Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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giovedì 27 novembre 2008
UN SISTEMA COMPLESSO...LA SCUOLA ITALIANA
considerazione e dignità!
di Angelo Scialpi
Da anni, il nostro sistema scolastico sta vivendo una preoccupante crisi i cui effetti sono sottolineati da ricorrenti indagini nazionali e internazionali, a fronte di una spesa superiore alla media. Anche il rapporto docente-studente è superiore alla media europea, come pure la spesa, mentre i salari sono molto al di sotto della media europea. I livelli di conoscenza e di competenza sono rallentati per cui il divario con i paesi europei è cresciuto, rimanendo gli ultimi della classe. Un caos calmo, si direbbe!
Gli studenti mostrano diffuso disinteresse verso la scuola e, al tempo stesso, stanchezza e demotivazione, ma le cause sono da ricercare nella mancata presa di coscienza delle problematiche attuali che lasciano cadere facilmente nella dipendenza delle cose fragili. Un effetto devastante! Non possiamo non credere in una venuta meno del personale, in questo avvalorati da una calo di passione per il lavoro e la partecipazione consapevole i cui evidenti motivi possono ricercarsi nella scarsa valorizzazione dell’attività docente e nella non adeguata professionalità dei non docenti, personale al quale vengono richieste continue mansioni aggiuntive di responsabilità e di competenza che in altri settori sono remunerati in maniera ben diversa, certamente ineguale.
Un bilancio complessivamente sconfortante che pone una seria ipoteca sul futuro dei giovani e sulla categoria, chiamati a confrontarsi con le sfide del nuovo millennio: tecnologia, scienze e conoscenza delle lingue, ma anche economia e buon senso di vita. I docenti non hanno mai rivendicato selvaggiamente il loro continuo calo di considerazione, e questa dignità di classe non ha sortito la meritata considerazione. Rimane fondamentale l’esigenza di una capacità individuale che possa permettere la tenuta di un tenore di vita adeguato e questo trova riscontro già nel sistema economico in crisi di questi giorni e che vedrà, nel futuro prossimo, una rivalutazione forte delle competenze, professionali e lavorative, della persona umana. Va da se che il riconoscimento delle qualità intellettive della persona rimangono le sole sulle quali scommettere e giocare il proprio futuro, ma anche quello delle generazioni che passano.
Il sistema scuola risulta tra i più complessi della Pubblica Amministrazione, per effetto della montagna di norme esistenti, del rapporto con l’esterno e con categorie eterogenee, l’istituto dell’autonomia, regolamentazioni, assunzioni, disabili, disagi e integrazioni e tanto altro. La scuola, però, in questo momento di forte discussione, emerge nel suo carattere vigoroso di sempre e acquista maggiore valenza divenendo punto di attenzione della politica e della economia del paese, ma non sembra ancora che le venga attribuita la giusta considerazione visto che è in discussione il futuro, certamente il presente, dell’essere cittadino in grado di vivere la contemporaneità.
Le crisi globali che investono l’umanità e i paesi più sviluppati sono crisi che segnano la fine di un sistema e di un modo di pensare. Sono le rivoluzioni dei tempi moderni, quelle vere in quanto si fondano sulla consistenza dell’uomo e sulla sua capacità di riuscire ad interagire con la modernità. Dopo il tempo della difesa e della custodia, delle assegnazioni numeriche che si sono tradotte e ancora si traducono in denaro sonante senza un adeguato servizio prestato, consulenze stratosferiche e progettualità raramente finalizzata a seminare qualcosa a favore di, ecco allora che si passa alla consapevolezza ed alla responsabilità di fronte ai doveri ed alle necessità esistenziali. Si ricorre spesso alla intensificazione, allo straordinario forzato, a contrattazioni molto particolari che finiscono con il lacerare, anno dopo anno, quello che è il servizio essenziale per la pubblica amministrazione, reso ancora più complesso dai fannulloni e dalle incompetenze. Per fortuna ci sono ancora delle bontà!
. Credo che vada sollevata l’intera categoria da una condizione, qualcuno dice di frustrazione, io dico di non rispetto della dignità civica e professionale, perché è sul piano umano che si gioca qualsiasi partita che pone in discussione la dignità e la professionalità, specialmente in ambito di erogazione di un servizio primario dello Stato.
Questo è anche il momento di pensar a difendere il posto di lavoro, a migliorarlo e con esso migliorare il servizio e la società, ma soprattutto renderlo occasione di crescita personale continua in quanto ogni lavoro sembra ormai essere attraversato da diffusi criteri e saperi collegiali, da ampi spazi di azione e da comuni interessi verso la persona e verso la gente, il tutto intriso di normativa che copre il personale di responsabilità per il minimo movimento della persona.
La scuola ha bisogno di nuova passione e di rinnovata responsabilità e non pare percorribile la strada secondo la quale o si va al numero chiuso per potere delle lobby o la si rende centro sociale permanente. La storia degli ultimi tempi avverte pesantemente che occorre ritornare alla istruzione consapevole e responsabile, visto che un bicchiere di alcol fa più presa dell’imparare a ragionare, una moto vale più della vita.
Si richiede maggiore impegno, più efficacia ed efficienza, migliori risultati di apprendimento in un momento in cui sembra si debba parlare non di pensionamento coatto (peraltro qualcuno parla di mantenimento in servizio per salvaguardia), ma di riferimento e di sicurezza, di certezza e di adeguato utilizzo della saggezza, che non ha età, così come la qualità della persona della quale, ormai, ne sentiamo tutti la necessità per dare senso alle cose, per reprimere l’effimero e per andare a ricominciare la costruzione dell’io oggettivo assennato.
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