Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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venerdì 31 dicembre 2010
LUTTO NELLE FORZE ARMATE
Purtroppo Stanotte una famiglia avrà poco da festeggiare l'Unuci Bari referente le sarà vicino. Afghanistan,ucciso soldato italiano. Il ministro La Russa: colpito da un cecchino.
Un militare italiano è stato ucciso da un cecchino mentre "era di guardia a una torretta del sud della zona sotto controllo italiano", come ha riferito il ministro La Russa. Il soldato è caduto nella base di Buji. Il proiettile è penetrato in prossimità della spalla, nella parte lasciata scoperta dal giubbetto. La vittima si chiamava Matteo Miotto, aveva 24 anni, era in forza al 7° reggimento alpini di Belluno ed era in missione da luglio."Ci sono stati troppi lutti in Afghanistan tra i nostri soldati", ha commentato ancora La Russa, che annuncia di voler andare in Afghanistan subito dopo i funerali del giovane militare morto.
Chi era il soldato ucciso si chiamava Matteo Miotto e aveva 24 anni il soldato italiano ucciso, il 35esimo dall'inizio della missione del nostro Paese a Kabul, iniziata nel 2004. Arrivato in Afghanistan a luglio, Miotto era un caporal maggiore degli Alpini, veniva da Thiene (Vicenza) ed era in forze nel settimo reggimento Alpini di Belluno. Alla sua famiglia il ministro La Russa ha inviato un telegramma con queste parole: "In questo dolorosissimo momento partecipo con profonda commozione, unitamente a tutto il personale delle Forze Armate, alla perdita di Matteo, generosamente impegnato in una missione di grande valore umanitario. Il suo ricordo rimarrà per sempre nella memoria di chi crede nella pace e nella solidarietà fra i popoli. Vogliate accogliere le espressioni delle più sentite condoglianze".
La lettera di Matteo: "Ogni metro può essere l'ultimo"
"Siamo il primo mezzo della colonna, ogni metro potrebbe essere l'ultimo, ma non ci pensi". Così Matteo Miotto raccontava la tensione delle perlustrazioni con il "Lince" nella valle del Gulistan in una toccante lettera pubblicata dal sito online del "Gazzettino", poche settimane dopo l'agguato in cui, il 9 ottobre, erano morti quattro alpini del settimo reggimento di Belluno, quello a cui apparteneva anche lui. "La testa è troppo impegnata a scorgere nel terreno qualcosa di anomalo - spiegava Matteo -, finalmente siamo alle porte del villaggio... Veniamo accolti dai bambini che da dieci diventano venti, trenta, siamo circondati, si portano una mano alla bocca ormai sappiamo cosa vogliono: hanno fame...".
L'alpino ringraziava poi in Italia quanti "vogliono ascoltare i militari in missione, e ci degnano del loro pensiero - proseguiva - solo in tristi occasioni, come quando il tricolore avvolge quattro alpini morti facendo il loro dovere". La missiva era stata accompagnata sul sito del quotidiano veneto da una bella foto di Matteo sulla torretta di un blindato, con in mano la bandiera tricolore sulla quale aveva aggiunto a pennarello "Thiene".
Il cordoglio di Napolitano
Sulla tragedia è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha detto di aver "appreso con profonda commozione la notizia dell'attentato nel distretto di Gulistan in cui ha perso la vita un militare italiano, impegnato nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e al cordoglio delle Forze Armate".
