Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 15 giugno 2008

CHI MI HA MESSA INCINTA?

Chi ha rubato l’infanzia?
di Angelo Scialpi(membro del Comitato Scientifico del blog. Intern)

Non c’è limite all’inferno, ma forse nemmeno al paradiso. Scendere, però, è più agevole e lo si fa velocemente e senza accorgersene, quasi piacevolmente. Il piacere, quasi sempre, ci accompagna nelle discese, fino a quando, giunti in basso, non abbiamo più la forza di tentare la risalita, ammesso che si riesca a trovare il primo gradino.
Come non gridare rabbia per la devastazione interiore che va impadronendosi sempre più dei giovani, dei ragazzi, degli adolescenti, dei bambini; una devastazione che è alimentata dalla ignoranza, dalla perdita di dialogo con i genitori, dalla diffusione alta della droga, dalla ricerca dei giocattoli nel sesso.
Mi ha colpito, e non poco, quella frase: “Uno di voi tre mi ha messa incinta.”, ma anche l’arresto di ieri di tre adolescenti che hanno stuprato una altra bambina… e poi… e poi.
Eravamo rimasti al gruppo, alla filosofia del gruppo guidato dal fighetto, al quasi abbattimento del tentativo di ricerca di un ragazzo (o ragazza) perbene con il quale apprendere ad amare, ad avere un sentimento, a cominciare a costruire dei valori che soltanto in due si possono costruire; avevamo anche capito quanto difficile fosse l’accettazione del ragazzo che viene escluso dal gruppo, della ragazza che viene derisa perché ancora morigerata, ma non avevamo ancora capito che il gruppo, che talvolta chiamavamo branco, è diventato davvero un branco.
Chiedo: “E’ possibile che una ragazza possa fidanzarsi con un gruppo di ragazzi?” Dopo uno sguardo particolare, realizzato il fatto che poteva rispondere, una ragazza adulta ribatte: “Capita!” In quella risposta è depositata una verità allucinante, forse una delle peggiori che possa capitare ad una adolescente in cerca della vita, alle prese con la scoperta di se, felice di poter incontrare la persona meritevole, magari scoprirsi innamorata, poi sposa e quindi mamma. No, non è possibile che si possa raggiungere una tale dimensione umana e che il non vivere si impadronisca sempre più delle persone in tenera età e quindi per sempre. C’è quasi da chiedersi perché si nasce! Perché accadono cose così incredibili! Qualcuno può avere delle colpe? In questi casi la considerazione cede il passo all’interrogativo, al massimo alla cronaca, come siamo orami costretti a fare ed a sentire, anche quando non si vuole ascoltare per non conoscere fatti che la dignità dovrebbero celare per sempre.
Vengono in mente tante considerazioni, ma anche tante terribili scene possibili nella realtà che abbiamo sempre saputo appartenere a branchi, ma non di uomini, e ci rimane impossibile continuare a pensare, persino a ricercare delle motivazioni, tanto è devastante la condizione, saccheggiato il dono della vita. Non si riesce a dare colpa a nessuno, o forse a tutti, ma il pensiero che una mamma possa soltanto venire a conoscenza che la sua bambina ha subito certe esperienze che le hanno aperto le porte della non vita e che si è osato mettere a sacco un corpo creato per contenere la bellezza e per crearne di altri, rimane come una colata di gelo che trasforma in pietra le cose più delicate, il corpo come i sentimenti, l’amore di madre come quello di Dio.
Arginare la corsa al sesso pare sia una delle emergenze della società contemporanea, così, come la sicurezza, la giustizia, l’economia. Ci sono altri fenomeni devastanti che andrebbero combattuti con ferocia, ma limitiamoci a considerare quello che ci fanno vedere e che sono ad alto rischio di imitazione, il riferimento va alla pornografia traboccante che non da il tempo a nessuno di rendersi conto di che cosa sia il sesso al di fuori dei sentimenti. Nelle parole la fine di tutto. “Adesso che ho confessato, posso andare a casa?”, quasi a evidenziare il fatto che il perseguire l’infinito di cane sia divenuto uno degli obiettivi dei ragazzi di oggi.
Ci sono tante difficoltà e sofferenze, ma l’immagine di una genitrice che abbraccia il volto senza sorriso della sua bambina porta con se la scritta: The end (La fine). (15.5.08)

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