Dott. Pietro VITALE, storico-medievalista
giornalista pubblicista e scrittore
Direteur de bolg internationale
"Se il Nazareno
tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti.Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza".
(Enzo JANNACCI)
San Giovanni Battista Patrono dell’Ordine di Malta.
Tra il sacro ed il profano.
(inno alle lodi)
Cari amici lettori, su questo
nuovo fronte sono chiamati a combattere i Giovanniti di oggi, il fronte della
nuova cristianità del Terzo Millennio. E’
la missione che il Gran Maestro ha affidato a tutti i Cavalieri dell’Ordine di
S. Giovanni. I suoi membri, tuttavia, non sfoderano più le loro armi
d’offesa, impugnano bensì l’unica arma che possono ancora brandire, la Parola di Dio, acuta e
affilata come una spada a doppio taglio, che penetra nelle carni e spacca le
ossa. E’ la parola del Maestro Gesù.
“Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che
ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti” (Mt 10,27).
Sono questi i tratti
caratteristici che il rito attribuisce a S. Giovanni il Battista quanto canta
le sue lodi nel giorno in cui la
Chiesa celebra e commemora la nascita del Santo. La sua
figura, così sinteticamente delineata, sin dai primi secoli ha rappresentato
per alcune associazioni-cristiane l’archetipo, il modello ideale dell’uomo.Unica ed emblematica è,
infatti, la forza della testimonianza resa dal Battista al Messia atteso dalle
comunità israelite, poiché essa appare carica di tre elementi sinergici: la
profezia, l’ascesi e il martirio.Giovanni è il profeta della
luce vera venuta nel mondo, “quella che illumina ogni uomo” (Gv
1,9); egli è una voce – che grida al pentimento ed alla conversione – di quella
parola fattasi carne e discesa in mezzo a noi. Egli è il povero di spirito che
non ha altro bene se non Dio solo, e tale appare nel suo abbigliamento e con il
suo tenore di vita. Il Battista è colui che mostra agli uomini la Via nella quale Dio toglie i
peccati del mondo; ed egli stesso, tramite il martirio, ha reso candide le sue
vesti per essere degno di sedere a mensa alle nozze dell’Agnello.
Al tempo delle Crociate, il Beato Gerardo pose se stesso e i
confratelli dell’Ospedale di Gerusalemme sotto la protezione di Giovanni
Battista. Alla sua figura e al suo
esempio volle che i suoi frati si ispirassero per la loro vita di consacrati al
servizio del Dio Supremo e dei fratelli, e da laici – quali essi erano –
vissero più intensamente per la loro vocazione battesimale attraverso la
professione e dei consigli evangelici: povertà, castità e obbedienza. Essi era già consacrati a Cristo mediante
il Battesimo, tuttavia, abbracciando volontariamente il nuovo stato di vita di
religiosi laici, rispondevano ad una speciale obbedienza e vocazione alla
santità, costituita dalla perfetta imitazione di Cristo povero, casto e
obbediente fino alla morte di croce. Alla sequela del Divino Maestro i frati Giovanniti
avrebbero rinnegato ogni giorno se stessi, imparando l’obbedienza della croce;
avrebbero reso puri i loro occhi per riconoscere e amare Cristo nei poveri negli
ammalati e i bisognosi. Le vicende storiche che
investirono la Terra Santa,
luogo dove Cristo nacque e morì e anche luogo della nascita dell’Ordine di San
Giovanni, indussero i frati ad aggiungere una nuova missione fra i servizi da
rendere alla Chiesa, cioè la custodia dei pellegrini e la difesa della fede
cristiana. Perciò l’originario e mai tradito carisma degli Ospedalieri di S.
