DONNE : STOP ALLA VIOLENZA!
di Antonio Laurenzano
Violenza sulle donne, una strage
senza fine! Non c’è giorno in cui non si registri un fatto di cronaca che
riaccende i riflettori su questa drammatica emergenza sociale. Gelosia,
incapacità di gestire la rottura di un rapporto, morboso sentimento di possesso
sono i motivi che scatenano l’impeto di una mano omicida, di una mente malata. “Per
combattere la violenza, per farla uscire dalla normalità occorre riconoscerla, occorre
combattere il silenzio”. Questo il
messaggio emerso da un Convegno nazionale Lions. La prevenzione dunque quale
strumento efficace per rompere il muro dell’indifferenza che sostiene il
femminicidio. Ma in Italia manca una cultura della prevenzione e della risposta
nei confronti della violenza sulle donne. Sembra prevalere una cultura della rimozione e
della negazione. E adottare l’atteggiamento di chi non vede, non sente e non
parla serve a “tacitare” la propria
coscienza e a solidificare il muro di
omertà! E il silenzio è il migliore alleato dei
predatori di sogni.
Questo inquietante fenomeno sociale
matura infatti lentamente e
inesorabilmente nel silenzio più … assordante, con la debolezza di chi subisce
e con la complicità di chi non vede, non vuole vedere maltrattamenti che negano
alla vittima ogni dignità, derubandola di diritti e desideri. Svaniscono miseramente nella paura le illusioni i colori di una vita
in rosa, muore nella violenza ogni sogno d’amore. Una vita spezzata! Una vita
segnata da mani criminali in nome di un amore malato. Un vero omicidio
dell’anima!
Sono dati allarmanti quelli relativi
agli omicidi delle donne nel nostro Paese, nonostante la legge dell’ottobre 2013
contro “la violenza di genere”, votata dal Parlamento italiano (peraltro con
colpevole ritardo) sulla base delle “prescrizioni” della Convenzione del
Consiglio d’Europa di Istanbul del maggio 2011 sulla “prevenzione e la lotta
alla violenza contro le donne”. In
Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa. Solo lo scorso anno, secondo i
dati del Ministero della Giustizia, sono state 120 le vittime ammazzate da un
marito, da un fidanzato o convivente. Nel primo semestre di quest’anno le donne
uccise per mano maschile sono più di trenta! Dalle violenze domestiche allo
stalking, dall’insulto verbale alla pubblicazione in rete di immagini intime, la
vita femminile è costellata di violazioni della propria sfera personale. Spesso
un tentativo di cancellarne l’identità, di minarne profondamente l’indipendenza,
la libertà di scelta e, in extremis, il diritto alla vita. Non basta dunque una legge ad affermare il
diritto ad essere amate e rispettate: occorre una risposta d’amore alla rabbia
distruttiva dei “perdenti”, occorre una “rivoluzione culturale” per sconfiggere
la sopraffazione e la posizione di dominanza e di potere di chi confonde l’amore
con il possesso!
Una fotografia davvero impietosa! Una
mattanza che non può più essere tollerata in un Paese civile. In un contesto
sociale patriarcale, la violenza domestica non viene sempre percepita come un
crimine, persiste la percezione della “legge del più forte”. Occorre intervenire
in tempo perché “la violenza sulle donne, di tipo fisica, sessuale, psicologica
e spirituale è uno dei fenomeni sociali
più nascosti, la punta dell’iceberg dell’esercizio di potere e controllo
dell’uomo sulla donna, ed è collegata con altre importanti problematiche con
effetti devastanti.”
E’ fondamentale
dunque aiutare la società a “vedere” il fenomeno della violenza che ad oggi
rimane un problema di “parole non dette”, secondo Alberto Pellai, ricercatore
presso l’Università degli Studi di Milano, per creare uno spazio
di libertà e rifuggire dalla paura della solitudine. Uscire dalla violenza è
possibile attraverso una generale presa di coscienza che approdi al pieno
riconoscimento dei diritti umani e della dignità di ogni individuo. L’amore si
nutre di rispetto, dialogo, coraggio: non invochiamolo più per coprire abusi e
violenze!
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