Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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venerdì 29 gennaio 2010
IL NEO DIRETTORE, ALBERTO VERONESI,DELL'OPERA ORCHESTRA DI NEW YORK
doppio appuntamento a Bari e Bitonto
con il concerto dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari in memoria della Shoah
ul podio il maestro Alberto Veronesi, neo Direttore dell’Opera Orchestra di New York
Domani, sabato 30 gennaio 2010 alle ore 20.30, presso la Basilica di S. Nicola a Bari, l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto “In memoria della Shoah” sotto la direzione del maestro Alberto Veronesi e con la voce recitante di Giacomo Colafelice. L’ingresso è libero. In programma brani di Samuel Barber (Adagio per archi op. 11), di Arnold Schoenberg (Un sopravvissuto di Varsavia per voce recitante e orchestra) e di Ludwig Van Beethoven (Sinfonia n. 7 in la maggiore).
Il concerto sarà replicato lunedì 1 febbraio alle ore 20.30 nella Chiesa del Santissimo Sacramento di Bitonto. Ingresso libero.
L’iniziativa rientra nell’ambito delle manifestazioni promosse dalla Provincia di Bari in occasione della Giornata della Memoria e che vedranno sul podio con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari il maestro Alberto Veronesi, fresco della nomina a Direttore musicale della Opera Orchestra di New York.
Nato a Milano, Alberto Veronesi è direttore musicale del Festival Puccini di Torre del Lago, direttore artistico della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna e direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica Siciliana.
“La presenza di Alberto Veronesi dà lustro e prestigio alla nostra Orchestra, ancora di più dopo la sua recente nomina a Direttore dell’Opera Orchestra di New York che vede, a distanza di più di 70 anni, un italiano tornare a dirigere un’orchestra newyorkese dopo Toscanini. – afferma il Presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli -. Ringrazio, dunque, il maestro Veronesi per averci offerto la sua disponibilità e collaborazione, con l’auspicio di vederlo sempre più spesso sul podio con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari”.
Tra i brani che l’Orchestra eseguirà nei due concerti rientra anche“Un sopravvissuto di Varsavia” di Arnold Schoenberg. Questa pagina fu composta nel 1947 ispirandosi alla testimonianza di un ebreo polacco sopravvissuto allo sterminio nazista. Nel testo, scritto in inglese dallo stesso compositore, il narratore, attraverso la tecnica del canto parlato, il cosiddetto Sprechgesang, comincia con le seguenti parole: “Io non posso ricordare ogni cosa. Credo di essere rimasto senza conoscenza per la gran parte del tempo”.
Quindi, descrive le atrocità subite dagli ebrei polacchi destinati alle camere a gas. Un momento di notevole suggestione viene raggiunto quando il coro intona il canto tradizionale “Shema Ysroel”, prima delicatamente, poi in un crescendo di intensità sonora ed emotiva che lo trasforma al contempo in un grido di dolore, ma anche in una orgogliosa professione di fede.
Si tratta, peraltro, di un riferimento a un episodio reale, poiché lo stesso sopravvissuto narrò di un gruppo di ebrei che, nel percorso verso le camere a gas, intonò la preghiera.
In allegato il curriculum di Alberto Veronesi
IL MAESTRO VERONESI E’ DISPONIBILE PER EVENTUALI INTERVISTE OGGI 29 GENNAIO A PARTIRE DALLE ORE 15.00.
Ufficio stampa: Laura Ruggieri – 339.4755329. email: l.r.comunicazione@libero.it
Bari, 29 gennaio 2010
Con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione
Alberto Veronesi
Il maestro Alberto Veronesi, Direttore del Puccini Festival di Torre del Lago e artista ufficiale della Deutsche Grammophon, ha condotto una vasta ricerca nell’ambito del repertorio operistico del tardo Ottocento, inizio Novecento di compositori quali Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini e altri ed ha programmato ed eseguito titoli poco conosciuti di questo periodo, nell’intento di dare una più vasta audience ad un repertorio spesso trascurato.
Le registrazioni dal vivo delle sue recenti esecuzioni de L’amico Fritz alla Deutsche Oper di Berlino, con Angela Gheorghiu e Roberto Alagna, apprezzatissime dalla critica internazionale, sono contenute nel terzo album del Progetto Verismo, che Veronesi sta portando avanti con la Deutsche Grammophon, dedicato al repertorio post romantico italiano.
