La giustizia sociale e la
tutela dei diritti umani di Antonio Laurenzano
Venti
di guerra soffiano impetuosi in tante regioni del mondo. Si
ripropone, nella sua drammatica attualità, il problema della pace e
di uno sviluppo sostenibile nella consapevolezza che promuovere una
società migliore non significa aumentare ricchezza, favorire i
consumi, offrire nuove tecnologie. Significa invece garantire a tutti
i popoli della terra libertà e giustizia sociale, significa
assicurare forme di governo democratiche per uno sviluppo inteso come
libertà per costruire un futuro nel quale nessun Uomo dovrà
stendere più la mano per chiedere per carità ciò che gli spetta di
diritto.
E’
in atto un processo di globalizzazione che, esaltando le leggi
dell’economia e del mercato, ha posto scarsa attenzione ai costi
umani, sociali, culturali e ambientali. Gli effetti perversi di
decenni di politiche mondiali influenzate dagli interessi delle
multinazionali e dei grandi paesi industrializzati sono sotto gli
occhi di tutti: espansione di un mercato senza regole, inquinamenti
atmosferici e avvelenamenti alimentari, identità storiche e
culturali a rischio. E’ giunto il momento di ridefinire le priorità
della politica, restituirle il ruolo guida nei processi di crescita
della società attraverso una diversa distribuzione delle risorse
economiche, mettendo l’economia al servizio della politica, e non
viceversa!
La
comunità internazionale ha bisogno di governi e istituzioni
determinate a gestire le sfide dell’interdipendenza, a mettere fine
a ogni prevaricazione e a ogni minaccia per l’umanità. Istituzioni
decise a contrastare nei fatti e non a parole le guerre e le
sistematiche violazioni dei diritti umani, sradicare la povertà e
garantire a tutti il libero accesso ai diritti sociali di base: il
diritto al cibo, all’acqua, alla salute, all’educazione, a un
lavoro dignitoso, alla casa. In particolare, all’ONU nel cui
statuto, all’articolo 1, è sancito l’obiettivo di “mantenere
la pace e la sicurezza internazionale”, viene chiesto più
democrazia per tutti, per riaffermare il primato della politica,
della giustizia e della libertà. E lontani dalla democrazia, la
globalizzazione è totalitarismo e colonialismo! E’ sfruttamento!
Senza
il rilancio del sistema delle Nazioni Unite, senza un forte
investimento per ridargli forza, efficacia e credibilità, le
risoluzioni del Palazzo di Vetro resteranno “voci nel deserto”
con buona pace degli equilibri politici, del dialogo fra i popoli ma
soprattutto dell’equa distribuzione delle fonti di reddito. Sarà
possibile costruire una società diversa se si riuscirà a sostituire
la cultura della guerra con la cultura della pace, la competizione
selvaggia con la cooperazione, l’esclusione con l’accoglienza,
l’individualismo con la solidarietà.
E’
scandaloso che, nonostante l’enorme crescita della ricchezza
mondiale e gli straordinari progressi tecnologici e scientifici, ci
siano ancora tante famiglie nel mondo escluse dai diritti
fondamentali. All’alba del Terzo Millennio, secondo i recenti dati
della FAO, ci sono nel mondo più di 900 milioni di persone denutrite
e di queste 300 milioni sono bambini. Ogni giorno 24 mila abitanti
della terra muoiono per fame, un miliardo e duecento milioni di
persone non hanno accesso all’acqua potabile, 160 milioni di
persone sono senza lavoro, 250 milioni sono i bambini costretti a
lavorare spesso in condizioni terribili. Come potrà mai esserci pace
in un simile contesto mondiale? Quale futuro ci sarà per le
popolazioni del Terzo mondo?
La
lotta per la dignità umana deve essere parte di un instancabile
impegno comune teso a promuovere uno sviluppo sostenibile e la
globalizzazione dei diritti umani, ovvero: diritti umani per tutti.
E questi obiettivi si incentrano sulla dignità della persona
umana, sull’eguaglianza e sulla non discriminazione, sulla
solidarietà e sulla cooperazione internazionale. La globalizzazione
imposta, quella cioè rispondente soltanto alle leggi dell’economia
e del mercato, rischia di vedere l’uomo oggetto e non soggetto dei
processi di cambiamento della società, confinato in un infernale
meccanismo di sterilizzazione dei diritti fondamentali.
Sarebbe la fine dell’umanità!
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