ANNIVERSARIO DELL'APPOSIZIONE KACH-KAR A BARI.
di Vittorio Polito - Sabato 11 gennaio 2014 ricorrerà il 1°
anniversario dell’apposizione della stele realizzata dallo scultore
arch. Ashot Grigoryan ubicata presso l’Autorità Portuale di Bari che
suggella il legame della Comunità Armena col il popolo barese.
La Comunità Armena e l’Amministrazione Comunale intendono ricordare
l’evento con una breve cerimonia che sarà così articolata:
- Ore 11: momento di raccoglimento presso la stele del Lungomare
Vittorio Veneto;
- Ore 12: premiazione del “Centro Studi Nazariantz” per la pubblicazione
del libro “Hrand Nazariantz, Fedele d’Amore” e del libro “Il richiamo
del sangue” del prof. Keram Boloyan, presso la Sala Consiliare “E.
Dalfino” del Comune di Bari
-
Hrand Nazariantz nacque ad Iskudar, sobborgo di Istanbul nel 1886 da
Diran, letterato e linguista, membro dell’Assemblea Nazionale Armena. La
sua educazione intellettuale e morale si compì con studi a Londra
(1902) e Parigi (1905) dove prese contatto con il Movimento Nazionale
della sua patria. Richiamato a casa per la malattia del padre, prese le
redini dell’avviata azienda familiare per la lavorazione di tappeti e
ricami; nel contempo iniziò l’attività di pubblicista presso il
quotidiano ‘Surhantag’, il settimanale ‘Nuova Corrente’, la rivista ‘Il
Tempio’. Oltre alla collaborazione a giornali stranieri, pubblicò saggi
sulla letteratura francese e italiana: Dante, Leopardi, Carducci,
Pascoli, Marinetti e il Futurismo e infine eseguì la traduzione in
armeno della Gerusalemme liberata.
Nazariantz, insieme ad amici ed estimatori, ha frequentato a Bari il
famoso Caffè Sottano di Don Armando Scaturchio, noto ritrovo per gli
intellettuali baresi e, dopo la chiusura, si trasferì presso il Caffè
Stoppani, altro ritrovo di persone di cultura. Nazariantz era un po’ il
papà della cultura a Bari e pur non avendo la stessa età molti altri lo
frequentavano, come Giovanni Colamussi, sensibilissimo poeta alla
ricerca di una ragione religiosa; Gaetano Savelli, considerato il
massimo poeta dialettale barese di quel tempo; Gino Montella, poeta
disordinato ma buon epigrammista.
La biografia di Nazariantz fu raccolta nel volume da Pasquale Sorrenti
“Nazariantz” (Levante Editori, 1987). Pochi altri: Gaetano Savelli
poeta, Vito Antonio Leuzzi, i componenti il Centro Distrettuale
Regionale di Conversano della sua vicenda personale e della sua poesia,
hanno scritto negli anni. A «Hrand è mancata una patria unita che ne
difendesse le idee; una scuola dove i suoi poemi venissero letti e
commentati come da noi la Commedia dantesca… la sua storia è un poema
tragico con qualche barlume di serenità» (Pasquale Sorrenti).
Dello stesso Pasquale Sorrenti riporto una testimonianza ripresa dal
volume “Nazariantz” (cit.).
Hrand Nazariantz
Se ti guardo, Poeta,
e lo sguardo figgo
nel tuo sguardo,
scorgo malinconie remote
e delusioni
tali da precludermi i sogni.
Oh, la tua Armenia!
Oh, l’Ararat mitico!
E morrai esule, Poeta,
senza il canto dei trovieri,
lontano dalle tombe dei tuoi cari.
In tanto silenzio
Il tuo «Canto delle fontane»
e «I sogni crocifissi»,
canti di rapsodo,
sibileranno sulla tua tomba,
e forse una mitica
dolce fanciulla
unirà le sue lacrime
a tanto dolce fluire. Da il www.il giornaledipuglia)
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