La serie è iniziata nel 2006 con l’uscita di Edgar, l’opera giovanile di Puccini, registrata in versione integrale con Placido Domingo, molto apprezzata dalla critica. Il secondo album, Puccini Ritrovato, distribuito nel settembre del 2009, contiene versioni originali e alternative sia di arie ed ensembles famosi, sia di composizioni poco note, interpretate da Placido Domingo e dal soprano Violeta Urmana con i Wiener Philhamoniker. Il prossimo album, La Nuit de Mai, contiene un poema sinfonico e arie da camera di Leoncavallo, interpretati da Domingo, Lang Lang e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. L’uscita è prevista per marzo 2010.
In qualità di ospite, Veronesi ha diretto l’Orchestra Guido Cantelli e I Madrigali Ambrosiani nel Falstaff di Salieri alla Brooklyn Academy of Music di New York; Andrea Chenier di Giordano al Tel Aviv Opera Theatre, Madama Butterfly alla NHK di Tokyo, I Medici di Leoncavallo con l'Orchestra e Coro del Teatro del Maggio Fiorentino, Tosca alla Deutsche Oper di Berlino e Fedora a La Monnaie di Bruxelles.
Nato a Milano, Veronesi ha studiato al Conservatorio Verdi di Milano, diplomandosi a pieni voti in Pianoforte, Composizione e Direzione d'Orchestra. Ancora da studente fondo' l’Orchestra Guido Cantelli che e' rimasta da allora orchestra residente del Conservatorio. Ha diretto questa formazione fino al 2000, con esecuzioni al Festival di Pasqua di Salisburgo (su invito di Claudio Abbado), a Santa Cecilia e al Maggio Musicale.
Nel 1999 Veronesi e' stato nominato Direttore Musicale del Festival Puccini di Torre del Lago nell’ambito del quale ha diretto non solo tutte le opere del Maestro, ma e' stato anche fautore di un piano di rilancio della manifestazione, che ha portato alla costruzione di un nuovo Teatro. Nel 2003 la sua produzione de La Bohème, ha vinto il premio Abbiati, della Associazione Italiana Critici Musicali. Nel 2009 vi ha diretto Manon Lescaut e un gala con Angela Gheorghiu.
Nel 2001 Veronesi è stato nominato Direttore Artistico e Musicale dell’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, dove esegue il ciclo completo delle sinfonie di Beethoven, Bruckner, Mahler e Shostakovich, oltre alla musica sinfonica del Novecento italiano e opere contemporanee.
Ha ricevuto di recente anche la nomina di Direttore artistico della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna. Veronesi vive a Palermo con la moglie e la figlia.
giovedì 28 gennaio 2010
2010 "ANNO EUROPEO DELLA LOTTA ALLA POVERTA"'
Proclamato dalla Commissione europea: fissati gli obiettivi di fondo
di Antonio Laurenzano
La solidarietà è uno dei pilastri, con la sussidiarietà e lo sviluppo, su cui poggia l’Ue. Obiettivo del modello europeo di crescita della società e del welfare è garantire a tutti i cittadini , senza impedimento alcuno, di trarre beneficio dal progresso economico e sociale e di contribuirvi a loro volta. Creare un’Europa maggiormente inclusiva costituisce infatti la priorità storica dell’Unione per una crescita economica sostenuta, posti di lavoro più numerosi e migliori e soprattutto una maggiore coesione sociale.
Solidarietà, sussidiarietà, sviluppo intesi come libertà per costruire un futuro nel quale nessun cittadino dovrà più stendere la mano per chiedere per carità ciò che gli spetta di diritto, per costruire cioè una società che esalti e non mortifichi la centralità dell’Uomo, con il suo inviolabile diritto alla dignità e alla libertà.
Un luminoso cammino di speranza che ha trovato solenne conferma da parte della Commissione europea che ha proclamato il 2010 “Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, con il dichiarato intento di coinvolgere i cittadini dell’Ue e gli operatori sociali ed economici per rimuovere una drammatica realtà che continua a incombere sulla vita quotidiana di tanti europei.