Berlusconi: profondamente addolorato
"Ho appreso con dolore la notizia dell'uccisione del nostro militare in Afghanistan. Tutto il governo è vicino alla sua famiglia a cui cercheremo di offrire il massimo sostegno possibile. Ribadiamo la nostra gratitudine a tutti i nostri ragazzi che consentono al nostro Paese di operare per la pace, non solo in Afghanistan, ma in molte altre parti del mondo". Queste le parole di un messaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha voluto esprimere il cordoglio per la morte del nostro soldato.
mercoledì 29 dicembre 2010
LA GIUSTIZIA ITALIANA? PARLIAMONE
LIONS CLUB BARI HOST 52° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
Sede amministrativa del L.C. Bari Host: Sheraton Nicolas Hotel - Bari
Il bollettino delle nostre riunioni l’addetto stampa: Pietro VITALE
Lions, Pietro Vitale - Giornalista e scrittore - Tessera Ordine Naz. dei Giornalisti n.116644
“Aiutare oggi servire sempre”
D.G. Dr. Rocco Saltino
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FUNZIONA ANCORA LA GIUSTIZIA IN ITALIA?
10 domande al Sostituto Procuratore della Repubblica
Dr. GAETANO DE BARI
Mercoledì 01 dicembre 2010 – ore 20.30 Sheraton Nicolas Hotel-Bari
Moderatore dell’incontro il giornalista Dr. Lino Patruno
“E l'uomo che non ha più il gusto del mistero, che non ha passione per il vero,
che non ha coscienza del suo stato, un mare di parole un mare di parole
è come un animale ben pasciuto” (Giorgio Gaber)
Con questo articolo Cari amici Lions è mio desidero porre all’attenzione dell’uditorio (circa 200 persone) uno spazio nuovo circa la discussione della nostra giustizia. Qui vogliamo ospitare interventi e discussioni su temi di respiro, più ampio e di portata più generale rispetto alle materie legate alla giustizia Italiana, circa il suo funzionamento, i mali, i mea culpa, riconoscere alcune falle del sistema che vanno affrontate con l’urgenza dagli addetti ai lavori.Il Presidente Palamara, le invocazioni del Ministro Alfano e del Presidente Napolitano, presenti al 30^ Congresso del A.N.M. di Genova. Che restano il nostro principale centro di interesse.
"Punti di vista" è uno spazio aperto: le opinioni espresse liberamente dagli interventi.
Cerimoniera dell’intermeeting: Dott.ssa Rormunda Sanapo
Lions Club:
Bari Triggiano Marina (Trainer) Pres. Piero La Pesa
Bari Host Pres. Michele Dimatromatteo
Bari Svevo Pres. Luigi Mangialardi
Bari Melvin Jones Pres. Milly Chiusolo
Bari Federico II Pres. Mariella Pintaudi
All’evento era presente oltre al Governatore Distrettuale Dott. Rocco Saltino, il Past. Direttore Internazionale Dott. Sergio Maggi e rispettive consorti.
Introduzione:
Nel delineare alcuni profili inerenti al tema della giustizia in Italia, sembra proficuo fare richiamo al pensiero del massimo teorizzatore del sistema dei poteri in uno Stato bene ordinato: Montesquieu, che così scriveva "La virtù civica consiste nel desiderio di vedere l'ordine nello Stato, di provare gioia per la pubblica tranquillità, per l'esatta amministrazione della giustizia, per la sicurezza della magistratura, per il rispetto tributato alle leggi, per la stabilità della Repubblica". Alla luce di queste riflessioni mi sembra che il nucleo tematico possa rinvenire il suo punto centrale nell'individuare se, nel nostro Paese, tra gli elementi costitutivi della virtù civica dei cittadini italiani vi sia oppur no anche l'esatta amministrazione della giustizia. Temo che a questo interrogativo bisogna dare risposta negativa, finché non si realizzi il riordino del sistema giustiziale. Se diamo anche solo un rapido sguardo all'Italia di oggi, ci accorgiamo che il tema della