di Antonio Laurenzano
E’ partito il restyling dell’Agenzia delle Entrate. “Meno
burocrazia, meno adempimenti, meno balzelli, meno distacco dalla vita reale di
chi produce, perché dobbiamo rendere più leggero lo sforzo di chi ogni mattina
alza la saracinesca della propria impresa”. E’ l’impegno preso dal nuovo
direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini in audizione in Commissione
Finanze alla Camera dei deputati. Un’operazione ambiziosa attraverso la
riorganizzazione delle strutture centrali dell’Agenzia, che “risponde non tanto
a esigenze finanziarie, quanto a un ripensamento, a livello internazionale, del
rapporto fisco-contribuenti”.
Un messaggio di cambiamento per evitare la deriva in cui sta
pericolosamente scivolando il sistema fiscale del Belpaese fra inefficienze,
incapacità gestionali e … proroghe a tempo scaduto! Il fondo si è toccato le
scorse settimane con lo “spesometro” con l’invio dei dati delle fatture di
dubbia utilità: un mix di cervellotiche complicazioni, incertezze normative e
improvvisazioni che hanno causato negli operatori grande disagio. Alla crescente
richiesta di rottamare il caos fiscale risponde Ruffini disegnando un fisco dal
volto nuovo. A distanza di sedici anni dalla sua istituzione, avvenuta nel
2001, per l’Agenzia delle Entrate è tempo di manutenzione: intervenire
sull’attività di controllo e accertamento per potenziare la tax compliance e
prevenire i rischi di evasione ed elusione, anziché tentare di reprimerli. Più
consulenza al cittadino attraverso un “servizio di assistenza e trasparenza nell’ottica
di un dialogo continuo, per un contribuente più informato”. Impegno, pazienza e
responsabilità sono le tre parole invocate dal direttore Ruffini per far
crescere “il rispetto dell’obbligo tributario, perché l’evasione blocca la
crescita, perché un sistema fiscale più efficiente crea e attrae nuovi
investimenti, anche internazionali”. Progetto di grande respiro per realizzare
il quale Ruffini ha tracciato la strada (sperando non sia un nuovo libro dei
sogni!): norme chiare e ordinate, istruzioni tempestive, adempimenti più
semplici con strumenti moderni, accertamenti non fantasiosi ma basati sulla
sostanza. Nessuna caccia alle streghe!
Novità significativa del nuovo assetto organizzativo è la
creazione di due divisioni centrali: una denominata Servizi per la realizzazione
e lo sviluppo innovativo dei servizi telematici e delle procedure di assistenza
all’utenza, l’altra denominata Contribuenti con lo scopo di realizzare un
approccio per tipologia di contribuente con un’azione più mirata del passato (non
solo attività di accertamento e controllo, ma anche consulenza, interpello,
contenzioso). Domanda: saranno realmente sufficienti queste linee guida e le
modifiche organizzative di alcuni uffici centrali per realizzare l’obiettivo di
un fisco moderno, efficiente e vicino al cittadino? Manca un disegno strategico
collegato a una profonda revisione del sistema per una drastica semplificazione
dell’ ordinamento tributario, oggi “inquinato” da adempimenti e scadenze. Una
riforma fiscale attesa da molto tempo. Senza ignorare che il nuovo fisco va
costruito anche sul territorio investendo sulla formazione del personale e
sulla adeguatezza dei mezzi. Sarebbe sufficiente dare voce a contribuenti,
imprese e professionisti che ogni giorno si rivolgono agli uffici locali
dell’Agenzia per capire che i veri problemi, con le lamentele e le irritazioni,
non riguardano soltanto le strutture centrali ma gli uffici territoriali dell’Amministrazione.
Scollamento fra centro e periferia, diversità operativa fra un ufficio e un
altro, latente spirito collaborativo per prevenire fastidiosi e onerosi contenziosi.
Sono queste situazioni che minano il fragile rapporto fisco-contribuente alimentando
un clima di sfiducia e di forte disagio. Al di là delle dichiarazioni
d’intento, se pur lodevoli, e delle variazioni organizzative in alto loco, all’Amministrazione
viene richiesto a livello locale un comportamento uniforme, coerente, non
lasciato all’occasionalità o alla buona sorte dell’incontro con il funzionario
di turno. La strada del rinnovamento è anche questa!
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