Oggi in Europa 79 milioni di persone, ovvero il 16% della popolazione, secondo le stime di Eurobarometro, rischiano la povertà! Da una recente indagine dello scorso ottobre risulta che i cittadini europei vedono nella povertà un fenomeno diffuso. In tutta l’Unione i cittadini ritengono che, nella zona in cui vivono, circa una persona su tre (29%) versi in condizioni di povertà e una su dieci in condizioni di povertà estrema. In tutti gli Stati membri parte della popolazione è esposta all’esclusione e alla privazione, oltre ad avere spesso un accesso limitato a servizi di base. Il 19% dei bambini è a rischio di povertà, uno su dieci vive in nuclei familiari in cui nessuno lavora e produce reddito. Dati allarmanti in presenza dei quali Bruxelles ha deciso di intervenire.
L’anno europeo della lotta alla povertà, inaugurato ufficialmente il 21 gennaio a Madrid, nell’ambito del semestre spagnolo di presidenza dell’Ue, si pone cinque obiettivi di fondo:
-riconoscere il diritto alle persone in situazioni di povertà ed esclusione a vivere in modo dignitoso e a prendere parte attiva nella società;
-condividere responsabilità e partecipazione nella strategia anti-povertà attraverso l’azione congiunta di tutti i partner pubblici e privati, incoraggiando il coinvolgimento e l’impegno politico di tutta la società civile;
-promuovere una maggiore coesione sociale in cui ognuno sia pienamente consapevole dei benefici arrecati all’intera società dall’eliminazione della povertà, collaborando con le organizzazioni non governative che lottano per le stesse finalità;
-rinnovare l’impegno e l’azione concreta dell’Ue e degli Stati membri nello sforzo comune per l’inclusione sociale;
-sostenere la solidarietà tra generazioni e assicurare uno sviluppo sostenibile, una buona qualità della vita e pari opportunità.
Si mira cioè a dare una risposta a chi è costretto a vivere nell’emarginazione sociale, ma soprattutto a stimolare una forte presa di coscienza e una precisa assunzione di responsabilità. In tale ottica, il 17 ottobre 2010 sarà celebrata a livello europeo la “Giornata internazionale di lotta contro la povertà” che comprenderà una iniziativa di alto profilo: la dichiarazione congiunta, sottoscritta da tutti gli Stati membri dell’Unione, sul rinnovato impegno per la eliminazione di questa dolorosa piaga sociale.
Il 2010 rappresenta, dunque, un’occasione per una generale mobilitazione nella consapevolezza che la povertà e l’esclusione di un individuo contribuiscono alla povertà dell’intera società.
Una lotta difficile alla quale non potrà, e non dovrà, mancare il contributo di tutti: privati cittadini, istituzioni, imprese, parti sociali per una responsabilità condivisa e partecipata nel ricordo del pensiero di Albert Schweitzer, Premio Nobel per la pace 1952: “Servire è un privilegio che va cercato, non un peso che va evitato”!
WWW.GOMMALACCATEATRO.IT
martedì 26 gennaio 2010
THE INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LIONS CLUB,BARI HOST
“Si dice che il desiderio è il prodotto della volontà, ma in realtà è vero il contrario: la volontà è il prodotto del desiderio”. (Denis Diderot)
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“Solo per servire”
D.G. Licia Bitritto Polignano
Alla cortese attenzione del Dirigente Scolastico Prof. Mario Giuseppe FORENZA, Liceo Sc. “E. Fermi” – Bari-
Illustre Preside, come Lei certamente saprà, il Lions Clubs International è la più grande organizzazione di servizio non governativa del mondo. I soci uomini e donne che dedicano il proprio tempo a cause umanitarie. Fondata nel 1917, l’Associazione ha come ideale il motto “Noi Serviamo”. In tutto il mondo i Lions Clubs sono noti per il servizio ai non vedenti ed a quanti hanno serie menomazioni della vista. Questa assistenza ha avuto inizio quando Helen Keller invitò i Lions a divenire “Cavalieri dei non-vedenti nella crociata (SightFirst) contro le tenebre” in occasione della convention del Lions Club International del 1925.