Giovanni, vale a dire l’obsequium pauperum (il servizio
dei poveri)
Giunse a coniugarsi con il
nuovo carisma della tuitio fidei (la difesa della fede), per il quale essi si
trasformarono in esponenti di quella nuova cavalleria, lontana da qualunque
mondanità e votata a servire il Re della gloria, in cui S. Bernardo aveva tessuto
le lodi e disegnato i contorni. La vita quotidiana di questi “cavalieri
di Cristo” , come pure le numerose imprese eroiche ( di cui nessuno mai
si fece vanto), rappresentarono nella Chiesa medievale quasi un’interpretazione ad
litteram dell’insegnamento del Maestro
Gesù. Il coraggio dei profeti, l’ardimento
dei re d’Israele e l’impavida fedeltà dei Maccabei modellarono l’animo del
frate Giovannita, pur sempre
nobilitato dalla carità verso i poveri, gli indifesi i bisognosi e gli
ammalati. Nella spada impugnata in difesa della fede i Giovanniti intravedevano la forma della croce e con la croce
bianca, cucita sulle vesti, affrontavano la morte. E furono in molti a perdere
la vita per Cristo in combattimento. Ormai da due secoli l’Ordine di Malta ha mutato le sue spade
in vomeri e ha dissodare il cuore arido dell’umanità, irrigandolo con il fiume
della carità. Le propaggini della sua attività caritativa hanno raggiunto i
confini della terra e quasi dovunque s’innalza ed è conosciuta la bianca croce
melitense. Eppure, pressoché
inaspettatamente, un nuovo fronte reclama la presenza delle sue schiere e
l’azione efficace della tuitio fidei.
E’ il fronte dell’apostasia dei popoli dell’antica cristianità. Nella nostra
società, infatti, si va affermando sempre di più una mentalità contraria alla
fede cristiana, secondo cui alla cultura e alla politica è affidato il compito
di espugnare qualunque principio cristiano, negando i diritti di Dio, con la
pretesa, talvolta, di limitare la libertà della Chiesa e dei suoi fedeli.
Fermezza e risolutezza sono
virtù tipiche della disciplina militare, alle quali non è estranea la secolare
tradizione dell’Ordine di Malta. In essa trova spazio la nobiltà dei sentimenti,
congiunta alla nobiltà di sangue. Pur tuttavia gli ideali cavallereschi e il
richiamo simbolico della cavalleria cristiana sono oggi professati e condivisi
da tutti i membri dell’Ordine. Tanto si era possibile sulla base di un
principio invalso nell’Ordine, in forza del quale, oggi, non sono più le origini illustri ad
attribuire a chicchessia il diritto ad entrare nella Religione di Malta, bensì
la fede e la moralità, nonché la sincerità dei sentimenti.
“Non prendete gloria gli uni dagli altri, dice il
Signore, cercate la gloria che viene da Dio solo” (Gv 5,44)
Ed è per tale motivo che la Regola Giovannita, recentemente
aggiornata, ribadisce esplicitamente cke “l’Ordine ha il fine di promuovere la
gloria di Dio mediante la santificazione dei membri” (Cart. Cost, art. 2,1)
La predicazione del Battista,
suona invece come un paradigma per la vita spirituale del Giovannita e
rappresenta il criterio di discernimento per chi vuole entrare nella Religione
di Malta.
Giovanni invita tutti alla
conversione del cuore e ad operare la giustizia e la carità, ma non temeva di
denunciare la sfacciata ipocrisia delle folle, dei farisei e dei sadducei,
appellandoli con accenti franchi e sferzanti“Razza di vipere! Chi ha suggerito di sottrarvi
all’ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di
poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere
figli di Abramo da queste pietre. Già la scura è posta alla radice degli
alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel
fuoco” (Mt 3,7-10 –Lc 3,7-9). Noi, appartenenti alla Croce
ottagona, chiediamo al Santo
Patrono, San Giovanni Battista, di portare ogni giorno frutti degni di
conversione e di andare incontro a Cristo, che viene a noi nei poveri e negli
ammalati, con le mani piene di opere buone.
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