Sogni rubati e amori violati – Convegno
nazionale Lions a Comodi ANTONIO
LAURENZANO“Per
combattere la violenza, per farla uscire dalla normalità e dal
silenzio occorre riconoscerla.” E’ il messaggio emerso dal
Convegno nazionale organizzato a Como dal Multidistretto Lions 108
Italy sul tema di studio: “Dall’abuso sui minori alla violenza
sulle donne: combattiamo il silenzio”. La prevenzione dunque quale
strumento efficace per rompere il muro dell’indifferenza che
sostiene l’abuso. Ma in Italia, è stato rilevato, manca una
cultura della prevenzione e della risposta nei confronti della
violenza su donne e bambini. “Sembra prevalere una cultura della
rimozione, della negazione o della delega” e adottare
l’atteggiamento di chi non vede, non sente e non parla serve a …
tacitare la propria coscienza! E il silenzio è il migliore alleato
dei predatori dei bambini e dei violentatori delle donne.E’
sottile il filo che unisce l’abuso sui minori e la violenza sulle
donne: due inquietanti fenomeni sociali che maturano lentamente e
inesorabilmente nel silenzio più…assordante con la complicità di
chi non vede, non vuole vedere maltrattamenti che negano alle vittime
ogni dignità, derubandole di diritti e desideri. Svaniscono così
nella paura i colori dell’innocenza dei bambini abusati e muoiono
nel terrore i sogni d’amore delle donne violentate. Una vita
spezzata! Una vita drammaticamente segnata da mani criminali in nome
di un amore malato. Un vero omicidio dell’anima!Dati
allarmanti, in continua espansione. Telefono azzurro, nell’ultima
indagine condotta sull’abuso sui minori, riferita al 2011, parla di
3956 interventi sulle linee telefoniche dedicate di cui ben 2300 casi
di abusi gestiti in situazioni di emergenza, quasi tutti maturati fra
le mura domestiche. Un vero scempio dell’innocenza infantile,
un’autentica emergenza sociale alla quale il Legislatore, soltanto
di recente, con colpevole ritardo, ha dato una risposta significativa
introducendo nel nostro Codice penale il reato di “pedofilia e
pedopornografia”. Non basta una legge ad affermare il diritto dei
minori ad essere rispettati e amati: occorre una risposta d’amore,
“occorre una rivoluzione culturale per sconfiggere la sopraffazione
e la posizione di dominanza e di potere dell’abusante”, come ha
sostenuto la psicologa Luisa Della Rosa.E
non è migliore la fotografia della violenza sulle donne: 127 donne
uccise nel 2011 e 116 a tutto settembre. “In Italia, ogni tre
giorni -ha ricordato il noto criminologo Massimo Picozzi- si
registrano almeno due casi di omicidi di prossimità, commessi cioè
tra persone legate da vincoli affettivi, per rabbia distruttiva”.
Un’escalation di violenza impressionante, violenza domestica: gli
autori dei delitti, infatti, sono per lo più mariti, fidanzati,
conviventi ed ex partner “in crisi di identità al cospetto di
donne sempre più autonome ed emancipate”. Una mattanza che non
può più essere tollerata in un Paese civile. E’ forte il richiamo
che è arrivato dall’ONU al Governo italiano: “La violenza sulle
donne è un crimine di Stato, tollerato dalle pubbliche istituzioni
per palese incapacità”. Il rapporto è a firma di Rashida
Manjoo, Special Rapporteur delle Nazioni Unite: “In un contesto
sociale patriarcale, dove la violenza domestica non viene sempre
percepita come un crimine, persiste la percezione che le risposte
dello Stato non siano sufficienti.” E l’Italia non ha ancora
ratificato la Convenzione di Istambul per la prevenzione della
violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli.Chiara
sul punto Laura Stramaccioni, docente Luiss: occorre intervenire in
tempo perché “la violenza sulle donne, di tipo fisica, sessuale,
psicologica e spirituale, è uno dei fenomeni sociali più nascosti,
la punta dell’iceberg dell’esercizio di potere e controllo
dell’uomo sulla donna, ed è collegata con altre importanti
problematiche” con effetti devastanti.E’
fondamentale dunque aiutare la società a “vedere” il fenomeno
della violenza che ad oggi rimane un problema di “parole non
dette”, secondo Alberto Pellai, ricercatore presso l’Università
degli Studi di Milano, per creare uno spazio di
libertà e rifuggire dalla paura della solitudine. Uscire
dalla violenza è possibile attraverso una “rivoluzione culturale”
che, nel rispetto delle diversità, approdi al pieno riconoscimento
dei diritti umani e della dignità di ogni individuo. L’amore si
nutre di dignità, coraggio, rispetto: non invochiamolo più per
coprire abusi e violenze!
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