I Lions sono anche impegnati ad aiutare i giovani tramite molteplici attività che rientrano nel Programma Impegno per i Giovani e svolgono progetti per migliorare l’ambiente e per costruire in collaborazione con Habitat for Humanity abitazioni per disabili. Appoggiamo inoltre, l’educazione sul diabete, svolgono programma per l’udito e, tramite la loro Fondazione, forniscono assistenza in ogni parte del mondo, si stima che ogni anno i Lions Club donano circa 512 milioni di dollari US che contribuiscono con 64 milioni di ore di volontariato, equivalenti al lavoro annuale di 31.000 persone.
Orbene, dopo questa doverosa ed (essenziale) introduzione a sgombrare il campo da quella frequenta domanda che ci viene rivolta: “ma voi lions chi siete e cosa fate?” In tutto questo la comunicazione ha una sua funzione assoluta, insostituibile. Intanto è incominciato un altro anno sociale di servizio ed il Governatore distrettuale 108/Ab, finalmente, ha voluto mettere la comunicazione ai primi posti delle attività che caratterizzano il suo mandato, ritenendola un interesse primario per i nostri Service a favore dei bisognosi. Dopo aver esposto solo la punta dell’ iceberg, dei Lions international, mi consenta gentile Preside, di porre alla Sua attenzione un articolo apparso lo scorso mese sulla nostra Rivista Nazionale The Lions che riguarda le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Nel 1984 il Lions International, avvertendo l’esigenza di operare nei confronti dei giovani, si rivolse alla prestigiosa agenzia educativa “Quest International” per mettere a punto un progetto di prevenzione primaria con l’obbiettivo di svolgere un’azione di prevenzione delle devianze giovanili.
Nell’anno sociale 1995-1996, per dare maggiore impulso all’attività del progetto, è stata creata, nell’ambito del Multidistretto, l’Associazione “Lions Quest Italia” riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione e da questo inserita fra gli enti abilitati a effettuare formazione per il personale docente.
Nell’ambito del progetto sono stati sviluppati i tre programmi appresso elencati ad oggi tradotti in 24 lingue e diffusi in 50 Paesi, nei quali più di 400.000 insegnanti, dopo aver frequentato i corsi di formazione, hanno operato presso le scuole coinvolgendo milioni di giovani di età dai 5 ai 19 anni in tutto il mondo attraverso programmi “skills for growing” per le scuole elementari, “skills for adolescence” per le scuole medie e “skills for growing” per le scuole medie superiori.
500 insegnanti, selezionati a caso, hanno evidenziato i seguenti risultati:
• il 90% ha notato negli studenti una accresciuta capacità nella risoluzione dei problemi.
• il 77% ha notato una riduzione dei problemi di disciplina nelle loro classi. Su 1200 dirigenti scolastici intervistati.
• il 79% afferma che gli studenti hanno sviluppato una maggiore capacità di relazionarsi con gli altri.
• il 64% dei ragazzi hanno acquistato più responsabilità nelle loro azioni grazie proprio ai programmi Lions Quest.
In Italia dal 1992 è applicato il programma “skill sfor Adolescence” riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e autorizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso l’accrescimento dell’Ente promotore.
Nel 2007 l’Associazione Lions Quest Italia è diventata onlus. I corsi, dall’inizio della loro istituzione, sono aumentati di circa il 50%; particolarmente nell’ultimo triennio i corsi effettuati sono stati 186. Per sviluppare il Programma Lions Quest Italia il Multidistretto eroga annualmente un contributo di 20.000 euro. La LCIF (fondo mondiale) nel giugno 2006 ha elargito un sussidio una tantum di 100.000 dollari.
