Dott. Pietro VITALE, storico-medievalista
giornalista pubblicista e scrittore
Direteur de bolg internationale
“La nostra causa è un segreto velato in un segreto, il segreto di
qualcosa che rimane velato, un segreto che solo un altro
segreto può insegnare: è un segreto su un segreto che si appaga di un
segreto". Geber (alchimista)
Domanda:
Fra i
tanti problemi italiani quello dell'immigrazione è senza dubbio uno dei più
scottanti drammatici. Ci vuole spiegare Prof. Antonio LAURENZANO, Lei
Professore, notissimo economista di
livello internazionale, come la globalizzazione, l’economia mondiale, le
comunicazioni e i trasporti, hanno contribuito e consentito le migrazioni di
intere popolazioni, mai verificate nella storia dell’uomo?
Risposta:
Il dramma del Mediterraneo : un’emergenza
europea – Il piano della Commissione Ue per fronteggiare la tragedia dei
migranti – Le incertezze del futuro legate alla fuga biblica dall’Africa.
L’Europa del cinismo! E’ quella che sembra aver smarrito il filo della
storia. Dopo essersi proclamata per anni paladina dei diritti umani, si
dimostra sempre più latitante nella gestione dell’emergenza dei flussi
migratori nel Mediterraneo in fondo al quale lo scorso anno sono finiti 3200
disperati. Quest’anno, dopo il tragico
weekend del 18 aprile in cui hanno perso la vita oltre 900 persone, siamo già a
quota 1800, a fronte di 24mila arrivi sulle coste italiane. Da Bruxelles i
soliti imbarazzanti balbettii a conferma della mancanza di una leadership e di
una governance capace di dare corpo a una istituzione comunitaria fantasma!
Si continua a non voler vedere una tragica realtà in nome di una
ipocrisia umanitaria che genera soltanto discorsi di facciata. Egoismi
nazionali, inettitudine, miopia politica alla base di scelte non fatte! O ancor
peggio, scelte sbagliate! All’intervento militare in Libia del 2011,attuato
soprattutto su pressione di Francia e Gran Bretagna con l’appoggio
dell’Alleanza NATO e degli Stati Uniti, non è seguita alcuna alternativa. La mancanza di un piano politico
ha consegnato la Libia alla ingovernabilità.
E oggi, secondo l’avvertimento del Segretario dell’ONU , Ban Ki-moon, in
terra libica non ci potrà essere una soluzione militare alla tragedia umana che
sta avvenendo nel Mediterraneo. Occorre una strategia diversa per nuove
soluzioni.
E in Europa, nonostante la “chiusura” della Gran Bretagna, si comincia finalmente ad affrontare il
problema per giungere a un accordo che possa da un lato garantire la sicurezza
e la protezione dei diritti umani dei migranti e di coloro che chiedono asilo e
dall’altro sconfiggere gli scafisti della morte con il loro vergognoso traffico
di vite umane sulle carrette del mare. E, ovviamente, senza ignorare la
immigrazione clandestina, il trasporto illegale di armi e stupefacenti. La
normalizzazione del Mediterraneo è un interesse primario che l’Europa non può
più ignorare.
La Commissione Ue ha adottato una nuova agenda basata su quattro
pilastri: ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare, gestire e rendere
sicure le frontiere esterne dell’Unione, proteggere i richiedenti asilo e
creare una nuova politica della migrazione legale. Dopo aver “criminalizzato”
l’operazione “Mare nostrum” per attivismo nei salvataggi, equiparati a un
invito a delinquere per i trafficanti di esseri umani, ora la Germania e i suoi
alleati del Nord e dell’Est fanno marcia indietro, riconoscendo che “Triton”,
che da novembre sostituisce “Mare nostrum”, ha reso più incerti i controlli
della frontiera mediterranea. Nella consapevolezza che l’Europa resta e resterà
una calamita irresistibile per tanti diseredati del Continente nero, si lavora
attorno a una più equa distribuzione degli immigrati che richiedono asilo
insieme alla creazione di campi profughi in Medio Oriente e Nord Africa per evitare
viaggi suicidi.
L’accordo Ue per affrontare l’emergenza immigrazione prevede la
ridistribuzione di migranti tra gli Stati membri in base a quote prestabilite,
rapportate al numero di abitanti del Paese, Pil, numero di profughi già
presenti nel Paese e tasso di disoccupazione.
In Italia arriveranno il 9,94% dei 20mila profughi (meno di 2000) che
attualmente risiedono in campi profughi all’estero e che hanno i requisiti per
ottenere lo status di rifugiati (“reinsediamenti”), e l’11,84% dei richiedenti asilo già presenti nelle
nostre strutture di accoglienza (“ricollocamento”). Di fatto, quindi, secondo
quanto assicurato anche dall’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue,
Federica Mogherini, il nostro Paese sarà esonerata dal dover accogliere quote
di nuovi profughi. Dai campi profughi in Libano e Turchia il 15,43% dovrà
essere accolto dalla Germania, l’11,87% dalla Francia. Gran Bretagna, Irlanda e
Danimarca lasceranno chiuse le loro frontiere avvalendosi di una specifica
clausola comunitaria vigente in materia (“opting out”).
Numeri, quote, percentuali. Che tuttavia lasciano irrisolta la
questione centrale: i 20mila profughi che verranno reinseriti in Ue
direttamente dai campi profughi rappresentano una frazione esigua delle
centinaia di migliaia di persone in fuga dall’Africa. Quale sarà il loro
destino se dovessero iniziare, fuori da questo piano, un disperato viaggio
della speranza?
----Messaggio originale----
Da: laugall@libero.it
Data: 17-mag-2015 10.44
A: "Dott. N.H. Vitale"
Ogg: BLOG
Carissimi saluti e buona domenica.
Antonio