LA POLITICA ECONOMICA E MONETARIA DELL’ UNIONE
EURPEA
ALBERTO QUADRIO CURZIO : L’EUROPA DEVE VOLTARE
PAGINA!
“La
drammatica crisi economica che dal 2008 ha investito l’Europa
durerà ancora per qualche tempo se non cambieranno le politiche
economiche europee”. Questo il parere dell’economista Alberto
Quadrio Curzio, Professore emerito di Economia politica
all’Università Cattolica di Milano, intervenuto a Como, al
Congresso Lions, parlando di politica economica e monetaria
dell’Unione europea.
Fortemente
criticata la politica adottata dall’ Uem, “una politica di rigore
fiscale per ricondurre i conti pubblici di taluni Paesi a una
condizione di sostenibilità nel tempo”. Tante prescrizioni sotto
la regia della Germania: “Berlino, ha osservato Quadrio Curzio, ha
imposto una politica di rientro dei deficit e dei debiti pubblici
talmente accentuata da determinare gravosi effetti recessivi.” Una
dura politica di aggiustamento che, attraverso l’inasprimento
della leva fiscale, ha messo in grosse difficoltà quei Paesi, come
l’Italia, con forte debito pubblico, alle prese con problemi di
bilancio e con una precaria economia reale. Dall’Europa un diktat
gravoso per i conti pubblici italiani: pareggio di bilancio entro il
2013, impegno a far scendere il debito pubblico di trenta miliardi
l’anno a partire dal 2015! Si rischia l’apnea!...
Ma è
la stessa Europa, ha rilevato il relatore, a soffrire una crisi che
ci ha riportato indietro nel tempo, al 1929. “Il tasso di
disoccupazione ha toccato il 12%, 25 milioni sono i disoccupati di
cui ben 5 milioni sono i di giovani, fra i 15 e i 25 anni. Una
situazione molto pesante e in queste condizioni adottare una politica
restrittiva ha significato causare recessione ma anche
disoccupazione.” Nel 2013 l’Europa avrà un tasso di crescita
vicino allo 0%, gli Stati Uniti viaggiano attorno al 2,5%. “Un
paradosso, ha commentato Quadrio Curzio, se si pensa che la crisi è
scoppiata proprio negli USA ed è stata esportata in Europa. Gli
Stati Uniti stanno riprendendo a crescere con innovazioni
tecnologiche, con tassi di disoccupazione che stanno rapidamente
scendendo grazie a politiche espansive!”
E
allora, perché la Germania di Angela Merkel si è ostinata a
perseguire una politica recessiva così disastrosa per l’economia
dell’Unione europea? Chiara e lucida sul punto l’analisi di
Alberto Quadrio Curzio. “Due le ragioni: un antichissimo ricordo
delle condizioni fallimentari in cui la Germania era caduta ai tempi
della Repubblica di Weimar : paura dell’inflazione, paura di eventi
traumatici da un punto di vista istituzionale. La seconda ragione è
riconducibile alla scarsa credibilità agli occhi dei tedeschi del
Paesi mediterranei con finanze pubbliche off limits tali da
rischiare un rovinoso default, trascinando dietro tutta la finanza
pubblica tedesca e le banche con forti esposizioni nei Paesi
periferici, dalla Grecia alla Spagna.” Una ragione quindi storica
e un’altra di “autodifesa”. Sullo sfondo di queste motivazioni
l’errato convincimento dell’opinione pubblica tedesca della
eccessiva “generosità finanziaria” della Germania nei confronti
degli altri Paesi europei. “Una diffusa avversione di natura di
psicologia sociale”.
Ecco
perché il Governo tedesco, pressato dai ricordi storici, dai timori
di dissesti finanziari dei Paesi del Sud e dalla teutonica opinione
pubblica , ha scelto la strada del rigore, con buona pace dei vincoli
di solidarietà che sono alla base dei Trattati europei! Per fortuna,
grazie a Francia e Italia, “è in corso un ripensamento di queste
politiche per rilanciare la crescita e ridurre i tassi di
disoccupazione”
In
chiusura, qualche battuta sull’Italia. “Io non credo che l’Italia
andrà a fondo, anche se la crisi è gravissima. Occorre puntare
sull’occupazione giovanile, su una politica economica interna più
espansiva, compatibile con l’Europa, riducendo il prelievo fiscale
e riformando la macchina pubblica per essere vicini all’economia
reale, far scendere il debito pubblico senza ricorrere a misure di
finanza straordinaria che tanto aggiustano …. quanto rompono!”
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