Il Lions Quest Italia in azione…
Il Lions Club Pinerolo Acaja ed Airasca None hanno realizzato il service Lions Quest a Pinerolo, con sede presso la scuola media statale “Filippo Brignone”, nei giorni 23-25 settembre 2009, dopo che l’officer distrettuale deputato al progetto, Claudia Varalda, ha contattato i Dirigenti ed i docenti di tutti gli istituti di Pinerolo, rivolgendosi sia alla scuola primaria sia alla secondaria di primo e secondo grado. L’accoglienza del progetto è stata assai favorevole da parte di alcuni dirigenti, che hanno compreso abbieno l’importanza del percorso operativo ed educativo offerto dal Lions Quest che, si differenza di altri corsi di formazione, è offerto a titolo assolutamente gratuito ai docenti e costituisce uno strumento efficace per il miglioramento dell’offerta formativa degli istituti e per la crescita professionale di ogni insegnante. Le insegnanti che vi hanno preso parte hanno manifestato un notevole interesse per le tematiche affrontate dalla formatrice Paola Vigliano, inerenti l’acquisizione da parte dei ragazzi di valori fondamentali quali il rispetto, declinato in ogni sua variabile; l’impegno nello svolgimento dei compiti assegnati e la stima di sé, ma anche la lotta al bullismo (cui è dedicato un importante capitolo sul magnifico manuale offerto ai corsisti) e alle sostanze stupefacenti, che sono analizzate in modo scientificamente rigoroso. Tutti i contenuti sono da sviluppare in un percorso triennale da svolgere sulle proprie classi ed è assicurata la più ampia disponibilità nel risolvere eventuali dubbi nell’applicazione di tale metodologia didattica da parte della formatrice, che ha eseguito le iscritte al corso con competenza, professionalità ed una grande capacità di stimolare il lavoro di squadra.
Tutte le docenti iscritte e le insegnanti che si sono recate anche solo per poche ore al corso hanno potuto apprezzare gli spunti operativi offerti dal Lions Quest e percepire il grande spirito di collaborazione che si è creato all’interno del gruppo, in cui l’entusiasmo e la voglia di condivisione delle dinamiche apprese nell’ambito delle tre giornate sono apparsi tangibili anche a chi ne ha fatto parte per poco tempo. Vi è tuttavia la volontà di lavorare tette insieme nella realizzazione dei percorsi sperimentali ed espressi dal manuale operativo, creando un gruppo di lavoro che unisce docenti delle scuole medie di Pinerolo, trovono un raccordo sia con la scuola primaria sia con le famiglie degli allievi, per le quali è previsto uno specifico testo, a cui si dedicherà un’ulteriore riflessione.
Orbene, il Lions Quest Italia, illustre Preside Forenza, nelle scuole propone la possibilità in un unico documento. Le tre esperienze didattiche compiute nel pinerolese darebbe quindi molta evidenza al nostro service, rivolto ad una fascia a rischio della popolazione, quali sono gli adolescenti, ma anche alle loro famiglie, cui proporre un sostegno ed una condivisione di valori e moduli operativi, e renderebbero evidenti i legami positivi intercorrenti fra associazioni che operano sullo stesso territorio con identiche finalità sociali ed educative. Nell’attesa, di un Suo cenno di riscontro, mi permetta di salutarLa cordialmente.
Cordiali saluti
(Dott. Pietro Vitale)
lunedì 25 gennaio 2010
LA SCIARPA AZZURRA
L’uso delle sciarpe azzurre, emblema dell’ufficialità, quando si diffuse tra gli Ufficiali dell’Esercito Italiano
Cari amici, che mi leggete. Questa volta Vi parlerò delle origini della Sciarpa Azzurra, emblema degli Ufficiali delle Forze Armate Italiane. La “sciarpa azzurra” insegna distintiva risale il 21 giugno 1366 quando il Conte Verde Amedeo VI di Savoja salpava da Venezia con le sue truppe verso la Terra Santa, con una flotta composta da due grandi galere e numerose altre navi noleggiate a Genova e Marsiglia.
Sull’albero di maestra della sua nave, per l’occasione egli aveva voluto che accanto allo stendardo dei Savoja, di rosso alla croce d’argento, anche un’altra insegna, di zendalo d’azzurro, con caricata in cuore l’immagine di Maria SS.ma e l’intero drappo seminato di stelle d’oro, proprio per onorare la Madre di Dio.
Il Cibrario nella sua monumentale Storia della Monarchia di Savoia così descrive la galera ammiraglia: “La galera capitana su cui veleggiava il Conte Verde era, secondo la magnificenza di quell’età, leggiadramente dipinta e colla poppa coperta di foglie d’oro e d’argento. Sventolando su quella nave molte bandiere, fra le quali primeggiava quella di devozione, di zendale azzurro coll’immagine di Nostra Signora. In un campo seminato di stelle , sempre per onorare la nostra Madre celeste, alcuni Cavalieri della spedizione sabauda cinsero, in tale occasione e per la prima volta, delle sciarpe azzurre.
