebbero le strade e le piazze delle città.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo il capitalismo non avrebbe il potere che ha e lo stato difenderebbe le famiglie ed i giovani invece di fare gli interessi dei gruppi finanziari e dell’avidità di certi imprenditori.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo l’Italia non sarebbe la cenerentola d’Europa, ma sarebbe rispettata e considerata.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo non avremmo né le aziende che avvelenano come a Mestre ed a Taranto, né le discariche abusive di rifiuti tossici delle “terre dei fuochi” che uccidono intere popolazioni.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo non avremmo il precariato che condanna i giovani a non potersi fare una famiglia, una casa,dei figli ed un avvenire dignitoso.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo l’edilizia popolare sarebbe in grado di dare una casa a tutti a costi accessibili.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo non esisterebbe quello stupido servilismo culturale che riempie il nostro idioma di Anglo-americanismi che impediscono l’evoluzione della lingua e ne provocheranno l’estinzione.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo  la nostra gioventù sarebbe più sana e non dedita allo “Sballo”, alla droga ed all’alcol.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo l’Italia non sarebbe una colonia degli USA
  • Se ci fosse ancora il Fascismo quasi tutti gli antifascisti che oggi si esibiscono sarebbero stati dei “Balilla” ed oggi avrebbero la tessera del partito e parteciperebbero ai “Littoriali” così come hanno fatto coloro che ne hanno l’età anagrafica.
  • Se ci fosse ancora il Fascismo… Ah…, che sogno.!!

dI Alessandro Mezzano (ricevuta via e-mail)

domenica 5 ottobre 2014

BUIO PESTO PER L'ECONOMIA. LA CRESCITA NEL PROSSIMO DECENNIO SARA' DEL 1%?

Il Dott. Pietro VITALE, Direttore del blog international intervista il Dott. Antonio LAURENZANO, su la debolezza politica ed economica dell'Unione Europea.
Domanda: 
 Dott. Laurenzano, ci vuole spiegare come a grandi linee la politica economica di Bruxelles.  Il vertice Ecofin di Milano? 
Risposta:
Coordinare le politiche monetarie e fiscali - Investimenti per finanziare la crescita - Il nodo delle  riforme strutturali. Brancola nel buio la ripresa economica in Europa. Il PIL dell’eurozona continua a oscillare intorno allo zero e l’occupazione è stagnante, a fronte dei 27 milioni di disoccupati! Le previsioni di Bruxelles dicono che nel prossimo decennio la crescita europea media non supererà l’1%. Uno sviluppo che, in assenza di una politica economica condivisa a livello comunitario, non potrà azzerare gli effetti rovinosi della lunga crisi.
Ne hanno parlato recentemente a Milano i ventotto ministri europei delle Finanze in occasione della presidenza italiana dell’Unione con l’obiettivo di rilanciare gli investimenti, sostenere la domanda ed evitare una pericolosa deflazione in Europa.  L’eurozona ha bisogno di una domanda interna più forte per uscire dall’indebitamento. Si è rafforzata l’idea che la crescita passa necessariamente attraverso il potenziamento del ruolo della BEI (Banca europea per gli investimenti) nella consapevolezza che il sostanziale immobilismo sugli investimenti comuni non è estraneo alla stagnazione europea. Si ipotizza un piano d’interventi da 300 miliardi di euro sollecitato dalla Commissione Ue, oltre a un migliore utilizzo dei fondi europei con un fondo comunitario ad hoc per progetti orientati alla crescita. 
Le difficoltà sono complesse e le preoccupazioni motivate. Torna a galla il problema di sempre: la mancanza di una precisa identità federale dell’Unione. Il nodo di fondo da sciogliere non è tanto la convivenza tra una Germania forte e una “periferia” europea debole, ma la debolezza dell’Unione nel suo insieme, la mancanza di una visione unitaria del progetto di integrazione economica e politica del Vecchio Continente.  
Per l’Unione è giunta l’ora della svolta! Serve un’azione tempestiva che faccia ripartire l’economia.  Va disegnato un piano d’azione che coordini politiche monetarie e fiscali. Il percorso è difficile perché comporta un’intesa tra un’autorità federale indipendente, la Bce di Francoforte, e diverse autorità nazionali di bilancio, i governi, in continuo disaccordo. La crisi economica mette l’Europa dinanzi a un bivio: scegliere la strada nazionale che limita lo spazio di manovra anche nel campo degli investimenti per l’elevato indebitamento di molti Paesi o  un’azione comunitaria basata su un debito aggregato assai minore, e  quindi con maggiore margine di manovra. A Milano il vertice Ecofin ha individuato una strategia comune ben precisa: una politica monetaria, misuratamente espansiva, anche se da sola non basta. Lo ha ribadito il Presidente della Bce Draghi con la riduzione dei tassi d’interesse. Ci vuole una (coraggiosa) politica fiscale che permetta di rendere più flessibile il patto di stabilità, senza minarne la credibilità. E’ significativa la presa di posizione di Parigi contro il rigore di Bruxelles: “di austerità si muore!” Ma oltre alla politica monetaria e fiscale ci vogliono le riforme strutturali per rimuovere tutti gli impedimenti che, ostruendo i canali dello sviluppo, scoraggiano il flusso dei capitali interni ed esteri. Riforme che in alcuni Paesi, in primis l’Italia, sono indispensabili per aumentare il potenziale di crescita e il grado di competitività sui mercati internazionali.
Il piano europeo dello sviluppo sottoscritto a Milano rappresenta un segnale di ritrovata volontà dei Ventotto di andare avanti insieme per restituire all’Europa la crescita e ai cittadini europei la fiducia in un futuro migliore. Passare ora dalle parole ai fatti.