LA
CITTADINANZA ATTIVA IN EUROPA 2013,
Anno europeo dei
cittadini : il futuro dell’Unione. Dott. Antonio Laurenzano
A vent’anni dall’istituzione, con il Trattato di Maastricht,
della “cittadinanza europea dell’Unione” il 2013 è stato
ufficialmente proclamato “Anno europeo dei cittadini”, al fine di
consolidarne la conoscenza dei relativi diritti e responsabilità.
Piu’ in particolare, l’ “Anno europeo dei cittadini” è
finalizzato a:
-rafforzare
la consapevolezza dei cittadini dell’Unione in merito al loro
diritto di circolare e di soggiornare liberamente all’interno
dell’Unione europea e più in generale ai loro diritti garantiti
quando si trovano in un altro Stato membro, compreso il diritto di
partecipare alla vita democratica;
-stimolare
un dibattito sulle modalità con le quali i cittadini possono
beneficiare dei diritti e delle politiche dell’Unione allorchè
risiedono in un altro Stato membro in termini di coesione sociale e
reciproca comprensione.
La cittadinanza europea, che integra e non sostituisce quella
nazionale, conferisce a tutti i cittadini dei 27 Stati membri
dell’Unione una serie di diritti supplementari. Ogni cittadino
europeo ha il diritto di votare e candidarsi alle elezioni
amministrative ed europee nello Stato membro in cui risiede, gode
della tutela consolare delle autorità di un qualsiasi Stato membro,
può presentare una petizione al Parlamento europeo, partecipare a
un’iniziativa dei cittadini europei.
Si
stima che nel 2010 erano oltre 12 milioni i cittadini dell’Unione
residenti in uno Stato membro diverso dal proprio e che un numero
ancora maggiore potrebbe avvalersi di tale diritto in un prossimo
futuro. I cittadini che intendono studiare, lavorare, trascorrere il
pensionamento o risiedere in un altro Stato membro hanno bisogno di
essere adeguatamente informati sui vari diritti che possono far
valere e di poter effettivamente avvalersi di tali diritti nella
pratica. Una consapevolezza che però non è ancora ben radicata
nell’Unione come rivela una indagine di Eurobarometro del 2010.
L’obiettivo
di fondo delle istituzioni europee è di ovviare a questa diffusa
scarsa conoscenza da parte dei cittadini dell’Unione del loro
status giuridico attraverso una serie di manifestazioni ed
iniziative, tali da permettere ai singoli, alle imprese e alla
società in generale di cogliere tutte le opportunità offerte dal
mercato unico. In Italia sono previsti quattro importanti
appuntamenti, di cui il primo si è già tenuto a Napoli alla
presenza del Commissario Lazslo Andor, responsabile per
l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione. Il prossimo
7 maggio, in occasione della Festa dell’Europa, si svolgerà a
Trieste un grande evento finale con la partecipazione di numerose
autorità comunitarie.
L’Anno
europeo è stato inaugurato il 10 gennaio scorso a Dublino in
concomitanza con l’inizio della presidenza irlandese del Consiglio
europeo. Con un pubblico dibattito sono state tracciate le linee
programmatiche dell’Unione del futuro per migliorare la vita
quotidiana di quanti risiedono nell’Unione. “Per costruire
un’Europa più forte e a maggiore valenza politica è necessario
coinvolgere direttamente i cittadini”, ha dichiarato la
Vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding. “La
cittadinanza dell’Unione, ha aggiunto, è più di un concetto
teorico: è una realtà pratica che porta benefici tangibili a
ognuno.” Il processo di integrazione europea ha permesso ai
cittadini dei vari Paesi membri di potersi muovere e lavorare
liberamente in Europa, di usufruire dei vantaggi del mercato comune,
di avere regole comuni in settori importanti come l’agricoltura,
l’ambiente, lo sviluppo regionale e la tutela dei consumatori. Ma
certamente il processo non è ancora completo e può essere
migliorato.
Il
2013 sarà dunque finalizzato a garantire il pieno esercizio del
diritto di cittadinanza a tutti i cittadini europei, in primis il
rafforzamento degli istituti di partecipazione alla promozione della
cittadinanza attiva nelle nuove generazioni. E’ ancora profondo il
gap tra dichiarazioni d’intenti e possibilità concrete di
realizzazione. La crisi delle classi dirigenti tradizionali che
riguarda sempre più istituzioni europee e governi nazionali rende
ancora più importante la crescita della cittadinanza attiva come
occasione di concreto sviluppo democratico. Un’occasione da non
perdere!
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