L’uso delle sciarpe azzurre, da tale data si diffuse tra gli Ufficiali dell’Esercito Savoiardo tanto che tale smalto assunse poi a simbolo araldico dinastico, al posto degli smalti di rosso e d’argento dello scudetto di Savoja antica. Il 10 gennaio 1572, Emanuele Filiberto di Savoja rese obbligatoria per tutti i suoi Ufficiali l’uso della sciarpa azzurra, che da secolare tradizione era stato già adottato, per iniziativa personale di parecchi Ufficiali: “intendendo noi che i nostri soldati portino sciarpe e bende del nostro colore, cioè azzurro, ossia celeste et non di altro a piacer loro, come siamo informati essi fanno”. Il di Gerbaix de Sonnaz, nel suo volume: Bandiere, stendardi e vessilli di casa Savoia dai Conti di Moriana ai Re d’Italia precisa che: “lo stendardo di zendale azzurro dal 1366 fu l’origine, come accenna il Cibrario, del colore azzurro,nelle divise di casa Savoia, e tuttora dà il colore alla fascia di servizio degli Ufficiali di terra e di mare”.
La fascia azzurra che tuttora portano gli Ufficiali di terra, di mare e di cielo ha quindi un’origine antichissima, quale forse nessun’altra insegna può vantare, legata alla speciale devozione a Maria, all’Aiuto dei cristiani; l’azzurro, infatti, per la scienza araldica, è simbolo di giustizia, di lealtà, di purezza, di gentilezza ma, soprattutto, è lo smalto tipico mariano.
Vennero chiesti lumi al re d’Italia Umberto I di Savoja che assegnò subito alle nostre squadre sportive nazionali il colore azzurro, colore sabaudo e mariano…
di Giorgio Andrighetti -Rivista Le Fiamme d'Argento (3) marzo 2009
13/
Giornalista e scrittore
Tessera naz. Ordine dei
giornalisti n. 116644
L’altra generazione di studenti, il consumismo …nelle scuole.
Riflessioni di un padre: i nostri giovani crescano senza valori di quelle antiche tradizioni tramandate dai nostri padri. Essi sono preda di un consumismo selvaggio che li rovinerà. Questo è l’allarme che il Ministro Maria Stella Gelmini. Che io ricordi a memoria d’uomo non è mai successo nella storia della Repubblica Italiana che un ministro lanciasse un così drammatico messaggio sui giovani d’oggi.
Il fatto è che i giovani parlo in modo generale ben sapendo che fortunatamente le eccezioni sono tante, sono conformisti, sono sensibili alle abitudini e alle scelte prevalenti, martellati in età sempre più verde da messaggi che esaltano la moda, i prodotti firmati, il successo, le auto sempre più veloci, il denaro e la bellezza, e sono convinti che tutto questo debba essere, sia a portata di mano, senza pensare che tutto questa va conquistato e che richiede sacrificio, rinuncie e sudore della fronte.
Orbene, da ultime mie ricerche si evince un altro dato allarmante: su un campione significativo degli studenti italiani, risulta che tre su quattro hanno avuto esperienze di droga e che il luogo di maggior spaccio non è, come si pensava finora, la discoteca, ma la scuola, divenuta un luogo di mercato come la società stessa insegna….
Allora che fare…”tanto tuonò che piovve”. E’ sconcertante come gli educatori: insegnanti, genitori, tutori e lo stesso ministro, si meraviglino. E non pensino che non c’è più alcun momento nella vita di un giovane, che lo richiami a doveri e rinunce per la fatuità e che si dia precisi punti fermi di riferimento che lo si insegni a crescere.
Parliamo del servizio di leva, tra adolescenza e maturità. Era il trat-d’union di congiunzione fra scuola e mondo del lavoro. Era l’occasione per assimilare principi che avrebbero accompagnato il giovane per tutta la vita. Da come è stato trasformato in merchandiser questo servizio alla Patria un “bastone” dei Malavoglia, un “pizzo”. I giovani a furia di sentirsi dire da compiacenti e interessati personaggi pubblici, alla fine ci hanno creduto…
Ora ci si accorge che il ruolo della famiglia è insufficiente e che quello della scuola pure, che i genitori, sempre più affannati in una frenetica quotidianità, preferiscono accontentare i figli piuttosto che trovare il tempo di star loro vicino e educarli.
