Intervista
al dottor Antonio LAURENZANO, noto economista a livello mondiale.
Dopo
una brevissima introduzione del direttore del blog international:
dottor Pietro VITALE.
Domanda:
dottor
Laurenzano
come vede lei questa ingarbugliata situazione politica nel paese
Italia, sempre martoriato quasi quotidianamente di instabilità e
atroci polemica, in considerazione delle ultimissime vicende di
scissioni nel centro-destra, l'economia?
L'onorevole
Sandro
Bondi
afferma
che e' guerra quotidiana tra FI e Ncd, nonostante l'invito di
Berlusconi ad andarci piano con i 'cugini' scissionisti. Egli parla
di disonestà politica e intellettuale di Alfano:
"Non avrei mai immaginato che l'on.
Alfano
potesse
parlare di Forza Italia come di un partito della rabbia e
dell'estremismo".
Mentre
L'Europa continua ad incalzare l'Italia a proseguire sulla strada
delle riforme e di non abbandonarsi all'instabilità politica, che
può bloccare o rendere nulli i passi mossi finora, verso il
risanamento dei conti.
Lo
ha detto il presidente della Commissione Ue,
José Manuel Barroso, durante la conferenza di presentazione
del rapporto sugli squilibri macroeconomici nei paesi Ue.
Secondo
Lei dottor LAURENZANO l'Italia deve
continuare sulla strada delle riforme? Come ha detto Barroso
a noi giornalisti?
Risposta:
LA
LEGGE DELLA DISCORDIA
Stabilità
economica o … instabilità politica?
Legge di stabilità
economica o …. d’instabilità politica? Una legge nata male che
rischia di finire peggio sotto un’alluvione di proteste, di
emendamenti e di censure. In settimana è arrivata anche la
bocciatura da Bruxelles: “l’Italia potrebbe non rispettare le
regole su deficit contenute nel Patto di stabilità con alto rischio
di sforamento dei parametri”. Alla base del giudizio negativo della
Commissione europea i “progressi limitati sulle riforme
strutturali” e i timori dell’ “annacquamento” della bozza di
bilancio in Parlamento in sede di approvazione. Dal Commissario agli
Affari economici Olli Rehn la raccomandazione di sempre per la nostra
politica economica : “ridurre il debito intervenendo sulla spending
review”.
Uno stop imprevisto per
le precarie finanze pubbliche del Bel Paese: non sarà concessa
alcuna flessibilità sugli investimenti, il cosiddetto “bonus Ue”.
Salvo aggiustamenti, l’Italia -a causa delle condizioni del suo
debito- non potrà chiedere alla Commissione Ue di fare uso della
“clausola sugli investimenti” del Patto di stabilità. Uno spazio
di manovra che si era aperto con la recente uscita dalla procedura
per deficit eccessivo e che si sarebbe trasformato nel 2014 in circa
tre miliardi di investimenti! Ora andati miseramente in fumo
nonostante le assicurazioni … postume del Ministro Saccomanni.
Secondo le stime Ue il
debito italiano, quest’anno attestato a quota 133% del Pil (contro
il 60% previsto dai parametri di Maastricht!), salirà al 134% l’anno
prossimo, non essendo prevedibile alcun miglioramento. Per questo “la
Commissione invita le autorità italiane a prendere le necessarie
misure all’interno del processo interno di gestione di bilancio per
assicurarsi che i conti del 2014 siano in linea con i vincoli
europei”. Avviare cioè senza indugi un percorso virtuoso di
riqualificazione della spesa pubblica con drastici tagli a quella
improduttiva e riduzione del prelievo fiscale per favorire la ripresa
economica.
Questo è il verdetto di
Bruxelles, una mossa inevitabile che apre un buco pericoloso anche a
livello politico, difficile da colmare con la (debole) difesa
d’ufficio del Tesoro: “Nessuna bocciatura: i rischi segnalati
dalla Commissione sono già considerati nell’azione del Governo,
anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità”. Una
difficile traversata del deserto attende ora il Governo delle larghe
intese (o larghe…contese?) per legittimare tale dichiarazione.
“La confusione regna
sovrana”, ha esclamato il Ministro Saccomanni nell’intervista
rilasciata domenica al Corriere. Una confusione che è incertezza:
cittadini, famiglie, imprese sempre più alle prese con un presente
difficile e con un futuro che non si percepisce! La crisi economica
continua a mordere. Consumi ancora in calo con l’aumento dell’IVA
che ha gelato la ripresa, boom di fallimenti che toccano un nuovo
record: nei primi nove mesi dell’anno sono stati quasi diecimila,
in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2012. E la
Lombardia accusa il maggiore numero di default aziendale: 2.250
(+13%).
Una situazione di estrema
fragilità economica dagli imprevedibili rischi di crisi sociale in
presenza di un “fisco insostenibile” con una pressione tributaria
che, secondo la denuncia di Confcommercio, resterà fissa al 44% fino
al 2016: “un fatto incompatibile con qualsiasi ipotesi di ripresa”.
Tutta colpa di una Legge di stabilità che, secondo il Presidente
Sangalli, “non ha operato alcun taglio alle spese e alle tasse e
che ha continuato a far quadrare i conti dello Stato attraverso la
leva fiscale”.
Un
campanello d’allarme: ignorarlo diventa estremamente pericoloso.
L’Italia è fra i Paesi sotto osservazione da parte delle
istituzioni comunitarie: la povertà e l’esclusione sociale sono
aumentate in modo significativo. Bruxelles infatti ha annunciato nel
recente rapporto sugli squilibri macroeconomici la decisione di
aprire un’analisi approfondita sul nostro Paese per i rischi
connessi al persistere di squilibri come il debito elevato, la
disoccupazione giovanile e la perdita di quote di mercato. C’è
tempo fino al 31 dicembre per porre rimedio ai guasti di una Legge ed
evitare scenari economici e sociali che la comunità nazionale non
merita! E’ iniziato il conto alla rovescia.
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