giustizia, quale fattore primario che renda una società accettabile, vivibile, sana, è da tanti anni un problema di fondo sostanzialmente irrisolto. Anzi nella visuale della storia delle istituzioni è il punto nodale attorno a cui ruotano le scelte di chi governa e le reazioni di chi è governato, e su cui si sono accesi (in un incessante volgere di decenni) grandi dibattiti di natura politica, culturale, sociale. Da ciò dipende in larga misura anche la stabilità di una rilevante area istituzionale o addirittura di un sistema politico. L'Italia, dopo il passaggio epocale storicamente iniziato dieci anni fa con la crisi del vecchio sistema dei partiti, ha dovuto aprire una necessaria prospettiva di riforme politiche, sociali ed economiche. Nell'ambito delle quali la voce giustizia appare sempre più importante. E dobbiamo chiederci quanta incidenza essa abbia nel rapporto tra le garanzie offerte dallo Stato e la possibilità di uno sviluppo più ampio e più sicuro degli individui e della collettività; e quale ruolo abbia nella formazione e nello atteggiamento della opinione pubblica di fronte alla fase intensa nella quale l'innovazione tecnologica e la scienza sollevano questioni inedite anche dal punto di vista dei diritti e dei doveri e della loro tutela. Nel corso della serata, molti sono stati gli argomenti trattati degli intervenuti (molti avvocati) e dai relatori, tra cui il sottoscritto. Molti interventi hanno catalizzato il rapporto tra l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati dovrebbero richiamare il modello di magistrato nel quale riconoscersi: moderno, responsabile, professionalmente apprezzato, che non frequenta e non partecipa a squallide consorterie e la cui credibilità non possa essere dunque un alcun modo attaccabile che soprattutto abbia credibilità tra i cittadini. E’ anche vero che il nostro parlamento è sempre stata legata alla presenza dei magistrati fra gli scranni di Monte Citorio e palazzo Madama, ma è anche vero che i magistrati non possono iscriversi a partiti politici (art. 98 della Cost.) è anche vero che risulta quantomeno stonato che dopo un’esperienza politica il Parlamento, un magistrato possa tornare fare il mestiere super partes per antonomasia. Già ai tempi di Charles De Secondat, barone di Montesquieu, quando teorizzava la separazione dei poteri, di certo non poteva sapere che il potere, proprio per la sua definizione, è come una pianta invasiva. Cari amici Lions, che dirvi ancora: per una causa civile oggi l’utente aspetta dai sette a dieci anni, per una causa penale oggi l’utente aspetta dai trenta a quaranta anni. “Non ci resta che piangere” - Come dal film il primo giorno di scuola, di Benigni e Troisi: la riforma della Giustizia? La boccio subito!! Il dibattito si è concluso con un poderoso e succulento buffet, in quel contesto tutti sono stati d’accordo, almeno quello….
lunedì 27 dicembre 2010
INCONTRO-CONVEGNO, DEDICATO AL GRADO DI COMPAGNO
Ottima occasione per visitare il Burgraviato di Merano e pernottare all'Hotel Terme
Prenotazione obbligatoria ai fini dell'accreditamento entro il 31 gennaio 2011 contattare il presidente del Collegio dei MMVV - Trentino Alto Adige.
CAMERA DOPPIA (occupata da due persone) € 150,00 (inclusa la piccola colazione)
CAMERA SINGOLA (occupata da una persona) € 117,00 (inclusa la piccola colazione)
Carissimi saluti ed auguri di buon anno tfa fabioneri.
domenica 26 dicembre 2010
GLI EUROBOND PER GUARDARE OLTRE LA CRISI
Dottor Laurenzano, il Consiglio europeo di Bruxelles ha varato la “rete di soccorso Ue, cosa vuol dire? Parliamone.
Per i Paesi in crisi: in gioco la salvaguardia della moneta unica.