Se il Ministro, tra un impegno e l’atro trovasse il tempo di visitare una caserma dei paracadutisti di cui sul frontone si legge:
“Se avete scelto di venire tra noi per la vivacità dei nostri simboli, per estemporaneità o per calcolo rinunciate, andate altrove, ove potrete svolgere il vostro servizio militare con dignità. Ma se avete scelto per il desiderio di partecipare con la generosità di sognatori, per anelito di vincere voi stessi, per volontà di accettare anche sacrifici per onorare una tradizione e uno stile di vita, allora rimanete, perché avete l'animo e lo spirito dei paracadutisti e il carattere per servire nella Folgore. Vuol dire che non siete i migliori perché sarete paracadutisti, ma diventerete paracadutisti perché siete i migliori". (Generale Bruno Loi)
Ricerca bibliografica e fonte: in parte tratto da una Rivista militare.
GLI AMICI LIONS DI ROSARNO
Giornalista-militare e scrittore
Tessera Ordine Naz. Dei
Giornalisti n.116644
Lions Clus Bari Host
(L’addetto stampa)
Un autorevole amico Lions del Nord mi ha mandato una e-mail sollecitandomi, in quanto giornalista, a scrivere un articolo sui Lions dal titolo: “Diamo nuove idee…al Lionismo.”
Leggo moltissimi articoli scritti sulla nostra Rivista The Lions sia nazionale che distrettuale, ed ho sempre avuto l’impressione di leggere sempre le stesse cose, magari camuffate in modo diverso ma sempre le stesse. Ad esempio sono ricorrenti le solite frasi: …è un atto dovuto continuare con l’aiuto nei confronti delle persone svantaggiate attraverso il finanziamento di progetti umanitari, in Tanzania o Burkina Faso, oppure: ad operare insieme per Servire meglio e ancora: manca l’armonia per qualsiasi progetto, anche il più nobile, non verrà mai realizzato…e, solo seminando solidarietà, potremo eliminare i veleni, le invidie, le ripicche personali, le miserie che possono essere presenti nell’animo umano….
Orbene, cari amici Lions, tutto il mondo è a conoscenza dei fatti deplorevoli di Rosarno, ridente cittadina che si trova sulla collina (mt. 64) e si affaccia come un balcone naturale sul porto di Gioia Tauro e sulla pianura circostante, in Calabria.
A tale proposito, osserviamo, prima di guardare lontano, i bisogni delle persone più vicine a noi.
In questi giorni, abili ed attenti giornalisti, commentatori e cronisti di tutto il mondo, sui i fatti di Rosarno, hanno detto che il Governo Italiano si deve vergognare di quello che è accaduto e che le istituzioni locali sono anche loro indifferenti e colpevoli di aver chiuso gli occhi per le condizioni animalesche in cui versano i nostri fratelli “negri”.
Cari amci Lions, prima che qualcuno debba dire anche a Noi Lions di vergognarci di essere rimasti indifferenti, consideriamo che la società è in continuo mutamento e, con la società, dovremmo mutare anche Noi. Per la necessaria solidarietà che tutto il mondo ci riconosce, verso i lavoratori africani o comunque di nazionalità diversa, propongo “di vivere nuove idee” e che i Lions Clubs, specialmente i Clubs locali, guardino un po’ più da vicini i nostri fratelli bisognosi.
APPELLO AI GIOVANI
di Francesco Pistilli.
E’ innegabile che la nostra Città stia vivendo un passaggio di grave crisi e di incipiente decadenza. Alla crisi generale, che riguarda anche i modelli di sviluppo e le nuove strategie economiche intervenute con la globalizzazione, la nostra Città associa condizioni svantaggiose sue particolari, come l’esaurirsi della spinta della cooperazione agricola, il rarefarsi dell’intraprendenza artigianale e la crisi del piccolo commercio, anche a causa del grande ipermercato di Casamassima.
A questa situazione si è aggiunta da tre anni il trasferimento dell’Ospedale Miulli a quattro chilometri dalla Città, con la totale caduta del piccolo, ma significativo, indotto che la presenza in città del nosocomio produceva. Del resto la nostra Città, per un arbitrio intollerabile, è tagliata fuori da ogni altro pingue indotto dell’Ospedale Miulli.
