Il Direttore del blog dottor Pietro VITALE, presenta il volume dell'autore: Paolo De Santis
"Tu implori il tuo Dio che
ha creato il Tutto, l'universo, io imploro il mio che ha creato il
Nulla.
Ma sono cose molto vicine" (Buddha)
"Il
sorriso e la satira sono appannaggio esclusivo
delle società di cultura liberale. In Italia di liberale non è
rimasto nulla. La mia generazione se ne porterà nella tomba solo il
ricordo"
(Indro
Montanelli)
Amici,
quando un non addetto ai lavori accetti, quasi sempre da un amico, di
fargli una presentazione del suo lavoro letterario, non compie mai
un'azione prudente.
Giacché
egli ha sempre solo da perderci. Se si mostra freddo o sincero, se
suona il clarinetto o il violino, è facile che perda l'amico. Se
invece s'infuoca o fa finta d'infuocarsi e da fiato alle tronbe, è
sicuro che perda la faccia. Scomoda del tutto è in particolare la
mia situazione, perchè non sono un recensore di mestiere e non ho
nemmeno alcuna dimestichezza col vasto universo della letteratura in
versi.
A
mio parere credo che Paolo De Santis, non abbia bisogno di
presentazione. Nell'agone della poesia è già entrato in illo
tempore, sin dalle sue primissime raccolte. AMO LA CACCA,
Paolo per tutta la vita, come egli esprime, ha ricercato i valori
dell'esistenza e il senso della vita...nell'uomo universale, nelle
religioni in particolare del Dio unico, compreso il Grande
Architetto dell'Universo, infine il senso nobile dell'uomo.
Il
poeta insomma, si rivela ai lettori attraverso uno stile semplice,
spontaneo e incisivo che gli consente di tradurre in versi ogni suo
sentimento ed ogni suo estemporaneo pensiero, esprimono l'ansia
interiore e l'amore per l'Uomo, il desiderio o il sogno di una
serenità sempre cercata e a volte faticosamente raggiunta.
Lo
spagnolo Ortega Y Gasset scrisse che “il
poeta comincia dove finisce
l'uomo” Io non mi sento affatto di scindere
il mio amico Paolo poeta dal Paolo uomo, perché il poeta è il
frutto della forza interiore dell'uomo, della sua rabbia e del suo
soffrire, delle sue passioni e delle sue attese, della sua continua
ricerca, parafrasando la *Lanterna di Diogene.
Questa
sua quarta raccolta di poesie ha qualcosa di più intimo, anche se i
temi ricalcano un po' quelli del passato, ma qui c'è meno
compiacenza nel denudare i sentimenti e la realtà dei suoi
molteplici aspetti: è come se prendesse in mano la sua anima, con i
turbamenti, le malinconie, le esaltazioni, la rabbia, la felicità,
la conoscienza e soprattutto: l'immaginazione. Il Dio occulto.
Riflessioni spirutuali da vero
iniziato...che ne
facesse dono considerandola l'unica parte vera e profonda della sua
vita.
Quindi
poesie di interiorità e di malinconica consapevolezza, poesia
crepuscolare percorsa dal brivido delle illusioni don chisciottesche
e del mistero: l'odio e l'amore, la
bellezza, la delusione, la nostalgia, la solitudine, la stella guida,
Cristo non è risorto, la Maddalena, l'uomo è figlio unico, porgi
l'altra guancia...addentrati in questo caleidoscopio panorama
dell'animus, ne cogliamo la luce più suggestiva e più segreta.
Paolo
ha un segreto desiderio la tentazione di fermare il tempo, egli vibra
in quasi tutta la sua poesia, simile a un sottofondo musicale di
magiche sirene...egli pensa: COMBATTERO' LA NOTTE...PER
RAGGIUNGERE UN SOGNO...FERMERO' IL TEMPO...ALL'OMBRA DEL BOSCO...Ma
la sua limitatezza umana gli fa soltanto filtrare, attraverso come un
ARCOBALENO, attimi fuggenti del passato e, forse per
questo...”invoca: voglio tornare alla vita...voglio rivivere
l'amore della mamma, ritornare nel tuo grembo in tutta sicurezza e in
posizione fetale, nelle notti di luna piena, palpiti, silenti,
tremori”.
Paolo
parte dall'inferno per librarsi nell'empireo del cielo piu alto, ma
la musica che accompagna quest'ultima sua fatica non sgorga da tube
celestiali, la musica che ne segna i passi...IL
NUOVO TERRITORIO: “Sì
ho vissuto assai velocemente, travolto dagli impegni della vita, a
spada tratta ho dovuto lottare perchè aggredito da vili predatori,
che mi hanno impedito osservare il giusto senso dell'esistenza”
in questo intermezzo egli si definisce un uomo ruspante.
