Ordini Cavallereschi Crucesignati

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martedì 15 giugno 2010

FISCO: "COSI' E' SE VI PARE"!

La manovra correttiva dei conti pubblici di Antonio Laurenzano
E’ arrivata nei giorni scorsi dal Governo la “ricetta anticrisi”. Lotta all’evasione, ingrediente doc! Restyling dell’accertamento sintetico grazie al nuovo redditometro, potenziamento dell’attività di riscossione, nuove regole antiriciclaggio e antifrode, rafforzamento della collaborazione fra Agenzia delle Entrate, INPS, Guardia di Finanza e Comuni.
Una “manovra correttiva” dei conti pubblici varata sulla scia della crisi economica e finanziaria che ha investito mezza Europa, con un euro senza una governance politica, in balia della pirateria dei mercati. Il Fisco, dunque, batte cassa!
E per il malcapitato contribuente non c’è pace! Interventi legislativi che continuano a susseguirsi a getto continuo, semplificazione tutta ancora da scrivere, crescente pluralità dei livelli di tassazione nella prospettiva del federalismo fiscale. In attesa di… improbabili alleggerimenti fiscali che non arriveranno mai a causa del nostro debito pubblico (117%!). Con buona pace dei demagogici proclami elettorali.
La lotta all’evasione fiscale è la ragione d’ essere di un sistema tributario: chi non versa il dovuto, secondo il principio costituzionale di capacità contributiva, fruisce di una rendita che altera la concorrenza. Ma, osserva a riguardo Enrico De Mita, ordinario di Diritto Tributario alla Cattolica di Milano, “una vera democrazia si regge su un fisco equo: fiscalismo ed evasione sono due vizi che si sorreggono a vicenda nell’ambito di un problema di cultura che tocca il rapporto difficile fra cittadini e autorità”.
Un … “amore impossibile” dunque quello fra fisco e contribuente! Diffidenza e incomunicabilità alla base di un rapporto che è andato nel tempo deteriorandosi. E’ rimasto inascoltato l’appello lanciato da Ezio Vanoni, storico Ministro delle finanze degli Anni Cinquanta, per un “ordinamento tributario conoscibile nelle forme e comprensibile nei contenuti”.
La mancanza di certezza della legge tributaria intesa come prevedibilità delle conseguenze giuridiche e fiscali è divenuta ormai una triste costante. Da una parte il Legislatore fiscale costretto a rincorrere l’evoluzione dei rapporti economici, anche internazionali, per individuare i presupposti di nuova ricchezza e quindi nuovo imponibile da sottoporre a tassazione, dall’altra parte il contribuente vittima… sacrificale di un caos legislativo che non facilita certo l’interpretazione e la corretta applicazione della normativa.
Una situazione di diritto abnorme che provocò nel 1988 la ben nota sentenza della Corte costituzionale in materia di “ignoranza inevitabile”, un implicito riconoscimento del diritto del contribuente in presenza di una legislazione criptica e contraddittoria. L’ordinamento tributario non può continuare a essere caratterizzato dalla casualità, dall’incertezza e dall’arbitrio a causa di ragioni di gettito. Siamo in presenza di una frantumazione della legislazione tributaria, di un proliferare della normativa che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio di ogni principio di diritto!
Una profonda incertezza legislativa accentuata anche dal frequente ricorso alla legge delega, alla decretazione d’urgenza e alla loro disordinata reiterazione e, dulcis in fundo, ai “decreti omnibus”, contenitori di norme eterogenee, senza alcun adeguato coordinamento.
Tanti segnali che confermano la mancanza nel nostro ordinamento di equità, efficienza, trasparenza e certezza, cioè i presupposti di ogni corretta azione di accertamento e riscossione delle imposte, individuati da Adam Smith, economista scozzese del XVIII secolo.
A questa anomala situazione ha cercato di porre rimedio lo Statuto del contribuente approvato il 27 luglio 2000 volto a garantire chiarezza e trasparenza delle disposizioni tributarie, ma anche l’applicabilità della norma tributaria mediante un’adeguata disciplina della loro efficacia temporale. Un’approvazione avvenuta con legge ordinaria e non con legge costituzionale come da più parti invocata. Molte prescrizioni dello Statuto rischiano così di rimanere semplici enunciazioni di principio, senza alcun effetto giuridico. E a dieci anni da quella storica data il sistema rimane fondato sulla….”incertezza del diritto”! Eclatanti da sempre la violazione del divieto di retroattività della normativa fiscale, le troppe deroghe e i controlli prorogati.
Pirandello avrebbe esclamato: “Cosi è se vi pare”!....

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