La presenza del grande ospedale, intanto, dagli anni sessanta, ha rarefatto l’occupazione in una agricoltura imprenditoriale, capace di importanti iniziative economiche, come sta avvenendo in alcuni Comuni limitrofi, riducendola a grama occupazione secondaria ed amatoriale. Mentre il flusso di ingresso negli impieghi ospedalieri si è inaridito, e specialmente nei riguardi della nostra Città.
Questa situazione di precarietà economica ed occupazionale sta producendo una fuga di giovani verso il nord o verso nazioni europee, tanto che Acquaviva, che si trovava a crescere in controtendenza emigratoria negli anni sessanta, settanta ed ottanta, ora comincia a denunciare cali demografici, che sono la spia evidente del malessere e della decadenza.
Cosa possono fare i giovani di fronte a queste prospettive scoraggianti ?
Andare via è una soluzione, ma non sempre ha una convenienza a lungo andare: dove vi è maggiore guadagno, quasi sempre vi sono maggiori spese e lo sradicamento non avviene senza dover pagare un grave scotto umano e sociale.
Occorre impegnarsi a cambiare il destino della nostra Città, occorre che le energie e le potenzialità si esprimano per concepire e realizzare un progetto di rilancio della nostra Città, che torni a renderci, rispetto ai Comuni vicini, di nuovo privilegiati e più progrediti.
I Giovani sono chiamati in prima istanza a quest’impresa, perché il futuro della nostra Città appartiene soprattutto a loro. Senza timidezze e senza soggezioni, essi devono prepararsi culturalmente e politicamente per diventare protagonisti di un impegnativo progetto di rilancio della nostra Città
Piangersi addosso non è atteggiamento compatibile con la giovinezza, che, invece, ama le sfide e gli impegni forti per le lunghe prospettive, che sono anche quelle della loro lunga aspettativa di vita.
I Giovani devono scendere in campo, abbandonare i comodi sofà domestici o i bivacchi di branco per ammazzare il tempo. Essi devono prendere il mano il loro destino, impegnandosi nel destino della loro e nostra Città.
Devono disporsi a fare squadra, cosa quasi naturale alla loro età, e lanciare la squadra su progetti forti, che nascano da uno studio appassionato ed attendo delle nostre realtà poste a confronto con le prospettive mondiali di sviluppo e ardiscano sfidare quelle realtà per trasformarle.
Essi devono essere certi che ogni bene che si fa alla Città si fa a tutti i Cittadini, ma non sempre vale il contrario. Perciò l’impegno verso le condizioni generali precede e sostiene ogni altro impegno.
Tale impegno non tollera sciatteria, approssimazione, superficialità, come del resto è estraneo ad un Giovane ogni atteggiamento servile, calcolatore, gretto. I grandi ideali, l’agire eroico, la generosità disinteressata caratterizzano, invece, la felice età della giovinezza, che per questa ragione costituisce una risorsa immensa per la Comunità Cittadina e per l’azione politica, nobilmente intesa, cioè come servizio alla Città..
Perciò è necessario fare appello ai Giovani, perché abbandonino l’olimpo frustrante del disimpegno e scendano in campo e diano il meglio di sé. La nostra Città, tanto operosa nei decenni scorsi, si è come senilizzata, prendendo tutti i vizi della senilità: fiacchezza morale e concettuale, prevalenza della conservazione anche gretta, resistenza al cambiamento, tendenza alla pura sopravvivenza.
I nostri Giovani possono ‘svecchiare’ questa Città e la nostra Nazione se la loro generosità ed intelligenza saranno messe al servizio di una positiva politica di sviluppo, capace di pensare ed agire a livello di collettività e non di singoli interessi e convenienze.
Le prossime elezioni amministrative comunali e regionali possono determinare il punto di svolta e segnare finalmente l’immissione di molti nostri Giovani nell’arte e nell’attività mobilissima della politica, che è principalmente una forma esigente di altruismo e di solidarietà.
I Giovani si lascino attrarre da questa prospettiva e facciano dono di sé alla nostra Città e alla nostra Nazione.
Acquaviva delle Fonti, 22 gennaio 2010
Francesco P I S T I L L I
già 3 volte Sindaco di Acquaviva d. Fonti - PDL -
già 3 volte Capogruppo F.I.-PDL Provincia di Bari