Medico
di famiglia armeno-cattolica, aiutò i bisognosi e nel testamento
previde una Fondazione oggi attiva in suo nome. Una lapide lo ricorda in
corso Italia a Trieste.
Se la maggior parte degli
armeni giunse a Trieste attratta dalle prospettive economiche derivate
dall’istituzione del Porto Franco nel 1719, il caso della famiglia di Gregorio Ananian
è tutto particolare. Medico e ostetrico nato a Costantinopoli nel 1780
da una famiglia armeno benestante, studiò Medicina a Padova e lavorò a
Parigi. Rientrato in patria fu medico di corte presso il sultano Selim
III e in particolare le sue competenze di ostetrico lo videro attivo
nell’harem “gransignorile”.
Nell’ipotesi che Anna Krekic e
Michela Messina propongono nel catalogo della mostra “Armeni a
Trieste”, Gregorio Ananian sarebbe stato molto scosso dall’omicidio del
suo collega, avvenuto in un clima di crescente diffidenza e ostilità, e
temendo per la sua stessa incolumità decise di trasferirsi a Trieste nel
1814. Qui non esercitò più la professione ma si distinse per la
generosità dei suoi interventi a favore dei più bisognosi.
La targa che troviamo in corso
Italia 12, su uno dei molti edifici che egli fece costruire, ricorda la
sua attività di benefattore: «Riedificata nel 1908 col patrimonio di
Gregorio Ananian legato a beneficio di studenti poveri». La casa
originaria era a tre piani e Ananian aveva chiesto all’architetto Fister
nel 1819 di innalzarla di un piano. Era un edificio famoso all’epoca –
ricordano ancora Krekic e Messina – perché al piano terra vi aveva
aperto una pasticceria Adolf Wunsch e al primo piano si trovava il
“Gabinetto Chinese”, «un esercizio a metà tra museo e negozio, dove al
prezzo di 20 carantani si poteva ammirare e scegliere tra una vasta
campionatura di prodotti dell’arte e dell’industria dei paesi
orientali».
Il nuovo edificio fu
progettato invece dall’architetto Polli tra il 1905 e il 1909. Gregorio
Ananian deve essere stato molto stimato, come si evince da un ricordo
pubblicato tempo dopo la sua morte sul Piccolo. Il bello dei benefattori
è che la loro presenza rimane nel tempo, attraverso i frutti che
crescono dalle loro iniziative. Oltre al dono alla Biblioteca Civica di
un migliaio di volumi prevalentemente francesi e al consistente
contributo per la costruzione della chiesa dei padri Mechitaristi di via
Giustinelli, Gregorio Ananian aveva previsto nel suo testamento del
1857 – sette anni prima della morte - di creare una fondazione che
fornisse stipendi scolastici a studenti del Ginnasio triestino, del
Politecnico e delle facoltà politico-legale e medico-chirurgica
dell’Università di Vienna; metà dei beneficiati dovevano esere poveri
cattolici o armeno-cattolici di Trieste, l’altra metà poveri
armeno-cattolici nati anche altrove.
Paolo Sbisà, presidente della
Fondazione, racconta l’attualità di questa importante struttura. La
buona gestione dell’immobile di corso Italia, di un altro edificio in
via Crispi sopra il teatro Rossetti e di circa un centinaio di
appartamenti sparsi in città, permettono ogni anno di erogare sussidi
agli studenti idonei di circa 250mila euro.
Fondazione Filantropica Ananian
Presentazione
21 Gennaio 2010
La
Fondazione Filantropica Ananian ha quale finalità primaria il sostegno
ai giovani negli studi universitari, superiori e verso il matrimonio.
I
suoi interventi sono destinati prioritariamente ai cittadini residenti a
Trieste da almeno cinque anni; una parte non maggioritaria degli
interventi è aperta anche a residenti nel Friuli Venezia Giula e nel
Veneto orientale, nonchè a connazionali di località appartenute in
passato alla Venezia Giulia.
Essa
trae origine dalle volontà testamentarie di Gregorio Ananian -
benefattore armeno vissuto a Trieste e deceduto nel 1857 - e nel
contributo di altri benefattori.
Quanto la Fondazione Ananian realizza vuol essere un contributo positivo offerto al futuro dei giovani assegnatari dei sussidi.
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