Non
sono purtroppo capace di tanto, ne, forse, il mio amico Paolo lo
merita. Per cui devo acconciarmi all'onesta fatica di leggere,
rileggere, riflettere e ancora scrivere. Spero di essere all'altezza.
Il libro contiene una lirica poetica di assoluto valore certo. La
costante ispirativa è un gioioso, pieno, insaziabile, *Dionisiaco
amore per la vita. Che mi ha richiamato subito alla mente i grandi
poeti di quella Grecia del V secolo a.C. detta pagana
perchè, per sua fortuna, antecedente a quel cristianesimo che sul
senso di colpa e sul rimorso delle coscienze avrebbe edificato le sue
fortune.
Non
per nulla nel leggerle e nel rileggerle m'è parso più volte di
trovarvi *Saffo.
Saffo esprime la pena e
l'ansia per l'amore non sempre corrisposto e il penoso
tormento che questo le dà.
Questa lirica assume la forma di una preghiera in
cui, con il richiamo di un incontro precedente, cerca di coinvolgere
la dea in suo favore ed ella pronta interviene in maniera diretta con
la promessa che Saffo si aspetta.
Dicendo
ciò non vorrei essere frainteso, ma trattandosi di Paolo penso che
il pericolo non incorra..., ma uguali nei due poeti sono la
concezione dell'amore, della soavità e della sofferenza che esso
genera nel cuore umano, uguali l'assoluto attaccamento alla vita e il
rammarico per la sua brevità. Con unica differenza che Saffo
temeva la morte, mentre il mio amico mi pare che va sostenedo
di esserne fatto una ragione: “la morte come per dirla con
Goethe: la prima notte di quiete...
Nel
suo ultimo libro ho trovato spendide: L'animo
dei giovani è
come
uno specchio riflette ciò che gli adulti mostrano! Il senso della
poesia; Ma i giovani ce l'hanno l'anima ed è anche pulita;
L'orgoglio
nazionale; Ubiquista-Facoltà
di essere contemporaneamente presente
in luoghi diversi, propria di Dio. ;
Il ragazzo Down; La legge della piramide; Non c'è pena maggiore per
chi vede dove gli altri non riescono a vedere, che non essere creduto
da chi non vede; L'occulto Dio; Segmento; Carta assorbente; L'amore
dei vecchi; L'odio e l'amore; La stella guida; (in
questo meraviglioso racconto io aggiungo che il destino dell'uomo sta
nel proprio carattere); L'ultimo
tratto;Ingombrante; Il Cinquettio dell'asino cip cip-oo cip oo cip oo
cip oo.
*SAFFO:
C'è
chi dice sia un esercito di cavalieri, c'è chi dice sia un esercito
di fanti, c'è chi dice sia una flotta di navi sulla nera terra
la
cosa più bella, io invece dico che è ciò che si ama» (vedi
l'ultimo canto di Saffo (Giacomo Leopardi) La
poetica di Saffo s'incentra sulla passione e
sull'amore per vari personaggi e per tutti i
generi. .
*DIONISIO
«Le
baccanti cominciano ad agitare il tirso per i loro riti...
l'eccitazione si era trasmessa all'intero
bosco, alle belve:
non c'era più niente di fermo, tutto si agitava in frenesia.»Questo
dio rappresenta in particolare lo stato di natura
dell'uomo,
la sua parte primordiale, animale, selvaggia, istintiva, che resta
presente anche nell'uomo più civilizzato, come una parte originaria
insopprimibile, che può emergere ed esplodere in maniera violenta se
viene repressa, anziché compresa ed
incanalata
correttamente.
l Dioniso originario, legato alla vegetazione, rappresentava
quell'energia naturale che, per effetto del calore e dell'umidità,
portava i frutti delle piante alla piena
maturità..
*DIOGENE
LAERZIO:
Alessandro
Magno trapassò a Babilonia. 300/400 a.C.Plutarco
riferisce: «Alessandro andò da Diogene. Lo trovò sdraiato al sole.
Diogene, all'udire tanta gente che veniva verso di lui, si sollevò
un poco da terra e guardò in volto Alessandro; questi lo salutò
affettuosamente e gli domandò se aveva bisogno di qualcosa, che
potesse fare per lui. "Scostati un poco
dal sole", rispose il filosofo»
Un
giorno il filosofo Diogene, tenendo in mano una lampada accesa,
passeggiava nel Foro di Atene. Gli si avvicinò un amico e lo
interrogò sul perché avesse acceso una lanterna pur essendo pieno
giorno: “Cerco
l’uomo”, risponde
il filosofo. Aveva i comportamenti di un cane e lui voleva che gli
umani si comportassero come i cani: mangiano d'ovunque, non si
preoccupano dove dormono o dove defecano e inoltre, sanno riconoscere
gli amici e i nemici... Il
cane dice sempre il vero mentre l'uomo arriva ad ingannare anche se
stesso...
Questa più o meno è la sua filosofia.
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