“Sappiamo che l’euro è il nostro comune destino e che l’Europa è il nostro futuro collettivo. Nessuno in Europa sarà abbandonato. L’Europa si affermerà insieme”. Parole forti quelle pronunciate da Angela Merkel in occasione dell’ultimo Consiglio europeo di Bruxelles dei giorni scorsi nel tentativo di calmierare le speculazioni dei mercati a caccia di debiti sovrani. Una dichiarazione d’intenti che ha spianato la strada verso l’istituzione di un “fondo salva-Stati”: una rete di soccorso per salvaguardare la moneta unica e quindi lo stesso processo d’integrazione europeo. Alla drammatica crisi economica e finanziaria della Grecia è seguita in novembre quella irlandese con Portogallo e Spagna che continuano a dare inquietanti segnali di instabilità monetaria, con spread consistenti rispetto ai titoli tedeschi. In questo contesto di grande precarietà economica, la vigilia del vertice europeo di dicembre è stata caratterizzata da un dibattito sulla proposta avanzata dal nostro Ministro dell’Economia Tremonti e dal premier del Lussemburgo Junkers di prevedere l’emissione di eurobond (obbligazioni) da parte della costituenda Agenzia europea del debito, per un ammontare non superiore al 40% del Pil di Eurolandia. Il fine è raggiungere una liquidità comparabile a quella dei Buoni del Tesoro americani e…. guardare oltre la crisi. “Una proposta suggestiva” secondo il parere di molti analisti economici, ma che ha suscitato pareri contrastanti nei vari Stati europei. I favorevoli (tra cui i partiti di opposizione tedeschi) sostengono che tale strumento, se utilizzato con rigore, nel contribuire al superamento del differenziale tra i titoli dei paesi in crisi e quelli…. made in Germany , assicurerebbe stabilità ai mercati. Gli E-bond metterebbero cioè gli Stati con le finanze fuori controllo nella condizione di non poter emettere più titoli di stato, perché non più collocabili. Ma servirebbero soprattutto a inglobare parte dei debiti pubblici nazionali dei vari Paesi e quindi ad alleviare le pressioni sui Paesi con conti in forte squilibrio.
E’ forte però la resistenza della pattuglia dei contrari, in prima fila Berlino e Parigi che temono che questo si ripercuota su di loro con interessi sul debito più alti, e che il tutto finisca per deresponsabilizzare i governi sulla disciplina di bilancio. I Paesi con conti in disordine sarebbero cioè disincentivati ad assumere misure adeguate per riportare sotto controllo le rispettive finanze pubbliche. La Germania, in particolare, non vuole che si vada troppo avanti sulla strada che porta a politiche di bilancio più accentrate a livello comunitario, nel timore (fondato) di continuare a farsi carico dei problemi finanziari dei partner europei. “Gli eurobond, secondo la Merkel, non eliminerebbero le debolezze in Europa mentre eliminerebbero la pressione sugli Stati indebitati.” Il progetto Tremonti-Junkers è stato respinto dal vertice europeo che invece ha trovato l’accordo faticoso per istituire un fondo di garanzia permanente,“da attivare solo se indispensabile e in presenza di politiche di rigore di bilancio e di rafforzamento della competitività”, che dopo una modifica al Trattato di Lisbona dovrebbe consentire all’Ue di fronteggiare eventuali futuri rischi di default dei Paesi dell’eurozona. Nessun salvataggio di tipo assistenziale ma soltanto un intervento funzionale al reale recupero della stabilità economica e monetaria del Paese in crisi. L’obiettivo è l’entrata in vigore dell’emendamento al Trattato nel 2014, dopo i pareri della Commissione europea e della Banca centrale europea e del Parlamento di Strasburgo che, in verità, si è già pronunciato favorevolmente sulla questione. Le modifiche al Trattato di Lisbona sono necessarie perché il testo attuale non prevede il salvataggio di un Paese della zona dell’euro sull’orlo della bancarotta da parte dei partner. Sarà un processo di ratifica lungo ma di grande importanza strategica perché, come ha dichiarato il Presidente della Commissione europea Barroso, “rappresenta il segnale migliore per mostrare l’assoluta determinazione da parte dei leader europei nell’affrontare la situazione e fare tutto il necessario per preservare la stabilità finanziaria dell’area della moneta unica europea”. Il fondo anti-crisi varato a Bruxelles rappresenta la risposta alla domanda di “cooperazione politica” sempre più avvertita nell’Unione per superare i forti ritardi nella costruzione politica dell’Europa unita.